Secondo la relazione della corte dei conti, basata su dati governativi, da inizio 2023 l'Italia ha speso solo 1,2 dei 33,8 miliardi di euro previsti entro l'anno. Possiamo ricondurre questi ritardi a due principali motivi: i processi burocratici lenti e le carenze a livello di capacità amministrative, soprattutto nei comuni piccoli, periferici e del sud.
Il governo ha reagito in modo molto critico alla valutazione tecnica dei magistrati contabili e ha proposto un emendamento per ridurre il ruolo di verifica della corte dei conti sul Pnrr. La partita con la commissione europea per avere nuovi fondi è in corso, è sempre più politica e l'esecutivo non vuole che verifiche tecniche siano troppo centrali. Tuttavia, avere a disposizione una grande quantità di risorse ma non essere in grado di spenderle è un problema che non può non essere affrontato nel più breve tempo possibile. E da questo punto di vista il lavoro della corte dei conti dovrebbe essere considerato prezioso per capire dov’è necessario intervenire e non un ostacolo al lavoro del governo.
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