Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA
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20 febbraio 2021

Da OpenPolis: A che punto è l'Italia con lo smaltimento dei rifiuti nucleari

  - Il 5 gennaio 2021 è stato pubblicato il documento ufficiale delle aree idonee ad accogliere il deposito nazionale di rifiuti nucleari. Un’iniziativa in linea con i trattati internazionali ma che ha sollevato critiche da parte delle regioni coinvolte.

Il 5 gennaio 2021 Sogin, l’azienda pubblica italiana che ha il compito di smantellare le centrali e di mettere in sicurezza le scorie nucleari, ha pubblicato la carta nazionale delle aree potenzialmente idonee al deposito dei rifiuti nucleari (Cnapi).

Un documento che riporta il tema nel dibattito pubblico a dieci anni di distanza dall’ultimo referendum sul nucleare del 2011, quando la maggioranza dei cittadini votò per non riattivare le centrali. Un risultato che confermava quello del primo referendum sul tema, nel 1987. In quella occasione, anche in seguito al drammatico incidente di Chernobyl, gli italiani votarono per l’abrogazione di alcune norme sul nucleare. Successivamente lo stato chiuse le centrali, attive nel paese dal 1962, segnando così la fine della produzione di energia nucleare in Italia.

In Italia ci sono ancora grandi quantità di rifiuti radioattivi da smaltire.

13 novembre 2014

Ce l’abbiamo fatta: Pompei verrà all'attenzione del Parlamento

Riparte il futuroRiparte il futuro
Ce l’abbiamo fatta! Pompei non verrà uccisa dal silenzio: la petizione che quasi 60mila persone hanno firmato per salvare questo patrimonio dell'umanità ha raggiunto l’obiettivo.
Insieme abbiamo fatto la differenza: Giovanni Nistri, direttore del Progetto Grande Pompei, porterà in Parlamento i contenuti della sua relazione sulla quale fino ad oggi regnava il silenzio.
Un lavoro che racconta di rischi di infiltrazione criminale, sprechi, corruzione ma che contiene anche proposte concrete per salvare il sito archeologico.
L’appuntamento è in Senato mercoledìnoi ci saremo e porteremo la voce di tutti coloro che vogliono salvare Pompei.
È solo un primo passo, ma è fondamentale in quanto prima tappa di questa roadmap anticorruzione.

Fai sapere a tutti la buona notizia: condividi subito questa immagine con i tuoi contatti.
pompei vittoria



Siamo #ilnoichevince!
Grazie Alba ,
Il team di Riparte il futuro
petizione con l'aiuto di change.org

CAMPAGNA PROMOSSA DA
 

5 novembre 2014

#SAVEPOMPEI

Pompei continua a cadere a pezzi, mentre i restauri si contano sulle dita della mano.
Ci sono 105 milioni di euro per salvare questo patrimonio dell’umanità: soldi pubblici che l’Europa ci chiede di spendere in modo trasparente entro la fine del 2015. Altrimenti li perderemo e continueremo a perdere anche Pompei.
salviamo pompei libera nistri
Pompei non è solo a rischio quotidiano di crolli, ma anche di opachi intrecci societari e diinfiltrazioni della criminalità organizzata. Ma su tutto questo regna il silenzio.
Nessuno parla, come nessuno ha accolto la relazione trasmessa al Parlamento dal generale dei Carabinieri Giovanni Nistri, direttore generale del Progetto Grande Pompei, il piano di azione che mira alla riqualificazione del sito archeologico entro dicembre del prossimo anno.
Una relazione che denuncia rischi di infiltrazioni e malaffare ma che rilancia anche proposte concrete, come quella della necessità che i cittadini possano conoscere e monitorare i lavori in corso, con la piena trasparenza e accessibilità a tutti i dati e le informazioni disponibili.

www.riparteilfuturo.it/savepompei

Riparte il futuro crediamo sia possibile che noi, i cittadini, possiamo e dobbiamo diventare custodi di questo patrimonio dell’umanità e di quei soldi pubblici: vogliamo che le gare di appalto che possono restituire Pompei alla sua straordinaria bellezza diventino un modello di trasparenza e di rispetto delle regole.
Per questo il direttore Nistri deve essere immediatamente audito in Parlamento, dalle commissioni Cultura di Camera e Senato: per esporre una relazione fondamentale per delineare la roadmap verso il salvataggio di Pompei.
Facciamoci sentire subito dai componenti delle due commissioni. Per ogni firma arriverà loro una mail: non potranno fare finta di niente e dovranno ascoltare le nostre richieste.

