Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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5 marzo 2024

NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS - Anno 24 - n. 7 - 17-02-2024

Contenuti del numero:

1. LA STORIA DELLA SETTIMANA : PRIMO RISULTATO DEL GRANDE SATYAGRAHA 2024 DI NESSUNO TOCCHI CAINO
2. NEWS FLASH: NESSUNO TOCCHI CAINO, 'CON NAVALNY REGIME RUSSO MOSTRA VOLTO FEROCE E SPIETATO'
3. NEWS FLASH: IL MIO FILIPPO E ALTRI 2200: DOV’È FINITA LA NAZIONE?
4. NEWS FLASH: 20 TENTATIVI DI SUICIDIO, IL CALVARIO DI SIMONE IN UNA CELLA DOVE NON DOVREBBE STARE
5. NEWS FLASH: INDIA: 561 PRIGIONIERI NEL BRACCIO DELLA MORTE, NUMERO RECORD IN 19 ANNI
6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


PRIMO RISULTATO DEL GRANDE SATYAGRAHA 2024 DI NESSUNO TOCCHI CAINO
Iniziato il 14 febbraio l’iter parlamentare della proposta di legge di Roberto Giachetti contro il sovraffollamento

Grazie a molti di voi possiamo annunciare il primo successo del Grande Satyagraha 2024 di Nessuno tocchi Caino a cui hanno dato corpo centinaia di cittadini anche detenuti.
Dal 14 febbraio la Commissione Giustizia della Camera dei deputati ha iniziato l’iter della proposta di legge di Nessuno tocchi Caino presentata da Roberto Giachetti di Italia Viva volta a ridurre il sovraffollamento carcerario. Carolina Varchi per la maggioranza e lo stesso Roberto Giachetti per l’opposizione sono stati designati relatori del provvedimento. La proposta prevede di aumentare i giorni di liberazione anticipata da 45 a 75 per quei detenuti che in passato l’abbiano già ricevuta per il loro buon comportamento. Inoltre, la proposta prevede la riforma organica dell’istituto della liberazione anticipata con l’aumento per il futuro da 45 a 60 giorni e una semplificazione della procedura di concessione.
Nel dare atto, tanto alla maggioranza quanto all’opposizione, di aver voluto riconoscere e affrontare il problema del sovraffollamento e proseguendo il dialogo con le istituzioni, Rita Bernardini, Presidente di Nessuno tocchi Caino e il deputato Roberto Giachetti, che su questo hanno condotto uno sciopero della fame giunto per entrambi al 23° giorno , hanno deciso, per il momento, di sospenderlo.
Affrontare il problema ormai non è più rinviabile anche perché dalle carceri continuano a giungere notizie drammatiche come quella dell’ennesimo suicidio verificatosi mentre scriviamo nel carcere di Lecce, il 20° dall’inizio di quest’anno. Ai 20 detenuti che si sono tolti la vita vanno aggiunti i 23 morti per cause dette naturali, semmai è possibile definire “naturale” e non criminale la morte in carcere di un essere umano. Con questo ritmo, alla fine dell’anno si registrerà la terrificante statistica di 150-160 detenuti suicidi, si rischia di superare ogni record italiano ed europeo.
Il sovraffollamento carcerario, la carenza strutturale di personale e di
risorse finanziarie, di educatori, di psicologi, di psichiatri, di lavoro, di scuola, di rapporti affettivi e di contatti umani significativi, di rispetto umano e di amore, sono le cause principali e dirette dei suicidi.
Al 31 gennaio scorso le presenze di detenuti nei 189 istituti penitenziari ha raggiunto quota 60.637 in 47.500 posti disponibili.
I detenuti aumentano a un ritmo di 470 unità al mese. Un trend che ci porterà a fine anno agli stessi livelli per i quali nel 2013 fummo condannati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo con la sentenza Torreggiani per sistematici trattamenti nelle carceri contrari al senso di umanità.
Il carcere non è solo uno spazio e un tempo di privazione della libertà, è diventato un luogo – letteralmente – di pena e di dolore, di privazione di tutto, della salute fisica e psichica e anche della vita. Per questo, superata l’emergenza sovraffollamento, occorre mettere mano con intelligenza e amore a una vera riforma dell’esecuzione penale che punti sulle pene e misure alternative alla carcerazione, molto più efficaci per ridurre la recidiva e quindi anche per la sicurezza della collettività. Per questo il Grande Satyagraha 2024 di Nessuno tocchi Caino volto a far conoscere la condizione delle carceri e a ridurre e superare del tutto il danno di questo istituto anacronistico, inutile, patogeno e criminogeno, prosegue fino al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati.
Aiutaci! Insieme ce la faremo!

