Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

19 gennaio 2010

Tessere gonfiate e rendite di posizione

Segnalo questo articolo di pochi giorni fa. Mi auguro che finalmente ci si decida ad affrontatre seriamente la questione dei " sindacati", della loro reale rappresentatività nei confronti dei lavoratori, pensionati compresi.

• da Europa del 15 gennaio 2010

di Maurizio Turco, Michele De Lucia

Lo scandalo delle tessere gonfiate dell’Ugl rappresenta un’occasione, da non lasciare cadere, per aprire un dibattito a tutto tondo sul ruolo del sindacato nel nostro paese, ferma restando la gravità dei fatti che stanno emergendo e della stessa reazione di Renata Polverini. La candidata del centrodestra alla guida della regione Lazio non può cavarsela con un semplice «non rispondo» o, peggio ancora, sostenendo che dovrebbe dire cose che non può rivelare «nell’interesse dei lavoratori italiani», specie quando l’accusa è quella di aver fornito dati truccati magari non foss’altro che per ottenere un maggior numero di poltrone nei comitati di vigilanza degli enti previdenziali.
L’interesse dei lavoratori italiani, e degli stessi iscritti (quelli veri) all’Ugl, è invece quello di conoscere la verità.
Delle due l’una: o i dati relativi alle trattenute Inps sulle pensioni a favore dei sindacati sono stati riportati in modo scorretto dagli organi di stampa (si è parlato di 66mila a fronte dei 558mila dichiarati dall’Ugl), ma allora non si comprende perché l’Ugl non ne chieda l’immediata rettifica, fornendo quelli veri, oppure gli stessi sono corretti, e allora l’Ugl ha molto da spiegare ai cittadini e ai propri iscritti, tanto più che il sistema delle trattenute automatiche sulle pensioni è disciplinato dalla legge 485 del 1972 e da una convenzione tra Inps e sindacati.

Quanto sta emergendo, tuttavia, non è che un epifenomeno del tradimento della Costituzione repubblicana e dei principi dello stato di diritto che partiti, sindacati e Confindustria hanno perseguito anno dopo anno, in una sorta di pancorporativismo perfetto, fondato sulla difesa delle rendite di posizione e degli interessi di casta contro l’interesse generale.

Per dire “basta” a questo sistema, produttore di iniquità e povertà, riteniamo che vadano con urgenza poste all’ordine del giorno del parlamento le proposte presentate dai radicali in tutti questi anni:
- attuazione dell’articolo 39 della Costituzione e abbandono della cosiddetta concertazione; attuazione dell’articolo 40 della Costituzione e riconduzione dello sciopero alla sua funzione originaria di strumento di rivendicazione contrattuale, in alternativa a quella impropria di strumento di partecipazione politica;
- severa contrazione della contrattazione collettiva centralizzata;
- contestuale introduzione di una disciplina legislativa volta a garantire condizioni retributive minime costituzionalmente garantite dall’articolo 36 della Costituzione;
-abolizione del vero e proprio “sostituto d’imposta” che l’Inps e gli imprenditori esercitano rispettivamente su milioni di pensionati e lavoratori attivi, riscuotendo il rinnovo automatico dell’iscrizione ai sindacati per conto degli stessi.

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