Roma, 17 dicembre 2014
L’Associazione Radicale Certi Diritti e il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute Onlus si uniscono alle celebrazioni del 17 dicembre, Giornata internazionale per porre fine alla violenza contro i lavoratori e le lavoratrici del sesso.
«Intendiamo sottoporre all'attenzione della società la necessità di depenalizzare la prostituzione e di riconoscere i diritti del lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici del sesso come un modo per combattere lo stigma e la violenza», afferma Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti.
Pia Covre, presidente del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute Onlus, dichiara: «Partecipiamo alla celebrazione di questa giornata ribadendo che chi esercita questo lavoro chiede di uscire da una vita di sotterfugi, discriminazioni, arresti, vergogna, ricatti, isolamento, rischio e violenza».
In questa giornata, le due associazioni fanno richieste precise che vanno dall’immediata revisione della Legge Merlin, all’eliminazione delle politiche repressive come le “ordinanze dei Sindaci”, da migliori condizioni di lavoro a uguali diritti anche per le lavoratrici e i lavoratori del sesso.
Presentare infine il documento - Considerazioni per l'empowerment dei lavoratori e delle lavoratrici del sesso - elaborato nell’ambito del progetto europeo INDOORS (empowerment e strumenti per l’acquisizione di abilità per le lavoratrici e i lavoratori del sesso nazionali ed immigrate/i che lavorano in-visibili), un partenariato di nove organizzazioni in nove paesi europei.
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23 ottobre 2014
seminario della Comunità Papa Giovanni XXIII su tratta e prostituzione
Lotta alla prostituzione per prevenire la tratta di persone e lo sfruttamento sessualeMartedì 28 Ottobre 2014, ore 11-13Sala Aldo Moro, Camera dei DeputatiPalazzo Montecitorio, ingresso principale – RomaIl seminario, promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII insieme all'on. G. Gigli, intende approfondire il tema del traffico di esseri umani e dello sfruttamento prostitutivo. La situazione delle vittime di tratta in Italia è sempre allarmante nonostante gli sforzi straordinari di tanti attori. Pertanto, l'obiettivo del seminario è duplice. Da un lato, si intende fornire un approfondimento sulla necessità di dotarsi di un'efficace legislazione che, colpendo direttamente la domanda, permetta la liberazione delle persone sfruttate sessualmente. Dall'altro, si vuole sottolineare l'importanza di adeguate misure che scoraggino la domanda all'interno del Piano Nazionale Antitratta.Il programma prevede i seguenti interventi:· Vittoria Luda di Cortemiglia, United Nation Interregional Crime and Justice Research InstituteIl fenomeno tratta ai fini di sfruttamento sessuale in Italia e nel mondo· Gianluigi Gigli (Gruppo per l'Italia), deputatoUn Progetto di Legge nella direzione del modello nordico-svedese· Silvia Costa (PD), europarlamentareLa visione politica europea· Giovanni Paolo Ramonda, Responsabile Generale Comunità Papa Giovanni XXIIILiberiamo le vittime: azioni efficaci contro la tratta· Irene Ciambezi, operatrice antitratta della Comunità Papa Giovanni XXIIICosa vive una donna vittima di sfruttamento sessuale· Testimonianza di una vittima di tratta· Italo D'Angelo, già Questore di Pesaro-UrbinoStrumenti e limiti d'intervento possibili con l'attuale legislazione· Ermenegilda Siniscalchi, Capo Dipartimento Pari Opportunità (in attesa di conferma)Misure di contrasto alla domanda previste nel Piano Nazionale AntitrattaRSVP340 5475343La prenotazione è obbligatoria ai fini dell’accreditamento e per il pass.La scadenza per le iscrizioni è Venerdì 24 Ottobre alle ore 12.30.Dato il numero limitato di posti disponibili, il solo criterio sarà l'ordine cronologico di iscrizione.E' obbligatoria la giacca per gli uomini. Portare un valido documento di riconoscimento.Eventuali macchine fotografiche e strumenti di ripresa devono essere comunicati con la richiesta di accredito. I minorenni non possono accedere a Palazzo.
22 febbraio 2014
PIÙ DI 554 ASSOCIAZIONI E 56 RICERCATORI CHE CHIEDONO DI RESPINGERE IL RAPPORTO HONEYBALL SULLA PROSTITUZIONE
Roma, 21 febbraio 2014
L’Associazione Radicale Certi Diritti e il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute sono tra le più di 554 associazioni europee rappresentanti la società civile che, con 56 accademici e ricercatori, chiedono al Parlamento Europeo di respingere il rapporto di Mary Honeyball, Parlamentare Europea londinese, che sarà discusso in una sessione a Strasburgo il prossimo 25 febbraio e che promuove la criminalizzazione dei clienti delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso.