Un caro saluto,

Sergio D’Elia – Segretario
Elisabetta Zamparutti – Tesoriere
Rita Bernardini - Presidente


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

NESSUNO TOCCHI CAINO, 'CON NAVALNY REGIME RUSSO MOSTRA VOLTO FEROCE E SPIETATO'
"Non c'è nulla di naturale che può avvenire in Russia, meno che mai in un luogo di privazione della libertà: questo è un atto omicida del regime russo che ha mostrato così la sua vera faccia, un volto feroce e spietato". A dirlo all'Adnkronos Sergio D'Elia, segretario di Nessuno Tocchi Caino commentando la morte del dissidente russo Alexei NAVALNY.
"Può accadere - prosegue - che un oppositore politico decida di fare una lotta violenta nei confronti del regime e quindi mette nel conto le conseguenze di questa sua azione, ma qui invece siamo nel caso di una persona che ha condotto una lotta nonviolenta dando una prospettiva all'istanza di libertà, di diritto, di democrazia di milioni di russi. La morte di NAVALNY è la cifra della crudeltà del regime".
(Fonte: Adnkronos, 16/02/2024)


IL MIO FILIPPO E ALTRI 2200: DOV’È FINITA LA NAZIONE?
La madre di Filippo Mosca, ragazzo italiano detenuto da 10 mesi nel carcere di Port’Alba a Costanza in Romania, racconta a Nessuno tocchi Caino la drammatica vicenda di chi, avendo ragione da vendere, cerca aiuto e confida nel battito d’ali di una farfalla e i suoi effetti. Dopo l’intervista su Radio Leopolda e l’interrogazione di Roberto Giachetti al Ministro degli Esteri, i media hanno scoperto che la tremenda condizione di Ilaria Salis in Ungheria non era isolata, c’erano anche Filippo Mosca e altri italiani in Romania e gli oltre duemila nostri connazionali dispersi e abbandonati nelle carceri di tutto il mondo, detenuti che lo Stato italiano non può più ignorare e dei quali deve prendersi cura.

Ornella Marraxia
Il mio ultimo messaggio a mio figlio prima che partisse in vacanza al Festival della musica in Romania: “Ciao Rumeno, divertiti con intelligenza”; era la fine della nostra serenità e l’inizio di un incubo da cui non riusciamo a svegliarci, e non lo sapevo.
Mi aveva parlato di questo evento, era felice e non vedeva l’ora di partire. Io, da mamma chioccia, un po’ meno. E poi quella telefonata, la voce disperata di Filippo: “Mamma mi hanno arrestato. Aiutami!” In quel momento sono morta, sicuramente una parte di me lo è per sempre, e non avevo ancora la più pallida idea di tutto quello che, da quel fatidico giorno, avremmo dovuto affrontare, completamente soli. Nove mesi di orrore, disperazione, smarrimento, porte chiuse in faccia e mura di gomma.
Filippo mi raccontava quel posto ogni giorno, le tragedie umane che si consumano dietro le sbarre, le condizioni di detenzione che non possiamo nemmeno lontanamente immaginare per quanto io provi a raccontarle e a descriverle. E la difficoltà di gestire questa sua sofferenza, le crisi di panico, le paure, la depressione, da lontano. Provando a infondergli coraggio e positività ogni giorno, assicurandogli che tornerà a casa sano e salvo, che i giudici guarderanno le carte e che non possono condannarlo. E ogni volta che ciò non avviene, mi sento di averlo tradito e illuso. E non posso neanche chiedergli “come stai” o “cosa fai” perché lui mi risponde: “Mamma non farmi queste domande perché lo sai bene cosa faccio qui dentro e come mi sento”.
Sudiciume, sporcizia, soprusi, deprivazione di ogni piccola traccia di dignità umana, trattato peggio di un animale.
Presi il primo aereo e andai in Romania il giorno dopo la sua telefonata. Fui immediatamente approcciata da personaggi “poco raccomandabili” che si avventano su di te come avvoltoi su una carogna. Avvocati, parenti di detenuti, persone incontrate per caso. Tutti cercano di estorcerti del denaro in un modo o nell’altro e io lì, sola, scandalizzata e inorridita dall’audacia delle loro proposte. Ti offrono soluzioni, a caro prezzo, tanto veloci quanto improbabili. C’è un intero sistema che specula sulle disgrazie altrui e ne hanno fatto metodo.
Potrei scriverci un libro sul nostro vissuto di questi dieci mesi se non fosse troppo doloroso ricordare e rivivere ogni singolo episodio. Anche adesso, quando parlo di quanto stia soffrendo Filippo ogni giorno, ogni istante chiuso dietro quelle sbarre, devo fare uno sforzo non indifferente per reprimere le emozioni e tirar dentro le lacrime. E mi rendo conto che Filippo, per quanto flebile, ha una voce. E non smetterò mai di ringraziare Rita Bernardini e Armida Decina che hanno dato voce a Filippo. Ma quanti detenuti non hanno questa possibilità.
Quando sento o leggo personaggi pubblici o politici difendere le loro posizioni, il loro immobilismo tirando fuori un numero: 2.200 detenuti italiani all’estero, a me tremano le gambe. Ripercorro l’inferno di Filippo ed il mio… 2.200 persone, colpevoli o innocenti, che vivono quell’inferno, trattati come le bestie nella totale indifferenza della propria nazione…
Dovreste solo vergognarvi. Meglio tacere sui numeri, perché dietro quei numeri c’è la sofferenza inaudita di intere famiglie.
The Butterfly Effect: “Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”. Abbracciate Filippo come se fosse vostro figlio, iniziate da lui, aiutatelo e sostenetelo. Ha bisogno di Aiuto e anche io.



