Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.
LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

12 novembre 2015

Bisogna reinventare la scuola superiore?

Alcuni hanno appena "scoperto" ( almeno l'hanno scoperto in qualche redazione) che il tasso di abbandono scolastico nel nostro civile Paese, l'Italia, è PREOCCUPANTE.
Il fenomeno mi è personalmente ben noto e fin da quando ero in servizio nella scuola media superiore di stato mi sono occupata di individuare modi e mezzi per contrastarlo, ma quanto pare le tecniche che avevo messo in atto con successo con gli studenti nelle scuole dove lavoravo fin da più di 30 anni fa, sono ormai poco utilizzate, e i risultati sono evidenti da questi dati scientifici qui sotto. 

Una indagine Piaac, condotta nei paesi Ocse, fornisce una interessante serie di informazioni
sui livelli di competenza alfabetica e numerica della popolazione tra i 16 e i 65 anni.

Ancora una volta gli indicatori italiani sono tra i più bassi: nel 2012, il punteggio
medio ai test di competenza alfabetica delle persone di 16-65 anni colloca
l’Italia all’ultimo posto tra i paesi dell’area considerata (250 punti contro una media
Ocse di 273 e un punteggio di Finlandia e Giappone superiore a 280). 

Analoga la situazione per il punteggio ai test di competenza numerica
L’Italia (247) è il penultimo paese, molto lontana dalla media Ocse (269). 
Dando un’altra chiave di lettura in cui i punteggi sono raggruppati in classi che corrispondono a diversi livelli di competenza, l’Ocse mette in evidenza che solo il 30% circa degli italiani tra i 16 e i 65 anni raggiunge un livello accettabile di competenza alfabetica, mentre un altro 30% è ad un livello così basso che non è in grado di sintetizzare un’informazione scritta.
Tutto ciò indica una situazione diffusa e preoccupante del cosiddetto "analfabetismo di ritorno", che probabilmente si annida negli abbandoni del percorso scolastico dell'istruzione media superiore, se dobbiamo affidarci alle percentuali Istat delle scuole per l'infanzia e primaria come riportato sotto 


[...] Nel 2011-12, la quasi totalità dei bambini di 4-5 anni partecipa alla scuola dell’infanzia (95,1%) con minime differenze territoriali. Il tasso di partecipazione dei bambini di questa età alla scuola dell’infanzia o alla scuola primaria raggiunge addirittura il 96,8%, un valore superiore, sia alla media europea (93,2%)5 sia al target europeo che indica per il 2020 un tasso di inserimento nel sistema di formazione del 95% per i bambini di 4-5 anni.[...]

Per quanto riguarda il tasso di iscrizione all'università, sempre secondo Istat:

[...] 29,8% nel 2012/2013 in calo... ha coinvolto principalmente le donne, per le quali i tassi di immatricolazione si sono ridotti dal 40,6% nel 2007/2008 al 36,4% nel 2012/2013; gli uomini, che hanno tassi molto più bassi, presentano invece un calo più contenuto (dal 26% del 2007/2008 al 24,9% del 2012/2013). Questo fenomeno andrà monitorato perché potrebbe determinare una
battuta d’arresto nel progressivo avvicinamento dell’Italia agli altri Paesi europei.

La quota di Neet  - i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano - che tra il 2004 e il 2009 si era mantenuta quasi stabile tra il 19% e il 20,5%, è aumentata [...] nel 2012, raggiunge il 23,9% (in aumento rispetto al 22,7% del 2011) e, nel 2013, subisce un aumento ancora più consistente raggiungendo il 26%, più di 6 punti percentuali al di sopra del periodo pre-crisi. 
Tra i Neet aumenta decisamente la componente di disoccupati: pari al 34,1% nel 2011, diventa il 42,2% nel 2013, con un incremento di 8 punti percentuali. Parallelamente, diminuisce di 5 punti la quota di inattivi che cercano o sono disponibili a lavorare (dal 37,4% del 2011 al 32% del 2013) e si riduce leggermente anche la quota di inattivi che non cercano e non sono disponibili (dal 28,5 al 25,8%)

Per approfondire ulteriormente:



