Nel 2019 appena il 38% delle acque europee era in buono stato chimico. Tra i principali responsabili ci sono le industrie, che inquinano e alterano gli habitat acquatici creando inoltre rischi per la salute umana. L'Unione europea si è impegnata a ridurre gli scarichi inquinanti facilitando allo stesso tempo lo sviluppo industriale. Rispetto al 2010, nel 2019 il rilascio di agenti inquinanti nelle acque è diminuito del 15% per l'azoto, del 23% per il carbonio organico, del 27% per il fosforo e del 41% per i metalli pesanti, mentre l'industria è cresciuta.
+14%
la crescita dell'industria in valore aggiunto lordo in Ue, tra 2010 e 2019.
Dei 27 paesi Ue, 12 tra cui anche l'Italia hanno ridotto il rilascio di tutti i principali agenti inquinanti. Il miglioramento è stato più evidente nel caso dei metalli pesanti, sostanze altamente tossiche e cancerogene per gli esseri umani. Mentre ha toccato in misura minore azoto e fosforo, responsabili dell'eutrofizzazione, ovvero un processo degenerativo che porta alla proliferazione di batteri e alghe nelle acque. L’Italia in questo caso è in controtendenza, avendo ridotto il rilascio di fosforo di oltre il 40% tra 2010 e 2019.
Le sostanze inquinanti che le industrie europee rilasciano in acqua
Il rilascio di agenti inquinanti, divisi per tipologia, nei 27 paesi Ue e la crescita dell'industria, tra il 2010 e il 2019
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