Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

23 maggio 2011

Rifugiati LGBT nel Regno Unito: il caso di Alvin Gahimbaze


Rifugiati LGBT nel Regno Unito: il caso di Alvin Gahimbaze



For the attention of:

-UK Prime Minister 
-UK Home Office 
-UK Ministry of Justice 
-UK Border Agency 
-UK Immigration Matters 
-Oxford Removal Centre 
-UK Embassy in Italy 

-UK Permanent 

Representation to the EU 

-Italian Ministry 

of Foreign Affairs

-Human Rights NGOs 
-UKBA Criminal Directorate 

To the special attention of 

-Her Majesty the Queen 

and members of the Royal Family


Copy to:

-UN High Commissioner for Refugees Hon. António Guterres 
-UN High Commissioner for Human Rights 
Navanethem Pillay 
-Members of the European Parliament


Alvin Gahimbaze ha 26 anni e proviene dal Burundi, da dove è fuggito con la sorella in seguito allo sterminio della sua famiglia nei conflitti etnici tra i ribelli Hutu e la minoranza Tutsi di cui fa parte, raggiungendo nel 2000 il Regno Unito dove ha richiesto asilo come rifugiato.

Risiede in Inghilterra nella cittadina di Bristol dal 2000, da quando aveva 16 anni, dove in attesa dell'asilo, ha studiato e ha costruito la sua vita con la sorella che è divenuta cittadina britannica.

Oggi, a 27 anni, Alvin non ha ancora ricevuto Asilo. Al contrario, anziché ricevere la dovuta protezione, dopo essersi visto rifiutare diverse domande d'asilo, è stato incarcerato dalle autorità britanniche presso l'Oxford Removal Centre dove vive da oltre 5 mesi, in mezzo a criminali veri e la minaccia quotidiana della deportazione: una minaccia che diviene tortura psicologica quando ogni giorno, dallo stesso carcere in cui è rinchiuso, il giovane vede deportare suoi connazionali. "Toccherà a me domani?" si chiede ogni giorno e ogni notte. Una tortura rivolta ad una persona fragile, dall'equilibrio psicologico precario, che ha manifestato più volte la necessità di urgente aiuto psicologico, tentando addirittura il suicidio. 

Alvin, infatti, non solo soffre di depressione post-traumatica a causa dei tragici eventi vissuti in gioventù in Burundi - quando i suoi genitori e altri suoi famigliari sono stati trucidati sotto i suoi occhi- ma per poter evitare l'orrore della deportazione è costretto vivere l'umiliazione e la violazione della sua intimità nel dimostrare al Governo del Regno Unito la sua natura sessuale, che tuttavia è stata già dichiarata pubblicamente con tanto di testimonianze, tra cui una lettera della sorella e del suo ex compagno, trasmesse all'UK Border Agency e alle più alte cariche istituzionali britanniche, e un'intervista pubblica rilasciata all'organizzazione per i diritti umani EveryOne Group, on line anche su youtube agli indirizzi: 

http://www.youtube.com/watch?v=BPDMkeryygM
http://www.youtube.com/watch?v=JfVazs5UwjM

 

Senza alcuna ragione le molteplici richieste di asilo del ragazzo sono state rigettate, nonostante gli innumerevoli report delle organizzazioni umanitarie, da Amnesty a Human Rights Watch sugli abusi nei confronti delle persone LGBT in Burundi*. Se Alvin venisse deportato infatti, senza parenti o conoscenti, sarebbe abbandonato a se stesso, a un destino di discriminazioni e ad una vera e propria persecuzione per via del suo orientamento sessuale e alla sua appartenenza a una minoranza etnica ancora oggi perseguitata e sotto assedio 

Sono ormai 10 anni che Alvin vive nella totale instabilità esistenziale a causa della mancata assegnazione dell'asilo che gli spetterebbe di diritto. È rinchiuso in carcere come un criminale senza aver commesso alcun crimine. Da quando aveva 16 anni lo spettro del ritorno in Burundi lo tormenta così come l'immagine dei carnefici della sua famiglia con cui si ritroverebbe faccia a faccia se venisse deportato. Quando Alvin potrà iniziare a vivere?

Non vi è spiegazione del perché il governo britannico abbia scelto di incarcerare e stia cercando con ogni forza di deportare verso un paese ostile un giovane innocente, la cui unica colpa è quella di essere diverso. Il Regno Unito è stato nel recente passato un esempio luminoso di rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo, quale il diritto alla vita, alla libertà individuale e alla dignità, nonché alla protezione internazionale. Invece il calvario di Alvin, nonostante le voci autorevoli che si prodigano per aiutare le autorità britanniche a evitare di commettere un terribile errore, prosegue e la burocrazia, inspiegabilmente, cerca di giustificare un abuso. 

Invitiamo ancora una volta il governo del Regno Unito a considerare la condizione di profugo e perseguitato in cui si trova il giovane Alvin, per restituirgli la libertà e la possibilità di costruirsi una vita, dimenticando gli orrori e le sofferenze che hanno caratterizzato finora la sua esistenza.