Ecco, pensate che quanto proposto in USA( vedere qui sotto) possa essere una prassi utilizzabile anche in Italia? 
AMg


La Casa Bianca, Washington
Vogliamo parlare un po' delle scuole superiori della nostra nazione.
Nel 2008, il Dipartimento della Pubblica Istruzione ha richiesto a tutti gli stati, per la prima volta, di utilizzare lo stesso calcolo per il loro tasso di diploma di scuola superiore - una misura chiave di responsabilità  che questa amministrazione ha abbracciato. Nel 2010, il presidente Obama e il Segretario Duncan si sono uniti nell' America’s Promise Alliance presso la Camera di Commercio degli Stati Uniti per lanciare la campagna GradNation, ovvero la fissazione di un obiettivo nazionale di un 90 per cento di tasso di completamento del liceo entro il 2020.
Stiamo vedendo risultati tangibili.
I tassi di diploma di scuola superiore sono aumentati e continuano ad aumentare in tutta l'America. I dati preliminari del Dipartimento della Pubblica Istruzione per l'anno scolastico 2013-2014 mostrano un restringimento del divario tra studenti provenienti da famiglie a basso reddito, studenti di colore, studenti con disabilità, studenti di lingua inglese, con i loro coetanei.
Questo aumento dei tassi di diploma è il risultato di un duro lavoro di milioni di giovani, famiglie, educatori, amministratori comunali, imprenditori e politici che si sono uniti per creare futuro più luminoso per i giovani.
Ma mentre noi celebriamo questo progresso, dobbiamo essere più intelligenti e più persistenti, se vogliamo continuare ad alzare i tassi di diplomati per tutti gli studenti.
I giovani devono essere una voce rispettata al centro del cambiamento. L'unico modo in cui funziona è se essi sono una parte del processo.
L'ultimo rapporto esterno del nostro istituto di ricerca ha chiesto ai giovani che hanno lasciato la scuola senza diploma che cosa li avrebbe aiutati rimanere a scuola. Ecco cosa abbiamo trovato:
La più potente "innovazione" per contribuire al successo degli studenti è il supporto da parte di adulti nelle scuole che se ne preoccupano. I giovani ci hanno detto che hanno bisogno di un'ancora, qualcuno di cui si possono fidare, che sia una presenza stabile nella loro vita. Ancora meglio è una rete di sostegno fatta tra adulti e coetanei per aiutarli a navigare in modo autonomo attraverso le sfide della vita verso la laurea e una vita adulta di successo.
Gli studenti che non si diplomano in tempo sono stati stigmatizzati come 'abbandoni'. Ma abbiamo ascoltato questi giovani e imparato a conoscere le sfide complesse e straordinarie che devono affrontare - abitazioni precarie, insicurezza alimentare, traumi, violenze, abusi fisici ed emotivi, e bullismo. Lasciare la scuola dovrebbe essere l'ultima risorsa - ma può anche apparire come la loro unica possibilità. Siamo umiliati dalla determinazione di questi studenti non solo a sopravvivere, ma anche a voler vivere una vita sicura e significativa e realizzare i loro sogni.
Oggi vogliamo applaudire coloro che partecipano alla Casa Bianca al vertice Next Generation High School per lavorare insieme per accelerare l'innovazione che crea le condizioni in base alle quali tutti i bambini hanno una reale possibilità di avere successo.
Vogliamo incoraggiare tutti coloro che partecipano alla conversazione di oggi ad essere guidati dalla migliore prova di ciò che funziona. Speriamo di poter 'ridisegnare' il percorso in modo tale che gli insegnanti e gli altri adulti nelle scuole abbiano il tempo e la prospettiva di creare relazioni reali e positive ad ogni turno.
E, infine, cerchiamo di essere persistenti: le politiche, le pratiche e gli stigmi che contribuiscono alle lacune in questo paese ci mettono molto tempo per trasformarsi in opportunità - e per giunta ci vorrà del tempo e attenzione per smantellarle.
Grazie,

Generale Colin L. Powell, Stati Uniti d'America (Ret.)
 Founding Chair, America’s Promise Alliance
Alma J. Powell
 Chair, America’s Promise Alliance

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