Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.
LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

30 dicembre 2016

Indice di produttività parlamentare | I numeri della povertà in Italia | La spesa per eventi sportivi dei comuni

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In dieci anni il livello di povertà assoluta è cresciuto per molti, ma in particolare per le famiglie di operai e di persone in cerca di lavoro. Tra chi ha potuto contare su un reddito fisso, indipendente dalla congiuntura economica sfavorevole, la quota di indigenti si è mantenuta più stabile.
Scopri quanto producono in parlamento i tuoi rappresentanti, e chi riesce a incidere di più sui lavori dell’aula. Da nord a sud, i risultati dell’attività di deputati e senatori delle diverse circoscrizioni. Dati raccolti per le 20 regioni italiane.
E anzi tolte Padova e Trieste, nei centri con più di 200mila abitanti non si arriva ai 5 euro per residente destinati a organizzare e promuovere gare ciclistiche, maratone, giochi e tornei. Manifestazioni che però spesso danno lustro, richiamano visitatori o hanno fini benefici e sociali.
Uno degli aspetti emersi con la crisi economica degli ultimi anni è la crescita del numero di persone che, pur lavorando, non riescono a mantenere uno standard di vita accettabile. Alcuni dati per mettere in luce questa tendenza, in Italia e in Europa.
Sono in tutto 950, ma solo una manciata riesce a essere determinante. Nell’indice di produttività la stragrande maggioranza degli eletti ottiene un punteggio basso, raggiungibile anche solo con le presenze. Appena il 5% riesce ad avere un’influenza sui lavori dell’aula.
Fino a 10 anni fa i nuclei con maggiori difficoltà erano quelli più anziani. Oggi la situazione risulta ribaltata e le pensioni hanno spesso contribuito ad attutire la crisi. A soffrire di più sono le famiglie più giovani; e maggiore è il numero di figli minori, più è probabile che ci si trovi in povertà assoluta.
Partecipare assiduamente ai lavori dell’aula non basta a ottenere un punteggio alto nell’indice di produttività. Tra coloro che non mancano quasi mai alle votazioni di camera e senato, pochi riescono ad avere effetti significativi sulla produzione legislativa del nostro paese.
Nel nostro paese la differenza delle retribuzioni tra i sessi ha registrato uno dei maggiori aumenti durante la crisi. Inoltre il mercato del lavoro continua a penalizzare le madri: le donne con un figlio hanno meno probabilità di lavorare di quelle con tre in ben 14 altri paesi europei.
Negli ultimi 10 anni sono emerse forme di povertà in parte nuove, che godono di tutele ancora troppo scarse. Il grosso delle risorse è infatti concentrato sulle pensioni: al netto della sanità, il 78,5% della spesa per protezione sociale è destinato ad anziani e superstiti.

23 dicembre 2016

Perchè qualcuno vive il Natale con disagio?

Spirito natalizio o spirito del Grinch? Le aree cerebrali implicate nelle emozioni natalizie.
Uno studio ha dimostrato che nello spirito natalizio risultano implicate le aree cerebrali di lobi parietali, corteccia premotoria e quella somatosensoriale.

Con sempre maggiore preavviso, negli ultimi anni, capita che un giorno andiamo a fare la spesa o a fare un giro in centro e troviamo tutto addobbato. E ci viene da pensare “Ci risiamo, anche quest’anno, è arrivato il Natale”. Davanti a questa evidenza, alcune persone reagiscono come bambini euforici e felici davanti alle lucine colorate e ai monumenti addobbati; altre persone si lamentano dello spreco di energia elettrica, della folla, della mercificazione della santità, della commercializzazione dei sentimenti e così via. Poi ci sono le persone che ci provano a fare finta di niente, ma non funziona. Le persone che “Vabbé, alla fine è come se fosse un lungo weekend”, ma non funziona neanche quello, perché nei weekend la gente che incontri non ti fa gli auguri e non gira con pacchi grandi più di te. Il piano B arriva veloce: provi a confrontarti con gli amici, a spiegare loro perché non hai tutta questa voglia di infilarti alla maratona delle cene aziendali, di vedere i bambini che giocano con la neve a casa da scuola, di ricordarti di quando eri piccolo. Qualche amico capisce, qualcuno interpreta forzatamente un’infanzia difficile, forse triste, che viene rievocata col Natale tuo malgrado, la maggior parte però dice che sei strano, che il Natale è così allegro, che non si capisce come puoi non cogliere la magia. Allora finisce che ti rassegni e aspetti pacatamente che arrivi il 7 gennaio, che si riparta con la routine e senza tutte queste luci.
I risultati mostrano la presenza di una specifica risposta cerebrale che verrebbe stimolata dalla visione di immagini natalizie, ma che sembra essere diversa per le persone che tradizionalmente celebrano il Natale rispetto alle persone che non sono solite celebrarlo.

