Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA
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3 marzo 2024

Ma chi sono questi HOUTI che tengono in scacco il commercio e la navigazione civile del Mar Rosso e di Suez?

 

Da Nessuno Tocchi Caino



GLI HOUTHI CONTRO LA GUERRA MA GIUSTIZIANO LA LORO GENTE

Sergio D’Elia su L’Unità del 25 febbraio 2024

Nella miriade di milizie militari e paramilitari che agitano il Medio Oriente, gli Houthi sono davvero un soggetto particolare. Si chiamano così per via del loro fondatore, Hussein Badreddin al-Houthi. Lo stesso nome di famiglia porta il capo attuale, Abdul Malik Al-Houthi. Sui legami di sangue si è costituito un clan, sullo spargimento di sangue il clan si è fatto Stato. Uno stato inufficiale, che si regge non sul diritto internazionale e le regole delle Nazioni Unite ma sulla fede islamica di stampo sciita e le direttive dei mullah iraniani, dai quali prendono esempio in tutto e per tutto.

Il loro statuto fondamentale non è la Carta delle Nazioni Unite, ma la legge della Sharia che è ad un tempo costituzione, legge morale e codice penale. Il loro programma minimo è racchiuso nel grido di battaglia che i miliziani Houthi ripetono ossessivamente: Dio è grande! Morte all’America! Morte a Israele! Siano maledetti gli ebrei! Vittoria per l’Islam!

I Partigiani di Dio sono scesi dalle montagne del nord dello Yemen negli anni ‘90, insorgendo per il presunto abbandono della loro regione, ma con l’obiettivo non di liberare il paese dall’oppressore sunnita filo saudita ma di promuovere una teocrazia sciita. La loro guerra “civile” ha concorso in otto anni al risultato di decine di migliaia di morti e milioni di persone sull’orlo della carestia. Mentre gli occhi e non solo, del mondo libero e non solo, sono puntati sui loro attacchi nel Mar Rosso, le minacce ricorrenti alla libera circolazione delle merci e addirittura alla pace e alla sicurezza mondiali, il mondo intero appare del tutto indifferente ai loro abusi in patria, agli attacchi sistematici alla libertà di pensiero, alle intimidazioni nei confronti di chi mina l’ordine politico e morale interno. Si preoccupano dei diritti umani a Gaza, gli Houthi, e sostengono di difendere i palestinesi, ma non hanno problemi a flagellare e lapidare a morte gli yemeniti sulla base del loro orientamento sessuale o dell’identità di genere, reali o presunti che siano.

Nelle ultime settimane due tribunali gestiti dagli Houthi hanno condannato più di 45 persone a morte, alla fustigazione o al carcere per accuse relative a comportamenti omosessuali, ha riportato anche Amnesty International. Il 23 gennaio scorso, un tribunale penale di Dhamar, nel nord dello Yemen, ha condannato nove persone – di cui sette alla lapidazione e due alla crocifissione – mentre altre 23 persone sono state condannate a pene detentive variabili da sei mesi a dieci anni con accuse tra cui “omosessualità”, “diffusione dell’immoralità” e “atti immorali”. Tre video apparsi per la prima volta sui social media il 24 e 25 gennaio mostravano almeno due persone frustate in pubblico da un uomo della sicurezza in uniforme. Si ritiene che i video siano stati girati davanti alle case degli uomini e alla presenza di funzionari Houthi.

Il 1° febbraio, un tribunale di Ibb, nel sud dello Yemen, ha emesso condanne a morte contro 13 studenti e condanne alla fustigazione nei confronti di altri tre con l’accusa di “diffusione dell’omosessualità”.

Gli Houthi non si sono fatti scrupolo a mettere in giro nuovamente dei video che mostravano un giudice in un tribunale che leggeva le condanne a morte. Altri 35 “omosessuali” erano già detenuti dagli Houthi nella provincia di Ibb.

Le condanne a morte non vengono sempre eseguite dagli Houthi. Comunque, secondo un recente rapporto dell’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, gli Houthi hanno condannato a morte 350 persone da quando hanno preso la capitale nel 2014 e ne hanno giustiziate 11.

Gli Houthi hanno iniziato a colpire le navi del Mar Rosso dichiaratamente in segno di protesta contro la guerra tra Israele e Hamas. Al di là di pochi danni materiali, gli attacchi non hanno provocato vittime tra i loro nemici giurati, Israele, gli Stati Uniti d’America e il Regno Unito. In compenso, è aumentata la persecuzione delle persone LGBTQ+ con pene di morte, torture, arresti arbitrari, minacce e molestie di ogni tipo. Si conferma una regola di comportamento comune a tutti i regimi illiberali. Prima e oltre che una minaccia potenziale alla pace e alla sicurezza mondiale, i regimi costituiscono un pericolo attuale e incombente sui propri stessi cittadini. La guerra da loro mossa nei confronti di altri popoli non è altro che la proiezione esterna della guerra quotidiana che essi conducono all’interno, contro il loro stesso popolo.



ARABIA SAUDITA: 12 GIUSTIZIATI PER TERRORISMO E OMICIDIO

L'Arabia Saudita ha in questi ultimi giorni giustiziato 12 persone in due casi distinti, portando a 34 il numero delle esecuzioni praticate nel Regno da inizio 2024.

Il 28 febbraio sono stati giustiziati cinque cittadini yemeniti accusati di omicidio e rapina, hanno riferito i media statali.

Una dichiarazione del ministero degli Interni, riportata dall'agenzia di stampa ufficiale saudita, afferma che il gruppo era stato condannato per l'omicidio di un connazionale yemenita e per "formazione di una banda a scopo di furto e rapina".

Le cinque esecuzioni sono avvenute nell’Asir, regione sud-occidentale del Paese.

Secondo l’agenzia, i cinque uomini – identificati come Hassan Fatini, Ibrahim Ali, Abdullah Darwish, Abdullah Majari e Hamoud Shuai – avrebbero ammanettato la vittima, Ahmed al-Aradi, uccidendola con colpi alla testa.

L’appello dei cinque uomini era stato respinto e il verdetto era stato confermato dalla Corte Suprema saudita.

Il 27 febbraio sono state giustiziate sette persone per reati di "terrorismo", hanno riferito i media statali, il numero più alto nel Paese in un solo giorno da quando furono messi a morte 81 prigionieri nel marzo 2022.

I sette erano stati condannati per "creazione e finanziamento di organizzazioni ed entità terroristiche", ha affermato l'agenzia di stampa ufficiale saudita, citando il ministero degli Interni del Regno.

La nazionalità dei sette giustiziati non è stata rivelata, ma i loro nomi e titoli indicano che sono sauditi.

Erano stati condannati per "aver adottato un approccio terroristico che causa spargimenti di sangue, creato e finanziato organizzazioni ed entità terroristiche, e comunicato e trattato con loro con l'obiettivo di minare la sicurezza e la stabilità della società" e di mettere in pericolo la sicurezza nazionale, ha affermato l'agenzia di stampa ufficiale.

Il rapporto non fornisce ulteriori dettagli sulle accuse contro di loro.

L'Arabia Saudita, uno dei paesi più attivi al mondo nell'applicazione della pena capitale, ha messo a morte un totale di 170 persone nel 2023.

Tra le persone giustiziate lo scorso anno figurano 33 persone accusate di crimini legati al terrorismo e due soldati condannati per tradimento.

Nel mese di dicembre, il mese più mortifero del 2023, ci sono state 38 esecuzioni.

Le autorità saudite ritengono che le esecuzioni siano necessarie per “mantenere l'ordine pubblico” e che siano compatibili con la loro interpretazione della Sharia, il codice di diritto islamico basato sugli insegnamenti del Corano.

Gli attivisti sostengono che il continuo ricorso della pena capitale da parte di Riad danneggi gli sforzi del principe ereditario Mohammed bin Salman, sovrano di fatto, di trasformare il più grande esportatore di petrolio greggio del mondo in un centro commerciale e turistico.

Le esecuzioni minano l’immagine di una società più aperta e tollerante che è al centro del programma di riforme Vision 2030 del Principe Mohammed, sostengono gli attivisti.

(Fonti: AFP, 27/02/2024; AFP, 29/02/2024; EFE, 29/02/2024)






29 aprile 2023

italialaica news n.02/2023

 .it

Il sito dei laici italiani vi segnala:

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IL CONCORDATO E L’OTTO PER MILLE

Attilio Tempestini 27.04.2023

La legge del 1985, in cui si stabilisce il meccanismo dell’8 per mille sull’IRPEF, si rifà alla legge su “modificazioni al Concordato” (che per materie come gli “impegni finanziari dello Stato” rinviava, a specifici accordi tra Stato e Chiesa): ed affida ad una commissione…


Editoriale

SU COSA SI CONTRAPPONGONO FRA LORO, I PARTITI ITALIANI?

Attilio Tempestini 14.03.2023

Il nostro sistema partitico si è di recente confrontato con elezioni, in due importanti regioni. Naturalmente, si tratta di due regioni soltanto e d’altra parte le elezioni regionali non hanno lo stesso rilievo delle elezioni del parlamento, né possono disinvoltamente compararsi con queste…


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Marco Comandè 23.04.2023

La cronaca italiana continua a registrare elementi di polemica sul fronte del diritto di educazione delle nuove generazioni.

Vi è un dibattito in corso, sul fatto di estendere l’insegnamento della religione anche in contesti diversi dall’ora dedicata dal concordato tra Stato Italiano e…


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DIO, PATRIA, FAMIGLIA

Giovanni Fioravanti 29.03.2023

A Cutro nessun dio ha battuto un colpo. Né a Cutro né in alcun altro mare o teatro di guerra. Di fronte ad una umanità che esonda e muore non c’è nessun oltreuomo che si palesi, ma l’usuale umanità meschina di ogni nostro quotidiano.

“Morti sono tutti gli dei: ora vogliamo che…


Rassegna stampa

24.04.2023, LAICITÀ DELLA SCUOLA news, aprile 2023

Coordinamento per la laicità della Scuola 23.04.2023

Notiziario on line del Coordinamento per la laicità della scuola

Editoriale: Tragedie storiche e farse inquietanti

Questo numero è in parte dedicato alla Resistenza. Ci avviciniamo al 25 aprile in un clima di grande tensione. La Russa – non un nostalgico qualsiasi in gita a Predappio, ma…


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IL GOVERNO MELONI RISCUOTA L’ICI NON VERSATA DALLA CHIESA

Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti - UAAR 21.03.2023

Aiuti di Stato illegali, la Commissione europea impone all'Italia di procedere con il recupero

Era già chiaro dopo il richiamo della Corte di giustizia europea del 2018, che aveva escluso la possibilità di farla franca per la Chiesa riguardo al pagamento dell’Ici 2006-2011. La scusa che il…


Forum

UNA SENTENZA RISCATTA I DIRITTI DI ATEI E AGNOSTICI

Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti - UAAR 21.03.2023

La Corte d'Appello condanna al risarcimento di 50mila euro il Comune di Verona che nel 2013 aveva rifiutato l'affissione dei manifesti della campagna dell'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti "Viviamo bene senza D"

Dopo un iter travagliato che dal 2013 vede l'Unione degli Atei e…


Lo Scaffale

Adriana Valerio, ERETICHE. DONNE CHE RIFLETTONO, OSANO, RESISTONO

Recensione di Pierino Marazzani 23.04.2023

Il Mulino, Bologna, 2022, pagine 154, euro 14,00

Agile saggio storico centrato su alcune più o meno note figure di donne accusate di eresia corredato da illustrazioni, Indice dei Nomi e breve bibliografia.

Tra le illustrazioni segnalo una rara miniatura a colori di eretiche torturate e…


 



e molto altro ancora su: italialaica.it  sito dei laici italiani

10 gennaio 2023

I Rom e l'Unione Europea

 


7 gennaio 2023

Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina: conferenza

 

 

l'Associazione A. Cipriani e Comitato Gianicolo, in collaborazione e d’intesa con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali (Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina) e con l’Associazione di Storia Contemporanea – ASC di Senigallia, ha organizzato una conferenza con argomento:

Attualità della Repubblica Romana del 1849: Roma e le Marche”,

nel corso della quale sono previste due relazioni tenute dal Prof. Marco Severini e dalla Prof.ssa Lidia Pupilli, entrambi dell’ASC citata, seguite da un breve dibattito.

Scopo dell’iniziativa è quello di far conoscere ed illustrare il ruolo ed il contributo offerto dal territorio della Regione Marche agli eventi politici e militari che caratterizzarono la nascita della Repubblica Romana nonché per evidenziare le successive iniziative portate avanti dai Circoli democratici locali negli anni a venire allo scopo di mantenere vivi il ricordo e la memoria di quegli avvenimenti.

 

La conferenza si terrà il giorno 19 gennaio 2023 alle ore 17,00 presso il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina sito in Roma – Largo di Porta S. Pancrazio.

 

L’evento è aperto al pubblico con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Poiché peraltro i locali del Museo consentono la presenza di un numero comunque limitato di persone, chiunque fosse interessato a partecipare è pregato di dare conferma della sua presenza.

APS A.CIPRIANI e COMITATO GIANICOLO

Via Donna Olimpia 30 - 00152 Roma


Cogliamo l’occasione per inviare a tutti i più cordiali saluti nonché sinceri auguri per un felice e sereno 2023.