Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.
LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

19 maggio 2017

Riflessioni semiserie su pensioni e pensionati italiani di una signora bergamasca.

Diffondo questa gustosa "lettera al Direttore" di "Bergamo Sera, ripescata dal 2011(!!!) che oltre agli spunti ironici offre una ricca gamma di utili osservazioni e riflessioni, non tutti condivisibili, PERÒ...

"Quelli che...la pensione (pur misera) ce l'hanno

Egregio Direttore,
quando si mettono alla guida di una nazione dei dotti professorini liceali, oppure dei claudicanti caporali, di solito le cose vano di male in peggio, ed è quello che sta succedendo di questi tempi nello strampalato stivale italico.

Di tutte le stravaganti norme attuate per rimandare di poco il default italiano, non ne voglio parlare, ma voglio dire almeno la mia sulle nuove peripezie istituzionali in campo pensionistico.

Tra una grottesca lacrima e un sontuoso banchetto, i buffi notabili togati al vertice del welfare, hanno innalzato a minimo 43 anni il limite minimo di contributi per accedere al miserando servizio nazionale pensionistico, alludendo alla nuova aspettativa di vita umanoide, unitamente alle solite patetiche prediche inerenti alle casse statali desolatamente e inspiegabilmente vuote.

Siccome le ricerca genetica attuale fa ogni giorno passi da gigante, tra pochi anni questa soglia di beata morte sarà nuovamente innalzata a come minimo 115 anni, e sicuramente subito le pensioni saranno portate al minimo di 60 di contributi, e se questo è il termine di paragone per legiferare, stiamo tutti freschi e sereni perché lavoreremo stancamente fino a novant’anni.

Innalzando il limite minimo di pensionamento si è creato un disastro esistenziale tale, che trovo difficile credere che una più semplice soluzione sia sfuggita ai sapientoni delle fatiche altrui, ma di questi tempi ogni azione di queste eccelse menti è tragicomica.

Tra pochi anni avremo una massa di persone vecchie al lavoro, stanchi, depressi, arrabbiati, senza più stimoli ed entusiasmo, ed in più con qualche lineetta di simpatico Alzheimer accorpato.

Nelle scuole maestrine di settant’anni tenteranno di tenere a bada orde di urlanti bimbi, senza contare che i più saranno non parlanti l’italica lingua, e riguardo all’insegnamento neanche a parlarne, perché le curve docenti baderanno solo a salvarsi ogni giorno la pelle.

Negli ospedali saremmo operati da tremolanti chirurghi ottantenni dal bisturi assassino, e i portantini sessantenni chissà che disastri combineranno trasportando i malcapitati pazienti per i corridoi sanitari, e difatti già si parla dell’assicurazione obbligatoria per le barelle.

E cosi via per i lavori nelle fonderie, nel soccorso stradale, nei lavori edili, e in tutte le altre mansioni che richiedono persone attive e robuste al lavoro, invece solo persone vecchie saranno impiegate per trainare la carretta.

Che dire poi dei vigli del fuoco, che a settant’anni dovranno gettare acqua sui roghi e scalare interi palazzi per compiere il loro duro lavoro.

Senza contare i nostri militari in veneranda età, che nelle piazze costantemente in rivolta saranno costretti ad essere malmenati da più giovani, aitanti e vigliacchi manifestanti, che troveranno ancora più facile e divertente distruggere tutto.

L’età minima di contribuzione andava ridotta a 35 anni per tutti, belli, brutti, simpatici e antipatici, maschi, femmine e altre curiose divagazioni sessuali, obbligando poi le varie ditte ad assumere subito per sostituire il nuovo pensionato, e una pena dura e rapida ai non ligi alla direttiva sarebbe bastata a far cambiare registro a tutti i soliti furbi.

Per pareggiare le spese bastava innalzare lievemente i contributi a tutti i lavoratori, depennare in toto le ignobili pensioni d’oro elargite a destra e a manca, azzerare gli assurdi privilegi pensionistici della nullafacente casta parlamentare, e altre semplici azioni che elencarle tutte sarebbe troppo lungo e banale.

Invece no, queste goffe menti aliene al governo ritengono che deprimere il popolo obbligandolo a lavorare fino alla morte sia la soluzione giusta per salvare la baracca che sta crollando, perché nonostante tutti i duri sacrifici l’Italia è a serio rischio fallimento, e la via argentina è dietro l’angolo ma noi nemmeno ce ne accorgiamo.

