Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

29 dicembre 2010

DEBITO PUBBLICO: La prima manovra finanziaria della Giunta Polverini è insufficiente.

di Massimiliano Iervolino, articolo pubblicato su Notizie Radicali

Da poche giorni è stato approvato il bilancio della Regione Lazio e la finanziaria ad esso collegata.
A mio parere le misure varate non intervengono strutturalmente a sanare gli squilibri finanziari prodotti
e perpetuati negli anni. Una manovra degna di questo nome avrebbe dovuto puntare a risanare i conti,
intervenendo su due questioni cruciali: rientrare dallo squilibrio di parte corrente di bilancio (circa 300
milioni di euro l'anno); prevedere interventi atti a diminuire drasticamente l'elevato disavanzo annuo
sulla sanità, materia su cui si continua a navigare nella più assoluta incertezza, tanto che ad oggi non
sono ancora chiari gli effetti economici del piano di riordino della rete ospedaliera e degli altri decreti
del commissario Polverini.
 L'elevato disavanzo sanitario influisce negativamente sia sullo squilibrio di parte corrente, sia sul patto
di stabilità interno. Tenendo bene in mente queste due questioni che, qualora non venissero affrontate,
rischierebbero di portare a breve la nostra Regione al default finanziario, e considerato che i Radicali
non sono mai stati il partito della spesa pubblica – anzi, soprattutto nei momenti di crisi finanziaria, a
questo hanno sempre contrapposto una politica riformatrice –, il gruppo della Lista Bonino Pannella ha
focalizzato il proprio lavoro su due tipi di intervento. Il primo, atto a riequilibrare la parte corrente di bilancio,
prevede misure per: un recupero significativo sulla evasione del bollo auto, con una intensificazione
dell'azione di accertamento; l'internalizzazione delle funzioni riguardanti l'erogazione degli aiuti al sistema
produttivo per garantire interventi diretti e coordinati, mansioni non garantite dalla Bic, da Filas e da Sviluppo
Lazio; la liquidazione delle società ed aziende di scarso interesse regionale, la vendita della BIL (Banca
Impresa Lazio), una reale valorizzazione e vendita del patrimonio immobiliare regionale non strategico;
la riorganizzazione degli spazi per la riduzione del costo degli affitti; la ricognizione, ed eventuale modifica,
delle agevolazioni esistenti sulla aliquota IRAP. Il secondo prevede di intervenire attraverso sei emendamenti
sul disavanzo sanitario, proponendo: una nuova disciplina per la nomina dei direttori generali delle Asl;
l'effettivo uso del ricettario regionale SSR, secondo le modalità stabilite dalla Legge 326 del 2003; l'abbattimento
delle liste di attesa tramite la messa a disposizione delle agende delle strutture accreditate al sistema Recup;
nuove disposizioni in materia di ticket ospedalieri; il controllo da parte dei cittadini del funzionamento e
dell'appropriatezza delle strutture accreditate, e l'elenco di queste strutture pubblicato su internet, con
l'indicazione delle volte che sono state oggetto di controlli da parte degli organi competenti.
Siamo ben consapevoli che, con la legge dello Stato n° 122 del 2010, la Regione Lazio ha ottenuto un consistente
taglio di trasferimenti da parte del Governo, ma questo non giustifica pienamente un bilancio ed una finanziaria
troppo timidi.
 La nostra Regione ha bisogno, oggi più che mai, di interventi strutturali volti a risanare i conti. Ad oggi né l'attuale
giunta né quelle precedenti, hanno saputo e voluto intervenire in questo senso. Siamo di fronte ad una politica
miope che continua a non guardare alle future generazioni, e anche questa volta si tende più ad amministrare
che a programmare. L'assessore Cetica, durante i suoi interventi in Aula, ha più volte rivendicato la forma
ragionieristica del suo bilancio, ed ha perorato tale scelta come intervento necessario per mettere un argine alla
situazione caotica dei conti della Regione Lazio.
 Nessuno mette in dubbio che il bilancio della Regione sia vicino all'insostenibilità, ma la politica dei tagli lineari,
nel tempo, non fa altro che aggravare la situazione. Chi persegue questa strada non ha il coraggio di proporre
riforme che, negli anni, migliorerebbero sia le entrate che le uscite del consuntivo finanziario. Il tirare a campare
è la peggior medicina per il futuro e per le già martoriate generazioni. Le accuse di lasciti di debiti, che ogni qual
volta cambia il colore di una giunta siamo costretti a dover ascoltare, non giustifica minimamente il comportamento
conservatore di coloro che subentrano a governare. La politica, quella vera, è capace di proporre soluzioni, non è
certo l'arte del tirare a campare tra un saccheggio e l'altro dei partiti di centro, di destra e di sinistra.


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