L’ora più buia dopo la Seconda guerra mondiale. Attacco ai nostri valori comuni. Attentato contro ogni regola internazionale, impegno sottoscritto e mutuamente consentito.
Giustamente, la libera e fiera Ucraina, che mostra di volersi difendere a tutti i costi dalla “debellatio” che vorrebbe infliggergli Putin, appare sempre di più una nazione sorella delle democrazie europee, che anzi anelava raggiungere nel doppio abbraccio europeo ed atlantico se solo fosse stato possibile. Giustamente, leader e politici europei, alcuni con una certa improntitudine, sono uniti nel condannare l’invasione e considerarla anche un attacco al nostro sistema di valori e di principi, valutandola in tutta la sua gravità.
Perché è indubbio, e non solo per vicinanza geografica, che L’Ucraina non è la Siria e nemmeno l’Afghanistan, per citare due altri teatri di guerra dove l’”Occidente” non ha dato il meglio di sé, per usare un eufemismo, anche perché si sono guardate come “guerre lontane”. Basti vedere il ben diverso approccio con il quale si è pronti a gestire la questione profughi e quanto ci si colpevolizzi, ogni giorno che passa, anche incalzati dagli ucraini stessi, sul quanto si possa e si voglia fare.
Premesso che nessuno può e vuole “morire per Kiev”, come sa benissimo Vladimir Putin, è altrettanto evidente che le sanzioni, che fanno male a chi le da forse tanto quanto a chi le riceve, sono una risposta insufficiente per indebolire i russi e debolissima agli occhi di chi affronta, anche a mani nude, i carri armati. Non a caso, il regime mussoliniano giunse all’apice del consenso dopo le “inique sanzioni” comminate all’Italia dalla Società delle Nazioni dopo l’invasione dell’Etiopia e tante personalità illustri, notoriamente antifasciste, non esitarono anche loro a “dare oro alla Patria”, ingiustamente punita.
Che fare, allora, oltre a decidere un massiccio piano di aiuti ad ogni livello, nell’ipotesi che le strutture statuali siano in grado di amministrarlo?
Certamente, una risposta potrebbe essere quella di alzare le bandiere della democrazia e delle legalità internazionale violata, appellandosi a tutti gli organismi e giurisdizioni a ciò preposti. All’indomani dell’invasione, ad esempio, la Russia è stata immediatamente sospesa dal Consiglio d’Europa, di cui fa parte con alti e bassi dal 1996, e ha già subito a vari livelli una serie di decisioni di boicottaggio come il trasferimento a Parigi della finale di Coppa dei Campioni che doveva svolgersi a San Pietroburgo ed altro.
Come Non c’è Pace Senza Giustizia riteniamo che occorra fare molto di più, identificando come crimine di aggressione, crimini di guerra e contro l’umanità quanto sta accadendo in Ucraina e invocando per questo la giurisdizione della Corte Penale Internazionale. Questo consentirebbe di effettuare una mappatura precisa di tutti gli atti suscettibili di ricadere sotto la competenza della Corte, identificandone di volta in volta i responsabili, oltre naturalmente, i massimi dirigenti, Putin in testa, colpevoli di tutti i capi di imputazione possibili.
Purtroppo, l’Ucraina non ha ratificato lo Statuto istitutivo della Corte, cosa che consentirebbe l’immediata attivazione dei meccanismi di tutela previsti. Ecco perché abbiamo rivolto un appello al presidente Zelenski perché faccia riferimento a questa problematica, solo apparentemente marginale di fronte alle minacce immediate che pesano sulla sua stessa incolumità e quella degli altri membri del governo e parlamento ucraini, e che potrebbe rivestire “pro futuro” un grande valore simbolico e andare ad aggiungersi ad altri strumenti che possano essere messi a disposizione del popolo ucraino per aiutarlo nella sua lotta per la libertà e l’indipendenza
Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG) condanna l'aggressione contro l'Ucraina da parte della Federazione Russa e chiede alle forze russe di ritirarsi, partendo nel pieno rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina.
L'invasione russa viola diverse leggi e norme internazionali, non ultimo l'articolo 2(4) della Carta delle Nazioni Unite e gli accordi di Minsk 2014-2015. Non c'è alcuna base o giustificazione giuridica per le affermazioni del presidente russo Putin che la Russia sta agendo per autodifesa, o in difesa dei cittadini russi che vivono in Ucraina. Questi atti unilaterali della Federazione Russa hanno iniziato un conflitto brutale in Ucraina e rischiano di far precipitare l'Europa e il mondo in una guerra totale.
L'Unione Europea e i suoi Stati membri, così come tutti gli altri membri della comunità internazionale, hanno la responsabilità di agire con decisione per affrontare le azioni della Federazione Russa; per prevenire un'escalation in un conflitto globale; e per mitigare gli effetti dell'invasione, incluso fornire supporto alle migliaia di persone che fuggono dalle sue conseguenze.
NPSG invita l'UE, i suoi Stati membri e gli altri membri della comunità internazionale, individualmente e collettivamente, a: continuare a condannare, senza mezzi termini, gli atti illegali della Federazione Russa, ad usare tutti i canali diplomatici disponibili per sollecitare la Federazione Russa a ritirarsi dall'Ucraina, a fornire tutto il sostegno finanziario e militare necessario alle autorità e al popolo ucraino per difendersi nell'ora del bisogno oltre che ad aprire le frontiere a coloro che fuggono dai combattimenti in Ucraina.
Al presidente dell'Ucraina, ribadiamo il nostro appello a ratificare lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale e ad armonizzare la legislazione nazionale con il diritto internazionale umanitario e penale prima che sia troppo tardi. Riconosciamo che le priorità dell’Ucraina, in questo momento, devono essere la protezione di sé stessa e dei suoi cittadini; crediamo, tuttavia, che la ratifica dello Statuto di Roma sia un elemento di tale protezione che un'importante dimostrazione dell'impegno dell'Ucraina nei confronti dei diritti umani, specialmente in questo periodo di crisi.
NPSG coglie questa opportunità per esprimere il nostro pieno sostegno e solidarietà al popolo ucraino, siamo al vostro fianco in quest'ora buia e nei difficili giorni e settimane a venire.
Desideriamo anche esprimere il nostro apprezzamento e sostegno ai colleghi, alla società civile e alle persone in altri paesi, compresa la Russia, che stanno alzando coraggiosamente la loro voce contro gli atti illegali della Federazione Russa e si stanno impegnando nella loro solidarietà e sostegno al popolo ucraino.
A questo link l’intero comunicato stampa
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