Con un recente decreto il governo ha modificato la disciplina che stabilisce il numero massimo di mandati per i sindaci. Se nei grandi comuni il limite resta di due mandati consecutivi, in quelli tra 5 e 15mila abitanti viene aumentato a tre e in quelli più piccoli viene eliminato del tutto.
La competenza a decidere su questa materia spetta sicuramente allo stato. Tuttavia sia la giurisprudenza che la dottrina concordano sullo stretto legame tra elezione diretta e limite al numero di mandati. In effetti, in una sentenza recente, la corte costituzionale ha definito questo limite come la garanzia alla democraticità stessa per enti locali. Sembra evidente dunque che decidere di abolire del tutto il limite ai mandati presenti dei rischi.
Il decreto inoltre va inquadrato in un contesto politico in cui si moltiplicano le iniziative tese a rafforzare il potere esecutivo a tutti i livelli di governo: dai sindaci ai presidenti di regione, fino ad arrivare alla stessa presidenza del consiglio dei ministri.
I presidenti di regione e il limite dei due mandati - Negli scorsi giorni si è riacceso il dibattito sul limite dei due mandati per i presidenti di regione. Nei territori interessati le elezioni non dovrebbero tenersi prima del 2025, ma sarebbe opportuno che la questione venisse risolta prima di arrivare all’appuntamento elettorale. Leggi
Quante risorse del 2×1000 sono andate ai partiti nel 2023 - Anche quest'anno il Partito democratico si conferma la forza politica che raccoglie più fondi attraverso il 2x1000 ai partiti. Le risorse ricevute da Fratelli d’Italia però continuano a crescere, mentre l’andamento della Lega risulta di segno opposto. Leggi
Lo scorso dicembre le istituzioni europee hanno approvato la versione rivista del Pnrr italiano. Tuttavia a oggi il governo non ha condiviso informazioni complete a riguardo. Su Italia domani è stato pubblicato un dataset su milestone e target ma, oltre a non includere (senza spiegazioni) le scadenze di rilevanza italiana, non contiene dati completi sulle misure. In particolare non conosciamo l'importo e il contenuto dettagliato delle riforme e degli investimenti, nuovi o modificati che siano, inclusi quelli della nuova missione dedicata all'energia, il Repower Eu.
Altro elemento di criticità riguarda i progetti: il relativo dataset è stato aggiornato poco prima dell'approvazione del piano rivisto. Ciò significa che, considerando la cadenza trimestrale dell'aggiornamento, fino a marzo non avremo dati che rispecchiano la situazione effettiva degli interventi attualmente finanziati dal piano. A tutto ciò si aggiungono le lacune di sempre: non ci sono dati sull'avanzamento dei lavori e della spesa per i progetti e sono sempre meno le informazioni sulle scadenze.
I divari regionali nell’accesso ai dati sul Pnrr - Abbiamo analizzato i vari siti delle regioni italiane per capire la qualità e la quantità dei dati condivisi sul Pnrr. Ciò che emerge è un divario che si riflette sul diritto dei cittadini a essere informati.Leggi
Abbiamo speso appena il 7,4% dei fondi Pnrr previsti per il 2023 - Da mesi segnaliamo l’assenza di informazioni chiare e precise sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati con il Pnrr. Una relazione dell’ufficio parlamentare di bilancio pubblicata a dicembre fornisce alcune indicazioni molto preoccupanti.Leggi
Quante risorse del 2x1000 sono andate ai partiti nel 2023
Da quando sono stati aboliti i rimborsi elettorali il 2x1000 è diventata la nuova forma di finanziamento pubblico ai partiti. Con il passare degli anni il numero di cittadini che hanno deciso destinare una parte dei loro contributi a una forza politica è aumentato considerevolmente. Quest'anno infatti per la prima volta sono stati raccolti oltre 24 milioni di euro.
Come negli anni precedenti è il Partito democratico (Pd) ad aver ottenuto più risorse. Al secondo posto Fratelli d'Italia, che si trova ancora distante dal Pd, anche se dal 2018 ha seguito un notevole trend di crescita. Al terzo posto invece il Movimento 5 stelle che, proprio quest'anno, ha partecipato per la prima volta a questa forma di finanziamento pubblico.
Mattarella e il discorso di fine anno 2023 - Per il messaggio di fine anno 2023 il presidente Mattarella ha adottato un linguaggio semplice, con frasi molto brevi, con cui ha veicolato messaggi universali come la ricerca della pace, il contrasto alla violenza e il riconoscimento delle libertà altrui. Leggi
La consulta rinnova i suoi vertici in assenza di un componente - A circa un mese dalla fine del mandato di Silvana Sciarra la corte costituzionale ha scelto Augusto Barbera come suo nuovo presidente. Intanto, dopo due votazioni, il parlamento non è ancora riuscito a nominare il giudice mancante per completare il plenum. Leggi
I cittadini europei detengono oltre 2mila miliardi di dollari all’estero
Detenere asset finanziari all'estero è permesso, purché i guadagni vengano dichiarati alle autorità fiscali del paese di residenza. Tuttavia, a causa di una serie di ostacoli come l'inadempienza delle banche, la diluizione delle transazioni e una serie di stratagemmi per aggirare la dichiarazione, questa pratica è fortemente esposta all'evasione fiscale. La situazione è molto migliorata da quando più di 100 paesi hanno adottato il common reporting standard, con cui lo scambio di informazioni tra banche e autorità fiscali è diventato automatico, ma si tratta di un ambito che va monitorato con attenzione.
Come rileva l'Eu tax observatory, nel 2022 i cittadini europei detengono oltre 2mila miliardi di dollari fuori dal proprio paese di residenza. Il dato più elevato è quello francese (545 miliardi), ma la Grecia registra il rapporto più elevato con il Pil (64%). Gli italiani possiedono all'estero 198 miliardi, una cifra che è più che raddoppiata dal 2016 a oggi.