554 NGO e associazioni, così come 56 fra accademici e ricercatori di scienze sociali, scienze politiche e di salute pubblica hanno firmato lettere indirizzate ai Parlamentari Europei chiedendo di respingere un rapporto presentato dalla parlamentare Mary Honeyball che chiede agli Stati membri di avallare la criminalizazione dei clienti dei lavoratori del sesso.
Per ICRSE il rapporto confonde la tra lavoro sessuale e tratta, non si preoccupa della salute dei sex workers e non è basato su prove scientifiche.
Luca Stevenson, coordinatore di ICRSE commenta: «Il modello svedese di criminalizzazione dei clienti non solo è inefficace per ridurre la prostituzione e la tratta, ma è anche pericoloso per le/i sex workers. Infatti aumenta lo stigma che è la maggiore causa di violenza contro di noi. È una politica fallimentare denunciata da tutte le organizzazioni di sex workers e da molte organizzazioni di donne, LGBT e di migranti, così come da molti organismi delle Nazioni Unite».
Tra i firmatari vi sono organizzazioni per i diritti dei lavoratori del sesso ma anche molti gruppi per i diritti delle donne ( International Planned Federation,rete di 40 membri in Europa, National Council of German Women’s Organization). In Italia è stato sottoscritto dall’Associazione Radicale Certi Diritti, dal Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, ma anche da Equality Italia, Arcigay e altre.
Pia Covre ( presidente del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute) e Yuri Guaiana (segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti) commentano: «Noi pensiamo che la sistematica criminalizzazione degli acquirenti di sesso non porterà i risultati che i sostenitori di questa idea sperano. Piuttosto, l’esperienza in Svezia ha dimostrato che la prostituzione non scompare con l’introduzione della criminalizzazione dei compratori, le attività semplicemente si nascondono nel sommerso. Questa non può essere la soluzione».
Marija Tosheva, Advocacy officer di SWAN, la Rete di Advocacy dell’Est Europa e Centro Asia spiega: “ Il rapporto non riesce a rappresentare le differenti realtà del lavoro sessuale nei contesti europei. Rinforza gli stereotipi che tutte le donne provenienti dall’Est Europa siano trafficate in Europa occidentale, mettendo a tutte l’etichetta di vittime, escludendole dal dibattito e dai processi decisionali. Alcune sex workers migrano per cercare migliori opportunità di lavoro, alcune diventano vulnerabili alla violenza e allo sfruttamento, ma etichettare tutte le sex workers come vittime di violenza e criminalizzare ogni aspetto del lavoro sessuale vuol dire distogliere lo sguardo dalla realtà per guardare a soluzioni moralistiche e repressive.”
Un gran numero di organizzazioni che si occupano di HIV, incluso European Aids Treatment group, Aids Action Group e la LILA in Italia hanno sottoscritto la lettera . Mary Honeyball cita a malapena l’HIV nel suo rapporto, apparentemente ignorando che i sex workers sono un gruppo chiave sul fronte della lotta all’HIV. Il rapporto cita la definizione sulla salute sessuale dell’Organizazione Mondiale della Sanità ma curiosamente ignora che l’OMS si pone contro il “modello svedese” perché esso ha un impatto negativo sulla vita e la salute dei sex workers in quanto limita l’accesso all’uso del condom e ad altre misure per prevenire l’HIV.
Un documento redatto e firmato da più di 40 accademici e ricercatori consiste in un contro rapporto presentato ai Parlamentari Europei che analizza la mancanza e il travisamento di prove nel rapporto di Honeyball. La lettera che accompagna il contro rapporto dice: “un voto favorevole a questo rapporto potrebbe avere gravi conseguenze su una popolazione già marginalizzata” e continua : «Il rapporto di Honeyball non riesce ad affrontare i problemi e i danni che possono crearsi nel lavoro sessuale, invece produce dati parziali, inesatti e smentiti. Noi crediamo che le politiche debbono basarsi su dati attendibili e speriamo che voterete contro la mozione per criminalizzare i clienti dei lavoratori del sesso».
Il contro-rapporto ha notato che, tra gli altri errori sorprendenti, Mary Honeyball ha completamente frainteso una relazione congiunta commissionata dal Comune di Amsterdam e dal Ministero della Giustizia olandese, confondendo, in maniera imbarazzante, i dati sui coffee shops con quelli sui postriboli.
Le 554 NGO e i 56 ricercatori firmatari delle lettere sollecitano i Parlamentari Europei a rigettare, il 27 febbraio, il rapporto di Mary Honeyballs.
Per maggiori informazioni:
http://www.sexworkeurope.org/news/general-news/more-540-ngos-and-45-researchers-demand-members-european-parliament-reject-ms
L’Associazione Radicale Certi Diritti e il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute sono tra le più di 554 associazioni europee rappresentanti la società civile che, con 56 accademici e ricercatori, chiedono al Parlamento Europeo di respingere il rapporto di Mary Honeyball, Parlamentare Europea londinese, che sarà discusso in una sessione a Strasburgo il prossimo 25 febbraio e che promuove la criminalizzazione dei clienti delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso.
