MANIFESTO DELLA "ASAMBLEA TRANSMARICABOLLO DE SOL" PER L'"ORGULLO
INDIGNADO 2013"
Quel 28 giugno del 1969 le nostre sorelle newyorkesi non avevano carri.
La rivolta di Stonewall non è fu una sfilata, fu l'inizio di una rivoluzione. Erano appena duecento translesbofroci, stanche degli attacchi della polizia, e fecero esplodere la loro rabbia contro la
translesbofrocifobia, il classismo, la puttanofobia, l'effeminatofobia ed il razzismo.
Oggi usciamo dalle nostre case, dai nostri angoli, dai nostri marciapiedi, dai nostri posti di battuage, dai nostri locali gay, dai nostri lavori e dalle nostre disoccupazioni per unirci alla resistenza. Perché non lasceremo che continuino ad attaccarci, ricattarci, aggredirci, buttarci fuori dalle nostre case e dal paese.
Per sopravvivere, resistiamo al massacro neoliberalista ed al terrorismo etero patriarcale e fascista.
Oggi come ieri continuiamo a gridare:
NO PASARAN!!
Anche oggi continuiamo a denunciare la depoliticizzazione e la commercializzazione del pride che si sta degradando, mentre l'imprenditoria gay-lesbica continua spillare soldi. Ci continuano ad offrire divertimento per noi ed affari per loro, consumismo e incretinimento.
Ma non siamo solo consumatori, ma menti e corpi pensanti, soggetti politici, e continueremo ad interferire politicamente ovunque, che piaccia loro o no. Non vogliamo quartieri emblematici translesbofroci, come quello di Chueca (quartiere gay di Madrid – N.d.T.), continuino a trasformarsi in spazi elitari di lucro. Non vogliamo luna park imprenditoriali a tema.
E continueremo a lottare, con le nostre sorelle di Uganda, Francia, Turchia, Ecuador, Russia e tutto il mondo, affrontando l'escalation del fascismo translesbofrociofobico. Se toccano una sola di noi, ci
toccano tutte!!!
Siamo più che mai isteriche!!! Difenderemo fino alla morte la sovranità sui nostri uteri, non permetteremo la loro occupazione da parte dello stato né della chiesa.
Cacciate i vostri rosari dai nostri ovari!!!
Il mio corpo è mio e solo mio!
Occuperemo i loro consultori medici e i loro centri di rassegnazione di genere finché non ci lascino decidere per noi stesse/i quando, come e perché cambiare o non cambiare il nostro nome nella carta
d'identità, prendere o non prendere ormoni, operare o non operare i nostri corpi.
È la loro transfobia che ci fa schifo, non i vestiti, i nomi o i soprannomi che ci piace usare ogni giorno.
Il mio corpo è mio e solo mio!
Manifesteremo nelle strade molte volte ancora finché si interrompano le aggressioni e le minacce della polizia a puttane e puttani, finché non riconoscano i diritti delle lavoratrici del sesso.
Indegno è chi firma le espulsioni per i migranti, non chi vende compagnia e piacere.
Nessuna aggressione sarà senza risposta. Il mio corpo è mio e solo mio!
Non potrete curare le nostre deviazioni, non crediamo né nella vostra normalità, né nella vostra rettitudine. Ci buttate fuori casa per fare un affare del nostro diritto a un tetto anche a costo di condannarci all'esclusione sociale. Ma i veri sgomberi li faremo noi il parlamento, il palazzo della Zarzuela (residenza della famiglia reale spagnola – N. d. T.) e la cattedrale dell'Almudena.
Siamo stanche della vostra corruzione, di vedere come rubate il denaro pubblico, il nostro, mentre ci annoiate con il mantra della santa austerità.
E invece nella strada ci volete ammutoliti, vi infastidiscono le nostre proteste e vi fanno paura le informazioni che diamo.
Beh, non staremo zitti né smetteremo di informare, nonostante le identificazioni, le detenzioni e le multe che ci metterete.
