Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA
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30 aprile 2014

PANNELLA: "IL 2 MAGGIO MATTINA SARO’ A TERAMO IN PIAZZA MARTIRI"


Marco Pannella,  in satyagraha dallo scorso 21 aprile per chiedere la fuoriuscita dell’Italia dalla illegalità sulla giustizia e le carceri, trascorrerà l’intera mattina del 2 maggio, giorno del proprio compleanno, a Teramo, sua città natale, in Piazza Martiri.
​Ne dà notizia lo stesso Pannella attraverso  Radio Radicale:

“Trascorrerò la mattina del 2 maggio a Teramo  - spiega Pannella - per fare il punto sul Satyagraha, rilanciare la lotta nonviolenta e dare così un segno tangibile di solidarietà e gratitudine al consiglio regionale dell’Abruzzo che ieri ha approvato all’unanimità una risoluzione a sostegno della nostra lotta nonviolenta.

Da Teramo rilanceremo la nostra iniziativa, condotta insieme al Presidente della Repubblica e al Papa, per proseguire la nostra lotta ed evitare che accada a Bergoglio quello che accadde a Papa Giovanni Paolo II (che non riuscì a vedere approvato il provvedimento di amnistia chiesto  in Parlamento il 14 novembre 2002 ,n.d.r.)
Sarò in piazza con i nostri compagni radicali teramani e con i cittadini che vorranno stare insieme a noi”.

Chi pensa di essere a Teramo il 2 maggio mattina con Pannella, preannunci la tua partecipazione scrivendo a pannella@radicali.it .

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Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito

www.radicalparty.org

5 marzo 2014



 L'APPELLO

CARCERI: «è un problema da non trascurare nemmeno un giorno in più» [Giorgio Napolitano, 17 dicembre 2013]

Abbiamo contato gli anni, ora contiamo i giorni.

Gli obiettivi e gli interlocutori del nostro Satyagraha.


Alla mezzanotte di giovedì 27 febbraio mancheranno 90 giorni a quel 28 maggio fissato per l’Italia dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo come termine ultimo per porre fine alla tortura praticata nei confronti dei detenuti ristretti nelle nostre carceri.


Sia chiaro, non ci sarà appello perché il tempo è già scaduto da anni per le reiterate condanne non adempiute da parte del nostro Paese. Non rispettare il termine implicherebbe logicamente, necessariamente, il ricorso alle estreme possibilità e capacità di autodifesa dell’Unione Europea, quali la sospensione o addirittura l’espulsione dall’Unione stessa.
E’ semplicemente inaccettabile – e perciò da radicali non possiamo accettarlo – che le questioni poste dal Presidente della Repubblica con il suo messaggio alle camere dell’8 ottobre scorso siano state finora inascoltate, oscenamente schernite. Sono fuori strada un Parlamento e un Governo che pensino di cavarsela con qualche “salva carcere” il cui esito sarà quello di qualche migliaio di detenuti in meno.

Il Presidente Napolitano lo ha detto: non c’è da perdere nemmeno un giorno. E, invece, sono stati persi anni, mesi, giorni, vite umane straziate a migliaia, mentre lì – praticamente nella porta a fianco – si ascoltavano le urla provocate da un dolore insopportabile nei corpi e nelle anime.  Una sofferenza inflitta per mano dello Stato che fa strame di leggi il cui rispetto è obbligato, leggi riguardanti i Diritti Umani fondamentali, scritte nella Costituzione italiana, nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, nella Dichiarazione universale dei Diritti Umani.

L’obiettivo del Satyagraha è lineare e semplice: chiediamo che le nostre istituzioni mettano in atto tutti quei provvedimenti legislativi volti ad eseguire quanto richiesto dalla Corte di Strasburgo con la sentenza Torreggiani e cioè a rimuovere le cause strutturali e sistemiche del sovraffollamento carcerario che generano i trattamenti disumani e degradanti nelle nostre carceri (violazione dell’art. 3 della Convenzione – TORTURA).

Gli interlocutori del nostro Satyagraha sono il Governo nella persona del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il Parlamento nelle persone del Presidente del Senato Pietro Grasso e della Presidente della Camera Laura Boldrini.

Il nostro dialogo nonviolento non vuole costringere alcuno dei nostri interlocutori istituzionali a fare ciò di cui non è convinto. Il Satyagraha vuol dire fermezza nella verità ed esclude qualsiasi forma di violenza o di ricatto.

Marco Pannella con i suoi lunghi scioperi della fame e della sete ha sempre detto che per il nonviolento la sconfitta più grande è se qualcuno muore e ha sempre sconsigliato lo sciopero della sete in carcere perché i detenuti non hanno la possibilità di sottoporsi a quei controlli medici che sono necessari e possibili solo a chi è fuori e in contatto con strutture sanitarie competenti. Le decine di migliaia di detenuti e di loro familiari  che in questi anni si sono associati al Satyagraha radicale questo lo hanno capito. Non c’è alcun ricatto nella nostra azione, vogliamo solo dialogare con le istituzioni chiedendo ai nostri interlocutori di rispettare la loro stessa legalità, in primo luogo, la Costituzione sulla quale hanno giurato.

Nel suo messaggio al Parlamento dell’8 ottobre 2013 – il primo e unico dei suoi due mandati – il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto richiamare la sentenza della Corte Costituzionale (n. 210 del 2013) con la quale essa ha stabilito che, in caso di pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo che accertano la violazione da parte di uno Stato delle norme della Convenzione, "è fatto obbligo per i poteri dello Stato, ciascuno nel rigoroso rispetto delle proprie attribuzioni, di adoperarsi affinché gli effetti normativi lesivi della Convenzione cessino".

Ed è lo stesso Presidente della Repubblica che, dopo aver elencato tutta una serie di provvedimenti in tema di decarcerizzazione e depenalizzazione, ad ammonire nel suo messaggio che “tutti i citati interventi - certamente condivisibili e di cui ritengo auspicabile la rapida definizione - appaiono parziali, in quanto inciderebbero verosimilmente pro futuro e non consentirebbero di raggiungere nei tempi dovuti il traguardo tassativamente prescritto dalla Corte europea. Ritengo perciò necessario intervenire nell'immediato con il ricorso a "rimedi straordinari".” E’ dunque il Presidente Napolitano a indicare Amnistia e Indulto non solo per interrompere – senza perdere un solo giorno – i trattamenti inumani e degradanti nelle nostre carceri, ma anche per accelerare i tempi della Giustizia perché anche sulla giustizia “ritardata” (che è giustizia negata) abbiamo un fardello ultratrentennale di condanne europee per violazione dell’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti Umani riguardante l’”irragionevole durata dei processi”.

