Il 30 dicembre scorso l’Italia ha inviato a Bruxelles la richiesta - la prima del governo Meloni - per ricevere la terza tranche di risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L'esecutivo sostiene infatti di aver completato tutte le scadenze europee previste per la fine dell'anno. Tuttavia, in base al nostro monitoraggio, ci sono 14 interventi che non possono essere considerati completati. La maggior parte per motivi legati alle tempistiche burocratiche e amministrative. Mentre per 4 scadenze in particolare, si tratta della mancata realizzazione di interventi concreti.
Sarà la commissione europea a decidere se approvare la richiesta e inviare comunque i fondi. Finora l'operato dell’Italia è stato valutato con flessibilità, ma non è detto che la stessa linea verrà mantenuta anche col governo Meloni. In ogni caso, al di là del processo di verifica, si evidenziano ancora gravi carenze in termini di trasparenza, che ostacolano le attività di monitoraggio civico. E nell’anno che abbiamo davanti, in cui prenderà il via la fase di messa a terra concreta per molti progetti, i rischi legati alla mancanza di trasparenza saranno ancora più seri.
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