Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

25 dicembre 2017

"Cooperazione Italia" COME SI ARRIVA A 6,6 MILIARDI SPESI NEL 2016 InTema n.1 - gennaio 2018

Il budget oscuro tra cooperazione e immigrazione

CAPITOLO 1
Perché confrontiamo i soldi della cooperazione e quelli per la gestione dei migranti




Mentre aumentano le risorse per gestire il fenomeno migratorio e quelle per promuovere lo sviluppo dei paesi poveri, scarsa rendicontazione e poca trasparenza rischiano di compromettere il dibattito pubblico sulle scelte e il ruolo dell’Italia. Cosa sappiamo e cosa dovremmo sapere sulla nostra spesa pubblica.


Accoglierli, come accoglierli, salvarli in mare, respingerli, rimpatriarli, fermare i flussi o governarli. Parole ed espressioni già ricorrenti nel dibattito pubblico che sicuramente saranno temi centrali della campagna elettorale. A maggior ragione diventa imprescindibile la sempre valida domanda: con quali costi? Seguire i soldi in questo caso vuol dire accostare due settori apparentemente distanti: la cooperazione internazionale allo sviluppo e la gestione del fenomeno migratorio.

La cooperazione pubblica allo sviluppo dovrebbe trasferire risorse da paesi ricchi e industrializzati a paesi ancora non sufficientemente sviluppati. Vai a "Che cos’è l’aiuto pubblico allo sviluppo"

Concepita come trasferimento di risorse e mezzi in paesi e aree ancora in difficoltà, così la cooperazione allo sviluppo continua a essere raccontata ufficialmente. Negli ultimi anni tuttavia una quota crescente di aiuto pubblico allo sviluppo (aps) rimane nei paesi ricchi, dove viene usata per gestire rifugiati e richiedenti asilo. In teoria si tratta dunque di risorse usate per l’accoglienza di persone che fanno domanda di protezione, dichiarando di fuggire da situazioni di violenza, persecuzioni o guerre. 

A queste si sommano le risorse destinate alla gestione del più generale fenomeno migratorio, in cui rientrano gli spostamenti umani determinati da una varietà di motivazioni, tra cui le ragioni economiche. E anche in questo caso le cifre aumentano considerevolmente negli ultimi anni. 

In questo lavoro di analisi abbiamo tentato di fare luce su dati di spesa pubblica diffusi da due enti differenti: il ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che pubblica i rendiconti ufficiali dell’aiuto pubblico allo sviluppo attraverso la piattaforma open aid; e il ministero dell’economia e delle finanze, con le stime di spesa per l’emergenza migranti pubblicate nel documento di economia e finanza 2017. Vale la pena andare a guardare queste cifre, tanto più che si tratta di argomenti scottanti del dibattito pubblico. In entrambe le fonti sono riportate le cifre generali, senza alcun dettaglio sugli aspetti conteggiati e sulle concrete destinazioni d’uso.

I due consuntivi di spesa in teoria si sovrappongono sul capitolo accoglienza, che dovrebbe comprendere sia i migranti in generale, sia i richiedenti asilo rendicontati in aps alla voce “costi dei rifugiati nel paese donatore”. 

Abbiamo dunque voluto ipotizzare un esercizio di controllo dei conti pubblici, mettendo in relazione due diverse fonti di informazioni sulla questione rifugiati e migranti, nel tentativo di ricostruire un quadro generale sull’argomento. Sulla base di questa ipotesi si arriva a stimare un totale di 6,6 miliardi di euro spesi nel 2016 tra cooperazione e migranti, di cui però abbiamo pochissimi dettagli. Si rimanda al quarto capitolo di questa analisi per i dettagli dei conti che, vale la pena anticipare, non tornano. 

6,6 mld di euro in teoria spesi nel 2016 per cooperazione e migranti (+72% in 5 anni)

Da questo esercizio di analisi dei conti pubblici emerge l’urgenza di considerare l’intera materia in modo diverso, con una nuova impostazione. Che sia capace di una visione di insieme e di uno sforzo di apertura dei conti pubblici, rimuovendo l’attuale frammentazione e la grande opacità che circonda la materia.



25 novembre 2017

Come riconoscere un ictus cerebrale.

I medici dell'Ospedale Molinette di Torino sostengono che saper riconoscere tempestivamente i segnali di un ICTUS CEREBRALE in una persona  e avviarla subito in ospedale può salvarle la vita.