Allora, amici solitari e rassegnati, c’è una novità. C’è chi ha pensato a voi. E non è Babbo Natale. Quest’anno sotto l’albero troviamo la ricerca di un gruppo di studiosi dell’Università di Copenhagen, che si sono chiesti fondamentalmente quello che i vostri amici vi chiedono da sempre: ma cosa c’è che non va in te? Perché non ti piace il Natale? La risposta, ovviamente è dentro di te. Ma anche dentro ai tuoi amici.

Dall’ articolo pubblicato sul British Medical Journal si legge testualmente che l’obiettivo di questo studio era
"identificare e localizzare lo spirito natalizio nel cervello umano."

E per farlo, questo pool di neurologi ha pescato dalla popolazione non clinica (cioè da persone che NON avevano richiesto alcuna terapia) 10 partecipanti “natalizi” e 10 “non natalizi” (8 uomini e 2 donne in ogni gruppo), selezionandoli sulla base delle risposte fornite a una serie di domande tra cui “hai mai celebrato il Natale?”, “quali sono le tue sensazioni rispetto al Natale?” “che emozione associ al Natale?”. Una volta identificati, questi 20 soggetti sono stati tutti sottoposti a una sessione di Risonanza Magnetica Funzionale, uno strumento di neuroimmagine che consente di identificare quali aree cerebrali si attivano sotto specifiche stimolazioni o durante determinati compiti cognitivi. I ricercatori hanno poi mostrato a ogni soggetto una serie di 84 immagini natalizie intervallate da immagini di contenuto neutro, mentre contemporaneamente il loro cervello veniva scansionato nella risonanza. I partecipanti non erano stati messi al corrente dello scopo della ricerca, quindi non erano stati precedentemente sensibilizzati a notare il fatto che alcune immagini fossero di tema natalizio mentre altre fossero neutre.

I risultati mostrano la presenza di una specifica risposta cerebrale che verrebbe stimolata dalla visione di immagini natalizie, ma che sembra essere diversa per le persone che tradizionalmente celebrano il Natale rispetto alle persone che non sono solite celebrarlo. I ricercatori si sono spinti oltre, identificando una “area natalizia” del cervello, che si attiverebbe in risposta a stimoli a tema solo nelle persone natalizie, e che sembra comprendere i lobi parietali, la corteccia premotoria e quella somatosensoriale.

Questo cosa ci dice? I lobi parietali, intanto, sono stati associati alla trascendenza, il tratto personologico che descrive una certa propensione alla spiritualità. Inoltre, la corteccia frontale premotoria è importante per percepire emozioni di condivisione con le altre persone (è lì infatti che si collocano i famosi neuroni specchio, base neurale dell’empatia). Infine, la corteccia somatosensoriale sembra giocare un ruolo importante nel riconoscimento delle espressioni facciali e nella capacità di dedurre importanti informazioni sociali guardando il volto di chi abbiamo di fronte.

Ovviamente, lo studio mostra diversi punti deboli, tra cui senz’altro il campione molto ristretto, così come la possibilità che l’attivazione neurale riportata sia indicativa di un’attivazione emotiva tout-court e non per forza legata al Natale. È anche vero che sono state rilevate differenze tra persone che celebrano il Natale e quelle che non lo celebrano, il che restringe le possibilità interpretative in questo senso.
Insomma, nonostante questo sia senza dubbio uno studio preliminare, potrebbe aprire la strada a interessanti scoperte sul tema, e nel frattempo ci consente di portare una spiegazione “scientifica” allo spirito del Grinch che pervade alcuni di noi. Non sono io, è la mia corteccia.

http://www.stateofmind.it/2015/12/spirito-natalizio-aree-cerebrali-neuroscienze/
Per saperne di più:
Questo cosa ci dice? I lobi parietali, intanto, sono stati associati alla trascendenza, il tratto personologico che descrive una certa propensione alla spiritualità. Inoltre, la corteccia frontale premotoria è importante per percepire emozioni di condivisione con le altre persone (è lì infatti che si collocano i famosi neuroni specchio, base neurale dell’empatia). Infine, la corteccia somatosensoriale sembra giocare un ruolo importante nel riconoscimento delle espressioni facciali e nella capacità di dedurre importanti informazioni sociali guardando il volto di chi abbiamo di fronte.

Ovviamente, lo studio mostra diversi punti deboli, tra cui senz’altro il campione molto ristretto, così come la possibilità che l’attivazione neurale riportata sia indicativa di un’attivazione emotiva tout-court e non per forza legata al Natale. È anche vero che sono state rilevate differenze tra persone che celebrano il Natale e quelle che non lo celebrano, il che restringe le possibilità interpretative in questo senso.
Insomma, nonostante questo sia senza dubbio uno studio preliminare, potrebbe aprire la strada a interessanti scoperte sul tema, e nel frattempo ci consente di portare una spiegazione “scientifica” allo spirito del Grinch che pervade alcuni di noi. Non sono io, è la mia corteccia.

Ecco la spiegazione scientifica per festeggiare!!! 
http://www.stateofmind.it/2015/12/spirito-natalizio-aree-cerebrali-neuroscienze/

2 dicembre 2016

italialaica news n. 20/2016

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