Continueremo a lottare contro il decreto real-fascista che lascia senza copertura sanitaria a i/le senza documenti. Non staremo a guardare come esploderanno le malattie contagiose, la sifilide, la tubercolosi, il razzismo. Non vogliamo comprare gli antiretrovirali al mercato nero, né tornare a contare i sieropositivi morti per mancanza di cure mediche. Non staremo a guardare mentre smantellano il nostro
sistema pubblico di sanità.
Fermeremo la distruzione dell'educazione pubblica e combatteremo la franchista legge Wert (Ministro della pubblica istruzione spagnola -N. d. T.). Non permetteremo che si continui ad alimentare l'omofobia
nelle scuole ed istituti con la complicità della chiesa cattolica.
Butteremo fuori la chiesa dalle nostre aule. Perché siamo stanche/i del bullismo verso gli alunni/e e i professori/esse translesbofroci, stanche/i che si rendano sistematicamente invisibili le nostre famiglie. Perché abbiamo bisogno di formarci come cittadini critici rispetto al sistema e non resteremo ferme/i a guardare come ci invitano a abbandonare i nostri studi o ad essere costretti a emigrare per continuare a formarci, nella didattica e nella ricerca, e tutto per una presunta mancanza di denaro pubblico.
Con orgoglio, dal basso e dalla lotta nella strada. Un pride di denuncia perché il pride è protesta, collera e rabbia.
Rabbia per questo colpo di stato finanziario, neoliberale, neocoloniale e fascista.
Collera contro questo capitalismo che cerca di ricomporsi di nuovo al prezzo della distruzione e dell'annichilimento di qualunque opzione di vita dignitosa.
Protesta contro queste politiche che pretendono privatizzare tanto i beni comuni quanto i nostri corpi.
Corpi che resistono e si rivoltano contro le ostie della chiesa e contro i colpi della polizia.
Ora più che mai è fondamentale la lotta collettiva, unire forze translesbofrociputtane, più pericolose, scandalose e rabbiose che mai.
Non ci potranno azzittire.
http://asambleatransmaricabollodesol.blogspot.com.es/INDIGNADO 2013"
Quel 28 giugno del 1969 le nostre sorelle newyorkesi non avevano carri.
La rivolta di Stonewall non è fu una sfilata, fu l'inizio di una rivoluzione. Erano appena duecento translesbofroci, stanche degli attacchi della polizia, e fecero esplodere la loro rabbia contro la
translesbofrocifobia, il classismo, la puttanofobia, l'effeminatofobia ed il razzismo.
Oggi usciamo dalle nostre case, dai nostri angoli, dai nostri marciapiedi, dai nostri posti di battuage, dai nostri locali gay, dai nostri lavori e dalle nostre disoccupazioni per unirci alla resistenza. Perché non lasceremo che continuino ad attaccarci, ricattarci, aggredirci, buttarci fuori dalle nostre case e dal paese.
Per sopravvivere, resistiamo al massacro neoliberalista ed al terrorismo etero patriarcale e fascista.
Oggi come ieri continuiamo a gridare:
NO PASARAN!!
Anche oggi continuiamo a denunciare la depoliticizzazione e la commercializzazione del pride che si sta degradando, mentre l'imprenditoria gay-lesbica continua spillare soldi. Ci continuano ad offrire divertimento per noi ed affari per loro, consumismo e incretinimento.
Ma non siamo solo consumatori, ma menti e corpi pensanti, soggetti politici, e continueremo ad interferire politicamente ovunque, che piaccia loro o no. Non vogliamo quartieri emblematici translesbofroci, come quello di Chueca (quartiere gay di Madrid – N.d.T.), continuino a trasformarsi in spazi elitari di lucro. Non vogliamo luna park imprenditoriali a tema.
E continueremo a lottare, con le nostre sorelle di Uganda, Francia, Turchia, Ecuador, Russia e tutto il mondo, affrontando l'escalation del fascismo translesbofrociofobico. Se toccano una sola di noi, ci
toccano tutte!!!