20 TENTATIVI DI SUICIDIO, IL CALVARIO DI SIMONE IN UNA CELLA DOVE NON DOVREBBE STARE
Antonella Mascia*

Simone Niort è un giovane con importanti problemi psichiatrici che si trova in carcere dall’età di diciannove anni. In otto anni di carcere Simone ha tentato il suicidio almeno venti volte, si è inferto lesioni per almeno 300 volte, ha subito più di cento procedimenti disciplinari ed è stato incessantemente trasferito da una casa circondariale all’altra in Sardegna. A giugno 2023, per motivi disciplinari, è stato spostato a Torino, perdendo i contatti con la sua famiglia. A fine gennaio è stato rinviato in Sardegna, grazie anche all’intervento di Susanna Ronconi e della Garante dei detenuti di Torino Monica Gallo. Il percorso di Simone è un vero Calvario e va raccontato.
Fino al suo arresto avvenuto nel giugno 2016, la vita di Simone è costellata da difficoltà a integrarsi a causa del suo disagio mentale. Durante l’adolescenza il quadro si aggrava per l’assunzione di sostanze. Commette reati contro le persone e contro il patrimonio e finisce in carcere.
Ma Simone non capisce, non ha la capacità di comprendere il motivo della sua reclusione, la sua malattia non glielo permette. Dopo innumerevoli tentativi di suicidio, automutilazioni e sanzioni disciplinari, nel 2020 l’Ufficio di Sorveglianza ordina un periodo di osservazione psichiatrica come prevede l’ordinamento penitenziario per verificare se la condizione di Simone sia compatibile con il carcere. I presupposti ci sono tutti anche perché, nel 2019, in un procedimento penale, il consulente tecnico nominato d’ufficio aveva accertato che la malattia di Simone si era aggravata ulteriormente in carcere dove il giovane aveva sviluppato una “sindrome reattiva al carcere”.
L’osservazione psichiatrica è ultimata nel 2021, ma la relazione rimane riservata: né Simone nè il suo difensore riusciranno ad averne copia. L’Ufficio di Sorveglianza dell’epoca invece la legge e nel novembre 2022 indica che Simone ha un disagio che lo rende incompatibile con lo stato detentivo. Ciò nonostante, non decide di porlo al di fuori del carcere, ma ordina al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di individuare un istituto penitenziario idoneo a ospitare Simone e il suo bagaglio di sofferenza e disagio psichico. La richiesta è reiterata nel 2023, ma la risposta giusta non giungerà mai. Il motivo è semplice, la richiesta è stata rivolta all’amministrazione non competente. La Sorveglianza avrebbe dovuto chiedere non al DAP ma all’autorità amministrativa sanitaria competente di identificare un percorso di cura alternativo al carcere. Forse a causa della carenza strutturale di luoghi di cura in Sardegna per persone come Simone, forse per paura, la
scelta è stata una non scelta o una scelta obbligata. Simone non poteva essere collocato in un luogo idoneo alla sua condizione nel rispetto della sua dignità di essere umano, ma non poteva neppure essere liberato perché la sua pena sarebbe finita nel 2026. Tutto questo finisce sulle spalle del più fragile, su Simone, la persona che avrebbe bisogno di tutta l’attenzione di chi dispone del suo corpo, del suo tempo e della sua vita.
Il Calvario continua, i tentativi di suicidio non si fermano, le ferite, i tagli, le ingestioni di oggetti, le urla, la violenza sulle cose sono quotidiane. Simone finisce regolarmente in una cella “liscia” o di “transito” perché non faccia del male a sé e agli altri. Rimane isolato, non svolge alcuna attività educativa. Le sanzioni disciplinari, alcune sospese perché totalmente incapace di intendere e volere, lo allontano sempre più dalla vita sociale. Rimane solo, solo con sé stesso e il suo disagio.
Per tutto ciò, dopo che tutti i tentativi in Italia non hanno alcun effetto sulla sorte di Simone, si è tentata la via di Strasburgo. Ora il procedimento è in corso, ma anche davanti ai Giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo, il Governo italiano sembra essere indifferente alla sorte di Simone. Anche qui non è stata trasmessa l’osservazione psichiatrica approntata nel 2021 dove dovrebbe risultare che Simone è incompatibile con il carcere. E non è stata neppure presentata una relazione medica attestante la reale condizione di Simone come hanno richiesto i Giudici di Strasburgo.
