Dopo più di tre mesi mancano ancora dati sul nuovo Pnrr
L'8 dicembre 2023 il consiglio europeo ha dato l'ok definitivo alla nuova versione del piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. Tuttavia, a oggi il governo ha pubblicato informazioni insufficienti a riguardo. Questo ci impedisce di portare avanti il nostro monitoraggio indipendente sul Pnrr.
L'unico dataset aggiornato in maniera puntuale è quello relativo alle scadenze. La relazione del governo al parlamento fornisce alcune informazioni sulle misure modificate, ma mancano i dati sugli importi. Conosciamo i fondi complessivamente assegnati ai ministeri e alle altre amministrazioni titolari, ma questi hanno tempo fino a giugno per distribuirle tra gli investimenti di loro competenza. Il rischio è dunque quello di dover aspettare ancora molto per avere un quadro aggiornato. Solo sui progetti sembrerebbe in arrivo un aggiornamento nei prossimi giorni, ma difficilmente colmerà le lacune evidenziate.
Come funziona la governance del Pnrr - Per garantire il corretto andamento del Pnrr il governo ha messo in piedi una complessa struttura di governance per monitorare i progetti e risolvere eventuali criticità. Ricorrendo se necessario a poteri sostitutivi.Leggi
Come saranno finanziate le misure stralciate dal Pnrr - Il governo ha recentemente pubblicato un nuovo decreto legge che serve a dare attuazione alla revisione del piano approvata dalle istituzioni europee. Un atto che fornisce alcune indicazioni, anche se ci sono ancora alcune questioni da chiarire.Leggi
Poter disporre di una connessione internet veloce rappresenta oggi un elemento molto importante per la vita di ognuno di noi. Sono ancora numerose però le aree del paese che non hanno accesso – o ce l’hanno in misura limitata – a una connessione che consenta una velocità di navigazione funzionale. Anche per questo motivo il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede specifici interventi per colmare questa lacuna.
Con la revisione del Pnrrapprovata recentemente, questi investimenti sono stati confermati anche se le risorse messe a disposizione sono diminuite. Non è semplice riuscire a ricostruire un quadro circostanziato a causa della carenza di informazioni pubblicate dalle istituzioni. Tuttavia, dall’analisi della documentazione disponibile, tale taglio non sarebbe da attribuire a una volontà politica di reindirizzare le risorse verso altri settori quanto piuttosto a motivazioni di natura tecnica e a una più puntuale mappatura delle effettive esigenze dei diversi territori. Al momento però non è sempre chiaro come saranno reinvestiti questi fondi non spesi.
Abbiamo inviato un nuovo Foia sui progetti del Pnrr - Continuano a mancare informazioni e dati sull’avanzamento dei lavori e delle opere finanziate dal Pnrr. Una lacuna grave, che ci ha spinto a presentare al governo una nuova richiesta di accesso agli atti.Leggi
Il governo deve intervenire sulla capacità amministrativa dei comuni - L'accesso e la gestione dei fondi da parte dei comuni è un elemento critico nell'attuazione del Pnrr. È un aspetto sul quale è necessario fare di più, attraverso provvedimenti che permettano alle amministrazioni di integrare le professionalità necessarie.Leggi
L’abuso dei decreti legge e le incognite di una riforma costituzionale
Il ricorso eccessivo ai decreti legge porta a diverse conseguenze negative. Il parlamento infatti ha solo 60 giorni per convertirli in legge. Un tempo adatto ad affrontare occasionalmente questioni urgenti e specifiche ma che diventa insufficiente se l’esecutivo tende a ricorrere a questo strumento con troppa frequenza. Una modalità che peraltro lascia pochissimo spazio alle camere per dedicarsi ad altro che non siano le proposte di legge di iniziativa governativa. Questo ha portato gli esecutivi a ricoprire un ruolo sempre più centrale anche per quanto riguarda l’iter legislativo. Data questa situazione, ai parlamentari rimangono pochi margini di manovra e spesso l’unico modo che hanno per intervenire è quello di proporre emendamenti alle leggi di conversione.
In questo contesto, il centrodestra ha presentato recentemente due proposte di revisione costituzionale che punterebbero ad estendere i tempi per la conversione a 90 giorni. In questo modo le camere avrebbero più tempo per esaminare i Dl e presentare eventuali proposte di modifica. Si possono comprendere le ragioni che hanno portato a questa proposta, al contempo però emergono gravi criticità. Tale riforma infatti andrebbe e legittimare ancora di più l’abuso dei decreti, comprimendo ulteriormente le prerogative delle camere.
Il governo deve intervenire sulla capacità amministrativa dei comuni
All’interno della revisione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono state modificate e definanziate numerose misure. In particolare il governo Meloni ha chiesto e ottenuto la rimozione di alcuni degli investimenti che prevedevano la maggior frammentazione delle risorse. Si tratta delle misure che distribuiscono i fondi Pnrr attraverso bandi pubblici ai quali i comuni italiani possono partecipare presentando i propri progetti.
È una scelta legata alle difficoltà di questa procedura: le amministrazioni, in particolare le più piccole e periferiche e quelle del sud del paese, spesso non hanno nel loro organico le competenze necessarie alla gestione di questi processi amministrativi complessi. E gli interventi che il governo finora ha messo in campo per integrare e potenziare il comparto amministrativo nei comuni evidentemente non risultano sufficienti. Va ricordato come una delle priorità del Pnrr sia proprio quella di appianare i divari territoriali interni al paese: eliminare il problema, invece di risolverlo, non va in questa direzione.
È impossibile analizzare il nuovo Pnrr - Nonostante gli annunci trionfalistici del governo, le informazioni disponibili sul Pnrr sono sempre meno. A oggi infatti è impossibile capire in maniera puntuale come sia cambiato dopo la revisione e a che punto siano i lavori.Leggi
I divari regionali nell’accesso ai dati sul Pnrr - Abbiamo analizzato i vari siti delle regioni italiane per capire la qualità e la quantità dei dati condivisi sul Pnrr. Ciò che emerge è un divario che si riflette sul diritto dei cittadini a essere informati.Leggi
Alla fine del 2023 il parlamento ha approvato la legge annuale per il mercato e la concorrenza. Si tratta di una misura che ha lo scopo di rimuovere le barriere normative per facilitare l’apertura dei mercati ai piccoli imprenditori e tutelare i consumatori. Anche se una legge di questo tipo dovrebbe essere pubblicata una volta all’anno, nel periodo compreso tra il 2009 e il 2021 ciò è avvenuto una sola volta, nel 2017. È anche per questo motivo che tali norme sono state inserite tra le riforme da realizzare attraverso il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Questa è stata un’esplicita condizione posta dalle istituzioni europee ai fini dell’approvazione del piano italiano.
Per quanto il Pnrr abbia contribuito perlomeno a far rispettare l’obbligo di pubblicare una legge sulla concorrenza ogni anno, le criticità irrisolte su questo fronte sono ancora molte. Le due leggi entrate in vigore nel 2022 e nel 2023 infatti non hanno affrontato alcuni degli argomenti più divisivi agli occhi dell’opinione pubblica nazionale. Tra queste il tema delle concessioni balneari, le questioni legate alle licenze di taxi e Ncc e, da ultimo, l'utilizzo del suolo pubblico per le attività commerciali: criticità quest'ultima che ha portato anche a un nuovo richiamo da parte del presidente della repubblica.
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