Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

22 gennaio 2010

Intervista a M. Cappato "Lombardia ridotta a Soviet clericale"

. da Il Clandestino del 20 gennaio 2010

di Antonio Pitoni
E una candidatura che nasce dal Patto di consultazione con il Partito
democratico, quella di
Marco Cappato, salito sul ring della Regione Lombardia, dove Formigoni si
preparava già a sfidare Penati per "difendere" il titolo di governatore
senza considerare il terzo incomodo. Sarà solo un outsider? «Dipenderà da
quanto ci permetteranno di comunicare con i cittadini, di informarli della
nostra presenza», avverte il candidato radicale. II ricordo di Pannella
imbavagliato e un cartello con un numero di telefono appeso intorno al collo
per denunciare la "censura" della voce dei suo partito è rimasto,
evidentemente, ben impresso nella mente di Cappato. «E in effetti come
inizio non c`è male - ironizza -. Le pagine milanesi del Corriere della Sera
e di Repubblica hanno già pensato
bene di "oscurare" la conferenza stampa di presentazione della mia
candidatura».

Già, la sua candidatura. Come dobbiamo leggerla, vista l`intesa raggiunta
nel Lazio con il Pd?
«Il nostro intento è quello di continuare a rivolgerci alla gente con gli
stessi obiettivi che avevamo già posto alle Europee. Primo: ribadire
l`allarme sulla condizione democratica del Paese. Secondo: l`urgenza di
voltare quanto prima pagina per liberarci di questo regime».
Perché proprio la Lombardia?
«I dati relativi ai flussi elettorali delle Europee dicono che la campagna
radicale ha attirato più i delusi del centrodestra che quelli del
centrosinistra. Anche alle regionali abbiamo motivo di ritenere che il
richiamo della "rivoluzione liberale" sia molto più forte nei confronti di
chi ha dato fiducia al centrodestra. Quello che, però, vorrei fosse chiaro è
che la nostra non è una scelta tattica,
ma di alternativa: in Lombardia più che altrove, la promessa tradita ha i
volti e i nomi di quel sistema di potere che ruota attorno a Formigoni».
La Bonino l`ha escluso, ma non sarà che alla fine porterete via voti a
Penati?
«Ci siamo posti il problema di non contribuire, con la nostra presenza, alla
vittoria di candidati più lontani dalle nostre posizioni . In questo senso,
la mia candidatura si colloca perfettamente all`interno dei Patto di
consultazione con il Pd. E al riguardo, nonostante la grande stampa abbia
già iniziato ad ignorarci, devo dire che Penati ci ha dato atto della
validità del nostro ragionamento e della nostra capacità di dialogo con gli
ambienti più liberali in una Lombardia ormai ridotta ad una sorta di Soviet
clericale».
E il programma?
«L`autonomia della nostra presenza, con le nostre liste e i nostri
candidati, ci dà la necessaria credibilità per parlare ai cittadini di
promesse tradite e di anti-casta. Ma anche per riaprire la battaglia
antiproibizionista e ambientalista» .
L`intesa con il Pd apre per i radicali il tema dei rapporti con un
centro-sinistra nel quale Italia dei valori sta per lanciare la campagna
referendaria sul nucleare, tema per altro di cui in passato il suo partito
si è occupato. C`è la possibilità di una convergenza?
«Mi limito ad osservare che i referendum sono quelli che si fanno e non
quelli che si annunciano. Inoltre, posso affermare che in Italia non esiste
più il diritto al referendum: noi stessi siamo stati vittime, negli ultimi
quindici anni, di un sabotaggio reiterato. Chiuderei ricordando che il vero
referendum sui nucleare è stato quello fatto (e vinto) da noi».
Intanto, nel dibattito sulle regionali, incombe l`incognita dell`Udc e la
scelta di variegare le alleanze con il centrodestra, il centrosinistra o,
diversamente, correre da soli caso per caso. Lei che idea si è fatto?
«E` il risultato dei sistemi elettorali truffa attualmente vigenti per il
rinnovo dei consigli regionali. Sistemi che hanno preso il peggio del
maggioritario, come la mediatizzazione verticistica, e il peggio dei
proporzionale, che favorisce le grandi ammucchiate. Anche su questo la
nostra posizione è chiara: sistema anglosassone e referendum locali. Di
sicuro, noi non andiamo in giro a chiedere o ad alzare il prezzo»

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