Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.
LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

5 marzo 2010

Chi decide se e come gli elettori devono essere informati ?

In un paese civile, democratico gli elettori devono poter informarsi con la massima facilità di quali siano le proposte politiche dei vari gruppi e partiti, delle persone che si presentano a chiedere il voto degli elettori sulle proposte medesime.
Il principio base della democrazia, che è la scelta personale, prevede che i tutte le proposte e dei candidati di tutte le forze politiche che partecipano alla competizione elettorale vengano rese conoscibili e riconoscibili da parte degli elettori per consentire loro di scegliere.
Ci sono dei media pubblici, ovvero finanziati con denaro dei cittadini, dove chiunque di loro in teoria deve poter attingere tutta l'informazione necessaria su tutte le proposte politiche a disposizione.
Semplice no?
Ma non è così semplice, perchè poi nella pratica italica chi ha la responsabilità di informare tutti i cittadini su tutte le proposte politche disponibili in realtà non lo fa, anche se è tenuto a ciò dal proprio contratto con l'azienda, dalla legge e infine ma non per ultimo anche dalla sua deontologia professionale. La RAI, servizio pubblico, è in prima linea su questa posizione per cui non c'è da meravigliarsi se le TV private fanno altrettanto se non peggio: almeno hanno la scusa di non esser pagate con soldi pubblici e di rispettare gli indirizzi della proprietà.
Così ora che è in corso la campagna elettorale per il rinnovo di alcuni consigli regionali in regioni popolatissime come il Lazio, la Lombardia, la Toscana, se un qualunque cittadino vuole levarsi il gusto di informarsi sulle proposte in campo, per poter scegliere tra di esse, si ritrova a scoprire che ne esistono solo alcune, mentre di altre non gli si fa vedere o sentire nulla o quasi, peggio, gli si comunica che esistono, magari che il candidato/a-presidente ha un nome, ma senz'altra indicazione che lo possa illuminare sulle intenzioni e i propositi che ha per svolgere il suo compito una volta eletto.
Eppure di personaggi politici è strazeppa la tv di stato dalla mattina alla sera, e non solo nei tg, ma soprattutto nei programmi cosiddetti di intrattenimento, al punto che non è possibile pensare che tali reticenze siano casuali, ma che ciò risponda a una ben precisa strategia propagandistica, lontana eticamente anni luce anche dall'idea dell'informare, messa in opera dalla stragrande maggioranza dei "giornalisti" italiani, che però non appaiono in grado di coordinarla da soli...
E guai a farglielo rilevare, a protestare o a tentare di ricondurre l'informazione entro termini di fatti disgiunti da opinioni o peggio ancora di parità di trattamento spazio/temporale tra le diverse proposte messe in campo! Apriti cielo !!!
Lamentando di esser strangolati dalla parcondicio elettorale e invocando con alti lai la violazione della propria libertà di fare informazione, che è solo propaganda di parte e ben pagata dal potere ricordano adestra come a sinistra o al centro, la tristemente famosa questione dei medici che invocavano l' "obiezione di coscienza" nei pubblici ospedali contro le donne costrette ad abortire, salvo poi dimenticarsene a suon di quattrini tra le mura delle loro cliniche private ed ora pretenderebbero di ripetere lo show per la RU471 assieme ai farmacisti, con la connivenza di politici italiani succubi dello statoVaticano.
Insomma un cittadino qualunque in questo paese non può sapere per chi voler votare, non ha il diritto di essere informato da chi è pagato per farglielo sapere, e la situazione nell'anno 2010 è ancor peggiore che negli anni in cui gli era concesso sapere solo quello che il ministro della propaganda decideva di fargli sapere. Perchè allora poteva sperare che fosse vero, o se non ci credeva proprio sperare di potere un giorno decidere da se tra proposte diverse da quella, unica non discutibile, pena l'esilio o la prigione.

Ora c'è il web e ci sono i pc, allora, nel secolo scorso, non c'erano altro che i libri, i giornali, la stampa insomma era tutto, al massimo c'erano i cinegiornali.....
Menomale che c'è il web, le informazioni sono in giro sulla rete e chi non si contenta del servizio pubblico di informazione e manco di quello privato può andare a cercarsele alla fonte, tutte, confrontarle per decidere. Usare la sua testa e le sue capacità di giudizio, conoscere, proporre, discutere e riflettere anche con chi non ha mai visto e non incontrerà mai altro che virtualmente.

Chi il web non lo sa usare impari alla svelta.
alba montori

La situazione. “Annozero”, “Ballarò”, i dati, le cifre di una pervicace esclusione


NO, UNA BATTAGLIA CHE PORTA CIVILTÀ

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