L’indifferenza che avvolge Simone, completamente incapace di comprendere le ragioni della sua detenzione, impermeabile alla possibilità di utilizzare il suo tempo per lavorare alla propria riabilitazione e rieducazione lasciano a chi scrive un dolore che indigna. L’agire per Simone nasce dalla convinzione che la vera giustizia possa essere raggiunta solo attraverso l’impegno di tutti, nessuno escluso. Dunque scrivo contro l’indifferenza e nella speranza che tutto quello che sta succedendo a Simone cessi al più presto, prima che altri tentativi suicidari possano andare a buon fine, semmai buono può essere definito questo fine della pena.
* Avvocata, Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino


INDIA: 561 PRIGIONIERI NEL BRACCIO DELLA MORTE, NUMERO RECORD IN 19 ANNI
Il numero di prigionieri nel braccio della morte è salito in India a 561 nel 2023, il più alto in 19 anni. In precedenza, il numero più elevato di persone nel braccio della morte era di 563 nel 2004, sulla base dei dati del National Crime Records Bureau (NCRB).
L'aumento potrebbe essere dovuto a una combinazione di ragioni: la bassa disponibilità delle corti d'appello e la propensione dei tribunali di primo grado a emettere condanne a morte.
Secondo il rapporto annuale sulla pena di morte in India redatto dal Progetto 39A della National Law University di Delhi, i tribunali di primo grado hanno emesso 120 condanne a morte nel 2023, mentre altre sono pendenti per casi precedenti.
Sebbene il numero delle condanne a morte sia diminuito (156 nel 2016), alla fine del 2023 erano pendenti davanti alle alte corti 303 casi che coinvolgevano 488 prigionieri. Si tratta del livello più alto dal 2016.
In una tendenza che continua dal 2019, i crimini riguardanti reati sessuali hanno costituito la maggior parte dei casi di pena di morte nei tribunali di primo grado. Nel 2023, circa 64 persone (53%) sono state condannate a morte per reati sessuali. Un dato in aumento rispetto ai 27 prigionieri condannati a morte nel 2016.
Nel 75% dei casi, i tribunali hanno emesso la pena di morte quando il caso riguardava lo stupro e omicidio di una vittima di età inferiore a 12 anni.
È importante sottolineare che il 2023 ha segnato il tasso più basso di conferme di condanne a morte da parte delle corti d’appello dal 2000, con una sola conferma da parte dell’Alta Corte del Karnataka. Le assoluzioni hanno dominato gli esiti dei casi di pena di morte nelle corti d’appello nel 2023.
Il rapporto afferma: "La Corte Suprema e le alte corti hanno sollevato gravi preoccupazioni sulla natura scadente delle indagini e sulla scarsa qualità delle prove su cui si basano i tribunali di primo grado per giudicare e condannare a morte gli imputati. La Corte Suprema ha continuato la tendenza degli anni precedenti facendo affidamento sui rapporti del carcere relativi a condotta e valutazione psichiatrica degli imputati per commutare le condanne a morte di tre prigionieri, in due casi”.
In contrasto con la crescente preoccupazione delle corti d’appello per la mancanza di informazioni sugli imputati nel decidere la sentenza, i tribunali di primo grado nel 2023 hanno continuato a imporre condanne a morte in stragrande maggioranza (nell’87% dei casi) senza ottenere da parte dello Stato le necessarie relazioni sulle circostanze attenuanti. Questi dati indicano un divario sempre più ampio tra gli sforzi delle corti d’appello per migliorare la capacità istituzionale di amministrare la pena di morte e il persistente problema legato alle sentenze capitali nei tribunali di primo grado. Nel 2022, la Corte Suprema ha chiesto alla sua sezione costituzionale di stabilire linee guida per la definizione di condanne efficaci e significative nei casi capitali.
(Fonte: TNN, 10/02/2024)

