Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

1 febbraio 2012

Giustizia, amnistia. Un promemoria

Valeria Centorame su Notizie Radicali.it
01-02-2012
Il Partito Radicale sta conducendo una lotta per la giustizia e la legalità proponendo l'Amnistia per la Repubblica, come apripista ad una vera e seria riforma della Giustizia. La maggior parte dei cittadini volutamente poco informati e disinformati dai media non ne conosce i dettagli, non ne conosce le motivazioni, non ne conosce le ragioni. I cittadini non hanno modo perciò di crearsi "una propria opinione" nel merito,  a causa del silenzio vergognoso dell'informazione pubblica che non da spazio ad un democratico dibattito sul tema.
Ho raccolto dopo una ricerca, alcune recenti dichiarazioni rilasciate sul tema Amnistia, indulto e sovraffollamento carcerario, citando di volta in volta la fonte e virgolettando le testuali parole utilizzate da alcune autorevoli voci del panorama italiano. Credo che la lettura delle dichiarazioni, avulse volutamente da commenti, possa chiarire un pochino le idee del perchè un provvedimento del genere susciti invece la vicinanza e l'adesione di molte autorevoli personalità e della maggior parte degli addetti del settore,  cioè di chi non ha bisogno di approfondimento mediatico proprio perchè il problema lo conosce da vicino. Sono oltretutto convinta che con la giusta informazione la maggior parte della società civile appoggerebbe tale proposta per tutte le ragioni che ad oggi le è negato conoscere.

Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica italiana:
«… il sistema carceri e giustizia riconosciuto al collasso… una realtà che ci umilia in Europa, L'emergenza va affrontata esaminando ogni possibilità di intervento e non escludendo pregiudizialmente nessuna ipotesi che possa rendersi necessaria».
(Intervento al convegno “Giustizia! In nome della legge e del popolo sovrano”.)
Carlo Federico Grosso, professore di diritto penale nell'Università di Torino, avvocato ed ex Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: 
“Mi si chiede, infine, quali interventi ulteriori potrebbero essere utili e/o necessari allo scopo di risolvere l'emergenza carcere. Sul punto non ho dubbi: le uniche misure "svuota-carceri" efficaci nei confronti di tale emergenza sarebbero l'amnistia e l'indulto. Conosco le obbiezioni alle quali una simile proposta va incontro. Nondimeno insisto poiché, altrimenti, in tempi brevi non potrà esservi rimedio alla condizione carceraria ormai insostenibile. Naturalmente, se si vuole evitare di ripetere gli errori del passato, occorrerebbe che la scelta d'utilizzare ancora una volta (impropriamente) gli istituti di clemenza allo scopo di sfoltire la popolazione carceraria sia accompagnata da una forte iniziativa riformatrice di carattere generale. Il provvedimento di amnistia e d'indulto dovrebbe essere, in altre parole, accompagnato dall'impostazione di quella "riforma complessiva ed organica del sistema penale" che si auspica da anni per superare la crisi della giustizia italiana, ma che mai, fino ad ora, le forze politiche sono state in grado anche soltanto d'impostare: riforme di organizzazione del sistema giudiziario, riforma del codice penale, riforma del codice di procedura penale, accelerazione nella costruzione di nuove carceri, e via dicendo”.
(Intervista da penalecontemporaneo.it)
Alberto Gargani, professore ordinario presso il Dipartimento di Diritto Pubblico Membro della Facoltà di Giurisprudenza Settore scientifico disciplinare Diritto Penale IUS/17
“Siamo di fronte ad un fatto conforme al tipo legale materialmente lesivo di beni penalmente protetti, che presenta peraltro una peculiare nota distintiva: il carattere massivo e seriale dell'offesa le condizioni inumane e degradanti in cui si traduce il sovraffolamento danno luogo ad una situazione tipica ed antigiuridica, espressione di un travalicamento dei limiti oggettivi del dovere, per cui l'insieme determina la circostanza che il carcere sia definibile, oggi, in Italia, un' istituzione criminale”. Non criminogena, quello lo è sempre stata da quando è stata inventata, è un'istituzione criminale”.
(dal saggio sul Sovraffollamento carcerario e violazione dei diritti umani: un circolo virtuoso per la legalità dell’esecuzione penale)
Tullio Padovani, ordinario di diritto penale alla Scuola Superiore di Studi Universitari Sant'Anna di Pisa
“La tortura accettata come una normalità. Una normalità che diventa normativa e che si fa regola in qualche modo, e si fa regola ad esempio attraverso quella strana formula che è la capienza tollerabile degli istituti penitenziari. In realtà non si tratta di una situazione normativa, non si tratta di una situazione che sia regola, ma è una situazione che ha un altro nome. Chiaro, univoco, indiscutibile: si chiama delitto di maltrattamenti in base all'art. 572 del codice penale”.
(da “Relazione sullo stato dell’amministrazione penitenziaria”) 
Antonio Buonaiuto, Presidente della Corte di Appello di Napoli (distretto giudiziario più grande d'Italia)
“… il rimedio principe sarebbe un'amnistia, per eliminare il grosso carico di arretrati. È un fardello, un debito pubblico, un debito giudiziario che ci portiamo dietro. Naturalmente questa amnistia lascerebbe fuori i reati maggiori, quelli più gravi, ma bisogna avere il coraggio di dire queste cose. La crisi economica e le azioni di contrasto hanno fatto venir meno le tradizionali vie criminali di approvvigionamento, quelle delinquenziali tipiche, basti pensare all'azione di contrasto all'usura, al pizzo e simili. Di riflesso, sul piano del crimine si compensa con il furto, la rapina etc”.
(Intervista rilasciata al “TGR Campania il 25 gennaio 2012)
Ferdinando Imposimato, già magistrato e parlamentare. Avvocato penalista, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. 
Invocando l'amnistia come soluzione al problema carcerario ha inoltre  sostenuto che: “…oggi in carcere c'è per la maggior parte microcriminalità che non rappresenta una minaccia allo stato sociale”.
(Intervista a “La vita in diretta”, 10 gennaio 2012)
Giovanni Palombarini, Magistratura Democratica 
“… Il numero dei detenuti, molti dei quali non sono neppure condannati in via definitiva, continua ad aumentare, come quello dei suicidi. Magistratura Democratica, io penso, dovrebbe fare propria la proposta di amnistia e indulto,  affiancandosi pubblicamente, anche con una sua iniziativa, a coloro che nella società insistono per l’amnistia”.