Siamo più che mai isteriche!!! Difenderemo fino alla morte la sovranità sui nostri uteri, non permetteremo la loro occupazione da parte dello stato né della chiesa.
Cacciate i vostri rosari dai nostri ovari!!!
Il mio corpo è mio e solo mio!
Occuperemo i loro consultori medici e i loro centri di rassegnazione di genere finché non ci lascino decidere per noi stesse/i quando, come e perché cambiare o non cambiare il nostro nome nella carta
d'identità, prendere o non prendere ormoni, operare o non operare i nostri corpi.
È la loro transfobia che ci fa schifo, non i vestiti, i nomi o i soprannomi che ci piace usare ogni giorno.
Il mio corpo è mio e solo mio!
Manifesteremo nelle strade molte volte ancora finché si interrompano le aggressioni e le minacce della polizia a puttane e puttani, finché non riconoscano i diritti delle lavoratrici del sesso.
Indegno è chi firma le espulsioni per i migranti, non chi vende compagnia e piacere.
Nessuna aggressione sarà senza risposta. Il mio corpo è mio e solo mio!
Non potrete curare le nostre deviazioni, non crediamo né nella vostra normalità, né nella vostra rettitudine. Ci buttate fuori casa per fare un affare del nostro diritto a un tetto anche a costo di condannarci all'esclusione sociale. Ma i veri sgomberi li faremo noi il parlamento, il palazzo della Zarzuela (residenza della famiglia reale spagnola – N. d. T.) e la cattedrale dell'Almudena.
Siamo stanche della vostra corruzione, di vedere come rubate il denaro pubblico, il nostro, mentre ci annoiate con il mantra della santa austerità.
E invece nella strada ci volete ammutoliti, vi infastidiscono le nostre proteste e vi fanno paura le informazioni che diamo.
Beh, non staremo zitti né smetteremo di informare, nonostante le identificazioni, le detenzioni e le multe che ci metterete.
Continueremo a lottare contro il decreto real-fascista che lascia senza copertura sanitaria a i/le senza documenti. Non staremo a guardare come esploderanno le malattie contagiose, la sifilide, la tubercolosi, il razzismo. Non vogliamo comprare gli antiretrovirali al mercato nero, né tornare a contare i sieropositivi morti per mancanza di cure mediche. Non staremo a guardare mentre smantellano il nostro
sistema pubblico di sanità.
Fermeremo la distruzione dell'educazione pubblica e combatteremo la franchista legge Wert (Ministro della pubblica istruzione spagnola -N. d. T.). Non permetteremo che si continui ad alimentare l'omofobia
nelle scuole ed istituti con la complicità della chiesa cattolica.
Butteremo fuori la chiesa dalle nostre aule. Perché siamo stanche/i del bullismo verso gli alunni/e e i professori/esse translesbofroci, stanche/i che si rendano sistematicamente invisibili le nostre famiglie. Perché abbiamo bisogno di formarci come cittadini critici rispetto al sistema e non resteremo ferme/i a guardare come ci invitano a abbandonare i nostri studi o ad essere costretti a emigrare per continuare a formarci, nella didattica e nella ricerca, e tutto per una presunta mancanza di denaro pubblico.
Con orgoglio, dal basso e dalla lotta nella strada. Un pride di denuncia perché il pride è protesta, collera e rabbia.
Rabbia per questo colpo di stato finanziario, neoliberale, neocoloniale e fascista.
Collera contro questo capitalismo che cerca di ricomporsi di nuovo al prezzo della distruzione e dell'annichilimento di qualunque opzione di vita dignitosa.
Protesta contro queste politiche che pretendono privatizzare tanto i beni comuni quanto i nostri corpi.
Corpi che resistono e si rivoltano contro le ostie della chiesa e contro i colpi della polizia.
Ora più che mai è fondamentale la lotta collettiva, unire forze translesbofrociputtane, più pericolose, scandalose e rabbiose che mai.
Non ci potranno azzittire.
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