newsletter a cura di Nessuno Tocchi Caino,  questo servizio è realizzato nell'ambito di un progetto sostenuto dall'Unione Europea. Le opinioni espresse in questa pubblicazione non riflettono necessariamente quelle della Commissione dell'Unione Europea.

3 ottobre 2022

Un mondo migliore entro il 2030 è alla nostra portata

Obiettivi per tutti

Il progresso è possibile, ma non inevitabile. 

Un mondo  migliore entro il 2030 è alla nostra portata

se lavoriamo insieme.

Ogni anno, la Gates Foundation pubblica un rapporto sui progressi nel mondo verso gli obiettivi globali, una serie di obiettivi ambiziosi per il 2030 adottati dalle Nazioni Unite.

 Lo chiamiamo Report Acchiappa-Goal, e oggi pubblichiamo l'edizione 2022.

In un certo senso, è un rapporto che fa riflettere. Abbiamo scoperto che a causa della pandemia, della guerra all'Ucraina e di altre importanti battute d'arresto, i progressi in materia di salute e sviluppo sono rallentati e, in alcuni casi, addirittura invertiti. Per rimettere in carreggiata gli obiettivi globali, il mondo deve concentrarsi su ciò che funziona e ciò che è realizzabile.

Il rapporto mette in evidenza i modi specifici in cui l'ingegno umano aiuterà ad accelerare i miglioramenti in tutto il mondo, compresi i modi per prevenire le crisi alimentari e per garantire che più donne abbiano più potere economico. È ricco di dati e storie stimolanti di persone che stanno facendo questo lavoro cruciale.

Il Rapporto sugli Acchiappa-Goal  è il prodotto del lavoro svolto tutto l'anno da molte persone alla Gates Foundation e dai nostri partner. Sono orgoglioso del loro lavoro e vi incoraggio a dare un'occhiata.

Grazie per essere collaboratore della Gates Foundation

Il futuro del progresso

A metà dell'era degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, è tempo di cambiare il nostro approccio.

21 settembre 2022

Parte la stagione venatoria, calendari abbattuti dai ricorsi

 Comunicato stampa     


 

INIZIA DOMENICA LA STAGIONE VENATORIA

MA I CALENDARI VENATORI

CROLLANO A COLPI DI RICORSI AMBIENTALISTI

I Tar stoppano la caccia in Umbria, Campania, Sardegna, Sicilia,

in attesa delle nuove pronunce.

“Gravi mancanze delle regioni nel predisporre i calendari, troppo lunghi

e con caccia alla tortora selvatica e altre specie in grave crisi”

 

 

“Sono molte e gravi le mancanze dei calendari venatori regionali, che superano le date limite e permettono l’abbattimento di ben 17 specie in sofferenza, tra cui la tortora selvatica, specie “alpine” come il gallo forcello, varie anatre nonché beccaccino, tordo sassello e quaglia.”.

 

Lo dichiara la Lipu-BirdLife Italia alla vigilia dell’apertura generale della stagione venatoria 2022-23, domenica 18 settembre, dopo il ricco antipasto di preaperture effettuate in 13 regioni.