(da “Magistraturademocratica.it)
Giovanna Di Rosa responsabile per le carceri del Consiglio superiore (Csm)
“… sì all’amnistia… e poi non lasciamoli in mezzo a una strada. È indispensabile intervenire, è un rimedio estremo, ma da adottare. Questa misura va accompagnata alla costruzione di una rete sul territorio, perché in carcere ci sono i cittadini più poveri, e non devono trovarsi fuori, in mezzo a una strada, senza un soldo”.
(da “Ristretti Orizzonti”)
Enrico Sbriglia, Direttore di Istituto Penitenziario e Segretario del sindacato più rappresentativo dei direttori penitenziari 
«La situazione nelle carceri è così critica…che richiede una soluzione straordinaria: non possiamo aspettare la revisione del codice penale; occorre avere il coraggio di tagliare, con un'amnistia, l'enorme numero della popolazione detenuta che ormai viaggia verso le 68.000 unità».
Ada Palmonella psicologo esperto del Tribunale Penale e Civile di Roma, esperto del Ministero di Giustizia per gli Istituti Penitenziari
"… Dopo un solo pomeriggio trascorso a Regina Coeli… penserebbe che ci sono, evidenti, le condizioni per l’amnistia". Quell'amnistia su cui non c'è accordo politico e per questo considerata impraticabile. Ma allora, a meno di un accordo per continuare a tenere migliaia di detenuti in carceri sempre più simili a cloache, la politica si impegni seriamente a trovarne uno su interventi alternativi ma sostanziali, in grado di decongestionare rapidamente il sistema carcerario. Perché ogni giorno che passa senza soluzioni, né proposte è una prova in più che inchioda la classe dirigente alle proprie responsabilità di fronte a questa tortura di Stato”.
(da “Lettera aperta al presidente della Repubblica”)
Filippo Facci giornalista e scrittore
“… Sono favorevole a un’amnistia. In un Paese civile, l’obiettivo dovrebbe essere la giusta oscillazione tra la cultura della legalità e il rispetto delle garanzie, ma da noi - è destino, pare - tutto si traduce nell’oscillazione tra il peggior forcaiolismo e il garantismo più peloso, per fare l’amnistia ci vorrebbe un governo meno ossessionato dal consenso”.
(da “Tempi”)
Enrico Mentana, giornalista 
“In generale è criminale l’assenza totale di dibattito tra le forze parlamentari, escluso chi, come i radicali, meritoriamente lo fa da sempre sul tema della condizione nelle carceri. Purtroppo un quindicennio di botte da orbi tra guelfi e ghibellini sui temi della giustizia soltanto centrati su una persona hanno portato a dimenticare e distorcere completamente tutti i problemi della condizione carceraria, quindi ogni iniziativa è assolutamente benemerita”.
(da “Ristretti Orizzonti”)
Antonio Socci giornalista e scrittore
“Aderisco a questa idea di una pacificazione che riguardi tutta la nostra società, oltre a quella politica e che metta in primo piano i nostri amici, fratelli carcerati, che sono costretti a vivere in una situazione drammatica, per cui è saggio e sacrosanto riprendere l’antico appello di Giovanni Paolo II, che ci esortava a una misura di clemenza che sani una situazione davvero intollerabile”.
(da “Ristretti Orizzonti”)
Roberto Saviano giornalista, scrittore 
“… In carcere un suicidio ogni cinque giorni. Le condizioni di vita sono spesso disumane. «I detenuti in Italia sono cresciuti dell’80% in 10 anni e le strutture rimaste invariate: 80mila detenuti per 50mila posti…È dal funzionamento di carceri e sistema giudiziario che si misura la democraticità di un Paese. E l'Italia ha molta strada da fare”.
(dalla sua pagina su Facebook e Twitter)
Andrea Oliviero Presidente Nazionale delle Acli 
“… non possiamo accettare che si scenda sotto i livelli del rispetto della dignità umana. Bisogna avere il coraggio di affrontare un provvedimento d’urgenza nel nostro paese, perché la situazione delle carceri sta diventando esplosiva. È importante che non si proceda in maniera scoordinata, come avvenne l’ultima volta che si scelse per un provvedimento di indulgenza. Si tratta di scelte di civiltà, che vanno fatte spiegandole al Paese, dati alla mano. Anche perché la Lega Nord, che è all’opposizione, remerà contro. Tutta la società civile deve assumersi questa responsabilità, perché l’amnistia non va vissuta come se fosse un colpo di spugna: bisogna inserire collateralmente un elemento rieducativo, che nelle nostre carceri non è quasi mai presente”.
(da “Ristretti Orizzonti”)
Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori
Costalli si esprime a favore di “un’amnistia selezionata, legata ad alcuni tipi di reato. Bisogna assolutamente affrontare il tema. Il Vaticano ha definito quella di Monti una bella squadra e la presenza cattolica in questo nuovo esecutivo credo possa contribuire in maniera positiva a una valutazione serena, e non ideologica. È una carta in più, che non va sprecata: quando il tema dell’amnistia è stato trattato in passato ha subito opposte partigianerie. Occorre invece fare un discorso nazionale, pragmatico, pacifico”.
(da “Ristretti Orizzonti”)

