Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

27 gennaio 2009

Non furono solo nazismo e fascismo

di Guido Bedarida

Riguardo alla Shoa molti ricordano l'opera assassina di Nazisti e Fascisti durante la Seconda Guerra Mondiale, pochi forse sanno o ricordano l'opera dei comuni cittadini che non solo rimasero spettatori o parteciparono più o meno attivamente alle delazioni ed alle deportazioni ma anche massacrarono personalmente concittadini ebrei senza alcuna ragione né rimorso: il numero delle vittime di questi linciaggi antisemiti già di tradizione medioevale (le vantate radici della "cultura europea") si ritiene sia oltre le 250 mila solo negli anni intorno alla seconda guerra mondiale.

La sicurezza della totale impunità per quelle violenze bastavano per scatenare un pogrom: il vicino di casa diventava un aguzzino, un assassino, e da uno all'altro si passavano parola o si univano spontaneamente e diventavano gruppi; numerosi si accanivano sui coloro che, ebrei, riuscivano a trovare ovunque sorpresi casualmente o nascosti, prima spesso derubandoli e poi massacrandoli. Che fossero uomini, che fossero vecchi o bambini o donne, intere famiglie, non importava. Una volta trovati venivano smembrati, trascinati per strada, denudati, torturati, squartati, linciati da una folla feroce di gente comune, solamente perché esistevano, solamente perché erano ebrei.

Tutti i pogrom - purtroppo innumerevoli - andrebbero ricordati, perché nessuno fu meno atrocemente orrendo dell'altro, ma due possono essere presi a simbolo di quel "male assoluto" di cui non i soli nazisti furono responsabili: il pogrom di Iaþi, in Romania, il 28 e 29 giugno 1941. In quella occasione 8000 furono gli uccisi in poche ore, altri 5000 ammassati in carri bestiame ed "eliminati" per fame, sete e soffocamento. Alla fine, a Iasi, semplici cittadini uccisero 15.000 persone, 15.000 ebrei, senza che vi fosse alcun bisogno di campi di concentramento. L'altro è il pogrom di Kielce, avvenuto il 4 luglio 1946, in Polonia. Per quanto possa sembrare assurdo l'anno indicato, il 1946, è esatto. A Kielce il pogrom avvenne oltre un anno dopo la fine della guerra! Ancora una volta accusati del rapimento di un ragazzo per fini rituali, i 163 ebrei che in quella città abitavano ancora, scampati o sopravvissuti alle deportazioni ed agli stermini nazisti, furono aggrediti; 60 furono trucidati ed altre decine feriti.

Provate! Provate a chiedere al vostro vicino, agli amici, a chiunque cosa avrebbe fatto se fossero stato là non come ebreo ma semplicemente come persona.

Quanti rispondono? Cosa rispondono?

Riguardo all'Olocausto non esistono solo i negazionisti, vi sono anche i comuni antisemiti, consci ed inconsci, vi sono anche gli indifferenti.

Conosco persone che al ritorno da Auschwitz, pur sconvolte, dicono che se avessero vissuto al tempo forse non avrebbero fatto nulla per opporsi, perché "i tedeschi sapevano farti rigare dritto".

Conosco persone che pur ebree e scampate alle persecuzioni hanno battezzato i loro figli, perché quel che è successo a loro non accada più, perché quei figli siano eventualmente risparmiati dalla storia e dalle persecuzioni.

Conosco chi è convinto che se certe cose sono accadute allora forse gli ebrei qualche colpa dovevano pur averla. Per costoro il nazismo, oltre la storia, ha vinto; ha vinto nei loro cuori o nelle loro menti e questo è una delle terribili eredità di quel massacro.

Potrebbe allora apparire che non vi sia nulla di peggiore che il sopravvivere del nazismo, del negazionismo, della complicità o perfino dell'indifferenza. Ma esiste e sopravvive qualcosa che costituisce un pericolo maggiore. E questo è il ritenere che quanto accadde fu conseguenza di nazismo e fascismo, della sola ideologia. Non è così.

Nazismo e fascismo non fecero altro che utilizzare qualcosa che già esisteva ben radicato nella "cultura europea" : l'antisemitismo. Un sentimento di odio costruito ad arte ed alimentato per secoli; secoli di oscene accuse religiose la cui infinita bassezza può rivaleggiare solo con l'assoluto della loro falsità ed insussistenza: dal deicidio ai riti satanici, dagli infanticidi "rituali" agli oltraggi ad icone e simboli religiosi cristiani. Sulla base di queste si alimentavano anche le accuse per i peggiori crimini e le più bieche bassezze: dall'essere untori, diffusori volontari delle peggiori malattie, alle trame oscure ed ai furti; quanto di più spregevole fosse concepibile o accadesse era addebitato agli ebrei.

E dal momento che questo si pensava potesse non essere sufficiente, si giunse fino all'obbligarli per legge e con la forza a cercare di fagli impersonare quelle caricature e quei ruoli: furono costretti nei Ghetti, in luoghi angusti e brutti, perché potessero essere additati, individuati, confinati, mortificati, perseguiti per il solo fatto di esistere. A loro si riservavano le professioni ed i lavori specificamente più odiati ed invisi al resto della popolazione a che ciò aumentasse l'avversione instillata metodicamente.

E' grazie a questo indottrinamento continuo e radicato che periodicamente episodi antisemiti di varia gravità si verifichino in tutto il mondo mostrando un odio persistente e sconosciuto per qualsiasi altro gruppo culturale o religioso.

E' questo che deve accompagnarci insieme al ricordo, questa consapevolezza che accanto ad un nemico visibile ed alla storia della Shoa, vive e prospera un nemico invisibile, radicato e sempre pronto a tornare allo scoperto. Così, in una atmosfera surreale, tra periodiche minacce atomiche ed oltraggi alle sinagoghe, tra manifestazioni di piazza che azzardano improponibili paragoni storici, tra riconciliazioni in nome di pretesi assoluti, tra auspicate riconversioni giudee e negazionismo di secondaria importanza si arriva al Giorno della Memoria.

Non si dimentichi che molte delle cause di allora ancora oggi persistono ed arricchiscono l'humus e quella matrice culturale che fu terreno fertile per i pogrom, per il nazismo, per quanto accadde. Questo, oltre al ricordo delle infinite vittime di allora e di coloro che ne furono i carnefici, deve essere ricordato.


da Notizie Radicali
27 gennaio 2009

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