Il sito dei laici italiani vi segnala:
POLIZIA CONTRO NERO, MARRAZZO (PARTITO GAY): LAMORGESE CHIARISCA L'ACCADUTO
ufficiostampa@
e molto altro ancora su: italialaica.it sito dei laici italiani
POLIZIA CONTRO NERO, MARRAZZO (PARTITO GAY): LAMORGESE CHIARISCA L'ACCADUTO
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http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=79185
Sapete quale è il terremoto più devastante della storia umana?
Ve lo racconto io, con le lacrime agli occhi:
11 febbraio del 1979 Iran è stato colpito dal più feroce è devastante terremoto della storia umana chiamato “ KHOMEINI ”!
Il risultato:
- 8 anni di guerra contro Iraq: più di due milioni tra morti e feriti; mille miliardi di dollari di danni ;
- intere città rase al suolo ;
- La diffusione abnorme della prostituzione anche minorile causata dalla fame e diffusione della povertà
- L’incremento senza precedenti della povertà e dell’immigrazione verso i grandi metropoli;
- La spaventosa diffusione della droga tra i giovani;
- L’esportazione in Europa via diplomatica e non di vari tipi di stupefacenti;
- Abbassamento di ogni tipo di qualità e benessere sociale ed industriale;
- L’incremento senza precedenti delle spese militari e repressivi;
- Lo spreco di oltre cento miliardi di dollari per la costruzione della bomba atomica;
- Incremento senza precedenti della violenza domestica sociale contro le donne;
- Legalizzazione di ogni tipo di violenza contro la donna fin ad arrivare a dare la ragione giuridica e religiosa al padre nel caso dell’uccisione della figlia come “paternità di sangue”!
- Costruzione di una micidiale forza terroristica, chiamata Sepah Passdaran che minaccia la stabilità e la pace nel mondo;
- Costituzione di un corpo paramilitare, armato fino ai denti chiamato “Basiji”, per sopprimere ogni tipo di protesta;
- Devoluzione di migliaia di miliardi per interventi terroristici in Iraq, in Siria, in Yemen ecc..;
- Oltre 150.000 ragazze anche di 9 anni e ragazzi fucilati per la loro opinione;
- Interi laghi asciugati, tra cui quello di Orumieh, per sfruttamento delle acque anche ai fini di cambiare le formazioni etniche e religiose;
- Interi boschi bruciati X far spazio alle costruzioni militari e non;
- Esportazione del terrorismo in ogni angolo della pianeta, Iraq, Siria, Yemen, Bahrein, Arabia Saudita, Israele, Europa, America con la devastante conseguenza che siamo testimoni specialmente in Francia e in Belgio.
Non vi stupite perché nelle zone dell’ovest dell’Iran l'ultimo terremoto ha causato migliaia di morti e feriti e interi villaggi distrutti.
Non stupitevi perché il regime ha dirottato venti mila Passdaran, armati fino ai denti, nelle zone terremotate.
Non vi dovete stupire perché il regime degli ayatollah ha mandato più bulldozer e che ambulanze!
Con i bulldozer hanno raso al suolo, sulla testa dei feriti e morti, le mura delle case distrutte.
Ecco perché dopo una settimana il capo religioso Ali khamenei si è recato di notte per dire che era “tutto apposto”! E ha ringraziato i Passdaran per “il loro prezioso impegno a difendere la nazione e i cittadini”!
Posso continuare fino a 2020 ad elencare i danni di questo terremoto ma mi fermo per voi!
Davood Karimi, presidente dell’associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia
Prima di Israele, c'era il mandato britannico, non uno stato palestinese.
-Prima del mandato britannico, c'erano l'Impero turco Ottomane musulmano, non uno stato palestinese.
-Prima dell'Impero Ottomano, c'era lo stato islamico dei Mamelucchi d'Egitto, non uno stato palestinese.
-Prima dello stato islamico dei Mamelucchi d'Egitto, c'era l'Impero arabo-curdo ayyubide, non uno stato palestinese.