554 NGO e associazioni, così come 56 fra accademici e ricercatori di scienze sociali, scienze politiche e di salute pubblica hanno firmato lettere indirizzate ai Parlamentari Europei chiedendo di respingere un rapporto presentato dalla parlamentare Mary Honeyball che chiede agli Stati membri di avallare la criminalizazione dei clienti dei lavoratori del sesso.
Per ICRSE il rapporto confonde la tra lavoro sessuale e tratta, non si preoccupa della salute dei sex workers e non è basato su prove scientifiche.
Luca Stevenson, coordinatore di ICRSE commenta: «Il modello svedese di criminalizzazione dei clienti non solo è inefficace per ridurre la prostituzione e la tratta, ma è anche pericoloso per le/i sex workers. Infatti aumenta lo stigma che è la maggiore causa di violenza contro di noi. È una politica fallimentare denunciata da tutte le organizzazioni di sex workers e da molte organizzazioni di donne, LGBT e di migranti, così come da molti organismi delle Nazioni Unite».
Tra i firmatari vi sono organizzazioni per i diritti dei lavoratori del sesso ma anche molti gruppi per i diritti delle donne ( International Planned Federation,rete di 40 membri in Europa, National Council of German Women’s Organization). In Italia è stato sottoscritto dall’Associazione Radicale Certi Diritti, dal Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, ma anche da Equality Italia, Arcigay e altre.
Pia Covre ( presidente del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute) e Yuri Guaiana (segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti) commentano: «Noi pensiamo che la sistematica criminalizzazione degli acquirenti di sesso non porterà i risultati che i sostenitori di questa idea sperano. Piuttosto, l’esperienza in Svezia ha dimostrato che la prostituzione non scompare con l’introduzione della criminalizzazione dei compratori, le attività semplicemente si nascondono nel sommerso. Questa non può essere la soluzione».
Marija Tosheva, Advocacy officer di SWAN, la Rete di Advocacy dell’Est Europa e Centro Asia spiega: “ Il rapporto non riesce a rappresentare le differenti realtà del lavoro sessuale nei contesti europei. Rinforza gli stereotipi che tutte le donne provenienti dall’Est Europa siano trafficate in Europa occidentale, mettendo a tutte l’etichetta di vittime, escludendole dal dibattito e dai processi decisionali. Alcune sex workers migrano per cercare migliori opportunità di lavoro, alcune diventano vulnerabili alla violenza e allo sfruttamento, ma etichettare tutte le sex workers come vittime di violenza e criminalizzare ogni aspetto del lavoro sessuale vuol dire distogliere lo sguardo dalla realtà per guardare a soluzioni moralistiche e repressive.”
Un gran numero di organizzazioni che si occupano di HIV, incluso European Aids Treatment group, Aids Action Group e la LILA in Italia hanno sottoscritto la lettera . Mary Honeyball cita a malapena l’HIV nel suo rapporto, apparentemente ignorando che i sex workers sono un gruppo chiave sul fronte della lotta all’HIV. Il rapporto cita la definizione sulla salute sessuale dell’Organizazione Mondiale della Sanità ma curiosamente ignora che l’OMS si pone contro il “modello svedese” perché esso ha un impatto negativo sulla vita e la salute dei sex workers in quanto limita l’accesso all’uso del condom e ad altre misure per prevenire l’HIV.
Un documento redatto e firmato da più di 40 accademici e ricercatori consiste in un contro rapporto presentato ai Parlamentari Europei che analizza la mancanza e il travisamento di prove nel rapporto di Honeyball. La lettera che accompagna il contro rapporto dice: “un voto favorevole a questo rapporto potrebbe avere gravi conseguenze su una popolazione già marginalizzata” e continua : «Il rapporto di Honeyball non riesce ad affrontare i problemi e i danni che possono crearsi nel lavoro sessuale, invece produce dati parziali, inesatti e smentiti. Noi crediamo che le politiche debbono basarsi su dati attendibili e speriamo che voterete contro la mozione per criminalizzare i clienti dei lavoratori del sesso».
Il contro-rapporto ha notato che, tra gli altri errori sorprendenti, Mary Honeyball ha completamente frainteso una relazione congiunta commissionata dal Comune di Amsterdam e dal Ministero della Giustizia olandese, confondendo, in maniera imbarazzante, i dati sui coffee shops con quelli sui postriboli.
Le 554 NGO e i 56 ricercatori firmatari delle lettere sollecitano i Parlamentari Europei a rigettare, il 27 febbraio, il rapporto di Mary Honeyballs.
Per maggiori informazioni:
http://www.sexworkeurope.org/news/general-news/more-540-ngos-and-45-researchers-demand-members-european-parliament-reject-ms
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