E sulla roadmap, è una promessa, vigileremo tutti insieme. 
Grazie,
Il team di Riparte il futuro
PS. Se vuoi, inoltra questa mail a tutti i tuoi contatti
petizione con l'aiuto di change.org

Se vuoi contattarci scrivi a info@riparteilfuturo.it

CAMPAGNA PROMOSSA DA
 

9 dicembre 2013

GIARDINO DI PIAZZA VITTORIO “LUOGO DEL CUORE” : un PROGETTO DI PIANO DI GESTIONE PARTECIPATA

 Da EsquiliNotizie dell’8 dicembre 2013

Nella primavera e estate scorse il CPVP ha chiesto a frequentatori e abitanti   dell’Esquilino di partecipare al censimento “luogo del cuore FAI  segnalando  il giardino di Piazza Vittorio come loro luogo del cuore.
Nell’agosto  2013  il FAI  ha comunicato a tutti i luoghi che avevano superato le 1000 segnalazioni che potevano presentare un progetto/richiesta  relativa a quel luogo, richiesta  che avrebbe potuto essere finanziata da Banca Intesa dopo una selezione effettuata da una apposita commissione nazionale FAI.

IL CPVP insieme a Cittadinanzattiva Lazio, ha deciso di chiedere il finanziamento di un piano di gestione del giardino (nel senso francese di plan de gestion di cui sono dotati tutti i giardini pubblici francesi) che faccia diventare  progetto esecutivo quelle “Linee guida per un progetto sperimentale per il paesaggio urbano dell’Esquilino” che erano state presentate e discusse nelle assemblee del 2012 all’Acquario Romano.
Le carenze culturali e disciplinari nella gestione del verde urbano da parte delle Pubbliche Amministrazioni a Roma sono sotto gli occhi di tutti.  Riuscire a realizzare  con l’autorevolezza del Fai un piano di gestione di qualità per uno square urbano emblematico di tante tematiche metropolitane com’è il giardino di piazza Vittorio sarebbe un’ operazione di grande significato.
Ai primi di ottobre 2013 è stata inviata la richiesta nelle forme indicate dal FAI. Alla richiesta hanno dato la loro adesione, impegnandosi a collaborare in vario modo, le seguenti Associazioni, operatori economici, operatori culturali, tutti operanti nel rione:
- Apollo 11 Art Factory e cantiere visivo  - Metteranno a disposizione competenze e strumentazione per documentare in video la realizzazione del progetto.
- Associazione Genitori Scuola Di Donato  - organizzeranno laboratori per conoscere gli alberi e le piante del giardino 
- Assohotel. Associazione Imprenditori d’Albergo - pubblicizzeranno negli  hotel della  zona il valore storico e archeologico del giardino,  organizzando per i  propri clienti con il Comitato Piazza Vittorio Partecipata visite guidate che valorizzino i Trofei di Mario e  la Porta magica.

- CIVAM Consorzio Italiano Verde Ambiente - fornirà, ove necessario, supporto tecnico e commerciale nella scelta di nuovi esemplari arborei e/o arbustivi da collocare nel giardino.

- ERICHES 29 Consorzio Cooperative Sociali  - selezioneranno tra i propri soci il personale disponibile a seguire i “cicli di lezioni pratiche” previsti dal progetto di Piano di Gestione Partecipato.

- EUROPE CONSULTING SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE ONLUS - offrirà consulenza di progettazione sociale in merito all’impatto sociale e alle possibilità di sviluppo di attività di inserimento lavorativo, nell’ambito dell’intervento sopra indicato, a beneficio delle persone senza dimora che gravitano  intorno al  giardino.

