Marta Cartabia, giudice della Corte Costituzionale vicinissima a Comunione e Liberazione che in più occasioni ha già avuto modo di ribadire che il matrimonio è solo quello tra uomo e donna.
Oppure Giuliano Amato, ovvero colui che nel 2000 disse da presidente del Consiglio che “purtroppo” la Costituzione permette a lesbiche e gay di manifestare nelle strade, che nel 2007, da ministro degli Interni, emise una circolare contro la trascrizione dei matrimoni same-sex celebrati all’estero.
Per non parlare delle proposte del Centrodestra, ormai di fatto alleato del Governo.
Nomi apertamente contrari, per non dire ostili, alla comunità LGBTQI, che se eletti presidenti della Repubblica certo non aiuterebbero una politica lenta e sorda a far uscire questo Paese dal medioevo dei diritti civili. Un ulteriore atto di guerra nei confronti delle cittadine e dei cittadini omosessuali italiani ancora in attesa che il presidente del Consiglio Matteo Renzi mantenga le sue promesse. Presidente del Consiglio che, nella realtà dei fatti, persevera nel consentire al suo ministro degli Interni Angelino Alfano di agire contro le coppie same-sex sposate all’estero in maniera violenta e illegale, coppie legittimamente trascritte da alcuni sindaci espressione politica di quel Partito Democratico pronto più ad assecondare i capricci dell’alleato di Governo che a sostenere i suoi uomini sul territorio.
Dopo anni di disattenzione, se non disinteresse, da parte dei precedenti inquilini del Quirinale, la comunità LGBTQI italiana vorrebbe davvero un presidente di tutti e tutte, garante anche di quei valori di uguaglianza, rispetto e inclusione troppe volte messi da parte. Un presidente amico dei diritti, capace di spronare il Parlamento affinché si ponga fine a un’inaccettabile ignavia varando una legge al passo con quelle in vigore nei principali Paesi europei che sancisca la fine di ogni discriminazione tra eterosessuali e omosessuali.
ArciLesbica, Famiglie Arcobaleno, Love Out Law e Rete Genitori Rainbow lanciano perciò le loro Queerinarie, nome faceto per un’iniziativa seria: dieci nomi di alto profilo sociale, culturale e istituzionale che negli anni hanno dimostrato grande attenzione alle problematiche della comunità LGBTQI e vicinanza alla stessa.
Chiunque può partecipare al sondaggio andando sul sito www.loveoutlaw.it e scegliendo il proprio candidato preferito entro la mezzanotte di martedì 27 gennaio.
Il giorno seguente, alle 15, ovvero 24 ore prima della prima votazione del Parlamento per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, verrà reso noto il nome del Presidente che la comunità LGBTQI italiana sogna alla guida del Paese.
Nessun commento:
Posta un commento