-Prima dell'Impero ayyubide, c'era il Regno di Gerusalemme franca e cristiana, da Goffredo IV de Boulogne, detto Goffredo di Buglione, il conquistatore di Gerusalemme nel 1099, non uno stato palestinese
-Prima del Regno di Gerusalemme, c'era l'impero omayyade e Fatimide, non uno stato palestinese.
-Prima dell'impero omayyade e Fatimidi, c'era l'Impero Bizantino, non uno stato palestinese.
-Prima dell'impero bizantino, c'erano i Sassanidi, non uno stato palestinese.
-Prima dell'impero sassanide, c'era l'Impero Bizantino, non uno stato palestinese.
-Prima dell'impero bizantino, ci fu l'Impero Romano, non uno stato palestinese.
-Prima dell'impero romano, c'era lo stato degli Asmonei, non uno stato palestinese.
-Prima dello stato degli Asmonei, c'era quello seleucide, non uno stato palestinese.
-Prima dell'impero seleucide, c'era l'impero macedone di Alessandro Magno, non uno stato palestinese.
-Prima dell'impero macedone, c'era l'impero persiano, non uno stato palestinese.
-Prima dell'impero persiano, c'era l'impero babilonese, non uno stato palestinese.
-Prima dell'impero Babilonese, c'erano i Regni di Israele e di Giuda, non uno stato palestinese.
-Prima dei Regni di Israele e di Giuda, vi era il Regno di Israele, non uno stato palestinese.
-Prima del regno di Israele, c'era la teocrazia delle dodici tribù di Israele, non uno stato palestinese.
-Prima della teocrazia delle dodici tribù di Israele, vi era un agglomerato di cananei città-regni indipendenti, non uno stato palestinese.
In realtà, su questo pezzo di terra, c'è stato di tutto, TRANNE uno stato palestinese.
Fonte A.Moreschi.
Dalla GAZZETTA dello SPORT di oggi, 07/08/2016, a pag.15, con il titolo "Tensione sul bus: il Libano rifiuta gli atleti israeliani" la cronaca di Riccardo Crivelli.
La notizia non ha destato attenzione nei nostri media, poche righe o nulla. Il merito della Gazzetta dello Sport va al suo direttore, Andrea Monti, da sempre attento verso anti-semitismo e anti-sionismo. A sapere quanto è avvenuto in Brasile saranno i lettori-tifosi della Gazzetta, un demerito a tutte le altre.
Un autobus per rinfocolare una guerra che sembra non voler finire mai. Israele e Libano sono formalmente due paesi in conflitto tra di loro e che non intrattengono alcun tipo di relazioni diplomatiche. Così, può accadere che un momento di gioia collettiva come la partecipazione alla cerimonia inaugurale dell'Olimpiade diventi il pretesto per una nuova sfida tutta politica tra le due delegazioni. Non è una situazione nuova, neppure nel consesso sportivo più alto: basti pensare al judoka iraniano che si rifiutò di affrontare un rivale israeliano ad Atene 2004 e al rientro in patria venne premiato con gli stessi soldi delle medaglie d'oro. L'incendiaria situazione mediorientale è da decenni un focolaio di tensioni insanabili tra paesi arabi e Stato ebraico.
Così, quando l'altra sera un gruppo di atleti di Israele ha provato a salire su un pullman dell'organizzazione che portava al Maracanà, i libanesi già all'interno del mezzo hanno obbligato l'autista a tenere chiuse le porte, come conferma il capo della spedizione Salim al-Haj Nicolas: «Sono stato io a richiedere che non salissero, ma loro continuavano ad insistere». Un velista israeliano Udi Gal ha postato su Facebook la sua versione dei fatti: «E' successo che ci siamo trovati a dividere il bus con i libanesi, ma quando se ne sono resi conto non ci hanno fatto salire. E noi non potevano cambiarlo per motivi di protocollo e di sicurezza, perciò se non ci volevano dovevano cambiare mezzo loro».
Versione rigettata dalla controparte: «Il bus era assegnato alla nostra delegazione, ma loro volevano farci deliberatamente scendere ad ogni costo». Alla fine, la situazione si è risolta assegnando a ciascun team un pullman diverso, ma si è sfiorato davvero l'incidente internazionale: «Gli israeliani mischiano sempre sport e politica», il commento libanese. La replica: «Un comportamento che rappresenta l'esatto opposto dei valori dell'olimpismo, la delegazione libanese non ha nulla da dire in proposito?». Guerra, sempre guerra, infinita guerra.
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andrea.monti@gazzetta.it
IN 2 MESI 22 LE VITTIME ISRAELIANE DEL TERRORISMO PALESTINESE: 22 UOMINI E DONNE DIMENTICATI, UCCISI UNA SECONDA VOLTA DAI MEDIA ITALIANI Solo negli ultimi due mesi sono morti 22 israeliani per mano del terrorismo palestinese, l'ultima ragazza aveva 21 anni. La vittima più giovane aveva 18 anni, mentre la più anziana 78 anni. Un bollettino sconvolgente per un paese civile e occidentale come Israele, per il quale la morte è e continua ad essere considerata una tragedia e non una cultura. Nel nostri telegiornali però, nei nostri quotidiani, continuiamo a leggere di "morti palestinesi", mentre le vittime israeliane scompaiono in qualche angolo degli articoli o dei servizi. Si continua con l'ignobile pratica di evidenziare le uccisioni dei terroristi ponendole sullo stesso piano delle morti delle vittime, o addirittura in evidenza rispetto a queste. Scrivere "morto un palestinese" non specificando che si tratta di un terrorista e ponendo la notizia in primo piano rispetto all'attentato compiuto ai danni di uno o più israeliani non è solo pessima informazione, è una pratica infame...>> LEGGI E COMMENTA SULLA PAGINA FACEBOOK di PROGETTO DREYFUS |
CAMPAGNA: Perché l’Italia deve porre delle condizioni prima di stringere la mano al regime iraniano | di Alex Zarfati Con l'accordo siglato tra il mondo e l'Iran - accordo che accontenta tutti tranne quelli minacciati dal nucleare iraniano - arrivano gli accordi economici. Vedere l'Italia prepararsi ad accogliere Hassan Rouhani come fosse un eroe, un premio Nobel o una figura in grado di contribuire "in modo positivo alla pace e sicurezza regionale e internazionale" - parole con le quali l'alto rappresentante della politica estera europea Federica Mogherini salutò l'intesa sul nucleare - è uno spettacolo deprimente. Certo, Roma ha suo bel tornaconto nel mostrarsi condiscendente con la Repubblica Islamica. L'Italia non era nel pacchetto dei paesi che hanno trattato con l'Iran, ma ansiosa di recuperare l'interscambio che aveva prima delle sanzioni, si è affrettata più di altri paesi ad accogliere una delegazione iraniana. Già ad agosto italiani avevano concluso la prima missione ufficiale a Teheran, e altri accordi economici sono previsti a fine novembre. Ma allora se l'Italia ci guadagna, perché essere avversi alla visita di Hassan Rouhani? Facile. Perché nessun accordo economico potrà mai compensare la cecità di fronte alle continue violazioni di diritti civili e delle donne, la tutela delle minoranze, il rispetto dei diritti umani, politici e religiosi in atto in Iran. Per molti è stato tutto chiaro fin da subito: l'operazione simpatia del regime aveva l'obiettivo di portare al ritiro delle sanzioni. La distensione dei rapporti con l'occidente non corrisponde affatto ad un paese più aperto e pronto all'accoglienza che ha cominciato la sua parabola verso il rispetto di certi diritti. Questa visione ottimistica, che vuole presentarci Rouhani come un "moderato" non corrisponde affatto alla realtà...>> CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SUL NOSTRO BLOG |
FACEBOOK IGNORA L'INCITAMENTO ALLA VIOLENZA, GLI ISRAELIANI GLI FANNO CAUSA Una class action contro Facebook per accusare il social media più famoso al mondo di connivenza con coloro che incitano alla violenza contro gli ebrei. E’ questa la mossa scelta da circa ventimila israeliani che hanno presentato alla Corte Suprema dello Stato di New York un dossier in cui viene sottolineata la negligenza della piattaforma web nel rimuovere i post di incitamento alla violenza. Inoltre secondo i querelanti l’algoritmo di Facebook connetterebbe i fomentatori agli esecutori materiali incoraggiando ulteriormente gli attacchi con coltello contro civili israeliani. Basta una breve ricerca tra i profili dei leader politici e religiosi palestinesi per imbattersi in esplicite esortazioni all’omicidio di ebrei; in alcuni casi vengono addirittura offerte istruzioni precise su come farlo al meglio, ad esempio attraverso disegni anatomici in cui sono segnalate le parti del corpo umano da colpire durante gli accoltellamenti per ottenere il migliore risultato possibile...>> CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SUL NOSTRO BLOG |
L’Arabia Saudita sta per decapitare un ragazzo di 21 anni, per poi crocifiggerlo e esporre il suo corpo in piazza. La stessa Arabia Saudita a cui hanno appena affidato il coordinamento della commissione ONU sui diritti umani! Una follia!