- Il tetto. Casal Fattoria Onlus - il loro intervento testimonierà in primo luogo la funzione sociale che il giardinaggio può sviluppare maturando una piena crescita umana e civile.

- INU Istituto Nazionale di Urbanistica - sosterrà le attività partecipative e pubblicizzerà il progetto nell’ambito delle attività di promozione e divulgazione della Biennale dello Spazio Pubblico e della Commissione Partecipazione dell’INU.

- Istituto Comprensivo Daniele Manin - organizzerà laboratori didattici di riconoscimento delle specie arboree ed arbustive per gli studenti.

- PaRoLiNcOnTrO - parteciperanno alla diffusione dei contenuti del progetto nel rione e alla animazione di attività culturali  rivolte al mondo giovanile. 

- Respiro Verde Legalberi  - completeranno il censimento delle specie verdi presenti nel giardino.
Per la stesura  del progetto partecipato con i residenti, le Associazioni e gli operatori economici del rione si prevede anche una fase che includa la presenza di professionisti della partecipazione per il coinvolgimento di quei frequentatori del giardino (homeless e migranti) che oggi vengono percepiti come elemento di degrado dai residenti.
In sintesi il progetto si articolerà in
Il rilievo e la mappatura della vegetazione (non solo delle alberature), con dati dimensionali e numerici, attraverso la classificazione degli elementi che compongono il giardino, sia in quantità che in tipologia, in modo da avere una "fotografia" reale, affidabile ed esaustiva, della situazione attuale. 

Ricostruzione delle origini del giardino, della sua morfologia, delle sue fasi e della sua evoluzione, in modo da comprendere, con sufficiente grado di sicurezza, quali siano i parametri delle scelte di azione, anche attraverso analisi comparative con giardini contemporanei e della stessa matrice culturale.

Schede di approfondimento sul giardino, sulle visioni interne ed esterne (fondamentale è il rapporto con gli assi viari dell'assetto urbano) le prospettive, le relazioni visuali e dimensionali degli elementi.

Analisi degli usi, passati e presenti del giardino, considerando i sistemi di accesso e percorrenza dei viali, la distribuzione delle aree, i servizi, ecc.

Analisi impiantistica ed organizzativa del giardino, con particolare riferimento ai sistemi e sottosistemi, che ne consentono il funzionamento (linee e reti, punti d'acqua, impianti di irrigazione, ecc.)

Analisi delle situazioni di degrado, sia degli elementi vegetazionali (quali danni o stati di sofferenza delle piante, con particolare attenzione per le loro condizioni fito-patologiche), sia degli altri elementi.

Parallelamente, analisi delle risorse messe in campo, sia in termini di mezzi ed attrezzature disponibili, sia, ovviamente, attraverso una valutazione, in numero e capacità personali, del bene più prezioso: i giardinieri.

Sulla base di tutti i dati rilevati, scelta del modello gestionale più appropriato al giardino e, ovviamente, definizione degli obiettivi generali che ci si prefigge di ottenere, in termini di qualità ed efficienza, ma anche di sostenibilità, sicurezza e fruibilità.

Sulla base della richiesta fatta al FAI, il CPVP ha coinvolto il Municipio 1 e l’Assessorato ai Lavori Pubblici detentore dell’originario finanziamento per realizzare il progetto di totale rifacimento del giardino, chiedendo di utilizzare i fondi disponibili per realizzare il progetto che il FAI potrebbe finanziare in caso di dichiarazione del Giardino di piazza Vittorio quale luogo del cuore FAI 2012.
Nell’Ottobre 2013 il Municipio 1 con una delibera di giunta  e il Comune di Roma con una Memoria di giunta si sono impegnati in tal senso.
La Commissione FAI dovrebbe esprimersi entro la fine dell’anno sulle richieste pervenute.


 
Per il bollettino completo e gli arretrati www.esquilinotizie.org
Per avere informazioni sulle attività del Comitato Piazza Vittorio Partecipata
pagina pubblica facebook: Comitato Piazza Vittorio Partecipata
gruppo facebook: Comitato Piazza Vittorio Partecipata

9 dicembre 2008

ARCHEOLOGI PER 24 GIORNI IN SUDAN

Accademia Kronos offre una esperienza indimenticabile ai propri soci ed amici. La nostra Associazione ha preso in gestione un cantiere di scavi archeologici in Sudan. Il cantiere è gestito scientificamente e tecnicamente dall’Università di Torino. Nella scheda allegata potrete avere tutti i ragguagli del caso.

Ora, visto che la campagna scavi che inizierà a febbraio prossimo ha bisogno di due nostri associati o amici, vi chiediamo urgentemente di informarci se siete disposti a stare circa un mese in Sudan a dare una mano presso l’area degli scavi.

Accademia Kronos offre: viaggio A/R. Alloggio e un piccolo contributo in denaro.

Si chiede comunque la conoscenza discreta della lingua inglese, qualche esperienza in zone disagevoli fuori dell’Italia, qualche competenza nei settori richiesti dalla direzione degli scavi. Questo è il team che farà parte della campagna scavi: un architetto e disegnatore, fotografo, archeologo, eventuale restauratore e ceramologo e un geologo, dotati della migliore competenza per assicurare la qualità dei risultati. Secondo le possibilità il personale è integrato da un paio di giovani specializzandi ( di Accademia Kronos ), come aiuti e per permettere la formazione di nuovi esperti. In altre parole si tratta di una ricerca scientifica che funge anche da cantiere scuola.

Pertanto inviate subito una brevissima sintesi dei vostri CV a questo e.mail: accademiakronos@gmail.com

Aspettiamo le vostre adesioni.

Il Presidente di AK Ennio La Malfa

MISSIONE ARCHEOLOGICA ITALIANA IN SUDAN

DESCRIZIONE

Il sito archeologico del Gebel Barkal si trova nel Sudan settentrionale, presso la moderna città di Karima, a circa 400 km in linea d’aria dalla capitale Khartoum. La zona è di una straordinaria suggestione paesaggistica e il luogo fu abitato da epoche antichissime. Gli egiziani lo conquistarono intorno al 1500 a.C. e supposero che qui fosse l’origine del fiume Nilo e della loro regalità sacra in Egitto.

L’area è dominata da un rilievo caratteristico, che si erge per una sessantina di metri sulla piana sottostante a circa 1 km dal Nilo. Verso sud si stacca un pinnacolo scosceso che fu assimilato al cobra simbolo della regalità. Alle pendici del monte si sviluppò quindi un sistema di templi e di palazzi che rimase attivo fino all’arrivo del cristianesimo, nel VII secolo.

I primi viaggiatori a darne notizia vi giunsero al principio del sec. XIX, verso il 1845 la spedizione prussiana (scientifica) di Richard Lepsius fece un rilievo sistematico dei monumenti visibili, e prelevò per i musei di Berlino alcuni oggetti significativi (statue e altari). I primi scavi, condotti da missioni britanniche dopo il 1880, portarono alla scoperta di monumenti che furono trasferiti nel Museo Egizio del Cairo e nel Museo Britannico a Londra. Durante la prima guerra mondiale vi lavorò a lungo George Reisner per conto del Museum of Fine Arts di Boston e dell’Università di Harvard, portando a Boston numerose antichità. A quel tempo nelle adiacenze era stabilito il governatorato britannico, a Marawi, sulla sponda opposta del Nilo, facilitando le ricerche.

Dopo l’indipendenza del Sudan, a seguito dell’impegno per salvare le antichità della Nubia che sarebbero state sommerse dal grande lago provocato dalla costruzione della Diga Alta di Aswan, l’Italia ha ricevuto il privilegio di condurre ricerche archeologiche, scegliendo questo sito. Dal 1970 al 2005 l’Università di Roma « La Sapienza » ha potuto compiere campagne annuali di scavo. Nel 2005 la cattedra di Egittologia è stata trasferita dall’Università di Roma all’Università di Torino, e lo scrivente, in qualità di titolare, si sforza di non interrompere una grande impresa italiana.

