Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA
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18 luglio 2012

dal 18 luglio quattro giorni di nonviolenza: partecipa!

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AMNISTIA SUBITO!
Dal 18 luglio quattro giorni di nonviolenza,
di sciopero della fame e di silenzio


Oggi comincia quell’iniziativa che per comodità si può riassumere in “quattro giorni di digiuno e di silenzio”. Anche qui, una briciola di curiosità sarebbe cosa normale.
 Che cosa vorrà mai dire: “di silenzio”?
 Marco Pannella, Emma Bonino, i radicali, e tutti coloro che – dentro e fuori le carceri si vorranno unire a loro – per quattro giorni oltre a nutrirsi di cappuccini, si asterranno dal parlare, replicheranno – chissà – quel tipo di operazione di molti anni fa, quando i radicali si presentarono a una tribuna elettorale imbavagliati, e furono minuti lunghissimi, interminabili, che hanno fatto storia?
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Cari amici e compagni

ancora una volta Marco Pannella richiama la politica su ciò che definisce "la più grande questione istituzionale e sociale del nostro Paese", cioè lo stato della Giustizia civile e penale.

Non sono più solo i detenuti e i loro familiari, i direttori, gli agenti di polizia penitenziaria, gli psicologi, gli educatori, il personale sanitario e ammnistrativo, le associazioni che di carcere si occupano da anni, i volontarie i cappellani a condividere l'ennesimo allarme lanciato da Pannella.

Ora c'è una lettera aperta al Presidente della Repubblica promossa dal Prof. Andrea Pugiotto e sottoscritta da oltre cento professori ordinari di Diritto Costituzionale, di diritto Penale e di Procedura Penale. Si tratta di uno straordinario documento culturale, scientifico e politico che chiede al Presidente di farsi forte di una sua prerogativa prevista dal comma 2, art. 87 della nostra Costituzione: il messaggio alle Camere, per  favorire un processo deliberativo in Parlamento attraverso la formalizzazione delle sue preoccupazioni istituzionali e costituzionali così puntualmente ed efficacemente manifestate in occasione del convegno "Giustizia! In nome della Legge e del popolo sovrano" svoltosi un anno fa grazie all'invito e all'ospitalità del Presidente del Senato, Renato Schifani.

Questa straordinaria mobilitazione del mondo scientifico ha ridato anche a noi, incoraggiandoci, il senso della urgenza necessaria e possibile per alimentare la battaglia per la grande Riforma della Giustizia, riforma strutturale che può essere realizzata, su tutti i fronti, con la proposta di una amnistia, affinché le strutture esistenti – immediatamente e dopo trent'anni – fuoriescano dalla condizione criminale rispetto alla nostra Costituzione, rispetto alla giurisdizione europea e rispetto alla coscienza civile del nostro Paese.

Cosa vi chiediamo  con questa lettera?

1)  Di sottoscrivere la lettera/appello dei costituzionalisti al Presidente della Repubblica che puoi leggere integralmente sul sito www.amnistiasubito.it

2)  Di partecipare, nel modo che riterrete, ai quattro giorni di nonviolenza, di sciopero della fame e di silenzio. Il "silenzio" lo si può creare - perché dia i suoi frutti di riflessione interiore - partecipando a momenti di raccoglimento da vivere insieme agli altri nelle carceri o, semplicemente, nei luoghi che frequentiamo nella nostra vita quotidiana. Proviamo a farlo, magari radunando un po' di amici ad un'ora x, anche sui Facebook o Twitter, per 5, 10 minuti o mezz'ora. Mentre il rumore ci circonda costantemente, il silenzio va creato, è un'opera che cerchiamo di far diventare strumento della nonviolenza per riflettere su quanto ci accade e su come intervenire nella realtà di violenza, di sopraffazione e di illegalità che sempre più ci circonda. Attenzione, si tratta solo di spunti, ognuno può inventarsi le sue modalità di silenzio da condividere con gli altri.

Per sottoscrivere la lettera/appello dei Costituzionalisti al Presidente della Repubblica, e/o per partecipare, nel modo che si riterrà più consono, ai quattro giorni di nonviolenza, di sciopero della fame e di silenzio puoi riempire i moduli che sono sul sito www.amnistiasubito.it



Informazioni per iscriversi e contribuire alle iniziative del Partito Radicale
PACCHETTO ISCRIZIONI PER TUTTI I SOGGETTI DELL'AREA RADICALE
(Partito Radicale, Radicali italiani, Associazione Luca Coscioni, Nessuno Tocchi caino, Non c'è pace senza giustizia, Associazione Radicale "Esperanto", Lega internazionale antiproibizionista, Anticlericale.net, Certi Diritti):
590 euro anziché 1.100.

