Lavoro e disabilità: Parte il laboratorio permanente delle imprese
E’ difficile, in tempo di crisi, trovare un lavoro ma per chi ha una disabilità la ricerca si dimostra ancora più complicata. Dai dati di una ricerca Istat dell’aprile 2010 emerge che sono 4,1 milioni i disabili in Italia, di cui 2,6 milioni in età lavorativa, ma il 66% è attualmente fuori dal mercato del lavoro. Un ritardo che la Fondazione Sodalitas, in occasione della “Giornata internazionale della persone con disabilità”, prova a recuperare lanciando, insieme a imprese, istituzioni e associazioni, un laboratorio permanente per favori re l’accesso e la permanenza dei disabili nel mondo del lavoro.L’iniziativa, ribattezzata “Lavoro & Disabilità”,  è composta da aziende impegnate sul tema della gestione e  valorizzazione della disabilità nei contesti lavorativi. L’obiettivo è  avere un ruolo attivo nella promozione dell’integrazione delle persone  con disabilità nei luoghi di lavoro, attraverso sia un’attività di  stimolo nei confronti delle istituzioni nazionali e locali che un  dialogo costruttivo tra imprese e associazioni di rappresentanza delle  persone disabili.
“Il laboratorio – spiega Ugo Castellano, consigliere delegato di Fondazione Sodalitas - si  inserisce nell’impegno della nostra fondazione per la promozione della  Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro, ad oggi  sottoscritta da più di 80 imprese che danno lavoro a circa 600mila  persone. Crediamo che il diritto al lavoro delle persone con disabilità  sia un diritto fondamentale, da promuovere e ribadire in tutte le sedi  possibili”.
Un laboratorio permanente con imprese,  istituzioni, associazioni di categoria e il mondo dell’istruzione per  dare un contributo concreto e per “passare dalle parole ai fatti”, come recita il titolo dell’iniziativa. Un invito raccolto, tra gli altri, da L’Oréal Italia che ha ospitato nella sua sede milanese il convegno.
Diverse le azioni messe in campo dalla multinazionale della cosmetica: “Abbiamo degli esempi di persone che abbiamo inserito con degli accompagnamenti ben riusciti, ma sono ancora molto pochi”. Il laboratorio vuole essere l’occasione per “spingere  i nostri collaboratori a una maggiore apertura, cercare di abbattere un  pò le barriere, il conservatorismo che c’è, i pregiudizi e dargli la  visione di quello che perdiamo nel non poter inserire le persone che hanno, forse sì delle disabilità, ma delle qualità che magari altri non posseggono”.
L’obiettivo è quello di “realizzare  un Paese in cui le persone non vengano più discriminate in base alle  loro presunte minori capacità ma anzi si faccia di tutto per  valorizzarne il talento. Perchè non vogliamo e non possiamo più  permetterci di lasciare indietro qualcuno”.
Diverse le iniziative pensate dalle  imprese per agevolare l’ingresso dei disabili nel mondo del lavoro,  dalle cooperative a progetti di formazione e sensibilizzazione, mentre  le istituzioni offrono, talvolta, un tutoraggio finanziato. Un  inserimento con protagonista anche il mondo accademico e le realtà dei  privati come la Fondazione Cariplo che con il progetto “Lavoro & Psiche”  favorisce l’inserimento lavorativo di persone affette da disturbi  psichiatrici gravi, i più penalizzati. Una difficoltà di inserimento  che, oltre che con una concorrenza sempre più spietata, deve fare i  conti con un livello di istruzione più basso: solo l’8% delle persone  disabili ha un diploma superiore contro una media del 28%, mentre chi  frequenta l’università (i dati sono fermi all’anno accademico  2004-2005) è il 5,4 per mille del totale degli iscritti agli atenei  statali.
Un diritto al lavoro sui cui occorre ancora lavorare. “Spero – è l’augurio di Castellano, consigliere delegato diFondazione Sodalitas - che  nell’arco di pochi mesi il laboratorio possa iniziare a produrre i suoi  risultati, ma quello che mi sembra importante e’ che oggi c’e’ la  rappresentanza di tutte le realta’ che sono disponibili ad affrontare i  problemi in un ottica nuova”. Tuttavia, le imprese aspettano di  avere maggiore sostegno da parte delle istituzioni, soprattutto locali,  per aiutarle a mettere in moto la loro disponibilità all’inserimento  delle persone disabili. Pertanto, c’è ancora molto da lavorare.
“La discriminazione esiste, nel senso – spiega Claudio Messori, direttore dell’Agenzia per il Lavoro dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro - che  una persona con problematiche psichiatriche difficilmente viene accolta  in azienda e abbiamo una serie di difficoltà nella stabilizzazione  delle persone disabili con l’assunzione a tempo indeterminato”.
Passare dalle parole ai fatti però, grazie a iniziative come il laboratorio delle imprese, non è più solo una speranza.
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David Incamicia
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