Noi vivremo i giorni che ci separano dal 28 maggio, in Satyagraha, dialogando con le istituzioni e controllando giorno dopo giorno quali azioni concrete verranno messe in atto per porre fine alla flagranza criminale in cui da anni vive il nostro Stato. Stato di illegalità che, oltre al suo portato di violenza e di morte, umilia e discredita le nostre istituzioni in Europa e nel mondo.




12 gennaio 2014

da THE ADVOCATE - i diritti transgender - le vittorie giudiziarie 2013 in USA

Ecco qua dagli USA una serie di azioni altamente positive intraprese nello scorso anno solare.
 In Italia il nostro Governo, per non parlare delle varie istituzioni preposte a cominciare dalla magistratura, appare lontano anni luce dal porsi anche soltanto un paio di questi obbiettivi per il 2014.

 Ecco quindi un bel progetto di lavoro per le associazioni che si battono non solo a parole per il rispetto della parità di diritti per la gente LGBT nel nostro paesello.
Aggiungo che i costi, peraltro minimi, sono risibili a fronte della ricaduta sociale che potrebbero rappresentare.

Alba Montori


 10 momenti importanti per i transgender del 2013
Lo scorso anno potrebbe comparire nei libri come un punto di svolta nella lotta per i diritti transgender e per il loro livello di accettazione , con le principali vittorie legislative , di visibilità  e giudiziarie .

Da  Marie Molloy Parker
4 Gennaio, 2014 06:00 ET
L'avvocato ha collaborato con Mara Keisling , il direttore esecutivo del National Center for Transgender Equality , nel discutere di ciò che 2.013 ha significato per i diritti trans . Ha evidenziato le tante vittorie registrate quest'anno , concludendo che il 2013 è stato un vero anno di slancio e di condivisione tanto che la prospettiva di un andamento così era stata subito rilevata su  The Huffington Post.
"In generale , è stato realizzato un maggiore impegno nel corso dell'anno passato che mai prima ", ha detto l'avvocato Keisling . "Ad esempio , per la prima volta , una versione trans -inclusiva della legge sulla non- discriminazione sul lavoro passa attraverso il Senato . Sapevo che stavamo andando a vincere, ma quello che mi ha sorpreso è stato il fatto che non un senatore ha parlato esplicitamente contro le persone LGBT . In realtà, l'unico senatore a parlare pubblicamente contro il disegno di legge , Dan Coats ( R-Ind. ) , lo ha fatto per voler opporsi a tutte le politiche di non discriminazione , non solo quelli che hanno un impatto sulle persone LGBT . "
Keisling ha anche sottolineato il rinnovato interesse della Casa Bianca alle tematiche LGBT , in particolare l'appello agli individui transgender, come un altro segno che il cambiamento sta avvenendo , notando che il sostegno alle persone LGBT sta lentamente diventando una posizione politica che è possibile prendere senza alienarsi cappellate di elettori . "Ora abbiamo un presidente che dice ' transgender ' tutto il tempo ", ha osservato Keisling . "Negli ultimi mesi si è preso posizione sulla questione dei diritti delle persone LGBT in quanto si riferisce alla Russia , e abbiamo visto che la politica estera americana viene utilizzata per rendere il mondo un posto migliore per le persone LGBT " .

Lavorando con Keisling e con il Centro Nazionale di Transgender Equality , abbiamo compilato una lista di 10 dei più importanti momenti transgender del 2013 . 
Continuate a leggere per saperne di più sulle vittorie che hanno reso il 2013 un punto di svolta nella lotta per la visibilità trans e l'uguaglianza .

1 .  Programmi Trans -inclusivi antiviolenza 
Nel mese di febbraio , il Congresso ha approvato la prima legge esplicitamente non discriminante i LGBT -inclusiva a livello nazionale nell'ambito della approvazione della nuova  legge sulla violenza contro le donne . La legge protegge le persone LGBT dalle discriminazioni con programmi come rifugi per violenza domestica e centri di crisi anti stupro , e permette alle sovvenzioni federali di concentrarsi sul lavoro antiviolenza per le persone LGBT 

2 . In uno storico 2-gennaio il Senato Vota per ENDA
Il primo voto del Senato degli Stati Uniti su una legge sull'occupazione Non- Discriminatoria e trans -inclusiva è stato un notevole trionfo . Un solo senatore ha parlato in opposizione al disegno di legge , e 10 repubblicani si sono uniti a 54 Democratici per votare per ENDA .
Nei prossimi mesi , gli avvocati potranno continuare a costruire il sostegno repubblicano alla Camera e fare pressione sullo Speaker John Boehner per portare il disegno di legge al voto .

3 . Passi avanti per gli studenti Transgender 
Quasi ogni mese, ha portato nuovi segni di progresso per eliminare le barriere e rafforzare le opportunità per gli studenti transgender . Nel mese di febbraio  i funzionari dell'istruzione del Massachusetts hanno dettato forti regole in tutto lo stato che  fino ad oggi proteggono gli studenti trans , a seguito di Washington e del Connecticut . Nel mese di giugno , la  Divisione Diritti Civili Colorado ha stabilito che una scuola ha commesso una discriminazione illegittima richiedendo a una ragazza transgender di usare un bagno personale , invece del bagno delle ragazze . . Nel mese di luglio nel  Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti si è stabilito come  punto di riferimento l' insediamento del Titolo IX per richiedere in un distretto scolastico della California di trattare una FtM transgender come " uguale agli altri studenti di sesso maschile in tutti gli aspetti ", e nel mese di agosto  la California ha approvato una legge che rende esplicita questa applicazione della legge .