Ho dei cari amici argentini, che casualmente hanno lasciato il loro paese poche settimane prima del disastro, e ogni giorno mi rammentano allarmati che l’Italia di oggi gli ricorda fedelmente il loro bel paese poco prima della fine, tant’è che di recente meditano un saggio rimpatrio, giacché in Argentina oggi si vive meglio che da noi, e chissà, già che insistono tanto ad invitarmi, forse sarebbe anche per me la soluzione giusta per lasciare preventivamente questa gabbia di matti italica.

Bertana da Barbariga

3 Commenti a Pensioni, l’innalzamento dell’età crea un disastro esistenziale

daniela

per pareggiare le spese si depennino ignobili pensioni d’oro, si azzerino privilegi demenziali e assurdi alla NULLAFACENTE CASTA POLITICA, ma non si alzino i contributi a chi già è tartassato da decenni… siamo quelli che pagano di più in europa, lavoratori e pensionati, ma ve ne rendete conto?
e dovremmo ancora pagare noi???

dario tifoso virescit

l’unica cosa su cui non concordo è che i manifestanti siano definiti “vigliacchi”, davanti a simili manovre manifestare, scusi, è un’imperativo morale ;.)
per il resto, ottima analisi e pure divertente

Cetty

Complimenti per il contenuto dell’articolo e perché non è stato cestinato ma pubblicato.

17 maggio 2017

italialaica news n. 06/2017

.it

Il sito dei laici italiani vi segnala:


Editoriale





Eventi





e molto altro ancora su: italialaica.it  sito dei laici italiani

Attraversare la violenza maschile

Incontro nazionale a cura della rete Maschile Plurale

Invito aperto a tutte e tutti

Attraversare la violenza maschile.

Esperienze, approcci e politiche nel lavoro con uomini che agiscono violenza

Roma, Venerdì 19 maggio 2017

ore 10-13,30
Spazio culturale-polifunzionale MOBY DICK, via Edgardo Ferrati,3 (Metro Garbatella)

ore 14,30-17
Spazio Coworking Millepiani, Via Nicolo Odero, 13 (Metro Garbatella)

Hanno segnalato la loro partecipazione operatrici dei centri antiviolenza e operatori/trici dei centri per autori di violenza, ricercatrici/tori, persone impegnate nelle associazioni e nei movimenti di contrasto della violenza.

La giornata prevede un’introduzione a cura di Stefano Ciccone, di Maschile Plurale, per una riflessione sulle implicazioni politiche, culturali e sugli aspetti controversi del lavoro con uomini che agiscono violenza.

Seguiranno le presentazioni brevi di due ricerche: una a cura di Alessandra Bozzoli e Maria Merelli dell'Associazione “LeNove” con i nuovi dati della ricerca “Il lato oscuro degli uomini” sulle diverse esperienze di centri impegnati nel nostro paese; un’altra coordinata da Marco Deriu sulle percezioni del proprio cambiamento da parte di uomini autori di violenza che hanno concluso il percorso di trattamento presso il Centro LDV (Liberiamoci dalla Violenza) promosso dall’Azienda USL di Modena.

 Seguiranno contributi alla discussione, a partire da ciò che emerge nelle esperienze sviluppate in questi anni, tra cui quelli di Alessandra Pauncz (Rete di centri RELIVE), Domenico Matarozzo (Maschile plurale, Cerchio degli uomini Torino), Gabriele Lessi (Maschile Plurale, LUI Livorno Uomini Insieme), Anna Costanza Baldry (Differenza Donna), Andrea Bernetti (CAM Roma) e molti altri.

Ci confronteremo con l’esperienza dei Centri Antiviolenza e delle associazioni del femminismo il cui punto di vista, tra le altre, sarà proposto da Oria Gargano (Be Free), Vittoria Tola (UDI Nazionale), Lella Palladino (DIRe - Donne In Rete contro la violenza).

Alessio Miceli e Alberto Leiss (Maschile Plurale), porteranno una riflessione sul nesso tra questi interventi e l’impegno più generale di contrasto alla violenza e di cambiamento maschile.

Interverranno inoltre rappresentanti delle istituzioni e in particolare Marta Bonafoni, Consigliera della Regione Lazio, e Giovanna Boda, Capo Dipartimento presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il dibattito sarà ovviamente aperto a tutte e tutti i partecipanti e sarà reso disponibile in diretta facebook.

INFO:

http://www.maschileplurale.it/attraversare-la-violenza-maschile-incontro/