Lo scorso dicembre le istituzioni europee hanno approvato la versione rivista del Pnrr italiano. Tuttavia a oggi il governo non ha condiviso informazioni complete a riguardo. Su Italia domani è stato pubblicato un dataset su milestone e target ma, oltre a non includere (senza spiegazioni) le scadenze di rilevanza italiana, non contiene dati completi sulle misure. In particolare non conosciamo l'importo e il contenuto dettagliato delle riforme e degli investimenti, nuovi o modificati che siano, inclusi quelli della nuova missione dedicata all'energia, il Repower Eu.
Altro elemento di criticità riguarda i progetti: il relativo dataset è stato aggiornato poco prima dell'approvazione del piano rivisto. Ciò significa che, considerando la cadenza trimestrale dell'aggiornamento, fino a marzo non avremo dati che rispecchiano la situazione effettiva degli interventi attualmente finanziati dal piano. A tutto ciò si aggiungono le lacune di sempre: non ci sono dati sull'avanzamento dei lavori e della spesa per i progetti e sono sempre meno le informazioni sulle scadenze.
I divari regionali nell’accesso ai dati sul Pnrr - Abbiamo analizzato i vari siti delle regioni italiane per capire la qualità e la quantità dei dati condivisi sul Pnrr. Ciò che emerge è un divario che si riflette sul diritto dei cittadini a essere informati.Leggi
Abbiamo speso appena il 7,4% dei fondi Pnrr previsti per il 2023 - Da mesi segnaliamo l’assenza di informazioni chiare e precise sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati con il Pnrr. Una relazione dell’ufficio parlamentare di bilancio pubblicata a dicembre fornisce alcune indicazioni molto preoccupanti.Leggi
Quante risorse del 2x1000 sono andate ai partiti nel 2023
Da quando sono stati aboliti i rimborsi elettorali il 2x1000 è diventata la nuova forma di finanziamento pubblico ai partiti. Con il passare degli anni il numero di cittadini che hanno deciso destinare una parte dei loro contributi a una forza politica è aumentato considerevolmente. Quest'anno infatti per la prima volta sono stati raccolti oltre 24 milioni di euro.
Come negli anni precedenti è il Partito democratico (Pd) ad aver ottenuto più risorse. Al secondo posto Fratelli d'Italia, che si trova ancora distante dal Pd, anche se dal 2018 ha seguito un notevole trend di crescita. Al terzo posto invece il Movimento 5 stelle che, proprio quest'anno, ha partecipato per la prima volta a questa forma di finanziamento pubblico.
Mattarella e il discorso di fine anno 2023 - Per il messaggio di fine anno 2023 il presidente Mattarella ha adottato un linguaggio semplice, con frasi molto brevi, con cui ha veicolato messaggi universali come la ricerca della pace, il contrasto alla violenza e il riconoscimento delle libertà altrui. Leggi
La consulta rinnova i suoi vertici in assenza di un componente - A circa un mese dalla fine del mandato di Silvana Sciarra la corte costituzionale ha scelto Augusto Barbera come suo nuovo presidente. Intanto, dopo due votazioni, il parlamento non è ancora riuscito a nominare il giudice mancante per completare il plenum. Leggi
Abbiamo speso appena il 7,4% dei fondi Pnrr previsti per il 2023
Da mesi segnaliamo l’assenza di informazioni chiare e precise sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati con il Pnrr. Una relazione dell’ufficio parlamentare di bilancio pubblicata a dicembre fornisce alcune indicazioni molto preoccupanti.
Il bilancio della cooperazione e gli obiettivi della campagna 0,70
Per rispettare gli impegni assunti in sede internazionale, nei prossimi anni l’Italia dovrà considerevolmente aumentare i propri stanziamenti in materia di cooperazione allo sviluppo. Abbiamo chiesto il parere di Ivana Borsotto sulla base della legge di bilancio recentemente approvata.
I cittadini europei detengono oltre 2mila miliardi di dollari all’estero
Detenere asset finanziari all'estero è permesso, purché i guadagni vengano dichiarati alle autorità fiscali del paese di residenza. Tuttavia, a causa di una serie di ostacoli come l'inadempienza delle banche, la diluizione delle transazioni e una serie di stratagemmi per aggirare la dichiarazione, questa pratica è fortemente esposta all'evasione fiscale. La situazione è molto migliorata da quando più di 100 paesi hanno adottato il common reporting standard, con cui lo scambio di informazioni tra banche e autorità fiscali è diventato automatico, ma si tratta di un ambito che va monitorato con attenzione.
