Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

21 maggio 2008

Novi Cives: federalismo

Castelfranco Veneto -
Lunedì 19 maggio nella sala convegni dell'Hotel Fior si è tenuta una conversazione sul "federalismo" .
Si è, così, concluso il ciclo delle conversazioni sul tema "Etica, Economia e Società" - formazione politica per Giovani organizzato dall'associazione "Novi Cives" di Castelfranco Veneto.
Nicola Martini, dell'associazione organizzatrice nonché membro della direzione nazionale della gioventù federalista europea, ha fatto gli onori di casa ed ha presentato gli ospiti.

Trattandosi della serata conclusiva non si poteva non dare la parola, per un saluto, al primo cittadino Maria Gomierato dato che il Comune ha avuto la generosità di sponsorizzare l'iniziativa. Il Sindaco ha colto l'occasione per sottolineare il corto circuito della classe politica che mentre afferma la propria fede federalista sta per impegnarsi nell'eliminazione della principale fonte di introito municipale con la cancellazione dell'imposta comunale sugli immobili. Naturalmente l'ente locale, che non può più contare su questa imposta, sarà sempre più alla mercè del governo centrale, con buona pace dell'autonomia locale.

A propria volta il prof. Francesco Berti, dell'Università degli Studi di Padova, ha introdotto l'argomento con un excursus storico sulla nascita del federalismo, anzi del federalismo moderno che ha avuto la sua culla negli Stati Uniti d'America. Alla divisione orizzontale del potere (esecutivo, legislativo e giudiziario) - ha precisato il prof. Berti - frutto dell'esperienza inglese, gli USA hanno aggiunto la divisione verticale del potere. In Italia l'idea federalista non è stata quella che è prevalsa al momento della formazione dello stato nazionale, ma ha avuto sostenitori non solo tra i liberali (Cattaneo) ma anche tra i cattolici (Gioberti) e i socialisti (Ferrari). Oggi l'idea federalista sembra trovare un fertile terreno.

Il dott. Giorgio Anselmi, segretario nazionale del Movimento Federalista Europeo ha sostenuto che il federalismo attecchisce là dove vi sono popoli ricchi e responsabili e oggi gli europei costituiscono un popolo ricco e responsabile. Di qui l'utopia federalista di Spinelli, Rossi e Colorni sembra sempre più trasformarsi in una "ucronia", ovvero il federalismo è sempre più una utopia realizzabile. Anzi questa opportunità deve essere colta non solo dagli europei ma soprattutto dagli italiani se vogliono sopravvivere alle sfide della globalizzazione. Una Europa federale può essere di esempio di un modello sociale che vuole contemperare solidarietà, efficienza economica e libertà politica, in confronto ad altri modelli che trascurano l'elemento della solidarietà o della libertà politica.

L'onorevole Flavio Rodeghiero, dell'Università La Sapienza di Roma, ha sottolineato come alla base del pensiero federalista v'è il principio della sussidiarità che ha la propria origine nel pensiero cattolico. Da uomo politico non ha nascosto la propria avversione nei confronti di un sistema elettorale che rende estranei i cittadini nei confronti delle scelte politiche, il che favorisce l'allontanamento delle persone dall'interesse verso la cosa pubblica. Di qui l'utilità della riforma federalista dello stato che coinvolgerebbe maggiormente i cittadini costituendo, così, una utile medicina per curare l'attuale disinteresse per la politica.

L'uditorio, stavolta, era composto di persone con una età media più elevata, rispetto agli incontri precedenti: forse il federalismo è un oggetto misterioso ed interessante anche per chi giovane non è più. Pare che i politici amano sempre più la parola, mentre i cittadini sembrano sempre più interessati alla sostanza. (bl)

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