Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

19 ottobre 2009

Tutti i paradossi del Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu

Secondo Protocollo lunedì 19 ottobre 2009

Secondo quanto scritto sul loro sito, il Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu “è un organo intergovernativo nell'ambito del sistema delle Nazioni Unite costituito da 47 Stati membri che hanno la responsabilità di rafforzare la promozione e la tutela dei Diritti Umani in tutto il mondo”. Nobile causa non c'è che dire. Ma........

Ora proviamo a fare una ipotesi slegata da qualsiasi logica politica, proviamo a immaginare di portare davanti a questo Consiglio dei Diritti Umani qualche caso di palese violazione dei Diritti Umani. Iniziamo col presentare al Consiglio il caso del Tibet, territorio occupato militarmente dalla Cina dal 1949 dove la popolazione tibetana viene sistematicamente discriminata, dove ogni forma di libertà viene vietata e ogni protesta (anche se pacifica) viene soppressa nel sangue. Con la Cina nel Consiglio (oltretutto con il diritto di veto in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza), come sarebbe possibile portare avanti una discussione e chiedere sanzioni?

Facciamo un altro esempio. Proviamo a portare il caso della discriminazione di genere, quella che cioè colpisce donne e omosessuali, nei paesi musulmani (l'Arabia Saudita ne è un esempio eclatante). Se date una scorta alla lista dei paesi attualmente membri del Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu troverete un sacco di paesi completamente islamici oltre a una parte di paesi con una forte componente islamica al loro interno (per esempio i paesi africani). Troverete poi alcuni Paesi che non possono prescindere (per motivi commerciali) da questi (per esempio la Cina). Come pensate che possa essere accettato un caso del genere? Non verrebbe neanche dibattuto (per inciso è già successo). Se poi provate a chiedere una risoluzione di condanna allora state freschi.

Potrei andare avanti per ore a elencare casi eclatanti di violazione dei Diritti Umani perpetrati su scala nazionale, cioè come parte integrante della politica di un Paese, dalle guerre provocate in Africa per lo sfruttamento delle risorse (la Cina qui è il campione) alle discriminazioni di interi popoli e/o razze, per non parlare della condizione della donna nei Paesi islamici.

Siete meravigliati che il Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu, il più alto organismo per la tutela dei Diritti Umani al mondo, sia nelle mani di questa gente? Noi no. Le Nazioni Unite ci hanno abituato a queste cose, a questi enormi paradossi che testimoniano essenzialmente la completa inutilità e la bassezza morale dell'Onu, così com'è adesso. Quello che invece ci meraviglia è come le “grandi Organizzazioni per la Difesa dei Diritti Umani”, non quelle microscopiche come la nostra, non si mobilitino per questo, non dicano una parola sul fatto che il più importante organismo per la promozione e la tutela dei Diritti Umani nel mondo, sia nelle mani di questa gente. E allora ci chiediamo il perché organizzazioni del calibro di Amnesty International o Human Rights Watch se ne stiano zitte, loro che basta che emettano un comunicato (magari un mese dopo come per le rivolte in Iran) viene preso per oro colato. Non sarebbe compito di chi rappresenta a livello mondiale la lotta per i Diritti Umani evidenziare questi paradossi? Perché non viene fatto? Non ci si vorrà dire che questi “dettagli” sono sfuggiti a coloro a cui niente sfugge? E allora perché tutto questo silenzio?

Non vorremmo che il Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu faccia comodo e venga rispolverato solo a orologeria o solo per determinate nazioni, come se fosse un organismo creato per colpire determinati Stati e determinate situazioni e non tutti quelli che violano i Diritti Umani.

Di certo c'è che questo ennesimo organismo delle Nazioni Unite non si può considerare attendibile sebbene il suo statuto formativo lo ponga come il più alto organismo al mondo per la difesa, la promozione e la tutela dei Diritti Umani. E non può essere nemmeno considerato attendibile solo in determinate circostanze come, proprio le “grandi organizzazioni”, ci vogliono far credere. La difesa dei Diritti Umani deve essere universale e non “ad personam”.

Noemi Cabitza

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