Come rileva l'Eu tax observatory, nel 2022 i cittadini europei detengono oltre 2mila miliardi di dollari fuori dal proprio paese di residenza. Il dato più elevato è quello francese (545 miliardi), ma la Grecia registra il rapporto più elevato con il Pil (64%). Gli italiani possiedono all'estero 198 miliardi, una cifra che è più che raddoppiata dal 2016 a oggi.
i consigli dei ministri tenuti in un anno dall’attuale governo per un totale di oltre 60 ore di riunione. Al di là dei giudizi di merito sulle scelte prese in questi 12 mesi, analizzando i dati relativi all’attività di governo e parlamento è possibile tracciare un bilancio da cui emergono delle tendenze molto chiare. Si conferma infatti l’assoluto protagonismo del governo con il parlamento a ricoprire un ruolo sempre più marginale. Una dinamica in corso da tempo ma che sta toccando nuovi livelli di attenzione.
le leggi di iniziativa governativa approvate nell’attuale legislatura. Dal suo insediamento, il governo Meloni ha presentato in totale 101 disegni di legge (Ddl). Di questi, 45 hanno già concluso il loro iter e sono diventati legge dello stato mentre le norme di iniziativa parlamentare già entrate in vigore sono solo 19. Tra le proposte di iniziativa governativa, la stragrande maggioranza (43) è rappresentata dai Ddl di conversione dei decreti legge (Dl) emanati dall’esecutivo stesso. Tra gli altri Ddl presentati dal governo alle camere troviamo 27 ratifiche di trattati internazionali, 26 leggi ordinarie e 5 norme legate al bilancio dello stato.
i decreti legge pubblicati in media al mese dal governo Meloni. Dal suo insediamento, il governo Meloni ha pubblicato in totale 46 Dl. L’attuale esecutivo ha già superato molti governi che peraltro erano rimasti in carica per un periodo più lungo. Si tratta dei governi Monti (41), Conte I (26), Letta (25 ma in 9 mesi) e Gentiloni (20). Se poi si considera il dato medio di decreti pubblicati al mese – unico modo per fare un confronto tra esecutivi che hanno avuto durata diversa – quello di Meloni sale al primo posto con 3,83 Dl pubblicati in media ogni mese. Seguono gli esecutivi Draghi (3,20) e Conte II (3,18).
le questioni di fiducia poste in media ogni mese dal governo Meloni. I numeri dell’attuale esecutivo non risultano particolarmente elevati da questo punto di vista. Parliamo infatti di 30 voti di fiducia in totale dall’insediamento. Solo gli esecutivi Conte I (15) e Letta (10) hanno fatto un ricorso più limitato allo strumento. La situazione però cambia se, come nel caso dei decreti legge, facciamo un confronto in base alla media mensile. In questo caso l’attuale esecutivo sale al terzo posto, superato solo dai governi Monti (3) e Draghi (2,89). Occorre precisare però che quello del governo Meloni è comunque un valore in aumento e che il dato potrebbe crescere ulteriormente nelle prossime settimane. Visto che il parlamento sarà chiamato nel giro di poco tempo a convertire ben 9 decreti legge (per il momento) oltre alla manovra.
il tasso di risposta alle interrogazioni a risposta scritta del governo Meloni. Deputati e senatori possono sottoporre agli esponenti dell’esecutivo i cosiddetti atti di sindacato ispettivo, con cui chiedere conto del loro operato e quali siano gli orientamenti del governo su temi specifici. Con riferimento alle interrogazioni a risposta scritta, il governo Meloni fa lievemente meglio rispetto a quelli dei suoi predecessori. A seguire troviamo gli esecutivi Renzi con il 18% e Conte II con il 17,1%. Scomponendo i dati però si notano alcuni elementi molto rilevanti. Il primo è che ci sono ben 8 ministeri che non hanno risposto a nemmeno un’interrogazione. Tra questi anche 3 fra i più importanti: quello dell’economia guidato da Giancarlo Giorgetti, quello delle infrastrutture di Matteo Salvini e quello della salute di Orazio Schillaci.