4 . Sicurezza sociale e Facilitazione delle Regole di genere
Nel mese di giugno , la Social Security Administration ha reso più semplici i requisiti per la modifica della denominazione di genere nei documenti SSA . L'azione ha messo la sicurezza sociale in linea con le regole per i passaporti statunitensi e per i documenti di immigrazione, con norme analoghe per i veterani che desiderano modificare il loro genere sullo stato di servizio . Il cambiamento aiuta anche ad eliminare la confusione , l'imbarazzo , e una maggiore esposizione alla discriminazione quando le persone trans interagiscono con il personale SSA o altri uffici governativi .

5 . Gli Stati sostengono le Assicurazioni contro la discriminazione 
Nel 2013 , cinque Stati e il District of Columbia hanno cominciato a dichiarare alle compagnie di assicurazione per la prima volta che l'esclusione di assistenza sanitaria specifica - trans dai loro piani costituisce una discriminazione illegittima . Almeno  in California , Colorado, Oregon, Vermont , DC , e Connecticut stanno già aggiornando i piani per conformarsi , fornendo  per la prima volta agli individui una copertura delle cure medicalmente necessarie . Mentre molte aziende e università stanno eliminando volontariamente le esclusioni - e scoprono che non c'è alcun costo aggiuntivo a farlo - per chi compra l'assicurazione in proprio potrebbe essere necessario richiedere al loro stati di agire .
E il 1 ° gennaio è entrata in vigore una disposizione della protezione del paziente e Affordable Care Act , noto anche come Obamacare , salvo che le compagnie di assicurazione lo negano politicamente alla gente perché è transgender.

6 . Leggi Statali e locali sulla Parità  avanzata nel Delaware , Puerto Rico , e Altrove
 Negli  stati rossi , viola e blu simili sono continuati gli sforzi per varare leggi di protezione delle persone LGBT sui posti di lavoro , abitazioni e altre situazioni . Il Delaware nel mese di giugno è diventato il 17 ° stato a includere l'identità di genere nella sua politica di non discriminazione , ma  il passaggio delle protezioni per LGBT in Puerto Rico è stato meno notato . Le leggi locali hanno continuato ad avanzare , ampliando le protezioni in luoghi che vanno da San Antonio, Texas , a Fargo , ND

7 . Un anno record per visibilità
La visibilità positiva per le persone trans in America sembra crescere  ogni anno che passa . Quest'anno , la visibilità è stato spinta da un'ondata di storie di interesse umano sui transgender giovani e le loro famiglie , e dalla performance acclamata dalla critica di Laverne Cox nel telefilm di successo "arancione è il nuovo nero ". Jennifer Pritzker diventato la prima persona transgender ad essere nominato nella lista annuale di Forbes ' dei 400 americani più ricchi . Nel mese di agosto , il Chelsea con Manning ha fatto notizia internazionale, quando è venuta fuori come transgender in una dichiarazione rilasciata dal suo avvocato nel corso di un segmento sul Today Show . L'annuncio pubblico di Manning ha scatenato un'intensa discussione sul modo corretto di rappresentare le persone trans nei media , così come il dibattito sulle cure mediche per i prigionieri transgender .

8 . Ottenere modifiche del Nome e il Certificato di Nascita:  più facili in California , Oregon e Washington , DC
Mentre la metà degli stati ora rendono relativamente facile aggiornare il genere su una patente di guida , gli sforzi sono in corso per facilitare il passo fondamentale della legge cambiando i nomi e  aggiornare il proprio certificato di nascita, che è spesso la  fase più difficile . Quest'anno l'Oregon e il Distretto di Columbia  si sono uniti con almeno altri tre Stati nel garantire che gli individui non saranno tenuti a mostrare la prova di un intervento chirurgico per aggiornare i loro certificati di nascita . DC ha inoltre aderito con quasi il 50 per cento degli Stati nell'eliminare il requisito che i cambiamenti di nome erano da pubblicare sul giornale , un passo costoso e intimidatorio per molte persone trans . Una legislazione simile è stato proposto in California e Hawaii .

9 . Depatologicizzazione delle Gender Identity Issues
Nel mese di maggio , l'American Psychiatric Association ha pubblicato la quinta versione del suo Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali , rinominando ufficialmente " disturbo dell'identità di genere " come " disforia di genere ", e formalmente riconoscendo che non è l'identità innata di una persona trans che può richiedere trattamento , ma piuttosto il disagio alcuni si sentono in merito  identità , corpo , e ruolo sociale che non si allineano . L'APA ha inoltre rilasciato dichiarazioni di condanna per la discriminazione anti-trans e in particolare quella dell'obbligo di copertura assicurativa per l'assistenza sanitaria per le persone transgender .

10 . Speranza per prigionieri transgender
Come richiede il ridimensionamento dei ristretti nelle prigioni dell'America che aumentano dal Texas alla Casa Bianca , sono state adottate misure importanti per mantenere le persone trans  al sicuro quando sono dietro le sbarre . In Harris County , Texas , che comprende Houston , la terza più grande prigione americana è stata l'ultima ad adottare politiche globali che includono i detenuti delle case in base alla loro identità di genere , seguendo le norme degli Stati Uniti Giustizia Department.

28 febbraio 2013

E ora, chi farà quello che in Parlamento hanno fatto i radicali? Severino, impudente fino all’ultim

Valter Vecellio
Notizie Radicali.it 28-02-2013
L’ultimo numero del settimanale “L’Espresso”, quello, per intenderci, con l’iroso e ferino faccione di Beppe Grillo in copertina, pubblica un paio di interessanti articoli. Il primo, Inferno in cella”, è di Lirio Abbate: racconta come nelle carceri italiane vi siano sempre più detenuti, e in condizioni sempre peggiori; a fronte di ciò, lo Stato spreca una quantità incredibile di denaro in piani inutili. Il tutto viene definito con lapidaria esattezza: “una vergogna nazionale”. Segue una seconda inchiesta, di Paolo Biondani e Arianna Giunti, “Se questi sono uomini: malati con cancro e AIDS, senza cura, donne con neonati in gabbia, sporcizia ovunque”.
Due belle inchieste, accurate e documentate, che raccontano ai lettori dell’“Espresso” la situazione i Radicali ben conoscono e da sempre denunciano. Nel racconto di questo “inferno in cella”, a un certo punto Lirio Abbate annota: “Il dramma è stato praticamente ignorato dalla campagna elettorale, con l’unica eccezione dei Radicali, soli a portare avanti una battaglia di civiltà per l’amnistia”.
Ripetiamolo, perché credo è giusto dare atto ad Abbate quello che è suo, e non capita di frequente di dover riconoscere: “…Il dramma è stato praticamente ignorato dalla campagna elettorale, con l’unica eccezione dei Radicali, soli a portare avanti una battaglia di civiltà per l’amnistia”. Tanto più che Abbate è “recidivo”: a conclusione del suo articolo, scrive, riprendendo quasi letteralmente le stesse parole, quasi nel timore che al lettore la prima volta il concetto sia sfuggito: “Oggi nella campagna elettorale la questione delle carceri è stata ignorata. Solo i Radicali hanno continuato, senza sosta a proporre il problema. E ora toccherà al nuovo Parlamento dare risposte concrete per uscire da quella che il presidente ha definito una ‘situazione mortificante’, ribadendo senza mezzi termini ‘Sono in gioco l’onore e il prestigio dell’Italia”.

