Il ricorso eccessivo ai decreti legge porta a diverse conseguenze negative. Il parlamento infatti ha solo 60 giorni per convertirli in legge. Un tempo adatto ad affrontare occasionalmente questioni urgenti e specifiche ma che diventa insufficiente se l’esecutivo tende a ricorrere a questo strumento con troppa frequenza. Una modalità che peraltro lascia pochissimo spazio alle camere per dedicarsi ad altro che non siano le proposte di legge di iniziativa governativa. Questo ha portato gli esecutivi a ricoprire un ruolo sempre più centrale anche per quanto riguarda l’iter legislativo. Data questa situazione, ai parlamentari rimangono pochi margini di manovra e spesso l’unico modo che hanno per intervenire è quello di proporre emendamenti alle leggi di conversione.
In questo contesto, il centrodestra ha presentato recentemente due proposte di revisione costituzionale che punterebbero ad estendere i tempi per la conversione a 90 giorni. In questo modo le camere avrebbero più tempo per esaminare i Dl e presentare eventuali proposte di modifica. Si possono comprendere le ragioni che hanno portato a questa proposta, al contempo però emergono gravi criticità. Tale riforma infatti andrebbe e legittimare ancora di più l’abuso dei decreti, comprimendo ulteriormente le prerogative delle camere.
Nessun commento:
Posta un commento