E’ chiaro che la gravità dei fatti accaduti a Monsurrò non poteva passare inosservata alla Corte, ma questo fatto ci aiuta a portare anche altri casi di detenuti italiani all’estero all’attenzione dell’Europa e delle Istituzioni Italiane che su casi altrettanto gravi (se non peggiori vedi il caso di Kassim Britel) continuano a nicchiare. Potete leggere l’articolo riferito a Giuseppe Monsurrò a questo indirizzo.
Un altro fatto importante della settimana appena passata è purtroppo quello riguardante lo Zimbabwe dove la situazione è sempre più grave, peggiorata dalla conferma che lo Stato africano si trova praticamente sotto dittatura militare. Ne parla nello specifico Franco Londei in questo articolo.
Altre brutte notizie arrivano dal Darfur.
Infatti con una decisione intempestiva e pericolosa la Corte Penale Internazionale ha quasi sicuramente deciso di inquisire il presidente sudanese Omar al-Beshir per crimini contro l’umanità.
Se da una lato la scelta può essere condivisibile questa decisione rischia però di gettare tutta la regione nel caos e di rovinare le flebili possibilità di accordo tra governo sudanese e ribelli, accordo che proprio in queste ore si sta faticosamente cercando di raggiungere con l’aiuto dell’Unione Africana e della Libia. Ne parla in anteprima Noemi Cabitza in questo articolo.
Continua nel frattempo lo scontro/incontro la tra nostra organizzazione e il Governo della Gran Bretagna.
Dopo la scoperta che la Gran Bretagna espelleva senza scrupoli le richiedenti asilo iraniane, espulsioni per fortuna bloccate, questa settimana abbiamo scoperto che anche i richiedenti asilo dello Zimbabwe rischiano di essere espulsi dalla Gran Bretagna. Ne parla Miriam Bolaffi in questo articolo.
Il problema dei rifugiati e richiedenti asilo è comunque in agenda nei prossimi giorni quando porteremo di nuovo la questione al Consiglio d’Europa.
Infine la notizia di un nuovo importantissimo progetto dedicato all’Africa.
Partirà infatti il prossimo mese di agosto/settembre l’osservatorio permanente sul rispetto dei Diritti Umani in Africa. In pratica si tratta di stabilire in pianta stabile una base nella regione dei Grandi Laghi (Uganda o Ruanda) con un gruppo di persone stabilmente residenti i quali avranno il compito di monitorare “sul campo” diversi Stati africani. Il gruppo sarà composto da dieci cooperanti e da un capo progetto alcuni dei quali (il capo progetto e almeno quattro elementi) saranno scelti tra il personale già in carico alla nostra organizzazione. Trovate tutto a questo link
Gli articoli della settimana:
Zimbabwe: sconcertante decisione di Londra. Espulsi 11.000 richiedenti asilo dell'opposizione
Nigeria: due milioni a rischio cancro da radiazioni
Darfur: pericolosa decisione della Corte Penale Internazionale sul Presidente sudanese
Donne e Islam: le radici del problema della condizione della donna musulmana
Zimbabwe: i militari al potere mentre l'Onu dimostra la sua completa inutilità
Diritti Umani e passato: dare nuovo slancio alla promozione del Diritto oggi
Italiani detenuti all'estero: caso Monsurrò/Croazia. Si muove la Corte Europea oggi
Difesa dei Diritti Umani: i tanti perché di una scelta oggi
Articoli da Project.21
Osservatorio permanente sul rispetto dei Diritti Umani in Africa
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