Ora non c’è il minimo dubbio che, pur se fuori dalle istituzioni parlamentari l’impegno e la mobilitazione radicale non verrà meno, anche se con nuove difficoltà e problemi che si troverà il modo di risolvere. Ma la questione della Giustizia, non solo delle carceri, ora, là dentro, alla Camera e al Senato, da chi verrà agitato, portato avanti? E come? Ecco: quanti, pur potendolo fare, hanno scelto di non votare per le liste di “amnistia, Giustizia e Libertà”, hanno reso più difficile ai radicali il poter continuare a fare quello che hanno finora fatto; ma il danno vero l’hanno fatto a loro stessi. Perché tutti paghiamo le storture di una giustizia che non c’è, è negata.
Per inciso: sempre nell’inchiesta di Lirio Abbate si legge che mentre i detenuti sono costretti a vivere come bestie in quello che viene definito un inferno, “alcuni magistrati al vertice dell’amministrazione penitenziaria godono di benefit scandalosi: hanno diritto ad appartamenti anche nel centro storico di Roma con un canone di sei euro al giorno, acqua, luce, gas e pulizie compresi, che non tutti però pagano. Un privilegio che, come nel caso di Gianni Tinebra, da sette anni procuratore generale a Catania, mantengono ancora dopo aver lasciato l’incatrico. E per arredare queste foresterie non si risparmia sui lussi: sul tetto-terrazza di una è stata installata una jacuzzi con idromassaggio, in salotto TV da sessanta pollici costate duemila euro, sui pavimenti tappeti persiani e si arriva alla follia di far pagare 250 euro lo scopino di un bagno. Sarò uno scopino d’oro massiccio, chissà. Un radicale in Parlamento di questa cosa avrebbe chiesto conto, e l’avrebbe denunciata. Ora che i radicali li hanno esclusi, perché hanno preferito nominare i fedeli e liberarsi dei leali, chissà.
In compenso la signora ministro dell’(In)giustizia Paola Severino fino all’ultimo ci tiene a ricordarci come l’espressione che Marco Pannella regalò a Dario Franceschini in una celebre puntata di “Ballarò” possa essere estesa anche a lei.
Non mi impegnerò in politica, non mi sono candidata", fa sapere e già uno tira un sospiro di sollievo, la situazione è già quella che è, non c’è bisogno di peggiorarla ulteriormente. Però l’ottimismo viene subito mortificato, perché fa sapere che "continuerò ad occuparmi del mondo della giustizia e delle carceri in altri ruoli, ad esempio, come docente universitario". La signora ministro dell’(In)giustizia questa promessa l’ha fatta nel corso di un incontro con la stampa in occasione della sua visita in Sicilia ad alcune carceri. E ha poi aggiunto: “Io parlo con i detenuti e tra loro c’è apprezzamento per l’attenzione, in particolare del presidente della Repubblica, data alle condizioni del sistema carcerario. Ma c’è anche delusione per lo stop sul versante delle misure alternative. Il discorso della speranza è importante". Non è la prima volta che siamo assaliti dal dubbio: c’è o ci fa? Risposta: c’è e ci fa. Perché poi si è manifestato rammarico per il fatto che abbia votato solo il 5 per cento della popolazione carceraria che aveva il diritto di farlo. Segno, ne ha dedotto, di una perdita di speranza.
La buona educazione impedisce di commentare come sarebbe giusto e adeguato simili sbalorditive affermazioni. Si informi sulle mille pastoie burocratiche, sulla nessuna informazione che è stata assicurata. Si faccia portare dall’ufficio stampa gli articoli di Lirio Abbate, Paolo Biondani e Giunti; e in un sussulto di pudore, taccia e cerchi di farsi dimenticare.


Giornalista professionista, attualmente lavora in RAI. Dirige il giornale telematico «Notizie Radicali», è iscritto al Partito Radicale dal 1972, è stato componente del Comitato Nazionale, della Direzione, della Segreteria Nazionale.

11 gennaio 2013

CARCERI: STRASBURGO CONDANNA ITALIA, SOVRAFFOLLAMENTO

CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO: CONDANNA DELL'ITALIA SU RICORSI PROPOSTI DAL COMITATO RADICALE PER LA GIUSTIZIA PIERO CALAMANDREI. BENE LA SENTENZA PILOTA, ORA L'ITALIA HA SOLO UN ANNO DI TEMPO.


Dichiarazione dell'avv. Giuseppe Rossodivita, Segretario del Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei:


"Accogliamo la sentenza odierna della Corte Europea dei diritti dell'Uomo con grande soddisfazione e, al contempo, con grande sofferenza per il nostro Paese. Tre casi su sette, decisi dalla Corte con questa sentenza pilota, sono casi che abbiamo seguito nell'ambito dell'iniziativa assunta dal Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei.


C'è soddisfazione, politica e professionale, perché si tratta di una sentenza adottata con la procedura della sentenza pilota; per cui la Corte, rigettando tutte le difese avanzate dal Governo Italiano, alcune persino imbarazzanti, certifica ufficialmente l'esistenza di un problema strutturale all'origine della violazione dei diritti umani dei detenuti ed invita l'Italia, entro un anno di tempo, ad individuare una soluzione a questo problema che la pone strutturalmente al di fuori della Convenzione Europea dei diritti dell'Uomo.