L’INTERESSE ARCHEOLOGICO

Già nel 1999 è stata allestita a Torino, presso la Promotrice di Belle Arti al Valentino, una grande mostra (circa 500 pezzi) che illustrò per la prima volta in Italia il patrimonio archeologico dell’antica Nubia detenuto dall’attuale Sudan. Successivamente, nel 2002, ancora a cura dello scrivente, è stato tenuto a Roma, e per la prima volta in Italia, il Decimo Congresso Internazionale della Società di Studi Nubiani, di cui è disponibile il ponderoso volume di Atti, edito dall’Istituto Poligrafico dello Stato nel 2006.

L’importanza di queste iniziative ha una duplice ragione. Da un lato le ricerche archeologiche condotte da un secolo e mezzo hanno messo in luce la ricchezza culturale di questo territorio, il cui potenziale archeologico è appena stato intaccato, anche a causa dell’arretratezza del Sudan (mancanza di strade e di comunicazioni), che peraltro ha permesso una migliore conservazione dei terreni archeologici.

D’altronde nell’ultimo mezzo secolo è maturata la coscienza dell’importanza dei popoli africani nello sviluppo della civiltà, modificando radicalmente la prospettiva razzista che aveva in precedenza condizionato questi studi. Il deciframento in corso della lingua e scrittura meroitica (una fase della storia della Nubia corrispondente approssimativamente all’impero romano) può solo aumentare l’interesse delle ricerche. Si aggiunge infine il valore politico di queste attività che restituiscono al Sudan una base di identità nazionale, non più considerata esclusivamente alla luce della religione islamica.

Recentemente anche il Sudan è entrato in una fase di intenso sviluppo, con costruzione di dighe, ponti e strade, che, se rendono più facile l’accesso ai luoghi, portano una minaccia sempre più pressante per la salvaguardia delle antichità. Nel 2007 l’UNESCO ha classificato l’area del Gebel Barkal tra i siti protetti come patrimonio dell’umanità.

STORIA ED ESPLORAZIONE

Attualmente la documentazione archeologica prodotta dal Gebel Barkal si estende su tre periodi :

  1. l’occupazione egiziana del sito tra il 1500 e il 1100 a.C. ha lasciato resti di diversi santuarii eretti in pietra, tra cui il tempio di Amon spicca per imponenza. La città di Napata divenne capitale della Nubia, ed è ricordata anche nell’Aida di Verdi.

  2. Durante l’VIII secolo a.C. Napata divenne centro di un impero che includeva il possesso dell’Egitto fino a Menfi, e stabilì alcune necropoli monumentali nelle adiacenze, contraddistinte dalla ripresa della forma a piramide per le tombe regali.

  3. In un periodo corrispondente alle monarchie ellenistiche, la capitale fu trasportata a Meroe, dall’altra parte del deserto di Bayuda, presso il Nilo, ma Napata rimase una delle città principali del regno, in cui si ripeteva la cerimonia dell’incoronazione del re.

La Missione archeologica italiana si è trovata ad operare in diversi settori dell’area archeologica che risalgono all’ultima fase, mettendo in luce soprattutto edifici pertinenti al grande regno di Natakamani, coevo al dominio della dinastia flavia a Roma (fine I sec.d.C.). Tutta la zona è stata profondamente saccheggiata e successivamente ricoperta dal fango di inondazioni sovrabbondanti e dalla sabbia portata dalle tempeste di vento. Ciò complica le ricerche, le rallenta ed esige la presenza di personale dotato di alta competenza. Nondimeno gli scavi hanno potuto riconoscere finora due templi, un palazzo di enormi proporzioni (su una piattaforma quadrata di 63 m di lato), un altro palazzo che, inaspettatamente, ha rivelato una architettura in puro stile greco, un edificio di carattere termale e rituale.

Il lavoro da compiere è immenso. Tuttavia, dal 1970, la Missione italiana è stata l’unica ad assicurare una presenza annuale regolare, seppure di durata limitata, fino al presente. Le difficili condizioni climatiche (calore torrido da aprile e piogge in estate), l’isolamento (attenuato in anni recenti dalla possibilità di telefonare e da un miglioramento dei trasporti), i tempi richiesti dagli spostamenti, l’elementarità delle risorse, infine la scarsità di finanziamenti, hanno imposto soggiorni di breve durata, da un minimo di tre settimane ad un massimo di cinque o sei, concentrate soprattutto attorno al mese di febbraio.

RISORSE UMANE ED ECONOMICHE

Per motivi logistici la Missione deve includere un numero minimo di componenti (oltre al direttore, un architetto e disegnatore, fotografo, archeologo, eventuale restauratore e ceramologo), dotati della migliore competenza per assicurare la qualità dei risultati. Secondo le possibilità il personale è integrato da un paio di giovani specializzandi, come aiuti e per permettere la formazione di nuovi esperti. In altre parole si tratta di una ricerca scientifica che funge anche da cantiere scuola. Il numero dei partecipanti è determinato dalla disponibilità dei trasporti, dalla ricettività della residenza (una abitazione in affitto) oltre che dalle risorse economiche.

Il bilancio della Missione si avvale da oltre un decennio del cofinanziamento derivante da un contributo del Ministero degli Affari Esteri italiano in aggiunta a sovvenzioni di altra origine (universitaria o privata). Il costo medio reale di una singola Missione si ripartisce tra 15000 e 20000 euro, tenendo conto che la partecipazione di tutti i membri è esclusivamente a titolo di volontariato, dietro totale copertura delle spese (che sul posto non sono rilevanti).

Tuttavia la progressiva riduzione dei fondi accordati, oltre ad incidere sulla durata del soggiorno e sul numero dei partecipanti, è giunta al punto critico di imporre la chiusura della Missione. Tale è la prospettiva per il 2009 : gli ultimi risultati sono stati esposti nel Congresso meroitico tenuto a Vienna nel settembre scorso, e, se non interverranno a breve segnali di interesse per questa attività (aiuti privati intorno ai 10000 euro), l’Italia perderà una concessione di scavo che l’ha allineata per oltre un quarto di secolo ai Paesi europei più progrediti.

Torino, 8 ottobre 2008

Alessandro Roccati (Ordinario di Egittologia Università di Torino)

RIVIVONO ETRUSCHI E ANTICHI ROMANI NELLE PIAZZE DELLE CITTA’ VITERBESI

Il 10 ottobre è partito il primo esperimento sponsorizzato dagli assessorati alla cultura della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo per portare la storia del nostro passato nelle piazze delle città del viterbese. Il progetto è di Accademia Kronos in collaborazione con la nuova Associazione Famiglia in Tuscia, prevede di coinvolgere bambini ed adulti attraverso giochi, gare, rappresentazioni teatrali all’aperto per far conoscere il nostro passato: dagli etruschi al medioevo.

Sabato 11 ottobre pertanto ha preso il via a Sutri (VT) l’iniziativa “ A spasso per la Tuscia”. La mattina, come nelle foto, tutte le scuole di Sutri hanno partecipato alla manifestazione con visite guidate ludico-didattiche presso il Parco Archeologico dell’Antichissima Città di Sutri. Nella piazza principale del paese gonfiabili che riproducevano il Colosseo e altri i templi romani, sono stati la delizia di grandi e piccini. Per i più esigenti sono stati organizzati sopralluoghi presso l’archivio storico ed il Museo del Patrimonium. Nel pomeriggio la manifestazione si è aperta alle famiglie con laboratori di oreficeria etrusca, plastici romani, simulazioni di scavo, attività e giochi per immergersi nel passato di una delle più antiche città d’Italia. (Sutrium è sorta nel 900 a.C.)

L’iniziativa di Sutri è solo una delle tappe previste dal progetto dell’Accademia Kronos che prossimamente interesserà le città di Nepi, Capranica, Tuscania, Viterbo, Bolsena e Tarquinia.

da NEWSLETTER N. 47 - 1 dicembre 2008

accademia kronos