Pubblico volentieri questi appunti aggiornati a 2014.05.03 prodotti da Raimondo Chiricozzi dell'AICS - COMITATO PROVINCIALE VITERBO. Mi auguro che chi viene eletto al Parlamento Europeo da quest'area preziosa ne tenga conto e dia il suo aiuto per tutelarla, perché gli amministratori italiani non fanno adeguatamente.
AMg
LE LEGGI PER LA TUTELA DEL LAGO DI VICO E DEI MONTI CIMINI
L’importanza che riveste la tutela del bene ambientale Lago di Vico e i Monti Cimini è stata ampiamente riconosciuta con le leggi specifiche che dal 1939 in poi si sono susseguite.
1939 Legge 1947/1939-Bene di notevole interesse pubblico;
1961 Dichiarazione notevole interesse paesaggistico ;
1965 Oasi faunistica;
1982 Legge Regionale n.47 del 28/09/1982 “ISTITUZIONE DELLA RISERVA NATURALE PARZIALE DEL LAGO DI VICO”;
1985 Legge regionale 22 maggio 1985, n. 81 (Modificazione alla legge regionale 28 settembre 1982, n. 47: “Istituzione della riserva naturale parziale Lago di Vico”)
1985 Legge 431/1985-Vincolo paesistico;
L.R. 24/98 - artt. 134 , 136 e 142 D.lvo 42/04 Piano Territoriale Paesistico Regione Lazio Beni Paesaggistici;
2005 Decreto 25/03/2005-Zona di protezione speciale ZPS N.IT 6010057 e sito di interesse comunitario SIC NIT 6010024;
2008 Legge Regionale n.24 del 24/12/2008 ISTITUZIONE RISERVA NATURALE LAGO DI VICO.
1961 Dichiarazione notevole interesse paesaggistico ;
1965 Oasi faunistica;
1982 Legge Regionale n.47 del 28/09/1982 “ISTITUZIONE DELLA RISERVA NATURALE PARZIALE DEL LAGO DI VICO”;
1985 Legge regionale 22 maggio 1985, n. 81 (Modificazione alla legge regionale 28 settembre 1982, n. 47: “Istituzione della riserva naturale parziale Lago di Vico”)
1985 Legge 431/1985-Vincolo paesistico;
L.R. 24/98 - artt. 134 , 136 e 142 D.lvo 42/04 Piano Territoriale Paesistico Regione Lazio Beni Paesaggistici;
2005 Decreto 25/03/2005-Zona di protezione speciale ZPS N.IT 6010057 e sito di interesse comunitario SIC NIT 6010024;
2008 Legge Regionale n.24 del 24/12/2008 ISTITUZIONE RISERVA NATURALE LAGO DI VICO.
Tutto ciò, come scritto nelle leggi, per la preservazione dell’equilibrio biologico dei Monti Cimini, della caldera del lago e l’effettiva potabilità delle sue acque.
Per più di cinquant’anni, a cominciare dalla presa di posizione della madre dell'ambientalismo italiano Elena Croce, che denunciò le problematiche “del sistema acquifero dei monti Cimini” alla presidenza della Repubblica italiana, le associazioni degli ambientalisti hanno insistito nel richiedere un ambiente sano e pulito.
Le conquiste legislative hanno avuto il grande merito di contenere la speculazione edilizia nel comprensorio e hanno fatto sperare potessero creare sviluppo economico attraverso il turismo e la tutela ambientale di tutta la conca del lago e dei Monti Cimini.
Alcuni aspetti ci fanno ritenere abbiano dato buoni risultati, poiché attraverso la pubblicizzazione delle bellezze lacustri hanno creato una buona immagine dei Monti Cimini; i finanziamenti agli agricoltori (Piani integrati mediterranei, finanziati dalla UE) hanno portato allo sviluppo dell’agricoltura (nocciolicoltura e castanicoltura), ottimamente remunerata.
Tale sviluppo però ha contrastato con la difesa dell’ambiente e quindi della salute (nonostante finanziamenti specifici) ed in definitiva con l’economia della zona e con la salute degli stessi agricoltori e dei cittadini.
L’uso di prodotti chimici in agricoltura, inoltre, in particolare nella castanicoltura e nocciolicoltura ha creato conseguenze disastrose per l’ambiente, per la castanicoltura addirittura anche dal punto di vista economico.
In un certo senso i nodi sono venuti al pettine e quanto gli ambientalisti denunciavano è ormai realtà consolidata.
LE LEGGI, ALLORA, HANNO TUTELATO CONCRETAMENTE IL LAGO DI VICO ?
Purtroppo no! Perché, alla prova dei fatti, le speranze sono svanite nel nulla. Nonostante le leggi e i finanziamenti connessi, l’avvelenamento del terreno, dell’aria e delle acque del lago, che servono da approvvigionamento idrico delle popolazioni di Caprarola e Ronciglione, è aumentato.
Inoltre molti studi e ricerche in particolare fatti dall’Università della Tuscia hanno rilevato, nei sedimenti del lago, metalli pesanti molto al di sopra delle soglie di guardia. Tutto ciò riteniamo sia dovuto per i seguenti motivi:
Inoltre molti studi e ricerche in particolare fatti dall’Università della Tuscia hanno rilevato, nei sedimenti del lago, metalli pesanti molto al di sopra delle soglie di guardia. Tutto ciò riteniamo sia dovuto per i seguenti motivi:
1- la proliferazione della monocoltura del nocciolo, con l’uso di fitofarmaci e diserbanti, che immettono nelle acque veleni e nutrienti, quali l’azoto e il fosforo, ha permesso all’alga rossa o planthotrix rubescens, che rilascia una microcistina cancerogena, di trovare il suo habitat naturale nel lago, oltre al concretizzarsi dell’eutrofizzazione ( oltre i 20 metri di profondità non c’è più ossigeno- Studi Università della Tuscia. Prof. G. Nascetti) ;
2- a causa delle polveri nocive sollevate dalle macchine aspira nocciole, che trasferiscono nell’aria oltre alle polveri i veleni irrorati nel campi;
3- per il versamento di liquami da fogne a dispersione di abitazioni della lottizzazione di Punta del lago (ce ne sono ancora non allacciate al collettore fognante);
4- per l’inquinamento, definito storico, dall’ex Ministro della Difesa Ignazio La Russa, in risposta ad una interrogazione, derivante dalla produzione e caricamento di armi chimiche nel centro chimico o Centro NBC (centro nucleare, batteriologico, chimico) ;
5- per l’inquinamento da metalli pesanti forse dovuto a versamenti illegali (nei sedimenti del lago sono stati trovati metalli pesanti innaturali quali cadmio, nikel ed altri fra cui l’ arsenico in proporzioni spropositate addirittura di 1,5 grammo per 1 kg di sabbia- studi Università della Tuscia- studi e ricerche ARPA Lazio). (Tali metalli potrebbero derivare dal Centro chimico militare , dall’agricoltura o da versamenti illegali).
La istituzione della Riserva naturale del lago di Vico avvenuta nel 1982 aveva fatto ben sperare. Ma da allora, anziché iniziare la tutela della conca del lago, l’inquinamento è aumentato fino a giungere al livello attuale, da far ritenere molto difficile il risanamento .
COSA HANNO FATTO E FANNO LE AMMINISTRAZIONI ?
Le amministrazioni comunali, nascondendosi dietro un dito, dicendo di evitare allarmismi, hanno fatto di tutto per negare l’evidenza. Purtroppo non ci sembra che i nuovi amministratori dei Comuni di Ronciglione e Caprarola abbiano tratto insegnamento dalle vicende che hanno portato all’incidente probatorio e all’iscrizione nel registro dei reati gli ex Sindaci dei due comuni, per disastro ambientale e per la inosservanza delle azioni di controllo e vigilanza sull’uso di concimi chimici e presidi sanitari nella conca del lago, per non aver adottato i necessari provvedimenti volti ad eliminare il rischio del superamento dei parametri stabiliti dalla legge in materia di acque destinate al consumo umano. Né che sia cambiata la politica volta alla tutela della salute dei cittadini, per la quale si vorrebbe continuare ad imporre il silenzio, al fine di mantenere presunti vantaggi economici. Come se la salute non fosse il bene primario, più importante da tutelare.
Indagini epidemiologiche della Regione Lazio, dell’ISTAT e di altri Enti hanno evidenziato che i paesi dei Cimini e in essa Capranica, Caprarola e soprattutto Ronciglione, registrano un’alta incidenza di tumori e di morti per tumore superiore alla media italiana.
La Provincia di Viterbo, la Regione Lazio e i Governi che negli anni si sono succeduti, allo stesso modo delle amministrazioni locali, non hanno affrontato il problema del lago di Vico in maniera adeguata, attraverso una vera e corretta informazione e con progetti concreti per la salvaguardia dell’ambiente. Tutto ciò contrariamente alle leggi.
ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTURA E SPORT COMITATO PROVINCIALE VITERBO
Tel 0761652027 – 3683065221 Email: viterbo@aics.it www.cafevirtuel.it
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