In questo contesto la Corte avvisa l'Italia che sono centinaia i ricorsi in attesa di essere decisi, che il loro numero è in continuo aumento e che la loro trattazione rimarrà sospesa per un anno in attesa dei provvedimenti che l'Italia adotterà, invitando altresì lo Stato a sensibilizzare la magistratura nel senso di ampliare il ricorso alle misure alternative al carcere e a ridurre l'anomalia tutta Italiana per cui il 40% dei detenuti sono presunti innocenti in attesa di giudizio"


CARCERI:  STRASBURGO CONDANNA ITALIA, SOVRAFFOLLAMENTO
 
DETENUTI IN CELLE TROPPO PICCOLE, TRATTAMENTO INUMANO
 (ANSA) - STRASBURGO, 8 GEN - L'Italia viola i diritti dei detenuti tenendoli in celle dove hanno a disposizione meno di 3 metri quadrati. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha quindi condannato l'Italia per trattamento inumano e degradante di 7 carcerati detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza. (ANSA)
DETENUTI IN CELLE TROPPO PICCOLE, TRATTAMENTO INUMANO
(ANSA) - STRASBURGO, 8 GEN - L'Italia viola i diritti dei detenuti tenendoli in celle dove hanno a disposizione meno di 3 metri quadrati. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha quindi condannato l'Italia per trattamento inumano e degradante di 7 carcerati detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza. (ANSA)



STRASBURGO CONDANNA ITALIA, SOVRAFFOLLAMENTO (2)
(ANSA) - STRASBURGO, 8 GEN - La Corte ha inoltre condannato l'Italia a pagare ai sette detenuti un ammontare totale di 100 mila euro per danni morali. Nella sentenza la Corte invita l'Italia a porre rimedio immediatamente al sovraffollamento carcerario. (ANSA)          

STRASBURGO A ITALIA, SOVRAFFOLLAMENTO È STRUTTURALE
(ANSA) - STRASBURGO, 8 GEN - Nella sentenza di condanna emessa oggi, i giudici della Corte europea dei diritti umani constatano che il problema del sovraffollamento carcerario in Italia è di natura strutturale, e che il problema della mancanza di spazio nelle celle non riguarda solo i 7 ricorrenti: la Corte ha già ricevuto più di 550 ricorsi da altri detenuti che sostengono di essere tenuti in celle dove avrebbero non più di 3 metri quadrati a disposizione. I giudici chiamano quindi le autorità italiane a risolvere il problema del sovraffollamento, anche prevedendo pene alternative al carcere. I giudici domandano inoltre all'Italia di dotarsi, entro un anno, di un sistema di ricorso interno che dia modo ai detenuti di rivolgersi ai tribunali italiani per denunciare le proprie condizioni di vita nelle prigioni e avere un risarcimento per la violazione dei loro diritti. Con la sentenza emessa oggi l'Italia viene condannata una seconda volta per aver tenuto i detenuti in celle troppo piccole. La prima condanna risale al luglio del 2009 e riguardava un detenuto nel carcere di Rebibbia di Roma. Dopo questa prima condanna l'Italia ha messo a punto il «piano carceri» che prevede la costruzione di nuovi penitenziari e l'ampliamento di quelli esistenti oltre che il ricorso a pene alternative al carcere. (ANSA).

SEVERINO,AVVILITA MA NON STUPITA DA SENTENZA
(ANSA) - ROMA, 8 GEN - «Sono profondamente avvilita ma purtroppo l'odierna condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo non mi stupisce», «c'era da aspettarselo». Cos il ministro della Giustizia Paola Severino sulla sentenza di Strasburgo sul sovraffollamento carcerario. Per le carceri italiane, aggiunge, sono urgenti «misure strutturali». (ANSA).

SEVERINO, NO CAMPAGNA ELETTORALE SU PELLE DETENUTI
(ANSA) - ROMA, 8 GEN - «Non è consentito a nessuno fare campagna elettorale sulla pelle dei detenuti». Lo afferma il ministro della Giustizia Paola Severino che dopo la sentenza della Corte di Strasburgo sulle carceri, torna a manifestare la propria «amarezza» per quel che è successo con il ddl del governo sulle misure alternative, che «andava nella direzione» indicata da Strasburgo, ma «il Senato ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per approvarlo in via definitiva». (ANSA).

GONNELLA (ANTIGONE), SENTENZA STRASBURGO EPOCALE

(ANSA) - ROMA, 8 GEN - «La condanna da parte della corte europea dei diritti umani è una sentenza epocale che rischia di costare all'Italia un'enormità di risarcimenti. Sono infatti oltre 500 i ricorsi presentati da detenuti per le condizioni disumane e degradanti in cella». Lo dichiara Patrizio Gonnella, presidente dell'associazione Antigone, che si batte per i diritti nelle carceri, che ha già presentato 140 ricorsi, di cui molti collettivi. «Ora l'Italia - spiega Gonnella - in base alla sentenza, ha un anno di tempo per rimediare».(ANSA).

CONSIGLIO RIFUGIATI, VIOLANO DIRITTI FONDAMENTALI

(ANSA) - ROMA, 8 GEN - Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir) accoglie con grande soddisfazione la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che ha condannato l'Italia per trattamento inumano e degradante a causa del sovraffollamento nelle carceri. Quello di oggi - sottolinea il Cir in una nota - è un caso pilota, una sentenza fondamentale, perché non si applica solamente al caso in oggetto ma sancisce che il sovraffollamento delle carceri è un problema strutturale del sistema penitenziario italiano e obbliga il Governo a mettere in atto, entro un anno dall'entrata in vigore della sentenza, dei rimedi che siano in grado di contrastare in maniera adeguata questo fenomeno. «È evidente che il tema delle carceri e delle condizioni di detenzione non può più passare in secondo piano. Questa sentenza obbliga finalmente a inserire in modo chiaro e inequivocabile la riforma del sistema carcerario nell'agenda politica di chi si candida a governare il Paese» dichiara Fiorella Rathaus, responsabile dei programmi Cir di riabilitazione e cura per le vittime di tortura. «Inoltre - aggiunge - ci sembra importante cogliere anche questa occasione per sottolineare che in Italia è ancora assente dal codice penale il reato di tortura. Questa assenza ha reso impossibile perseguire in maniera adeguata diversi atti di tortura denunciati negli ultimi anni. L'assenza del reato di tortura e la pratica strutturale di condizioni di detenzione disumane e degradanti costituiscono due vergogne per un Paese che si vuole civile, ed è veramente giunto il momento che in Italia queste tematiche fondamentali vengano affrontate» conclude. (ANSA).

