La difesa del Policlinico si basa su direttiva che non discrimina.
Roma, 31 marzo 2009
• Dichiarazione di Sergio Rovasio, Segretario Associazione Radicale Certi Diritti
L’esclusione dalla donazione di sangue di un ragazzo di Milano, da parte del Policlinico, è grave e preoccupante perché la motivazione non si basa su elementi di stile di vita considerati dalla scienza ‘a rischio’ ma semplicemente su quella dell’orientamento sessuale. Ciò che è ancor più grave è che i dirigenti del Policlinico, per difendere il loro operato, si giustifichino citando una Direttiva europea e un decreto ministeriale che semmai conferma che l’esclusione dalla donazione di sangue si deve basare sul comportamento ‘a rischio’ delle persone e non sul loro orientamento sessuale. Questo comportamento è preoccupante e dimostra in modo inequivocabile come le forme di discriminazione si affermino sempre più in questo paese”.
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I parlamentari radicali nel Pd hanno depositato oggi (31 marzo) la seguente interrogazione parlamentare urgente:
Al Ministro del Lavoro, salute e politiche sociali
Al Ministro per le Pari opportunità
Al Ministro per i Rapporti con le Regioni
Interrogazione a risposta scritta
Per sapere – premesso che:
- lo scorso 27 marzo e Milano, il Signor Lorenzo Masili, si è recato al Policlinico di Milano in Via Francesco Sforza per una sua prima donazione del sangue;
- dopo aver fatto tutte le verifiche relative ai parametri glicemici, con buoni risultati, è iniziata la visita e il colloquio con il medico; il Signor Masili ha informato il medico di non avere mai avuto malattia infettive, di avere sempre avuto i valori ematici nella norma, di svolgere regolarmente attività sportiva, di godere di ottima salute, di avere un rapporto monogamico da 8 anni con il suo compagno;
- per tutta risposta il medico ha comunicato al donatore che egli è un ‘soggetto a rischio’, che i suoi rapporti intimi sono ‘tipicamente rischiosi’ e che egli stesso avrebbe dovuto immaginare, leggendo le regole d’accesso alla donazione, che non sarebbe stato idoneo;
- alle rimostranze del Signor Masili, la Dottoressa ha precisato che lei non può sapere effettivamente se un donatore è omosessuale oppure no perché ‘non portano il fiocchetto rosso’ e alla richiesta di conoscere quali sono le disposizioni normative di legge nazionali o regionali non è stata data alcuna risposta; è stato spiegato che viene applicato un loro ‘protocollo’; l’unico documento prodotto dalla Dottoressa al Signor Masili è un documento in inglese del 2005 che riprodurrebbe degli studi americani, che sconsiglierebbero la donazione di sangue agli uomini gay;
- lunedì 30 marzo nella Cronaca di Milano del Corriere della Sera il Centro Trasfusionale e immunologia dei Trapianti del Policlinico di Milano, in una lettera di precisazione su quanto avvenuto veniva tra l’altro dichiarato che: “… l'esclusione dalla donazione di sangue di soggetti maschi i quali abbiano rapporti omosessuali - indipendentemente dal numero di partner - deriva dalle indicazioni della Commissione Europea (Direttiva 2004/33/EC) e della Legge italiana (Decreto ministeriale 13.4.2005, allegato 4) che appunto impediscono la donazione da parte di soggetti con comportamenti a rischio…”;
- la Direttiva 2004/33/EC richiamata (http://eur-lex.europa.eu/Notice.do?mode=dbl〈=en&ihmlang=en&lng1=en,it&lng2=bg,cs,da,de,el,en,es,et,fi,fr,hu,it,lt,lv,mt,nl,pl,pt,ro,sk,sl,sv,&val=343174:cs&page=) , relativamente alla definizione delle persone a rischio, dice, all'annesso III, che “le persone che hanno un ‘comportamento sessuale che le mette ad alto rischio di acquisire malattie virali severe che possano essere trasmesse per via sanguigna’ sono da respingere…”. Il testo in inglese testualmente dice: "Persons whose sexual behaviour puts them at high risk of acquiring severe infectious diseases that can be transmitted by blood" (vedi tabella al link del testo della direttiva:http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2004:091:0025:0039:EN:PDF
- relativamente alla Legge italiana richiamata (Decreto Ministeriale 13.4.2005 allegato 4) viene precisato che tra i motivi di esclusione dalla donazione, relativamente al comportamento sessuale, si intendono le “Persone il cui comportamento sessuale le espone ad alto rischio di contrarre gravi malattie infettive trasmissibili con il sangue”.
Per sapere:
- su quali basi normative di legge nazionali e/o regionali agli omosessuali è impedita la donazione di sangue;
- se non ritenga il Ministro che nel caso in premessa sia evidente un comportamento di grave discriminazione che esula totalmente dai parametri medico-scientifici volti a stabilire chi è a rischio e chi non lo è riguardo la donazione del sangue e che quanto sostenuto a difesa non abbia alcun fondamento scientifico;
- quali sono gli studi medico-scientifici, aggiornati all’ultimo anno, che impediscono alle persone omosessuali di donare il sangue;
- se non ritenga il Governo che questa sia solo una delle tante cause di discriminazione che vengono attuate nei confronti delle persone omosessuali e se non ritenga sia sempre più urgente avviare campagne informative ed educative anche nel campo socio-sanitario;
- se non ritenga il Ministro urgente chiarire, con dati medico-scientifici alla mano, che non è la condizione di omosessualità o eterosessualità a rendere più o meno ‘a rischio’ una persona relativamente alla donazione del sangue ma semmai lo è lo stile di vita su alcuni specifici campi;
- Per quale motivo il Centro Trasfusionale e immunologia dei trapianti del Policlinico di Milano cita, a difesa del suo operato la Direttiva europea 2004/33/EC e la Legge italiana (Decreto Ministeriale 13.4.2005 allegato 4) che non precisano in alcun caso l’esclusione dalla donazione del sangue le persone che non hanno comportamenti sessuali a rischio né, tantomeno, le persone omosessuali;
- quali iniziative il Governo intende promuovere verso la Regione Lombardia per scongiurare il ripetersi di tali episodi.
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