Cordialmente,

GRUPPO EVERYONE
www.everyonegroup.com

ARCIGAY 
www.arcigay.it

ASSOCIAZIONE RADICALE CERTI DIRITTI
www.certidiritti.it/

CGIL NAZIONALE - SETTORE NUOVI DIRITTI 
www.cgil.it/Organizzazione/Dipartimenti/NuoviDiritti.aspx

NON C'E' PACE SENZA GIUSTIZIA 
www.npwj.org/


Nota: Il caso di Alvin Gahimbaze è seguito dalla Corte internazionale per diritti umani (Application no. 11494/11) ed è seguito da diverse realtà e autorità in tutto il mondo tra cui:

Everyone Group - Dario Picciau, Roberto Malini, Matteo Pegoraro (Co-presidents) - Hon. António Manuel de Oliveira Guterres - United Nations High Commissioner for Refugees - Graham Watson MEP - Liberal Democrat Member of the European Parliament for South West England and Gibraltar - LGBT South West Greens Party - Ryan Cleminson - Alan DEVE Protection Associate - United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR - London) - National Coalition Against Deportation Council (NCADC) - UNHCR - LGBT Asylum News - Turpin Millers LLP ( Solicitors) - Michael Cashman (LGBT Intergroup Chair EU Parliament) - Jean Lambert and Keith Taylor (Green Party MEP's) e altri.


*The legal situation regarding gay men in Africa.
by Avert

Anti-gay laws often contradict the constitution of African countries and their commitment to human rights.
Human Rights Watch (2010, 21st May) 'Zambia: Intolerance threatens health, Rights' - http://bit.ly/lav5G0 - African Union (1981) 'African Charter on Human and Peoples' Rights' - http://bit.ly/iUMGqx 

Nevertheless, across the African continent a total of 36 countries out of 53 have laws, as shown below, which make homosexuality a criminal offence. Laws differ markedly both between countries and within countries. Imprisonment is the most common punishment, the term of which can vary dramatically depending on the country or even region; for example from 10 days in Eritrea to a life sentence in Sierra Leone. Other punishments include the death penalty, flogging and imprisonment with hard labour or a fine. The type of punishment and its severity is ruled in accordance with the details of an offence (e.g. public/private act, with a minor, against 'the will' of another person, a repeated act, whether the act involved actual intercourse or 'gross indecency'). In countries that do not have laws against homosexuality, social stigma and discrimination still occur and in some cases men who have sex with men are still subject to arrest for crimes such as vagrancy. 




Punishment
Imprisonment term
Fine
Algeria
Imprisonment
2 months - 2 years
Yes
Angola
Labour camp
N/A
N/A
Botswana
Imprisonment
<7 years
N/A
Burundi
Imprisonment
3 months - 2 years
Yes
Cameroon
Imprisonment
5 years
Yes
Comoros
Imprisonment
1 year - 5 years
Yes
Egypt
Imprisonment
3 months - 3 years
Yes
Eritrea
Imprisonment
10 days - 7 years
N/A
Ethiopia
Imprisonment
10 days - 15 years
N/A
Gambia
Imprisonment
14 years
N/A
Ghana
Imprisonment
5 years - 25 years
N/A
Guinea
Imprisonment
6 months - 3 years
Yes
Kenya
Imprisonment
5 years - 21 years
N/A
Lesotho
Common law offence
N/A
N/A
Liberia
First degree misdemeanor
N/A
N/A
Libya
Imprisonment
<15 years
N/A
Malawi
Imprisonment
<14 years
N/A
Mauritania
Death by public stoning
or imprisonment
3 months - 2 years
Yes
Mauritius
Imprisonment with
hard labour
<5 years
N/A
Morocco
Imprisonment
6 months - 3 years
Yes
Mozambique
Labour camp
N/A
N/A
Nambia
Common law offence
N/A
N/A
Nigeria
Federal Law: Imprisonment*. 
Sharia Law: Death penalty.
14 years*
N/A
São Tomé and Principe
Labour camp
N/A
N/A
Senegal
Imprisonment
1 year - 5 years
Yes
Seychelles
Imprisonment
14 years
N/A
Sierra Leone
Life imprisonment
Life imprisonment
N/A
Somalia
Penal Code: Imprisonment*.
Sharia Law: (southern region)
Death penalty / flogging.
3 months - 3 years*
N/A
Sudan
Flogging & imprisonment.
[Death penalty or life imprisonment* 
if convicted 3 times]
<14 years - life imprisonment*
Yes
Swaziland
Common law offence
N/A
N/A
Tanzania
Imprisonment
1 year - life imprisonment
Yes
Togo
Imprisonment
3 years
Yes
Tunisia
Imprisonment
3 years
N/A
Uganda
Imprisonment
7 years - life imprisonment
N/A
Zambia
Imprisonment
5 years - 14 years
N/A
Zimbabwe
Imprisonment
<1 year
Yes





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