Iscrizione al Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito
Quota minima: 200 euro (0,55 euro al giorno)

Modalità di versamento
1) carta di credito : collegandosi al sito http://www.radicalparty.org/it/donation
2) vaglia postale e assegno : per il pacchetto iscrizioni l'intestazione deve essere "Partito Radicale - Via di Torre Argentina, 76 Roma".
3) bonifico postale : Partito Radicale IT33N0760103200000044855005 BPPIITRRXXX
4) bollettino postale : Partito Radicale 44855005
5) bonifico bancario : Partito Radicale IT56E0832703221000000002381 ROMAITRR

1 aprile 2012

L’Italia che non ama guardarsi allo specchio

  Che sono gli Italiani rispetto alla politica e all'azione del Governo Monti?
Ecco qua: da Notizie Radicali.it  una realistica, e ovviamente impietosa, analisi di Alessandro Litta Modignani che condivido al 360 per cento.
AM
 
30-03-2012
 
La signora con la maglietta nera e la scritta “Fornero al cimitero” che si mette in posa con Diliberto, davanti a Montecitorio, rappresenta bene la mentalità e i riflessi tipici di molti italiani di oggi. Non solo per la macabra invettiva, ma ancor più per la successiva intervista al Corriere della Sera, dove la casalinga cerca di scusarsi affermando di avere votato, in passato, fra gli altri anche per Silvio Berlusconi. Questa attitudine a lanciare una mascalzonata per subito “pentirsi”, questo precipitarsi a dire “ho votato per tutti” per non dover rispondere delle proprie scelte, non è forse in piena continuità con l’Italietta fascista che plaude al Duce il 10 giugno e poi antifascista che ne issa per i piedi il cadavere il 25 aprile? Persone mai disposte ad assumere la benché minima responsabilità, neppure collettiva.
La crescente ostilità di una parte dell’opinione pubblica nei confronti del governo Monti, che emerge dai social network, si spiega anche così. Il governo cosiddetto “tecnico” in realtà è stato chiamato a un compito tutto “politico”, che i partiti non erano in grado di assolvere. Dopo neanche quattro mesi, a fronte delle prime conseguenze di decisioni impopolari ma indispensabili, l’Italia eternamente protestataria torna a mugugnare. Molti di costoro – non tutti, sia ben chiaro - dimostrano di vivere completamente fuori dalla realtà. in un mondo capovolto. Con i suoi tentativi di riforma, Monti obbliga gli italiani a guardarsi allo specchio ma l'immagine è sgradevole, impoverita e deforme. Molti di costoro, inorriditi di se stessi, vorrebbero prendersela con lo specchio, perché a nessuno piace ammettere di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Chi di noi non conosce persone andate in pensione ancora prima di aver compiuto 40 anni?


Adesso i nodi vengono al pettine, il conto è salato e la medicina amara. Mario Monti è una persona seria - ce ne sono poche in giro - che affronta la riforma delle pensioni, del mercato del lavoro, dell'evasione fiscale, dei privilegi corporativi, delle rendite di posizione, della concorrenza. Ma gli irresponsabili, vittime della disinformazione e del proprio auto-inganno, restano prigionieri dei luoghi comuni più sciocchi e banali, della demagogia, dei vari populisti in circolazione (Bossi, Di Pietro, Grillo eccetera). Molti italiani dimostrano così di non capire la falsa antinomia fra una sinistra che aumenta le tasse e una destra che aumenta il debito: due politiche apparentemente diverse ma in realtà entrambe incentrate sull’aumento della spesa pubblica. Viceversa il governo attuale, sia pure a prezzo nell’immediato di sacrifici durissimi, cerca di creare le condizioni per riportare l’economia italiana nella media della crescita europea. I “tristi dipietristi” che su facebook auspicano la caduta dell’aereo di Monti di ritorno dalla Cina, come coloro che vorrebbero Fornero al cimitero, ammantano con nobili ideali di giustizia sociale un qualunquismo becero, incapace di uscire dalla logica tipicamente partitocratica di avere un pochino di più per sé, un piccolo vantaggio immediato, mentre l’Italia affonda con i suoi mali di sempre.


Alessandro Litta Modignani    (1954) è giornalista. È iscritto e milita nel Partito Radicale ininterrottamente dal 1974. Nella Legislatura 2000-2005 è stato capogruppo per i Radicali-Lista Bonino nel Consiglio Regionale della Lombardia. È attualmente membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani.