Valter Vecellio
25-02-2013
In queste elezioni c’è sicuramente un vincitore, ed è Beppe Grillo;
personaggio controverso e discutibile quanto basta, ma che ha saputo
intercettare una consistente fascia di elettorato scontento e deluso,
che non trova motivo sufficiente per dare fiducia e credito agli altri
partiti. Di Grillo e di Gianroberto Casaleggio si potrà dire e pensare
tutto il male possibile; e giustifica qualche timore e apprensione
pensare che nel futuro Parlamento siederanno persone prive di
esperienza, probabilmente ingenue e “disarmate” di fronte alle astuzie e
ai bizantinismi del “Palazzo”, letteralmente ignoranti di regolamenti,
competenze, prive di quei “saperi” che sono indispensabili per non
commettere errori. Si dirà che, come tutti, possono imparare,
apprendere; che se i politici di professione fanno ridere, non è detto
che chi per mestiere fa il comico debba per forza rivelarsi un
fallimento nella gestione della cosa pubblica. Si possono dire e pensare
tante cose, tutte giuste e condivisibili. Resta il fatto che se in
tutti questi anni qualcuno ha incarnato l’“anti-politica”, questi non
sono tanto i seguaci di Grillo, quanto chi per tutti questi anni ha
sgovernato questo paese, e l’ha lasciato sgovernare.
Costoro hanno nomi e cognomi: sono il PdL e tutti i suoi rivoli, e
il PD; la Lega e l’UdC, l’Italia dei Valori…: sono loro “i ladri” di
quella Grande Pisa che è diventata l’Italia, e che ha inciso come suo
stemma il simbolo del Monte dei Paschi di Siena. L’“antipolitica”,
quella vera e pericolosa per il cittadino e le istituzioni, sono loro.
In una parola, il regime.
Una volta, probabilmente inconsapevole, Pierluigi Bersani ha fatto a
Marco Pannella e ai radicali il più gran elogio e riconoscimento che si
poteva fare: quando – era l’agosto scorso – sollecitato da “Radio
Radicale” disse di avere "…un enorme rispetto per questa forza, per
questa ispirazione…So che è una esperienza culturale non
biodegradabile…".
Non essendo “biodegradabili”, allora l’unico modo per neutralizzare
i radicali, per esorcizzare Pannella, è quello di ucciderli; di
annullarli, “sbianchettarli” come venivano sbianchettate le fotografie,
man mano che dirigenti e leader cadevano in disgrazia e venivano
eliminati.
Daremo loro una delusione. Non basterà eliminare la presenza
radicale nelle istituzioni, per farci fuori. Se pensano che dopo aver
impedito che al Parlamento Europeo vi fosse una pattuglia radicale, ora
credono che aver eliminato una presenza radicale anche al Senato e alla
Camera dei Deputati, si illudono; e avranno modo di verificarlo.
Avremo anche modo di verificare che serve a poco dare un voto a PD,
SEL, Rivoluzione Civile, Movimento 5 Stelle, al di là delle buone
intenzioni, quando ci sono, e dando pur credito ai pur vaghi programmi
con cui queste forze politiche si presentano per chiedere fiducia e
consenso. Perché cosa cambierà nel futuro Parlamento se ci saranno 200
deputati del PD o 195? E cosa cambia se ci saranno 30 senatori del
Movimento 5 stelle o 28? Abbiamo invece la prova provata che una
presenza radicale in Parlamento fa la differenza. Anche quando erano
solo quattro; anche nella passata legislatura, quando erano in tre al
Senato e il sei alla Camera. Come si è ben vista la differenza in
un’assemblea regionale come quella del Lazio di una presenza radicale.
Ci sia o no un Ester Montino, se ne accorge nessuno, se non chi
beneficia della sua opposizione farlocca e partecipativa. Che non ci
siano un Giuseppe Rossodivita o un Rocco Berardo, è un bel regalo ai
Franco Fiorito e ai Vincenzo Maruccio, a chi li ha nutriti, protetti,
aiutati.
Bersani non si è voluto regalare una pattuglia di non
“biodegradabili”. Ha chiesto e lavorato per un Parlamento “tranquillo”;
un Parlamento dove siano esclusi i leali e fatto di fedeli. Un
Parlamento dove non ci sia chi rompe troppo le uova nel paniere, perché
vuole essere lui, assieme agli altri soci del Grande Club Partitocratico
a preparare la micidiale frittata. Conti e calcoli sbagliati, a
prescindere dall’esito di queste elezioni. Avrà modo di constatarlo. Lui
e non solo lui, ovviamente. Per dirla in breve: regime più forte,
impegno più duro.
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