Ali Mohammed al-Nimr è stato arrestato a 17 anni per aver preso parte a una manifestazione contro il governo. La reazione è stata durissima, l’hanno torturato e condannato a morte. Ma è un trattamento del tutto normale in Arabia Saudita:quest’anno ci sono già state più di 100 esecuzioni, praticamente una ogni due giorni. La Francia è l’unico paese che per ora ha chiesto di fermare l’esecuzione. L’Italia assieme a Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna per ora tace, per gli ottimi rapporti con il regime di cui è tra i più grandi partner commerciali. Ma la pressione diretta dei nostri governi è davvero l’unico modo per persuadere i sauditi a fermarsi. Firma subito per salvare Ali, la sua esecuzione può avvenire ormai da un momento all’altro: https://secure.avaaz.org/it/ Secondo gli esperti di diritti umani, la sentenza di Ali è una “esecuzione arbitraria”, proibita quindi dalla Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia, visto che è stato incarcerato quando era ancora minorenne. Ma all’Arabia Saudita sembra importare ben poco del diritto internazionale: l’unico modo per fermarli è che importi invece ai nostri governi. L’Italia e molti altri paesi occidentali hanno rapporti commerciali strettissimi con l’Arabia Saudita: o gli vendono le armi, o gli comprano il petrolio, o entrambe le cose! Ma un’ondata di indignazione può convincere i nostri governi ad agire. Già altre volte ha funzionato: qualche mese fa abbiamo rivolto una petizione al Ministro dell’Economia tedesco per fargli fare pressione sui vertici sauditi per fermare le frustate e la possibile esecuzione del blogger Raif Badawi: il Ministro prese una posizione molto netta e oggi Badawi è vivo, anche se ancora in prigione. Chiediamo al Governo Italiano di intervenire assieme agli altri governi europei e agli USA: che comincino a fare pressione davvero sull’Arabia Saudita, a partire dalla revoca della nomina assurda a presiedere la commissione ONU per i diritti umani a meno che non fermino l’esecuzione.Firma ora, salviamo la vita di Ali: https://secure.avaaz.org/it/
Ogni volta che i regimi violano diritti umani fondamentali, la nostra comunità si fa sentire. E ora siamo pronti a farlo per Ali.
Con speranza e determinazione, Alice, Melanie, Marie, Alex, Marigona e tutto il team di Avaaz FONTI Giovane saudita condannato a morte: mobilitazione internazionale per salvarlo (Repubblica) http://www.repubblica.it/ Francia, Hollande contro Riad: «Nessuno tocchi Ali al-Nimr» (Lettera 43) http://www.lettera43.it/ La "scandalosa" nomina dell'Onu: l'Arabia Saudita alla presidenza di un panel sui diritti umani (Il Foglio) http://www.ilfoglio.it/esteri/ ARABIA SAUDITA: RECORD ESECUZIONI DI CONDANNE A MORTE, UNA OGNI DUE GIORNI (Rai News) http://www.rainews.it/dl/ Armi da Brescia all’Arabia Saudita, obiettivo Yemen (L’Indro) http://www.lindro.it/armi-da- |