MANTINI, DEPENALIZZAZIONE E AMNISTIA REATI MINORI
(ANSA) - ROMA, 8 GEN - «La nuova condanna dell'Italia da parte della Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo per il disumano sovraffollamento delle carceri deve far riflettere sulla necessità di porre tra le priorità della nuova legislatura una seria depenalizzazione accompagnata da un'amnistia per i reati minori». Lo afferma Pierluigi Mantini (Udc). «È necessario cambiare indirizzo con sanzioni alternative, civili e amministrative, e la previsione del carcere solo per i reati più gravi. Ed occorrono istituti penitenziari più civili, con più lavoro per i detenuti e massima sicurezza solo in caso di pericolosità sociale. È necessaria una vera svolta, ci saranno altre condanne dell'Italia da parte della CEDU perchè il requisito dei tre metri quadrati di spazio vitale per detenuto non è rispettato», conclude. (ANSA).

SOVRAFFOLLAMENTO AL 142%, MAGLIA NERA UE
  (ANSA) - ROMA, 8 GEN - L'Italia è maglia nera in Europa per la condizione degli istituti. Il tasso di sovraffollamento delle carceri italiane, secondo l'ultimo rapporto di Antigone, l'associazione che si batte per i diritti nelle carceri, è del 142,5%, dunque ci sono oltre 140 detenuti ogni 100 posti letto, mentre la media europea è del 99,6%. Rispetto a questi numeri record ci sono regioni che statisticamente stanno anche peggio: la Liguria è al 176,8%, la Puglia al 176,5%, il Veneto a 164,1. E ci sono casi limite, in cui il numero dei detenuti è più che doppio rispetto ai posti regolamentari, come nel carcere messinese di Mistretta (269%), a Brescia (255%) e Busto Arsizio (251%). In questi due istituti, come in altre del Nord la presenza di stranieri è superiore a quella degli italiani. A San Vittore (Milano) su 100 detenuti 62 sono stranieri, a Vicenza 65. Le percentuali più alte di stranieri tra i detenuti si registrano in Trentino Alto Adige (69,9%), Valle d'Aosta (68,9%) e Veneto (59,1%). Le più basse in Basilicata (12,3%), Campania (12,1%) e Molise (11,8%). (ANSA).

9 gennaio 2013

da Notizie Radicali: Valter Vecellio - Ci voleva la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo…




Da: Notizie Radicali

Dunque, "nuovo grave richiamo alla insostenibilità della condizione in cui vive gran parte dei detenuti nelle carceri italiane"… "mortificante conferma della perdurante incapacità del nostro Stato a garantire i diritti elementari dei reclusi"… "ingiustificabile stato di cose"; e ancora: "…Il Parlamento avrebbe potuto, ancora alla vigilia dello scioglimento delle Camere, assumere decisioni, e purtroppo non l'ha fatto. La questione deve ora poter trovare primaria attenzione anche nel confronto programmatico tra le formazioni politiche che concorreranno alle elezioni del nuovo Parlamento così da essere poi rimessa alle Camere per deliberazioni rapide ed efficaci".

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20 dicembre 2012

da Notizie Radicali: “Tutte le grandi cose sono semplici”

Winston Churchill diceva che "tutte le grandi cose sono semplici e molte possono essere espresse in semplici parole: Libertà, Giustizia, Onore, Dovere, Pietà e Speranza".

Ed è semplice il messaggio che Marco Pannella sta declinando da mesi, da anni, in questi giorni, in queste ore, dando corpo alla speranza facendosi speranza. Giustizia,amnistia, Libertà, Legalità, Diritto, Diritti, Proposta e non Protesta.

 Vai all'articolo di Maurizio Bolognetti

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19 dicembre 2012

Notizie Radicali: Ristretti Orizzonti - Ascoltare Marco Pannella… se qualcuno conoscesse davvero la disperazione delle galere!


Non servono gli appelli a Marco Pannella a cessare lo sciopero della fame e della sete.

Anche noi di Ristretti Orizzonti ci associamo a quanto ha detto oggi Emma Bonino:

"Gli appelli non servono a nulla. E non è di questo che lui vuole che noi parliamo. La sete di Marco è sete di giustizia e sete di legalità".

BISOGNA ascoltare Marco Pannella: se qualcuno conoscesse davvero la disperazione delle galere e avesse il coraggio di ascoltare chi da anni si batte per riportare a condizioni di legalità il sistema penitenziario italiano, forse finalmente non si parlerebbe sempre di "emergenza carceri", ma si affronterebbero i temi della giustizia e dell'esecuzione della pena come temi forti, importanti, strategici per tutto il Paese.

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W le differenze - W la parità di diritti e doveri
abbasso la falsità e l'ipocrisia
abbasso le omologazioni egualitariste
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22 ottobre 2012

URGENT: Yarls Wood Freedom Fighters OUT OF JAIL! / Libertà per le detenute di Yarls Wood FUORI DALLA GALERA!