Di seguito invece alcuni degli aderenti All'appello a sostegno della lotta nonviolenta di Marco Pannella  che invita a prendere in considerazione anche la possibilità di un'amnistia “per la repubblica, per la giustizia e per la legalità”: 
 
270 Deputati e 101 Senatori - ovvero il 39% dei 954 parlamentari totali - hanno dunque sottoscritto l'appello di Pannella: si tratta del 43% della Camera e del 31 % del Senato. A loro si aggiungono 13 Europarlamentari, 19 Sindaci, 5 Presidenti di Provincia e 2 Presidenti di Regione.
Tra i firmatari
Dal mondo della politica: Ministro Gianfranco Rotondi per l'attuazione del programma del Governo, Rosy Bindi, Paola Binetti, Anna Paola Concia, Benedetto Della Vedova, Walter Veltroni, Clemente Mastella, Rita Borsellino, Deborah Serracchiani, Nichi Vendola, Giuliano Pisapia.
Numerosi direttori ed operatori penitenziari (dagli educatori agli psicologi) che non citeremo per il grande numero.
E poi giuristi, intellettuali, giornalisti, personalità dell’arte e dello spettacolo come Lucio Dalla, Maurizio Costanzo, Vittorio Feltri, Dario Fo, Clemente Mimun, Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma; Angelo Panebianco, Franca Rame, Ilona Staller, Luigi Frati Rettore Univ. di Roma “La Sapienza”, Renzo Arbore, Franco Battiato, Ennio Morricone, Ornella Vanoni, Vittorio Sgarbi, Oliviero Toscani, Paolo Villaggio, Claudio Bisio, Marco Berry delle Iene”.

La marcia del Natale del 2005 per la richiesta di Amnistia (che non fu varata, e ne rimase orfano invece l'indulto nel 2006) vide partecipi tra gli altri Giorgio Napolitano, Don Andrea Gallo,  la suddetta marcia promossa da Marco Pannella, ebbe un lunghissimo elenco di adesioni bipartisan come Andreotti, Cossiga, Bertinotti, Macaluso, Ferrara e Rodotà, Manconi, D’Alema, Brutti, Macaluso, Russo Spena, Taradash, Paolo Cento, Franco Giordano e Leo Solari; molti socialisti, fra cui Villetti, De Michelis, il presidente della Regione Abruzzo Del Turco ed Boselli. Hanno partecipato alla marcia anche alcuni giornalisti, tra i quali Lucia Annunziata, il direttore dell’Unità, Antonio Padellaro, e Valentino Parlato.
Ormai ed anche grazie alla battaglia radicale, (e di cui in Senato si è dibattuto sempre grazie all'autoconvocazione promossa dai radicali)  ogni tanto sui media passa la notizia per qualche secondo del drammatico sovraffollamento carcerario. La parola AMNISTIA viene ogni tanto pronunciata, ma senza fornire agli ascoltatori delucidazioni ed approfondimenti su cosa significhi realmente e perchè la si sta chiedendo. I radicali vengono volutamente dipinti come "una manica di pazzi che vuole mettere in circolazione i delinquenti"... di suicidi non se ne parla più (nonostante ne avvenga uno ogni 5 giorni) qualche ascoltatore in più ha saputo che in Italia ci sono oltre 28.000 persone detenute in attesa di giudizio, (di cui la metà già sappiamo che uscirà innocente) qualcun'altro tra qualche titolo e notizia di nera, tra qualche plastico ed in orari improponibili ha potuto vedere qualche immagine di reportage dalle carceri. Quasi nessuno è stato mai informato delle tante multe e denunce che riceviamo dall'Europa e dalla Corte Europea per i  Diritti Umani.
Poco affinchè si crei una vera coscienza sociale del problema. Nulla affinchè non sia violato il diritto all'informazione di cui i cittadini dovrebbero godere.
Oggi la disparità sociale maggiore avviene proprio nelle carceri, divenute veri e propri nuclei di shoah...dove vengono relegati gli ultimi, dove non si crea rieducazione e quindi sicurezza, dove vengono violati costantemente i DIRITTI UMANI.
In Italia non è previsto ancora normativamente il "reato di Tortura", mentre si continua a comminare la pena all'ergastolo che è contraria alla Costituzione e alle Carte internazionali dei diritti dell’uomo». L'ergastolo ostativo inoltre come una morte bianca... è un fine pena MAI.
Purtroppo demagogicamente si usa ormai lo slogan della "certezza della pena"... quando in Italia non riusciamo ad avere nemmeno la "certezza del reato" con migliaia di innocenti dietro le sbarre... ne la"certezza del diritto", perchè le migliaia di prescrizioni, unite all'obbligatorietà dell'azione penale  fanno si che i cittadini "NON siano uguali di fronte alla legge".

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