Vediamo come fare con un esempio: durante una grigliata Federica cade. Qualcuno vuole chiamare l'ambulanza ma Federica rialzandosi dice di essere inciampata con le scarpe nuove. Siccome è pallida e tremante la
aiutiamo a rialzarsi e Federica trascorre il resto della serata serena ed in allegria. Ma il marito di Federica mi telefona la sera stessa dicendomi che è ricoverata in ospedale e verso le 23.00 mi richiama per dirmi che Federica è deceduta.
Perchè Federica ha avuto un'ictus cerebrale durante la grigliata e, se gli amici avessero saputo riconoscerne i segni, Federica  sarebbe ancora viva.

La maggior parte delle persone colpite da ictus non muore immediatamente e i neurologi sostengono che se si riesce ad intervenire entro tre ore dall'attacco si può porvi rimedio.
La questione è riconoscere per tempo l'ictus  cioè riuscire a diagnosticarlo e portare il paziente entro tre ore in terapia. Non è facile ma di può.

Ecco in 4 punti  le indicazioni per riconoscere se qualcuno ha in corso un'ictus cerebrale:

1* Chiedete alla persona di sorridere (non ce la farà);

2 * Chiedete alla persona di pronunciare una frase completa (esempio:
oggi è una bella giornata) e non ce la farà;

3 * Chiedete alla persona di alzare le braccia (non ce la farà o ci riuscirà solo parzialmente);

4 * Chiedete alla persona di mostrarvi la lingua (se la lingua è gonfia o la muove solo lateralmente è un segno di allarme).
Nel caso anche di uno solo di questi sintomi chiama SUBITO il Pronto Soccorso e descrivi la situazione  chiedendo il suo intervento.

L'ictus  si può combattere...e vincere.

21 novembre 2017

Il terremoto più devastante...

Sapete quale è il terremoto più devastante della storia umana?

Ve lo racconto io, con le lacrime agli occhi:

11 febbraio del 1979 Iran è stato colpito dal più feroce è devastante terremoto della storia umana chiamato “ KHOMEINI ”!
Il risultato:
-  8 anni di guerra contro Iraq: più di due milioni tra morti e feriti; mille miliardi di dollari di danni ;
-  intere città rase al suolo ;
-  La diffusione abnorme della prostituzione anche minorile causata dalla fame e diffusione della povertà
-  L’incremento senza precedenti della povertà e dell’immigrazione verso i grandi metropoli;
-  La spaventosa diffusione della droga tra i giovani;
-  L’esportazione in Europa via diplomatica e non di vari tipi di stupefacenti;
-  Abbassamento di ogni tipo di qualità e benessere sociale ed industriale;
-  L’incremento senza precedenti delle spese militari e repressivi;
-  Lo spreco di oltre cento miliardi di dollari  per la costruzione della bomba atomica;
-  Incremento senza precedenti della violenza domestica sociale contro le donne;
-  Legalizzazione di ogni tipo di violenza contro la donna fin ad arrivare a dare la ragione giuridica e religiosa al padre nel caso dell’uccisione della figlia come “paternità di sangue”!
-  Costruzione di una micidiale forza terroristica, chiamata Sepah Passdaran che minaccia la stabilità e la pace nel mondo;
-  Costituzione di un corpo paramilitare, armato fino ai denti chiamato “Basiji”, per sopprimere ogni tipo di protesta;
-  Devoluzione di migliaia di miliardi per interventi terroristici in Iraq, in Siria, in Yemen ecc..;
-  Oltre 150.000 ragazze anche di 9 anni e ragazzi fucilati per la loro opinione;
-  Interi laghi asciugati, tra cui quello di Orumieh, per sfruttamento delle acque anche ai fini di cambiare le formazioni etniche e religiose;
-  Interi boschi bruciati X far spazio alle costruzioni militari e non;
-  Esportazione del terrorismo in ogni angolo della pianeta, Iraq, Siria, Yemen, Bahrein, Arabia Saudita, Israele, Europa, America con la devastante conseguenza che siamo testimoni specialmente in Francia e in Belgio.

Non vi stupite perché nelle zone dell’ovest dell’Iran l'ultimo terremoto ha causato migliaia di morti e feriti e interi villaggi distrutti.
Non stupitevi perché il regime ha dirottato venti mila Passdaran, armati fino ai denti, nelle zone terremotate.
Non vi dovete stupire perché il regime degli ayatollah ha mandato più bulldozer e che ambulanze!
Con i bulldozer hanno raso al suolo, sulla testa dei feriti e morti, le mura delle case distrutte.
Ecco perché dopo una settimana il capo religioso Ali khamenei si è recato di notte per dire che era  “tutto apposto”! E ha ringraziato i Passdaran per “il loro prezioso impegno a difendere la nazione e i cittadini”!

Posso continuare fino a 2020 ad elencare i danni di questo terremoto ma mi fermo per voi!

Davood Karimi, presidente dell’associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia