Comunicato Stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti.
Roma 12 maggio 2014
«Uno si chiede come possa l’Italia addirittura perdere punti nella classifica dei paesi europei stilata ogni anno da ILGA-Europe, poi vede che al DDL sulle Unioni Civili sono stati presentati 4320 emendamenti, 2778 dei quali da un partito della maggioranza di governo e se lo spiega», dichiara Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti.
«Come aveva annunciato Emma Bonino al Corriere della Sera, - continua Guaiana - l’Associazione Radicale Certi Diritti ha invece offerto a tutti i senatori membri della Commissione Giustizia un pacchetto di 12 emendamenti migliorativi».
«Noi vorremmo una riforma complessiva del diritto di famiglia che preveda l’accesso per tutte e tutti all’istituto del matrimonio civile, soddisfa ce ndo così le rivendicazioni di eguaglianza delle coppie dello stesso sesso; che accolga le richieste di maggiore elasticità nell’istituzionalizzazione del rapporto di coppia; che unifichi finalmente le norme già esistenti in tema di diritto di famiglia e dia così luogo a un’unica e organica legislazione», spiega Guaiana, che continua: «Questo disegno di legge non si pone tali obiettivi, ma rappresenta comunque un passo avanti verso il riconoscimento di alcuni diritti e doveri delle coppie omosessuali nonché il riconoscimento di una forma più flessibile d’istituzionalizzazione del rapporto di coppia. Riteniamo quindi che sia importante cercare di migliorare il più possibile questo disegno di legge pur nel rispetto dell’impostazione di base che per noi è insoddisfacente, ma è pur sempre un primo passo».
Guaiana Conclude: «Ringrazio il senatore Orellana che ha deciso di presentare 7 dei nostri emendamenti e gli altri senatori che hanno mostrato interesse. Speriamo che l’ostruzionismo clericale venga presto superato e che il testo possa giungere in Aula il più possibile migliorato».
Nota illustrativa degli emendamenti presentati.
Il primo emendamento reintroduce la dizione della penultima versione del testo unificato senza però escludere l’adozione. Ci sembra una dizione più esaustiva e meno foriera di possibili errori involontari del legislatore.
Il secondo e il terzo emendamento sono alternativi al primo e mirano ad ampliare le materie per le quali le unioni civili riconoscono gli stessi diritti e doveri del matrimonio civile.
L’emendamento 4 è coerente con i precedenti e necessario per armonizzare il testo alle modifiche introdotte dagli emendamenti precedenti.
L’emendamento 6 è volto a legare il diritto all’abitazione a una valutazione delle condizioni economiche del partner sopravvissuto, lasciando alla regolamentazione governativa stabilire chi debba farsi carico di questa valutazione.
Gli emendamenti 7 e 8 sono volti a tenere legati gli obblighi di mantenimento o alimentari alle condizioni economiche del convivente come già previsto dall’art. 156 del Codice Civile.
Il nono emendamento vuole lasciare alla contrattazione dei conviventi di fatto i termini della cessazione della loro vita in comune.
Il decimo emendamento vuole rendere meno onerosa la stipula dei contratti di convivenza prevedendo il ricorso al notaio solo in caso di stipula successiva alla convenzione di convivenza.
L’emendamento 11 vuole ampliare le materie disponibili alla contrattazione dei conviventi di fatto. In particolare si apre la possibilità per i conviventi di fatto di stipulare accordi in previsione di un futuro divorzio purché non pregiudichino gravemente la posizione della parte più debole del rapporto o non ledano, anche indirettamente, l’interesse dei figli minori.
Infine l’ultimo emendamento pone i principi di parità tra i conviventi e di reciprocità dei loro diritti e dei doveri come argini invalicabili alla libertà contrattuale dei conviventi di fatto.
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