Le donne detenute nel Centro
Yarls Wood di immigrazione e rimpatrio stanno organizzandosi per combattere per la loro libertà, i loro diritti fondamentali e fornire un supporto per le altre. Hanno istituito nel Centro un gruppo del Movimento per la giustizia  che all'inizio di ottobre era forte di 40 donne - lesbiche ed etero, che fuggono persecuzioni anti-gay, traffico di esseri umani, abuso sessuale e matrimonio forzato, mutilazioni genitali femminili e  persecuzioni come attivisti politici donne. Il gruppo riunisce donne provenienti da ogni parte dell'Africa, dei Caraibi, del mondo arabo, dall'Iran, India e Pakistan - cristiani, musulmani o di nessuna religione. La sua prima vittoria è stata quella di sfidare le tattiche divide et impera praticate dal sistema di detenzione razzista.
La lotta delle donne
del Centro Yarls Wood per la giustizia sono drasticamente cresciute la scorsa settimana a causa del maltrattamento brutale di una di loro - Christine Nankya, una richiedente asilo di 28 anni dell' Uganda e membro del Movimento per il gruppo Giustizia. Lunedi mattina, 15 ottobre, è stata prelevata dalla sua stanza nel tentativo di metterla su un volo per riportarla in Uganda. Urlando di terrore ha lottato per resistere al rimpatrio forzato. E 'stata trascinata nuda sul pavimento da 5 o 6 guardie, nuda a parte una coperta frettolosamente gettato su di lei.
Christine era sfuggita una vita di abuso e stupro da parte di suo padre e in Gran Bretagna ha vissuto senza fissa dimora ed è stato portato in carcere nel mese di aprile di quest'anno. Era nel
Centro Yarl's Wood poichè tentava il suicidio Aveva preso un sovradosaggio di pillole prima di un tentativo di espulsione precedente. Le donne del Centro Yarl's Wood arrabbiate e indignate  hanno tenuto in 120 una manifestazione nella sala da pranzo all'ora di pranzo lunedi: hanno votato all'unanimità di sostenere le richieste del Movimento per il gruppo Giustizia e chiedere la restituzione di Christine. Questo è stato un enorme passo avanti nella lotta contro il sistema di immigrazione ingiusto.
Grazie a lei stessa alla sua lotta e a quella delle sue compagne detenute,  Christine non è stato espulso. Dopo che due altri centri di detenzione si sono rifiutati di prenderla è stata restituita al
del Centro Yarls Wood martedì mattina con enorme gioia di tutte le donne.

Il giorno dopo, 100 donne sono riunite nuovamente nella sala da pranzo dove il Movimento per la giustizia ha annunciato una dimostrazione anti-detenzione a Lunar House, il quartier generale UKBA a Croydon. Le manifestanti si sono unite con entusiasmo a partecipare al grido di "Le donne  del Centro Yarls Wood - libere adesso!", "UKBA - razzista, sessista, anti-gay"

Sia l' UKBA che la gestione Serco del Centro Yarl's Wood, sicuri della loro forza, sono state spaventate dall' orgogliosa affermazione delle donne. Hanno passato gli ultimi tre giorni a cercare di infondere un rinnovato clima di paura, con ripetute lock-down e molestie. Per giunta  Giovedi e Venerdì hanno dato un gran numero di indicazioni per i voli di rimpatrio delle donne nelle settimane prossime, distribuendo rifiuti di asilo -anticipando le azioni programmate per ottenere il massimo effetto.Sette donne che hanno svolto un ruolo di primo piano nella lotta per la giustizia sono state sequestrate e isolate e la maggior parte di esse è stata spostata dal Centro Yarls Woode dispersa in varie prigioni. A sei delle donne è stato chiesto di partecipare ad una riunione per discutere le loro richieste nel pomeriggio di Giovedi. Sono state portate in una stanza, ma non c'era nessun incontro. Sono state chiuse dentro, picchiate, ammanettate e loro telefoni presi e spenti. Cinque sono stati portate via. Venerdì mattina a una donna pakistana musulmana che aveva tradotto i lavori della riunione di Lunedi e Mercoledì in hindi e urdu per le altre donne asiatiche è stato chiesto di andare a una riunione "per discutere le loro esigenz" e da allora è scomparsa.
Le donne del gruppo Movimento per la Giustizia di Centro Yarls Wood  mantengono la loro organizzazione, continuando il loro impegno in riunione plenaria sull' esigere i loro diritti, parlando con i giornalisti e la raccolta di prove delle ingiustizie subite continua. La loro lotta è tutta nostra. Questo attacco brutale razzista e sessista da parte dello Stato britannico ai più fondamentali diritti civili, giuridici e democratici è un oltraggio che dobbiamo sfidare. Questa è una battaglia per tutto il nostro futuro. Nessuna nazione che voglia essere autonoma, integrata e progressista può permettere che continui questo tipo velenoso di aggressioni da stato di polizia.
Spetta a tutti coloro che sono dalla parte del diritto delle donne a vivere libere da abusi, e sono per la dignità e l'umanità di tutti,
di agire subito, anche per tutti coloro che vivono qui, con o senza cittadinanza. Aiuta a far circolare queste notizie fuori di qua, dille a tutti quelli che conosci,chiama il tuo governo, la stampa, e le organizzazioni, dì a tutti che tutte le donne che stanno reclamando per i loro diritti hanno il diritto di farlo ma subiscono ritorsioni, chiedete che vengano ritirati loro tutti i biglietti, toglieteli di mezzo in quanto non vi è alcuna difesa in queste circostanze.

CRONOLOGIA:Lunedi 15 ottobre: Christine Nankya trascinata fuori da
Centro Yarls Wood - 120 donne si riuniscono in mensa a discutere e votare sulle richieste tra cui il ritorno di Christine. Le richieste sono state consegnate attraverso il gestore Serco .
Martedì 16 ottobre: Christine è stato restituito al
Centro Yarls Wood. Alice Nji, uno degli organizzatori del gruppo MFJ il cui caso era stato respinto con la motivazione che lei e il suo partner non aveva fatto abbastanza per 'provare' la sua sessualità gay, è stato deportata in Camerun.Mercoledì 17 ottobre: MFJ ha tenuto una dimostrazione presso la sede UKBA a Croydon. Le donne del Centro Yarls Wood (circa 120-200) si sono riunitein contemporanea in mensa, hanno discusso di quello che stava accadendo, il ritorno di Christine, la deportazione di Alice e si sono unite con la manifestazione in viva voce. Quando le donne hanno cercato di lasciare la mensa e di tornare alle loro stanze sono state tenuti sequestrate in un corridoio senza acqua né cibo per circa 8 ore per essere rilasciato solo a tarda notte con la perquisizione di ognuna (vedi sotto per conto Aderonke Apata di di questo). Sono poi state chiuse in un sotterraneo fino al pomeriggio seguente.
Giovedi 18 Ottobre: Nel pomeriggio (subito dopo che Aderonke era riuscita a inviare la sua relazione del giorno precedente), con il pretesto di voler 'discutere' le richieste delle donne, sei donne sono state prese dalle loro unità (vedi lista sotto), mentre il resto è rimasto in 'blocco'. MFJ ha cominciato a sentire che le donne mancavano solo nel tardo pomeriggio, e tutti i tentativi di contatto con esse non sono riusciti.
Venerdì 19 ottobre: Oggi un'altra donna, Shazia Aslam, è stata presa dal gruppo sotto la copertura stessa di 'negoziazione', i beni di tutte e sette le donnesono stati rimossi dalle loro camere e gli eventuali di altri detenuti e persone al di fuori di detenzione sono stati bloccati. Alla fine, un parente ha raggiunto una delle donne che hanno riferito di essere stati chiusi in una stanza, battuto da molte guardie di sesso maschile,essere state accusate di " incitarmento alla rivolta' e ha affermato che erano stati mandati in prigione prima di essere separati.