 

Le numerose infrazioni commesse dalle regioni, con la disattesa dei pareri dell’Ispra e delle date previste dai “Key Concept” della Commissione europea, ha spinto la Lipu e varie altre associazioni ambientaliste ad attivare un’intensa controffensiva giuridica. I ricorsi al Tar, presentati in molte regioni, hanno già prodotto risultati importanti: la sospensione della caccia al moriglione fino al 5 ottobre in Sardegna, il posticipo dell’apertura della stagione al 4 ottobre per ben 19 specie in Umbria, varie importanti restrizioni in Sicilia e la sospensione della caccia a uccelli acquatici, fagiano e quaglia fino al 1° ottobre in Campania, dopo che la Regione aveva disatteso, con una manovra in extremis, la richiesta dell’Ispra di tutelare gli acquatici nel mese di settembre.

 

A tali pronunce si aggiungeranno quelle che vanno a contestare le infrazioni commesse sulla chiusura della stagione venatoria, che secondo le indicazioni scientifico-giuridiche europee deve essere ormai ampiamente anticipata: al 20 gennaio per gli uccelli acquatici, al 10 gennaio per i turdidi, e al 31 dicembre per la beccaccia.

 

Poche le regioni che, almeno in parte e al momento (Abruzzo e Basilicata) si sono conformate alle prescrizioni, mentre risultano largamente insufficienti le adeguate tutele per la tortora selvatica, in grave declino ma cacciata ancora nonostante uno studio internazionale e la relativa Task force della Commissione europea ne chiedano l’azzeramento del prelievo venatorio anche in Italia.

 

Il nostro grande sforzo scientifico e giuridico, con documenti inviati alle regioni e ricorsi al Tar - dichiara Aldo Verner, presidente della Lipu-BirdLife Italia - sta dando i frutti sperati ed è la premessa dell’azione massiccia che abbiamo programmato, inclusa la denuncia orizzontale alla Commissione europea contro il sistema della caccia in Italia.

“Le regioni - prosegue il presidente della Lipu - avevano quest’anno l’occasione di uscire dalla sudditanza psicologica nei confronti del mondo venatorio e voltare pagina, in termini di tutela. Hanno invece preferito ancora una volta l’opzione venatoria, e lo hanno fatto con illegittimità e sotterfugi. Ciò aggrava il conto che presenteremo all’Europa – conclude Aldo Verner - che ci porterà a chiedere finalmente l’apertura di una sempre più necessaria procedura d’infrazione”. 

 

 

 

16 settembre 2022

 

UFFICIO STAMPA LIPU-BIRDLIFE ITALIA

Elezioni: DISPARITA' DI GENERE

 

13 settembre 2022

italialaica news n.07/2022

 .it

Il sito dei laici italiani vi segnala:

Editoriale

VIOLENZA PRIVATA E MANIPOLAZIONE MENTALE NELLE PSICO-SETTE

Ileana Montini 23.08.2022

Ogni sera i “i popi e le popi” dovevano riempire un foglio dove segnalavano ogni loro movimento della giornata e rivelavano il contenuto delle lettere ricevute. La fondatrice si faceva chiamare “mamma” e i suoi insegnamenti erano ritenuti ricevuti direttamente da Dio tramite delle…


Editoriale

ALUNNI NON FREQUENTANTI L'IRC NON POSSONO ENTRARE IN CHIESA

Antonia Sani 31.07.2022

A San Donà di Piave (Venezia), 5 alunni di Scuola Primaria (Elementare) sono stati trattenuti dalle insegnanti sui gradini esterni del Duomo in quanto non frequentanti l’"ora di religione", mentre due classi con le insegnanti di "attività alternativa" entravano nel Duomo per visitare i…


Articoli

LA SINDROME DELL’ORATORIO

Giovanni Fioravanti 14.08.2022

All’oratorio ci si andava per giocare. I genitori erano tranquilli a saperti all’oratorio, lontano dai pericoli della strada. Ma l’oratorio dalla strada non era poi così tanto differente, poteva capitarti di tutto, anche esperienze non proprio delle più gradevoli

Ma all’oratorio…

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e molto altro ancora su: italialaica.it  sito dei laici italiani

23 agosto 2022

Posti letto, infermieri e medici in EU