 
Le donne che sono già state prese ...Aderonke Apata - Nigeria - detenuta in unità di isolamento in Centro Yarls Wood
Sarah Najjuma - ugandese -detenuta a Holloway Prison, Londra
Mya Fore - Zimbabwe - detenuta nel carcere di PerboroughAbala Bello - Nigeria - non si sa
Eunice Williams - Giamaica -
non si sa
Sophine Barnet - Giamaica -
non si sa
Shazia Aslam - Pakistan -
non si sa

*********************

Abbiamo bisogno che si sappia ovunque ciò che sta accadendo nel
Centro Yarls Wood: sia un blog, un giornale locale o studentesco, o di una comunità o di una radio, abbiamo bisogno di scriverci.
Siamo in grado di mettervi in contatto con alcune delle donne d
el giornale locale
di Yarls Wood per ottenere le notizie dirette. Abbiamo bisogno di persone che chiamino il centro di detenzione, il Primo Ministro, insomma che facciano pressione su tutto per portare alla luce questa ingiustizia.
 

Siete pregati di chiamare il 07587693316 Tony, Karen su 07535637147 o 07930302263 Antonia se pensate che ci sia qualcosa che potete fare al riguardio.
Questa è la relazione di Aderonke Apata dall'interno del Centro Yarls Wood prima che fosse deportata in un luogo sconosciuto ... (Aderonke è la lesbica della Nigeria il cui ricorso è stato respinto di recente con la motivazione di non credere la sua sessualità lesbica)
 
"Nessun accesso gratuito a internet più dopo la dimostrazione di ieri in Centro Yarls Wood che ha portato l'intero sistema di Serco e UKBA ad essere bloccato. E 'un peccato che Alice Nji  sia stata  ammanettata e stesa a terra da 6 guardie di scorta, pesantemente picchiata e torturata. Mi ha ricordato quel che è successo a me  quando hanno interrotto il mio rimpatrio in Ghana.
Qui in
Yarls Wood c'è stata una dimostrazione che è durata quasi 8 ore in totale.
Le persone che manifestavano pacificamente sono state rinchiuse e intrappolate lungo un corridoio senza ventilazione. Abbiamo avuto più di 200 donne ficcate là, comprese quelle con malattie cardiachee anziane ultra sessantenni, le hanno lasciate a soffocare e svenire mentre i Responsabili di Serco e il personale li guardava essere in difficoltà.Siamo state minacciate, intimidite e oppresse solo per manifestare pacificamente per la nostra libertà! L'intero sistema è divide et impera.
Sono rimasta stupita dall'unità tra le donne espressa ieri cioè da gente proveniente da background religiosi e culturali diversi e diverse nazionalità, tutte assieme tanto da far tremare dalle fondamenta questo centro di detenzione !
Sono aumentate le intimidazioni e la repressione diretta verso di noi.
Nessuna libertà di movimento. Eravamo tutte bloccate oggi (15 ottobre) fino all' 1:30 ovvero niente accesso a internet dove potremmo dare/ottenere informazioni per sostenere le loro ragioni in particolare quello sul sistema Fast Track: ci sono solo due giorni per fare appelli / ecc applicazione Se qualcuno avesse voluto collegarsi per stampare materiali, per recensioni Giudiziaria per fermare i biglietti ( quelli per il rimpatrio forzato -ndT), non c'è stato tale accesso fino ad oggi 01:30.

 
Siamo state informate da persone nuove che sono state portata di nuovo al
Centro Yarls Wood ieri che innumerevoli elicotteri si libravano sulla rotonda, in tutto il centro è massiccia la presenza di polizia, e nessuna visita sociale è stato permesso. In poche parole non vi era alcuna attività, tutto è rimasto fermo.

 
A coronare il tutto, hanno dovuto sottoporci a un'altra umiliazione imponendoci di esser perquisite, prima di avere il permesso di rientrare nelle nostre unità, nonostante il fatto che nessuna ha lasciato il corridoio in cui eravamo intrappolate, senza contatto con nessuno dal mondo esterno, eccAbbiamo avuto
alla manifestazione quattro incidenti causati dalla mancanza di ventilazione. Due donne collassate per disturbi cardiaci, come già detto, una donna oltre i 60 anni  molto, molto disidratata è quasi svenuta, mentre un altra aveva il naso sanguinante. Sono stati tutti visitati dai loro paramedici.Come sto ve lo dico dopo, guardo il computer come al solito. In ogni caso la mia e-mail è già stata violata prima d'ora.
Siamo riuscite a prendere contatti con alcune organizzazioni dei media durante la manifestazione di ieri. Questa mattina ho avuto un'intervista in diretta con la BBC Radio intorno 8.00hrs.
Si prega di diffondere la notizia e lasciare che il mondo intero sappia di questo campo di concentramento chiamato centro di rimozione gestito dal UKBA via Serco loro contraente. "
Sostenete
la petizione delle donne del  Centro Yarls Wood !

07504 084 033 (txt 2 get call back) 
@followMFJ
Women's Fight for Justice


No Retaliation! No Repression! No deportations!
FREEDOM FIGHTERS OUT OF JAIL!
DEMONSTRATE @ 1pm SHARP!
Tuesday 23rd October 2012
Home Office HQ, Marsham st, Westminster SW1P
(on corner of Horseferry rd. Westminster or Victoria tube.  Buses: 88, 507, 148 & walk down Great Smith St to Marsham St.) 
To meet and walk there together meet by Big Ben at 12.30pm