NEWSLETTER N. 20
Informazione libera di accademia kronos
16 agosto 2007
Sommario
Accademia Kronos parte civile contro i piromani;
La circolare del Ministero dell’Ambiente per fronteggiare il problema incendi boschivi;
Armagedon è sempre più vicino: ora sta bruciando la Siberia;
I primi vincitori di Un Bosco per Kyoto 2007;
Gli oceani assorbitori di CO2;
Balene a rischio sul Mar Ligure;
Eolico, continuano le "furbate" tutte italiane
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ACCADEMIA KRONOS SI COSTITUISCE PARTE CIVILE NEGLI INCENDI BOSCHIVI CHE HANNO COLPITO AREE DI INTERESSE NATURALISTICO.
Accademia Kronos si ritiene parte lesa in tutti gli incendi dolosi che hanno interessato recentemente il nostro Paese. Accademia Kronos è un’associazione che da anni opera a fianco del C.F.S. nelle azioni di prevenzione e lotta agli incendi boschivi. E’ titolare della campagna nazionale "Bosco Italia" voluta nel 1999 dal Presidente Ciampi ed ora sostenuta nell’edizione Un Bosco per Kyoto dall’attuale Presidente Napolitano.
In cinque anni della campagna Bosco Italia, sono stati visitati più 500 comuni italiani, e coinvolte decine di migliaia di persone attraverso proiezioni, incontri con i giovani e corsi speciali di prevenzione incendi boschivi. Grazie ai corsi organizzati nei vari comuni visitati, Accademia Kronos, ha costituito in Italia 3000 sentinelle dei boschi che affiancano la Protezione Civile e i Forestali nel monitorare i boschi nel periodo estivo.
-" Il triste fenomeno degli incendi dolosi ", si legge in una nota della Direzione di Accademia Kronos, "non può essere sottovalutato e non deve restare un fenomeno relegato al momento estivo. Si tratta di un vero e proprio crimine contro l’umanità, e tale va trattato. In effetti oltre al danno ecologico, paesaggistico e turistico locale, si danneggia tutta l’atmosfera della Terra perché si immette nell’aria tanto di quel gas serra, conosciuto come anidride carbonica, che in decine e centinaia di anni gli alberi dei boschi avevano pazientemente catturato. In questo modo si vanificano tutti gli sforzi per ridurre l’effetto serra e, anzi, si dà una forte accelerazione al fenomeno del riscaldamento globale che interessa ormai l’umanità intera"-.
Accademia Kronos è un ente legalmente riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente , sarà parte nei processi di incendio doloso nei modi e nelle forme che riterrà adatte costituendosi anche parte civile .
Tali iniziative verranno curate dai legali dell’associazione coordinati dall’avvocato Ottavio M. Capparella di Viterbo.
I primi passi sono rivolti ai parchi nazionali del Cilento, del Gargano e del Pollino e nel viterbese verso tutte le aree di protezione speciale e di interesse comunitario come le ZPS e i SIC.
INCENDI,
LA CIRCOLARE DELLA DIREZIONE PROTEZIONE DELLA NATURA DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE AI DIRETTORI DEI PARCHI( BY: http://notiziedaiparchi.spaces.live.com/ )
Di seguito, riportiamo il testo della circolare a firma del direttore generale Aldo Cosentino, inviata dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
ai Presidenti dei Parchi Nazionali:
Oggetto: Legge n. 353/2000 (Legge-quadro in materia di incendi boschivi):
attuazione art. 10 in materia di divieti, prescrizioni e sanzioni.
Come da direttive impartite dall’On. Sig. Ministro, nell’intento di massimizzare l’attività preventiva e di contrasto attivo contro gli incendi boschivi, in particolare di origine dolosa, anche alla luce dei recenti gravissimi episodi, e facendo riferimento alle norme previste dall’art. 10 della legge-quadro n. 353/2000, si dispone quanto segue:
1. Il catasto delle aree percorse dal fuoco, di cui all’art. 10, comma 2, della Legge 353/2000 (Legge-quadro sugli incendi boschivi), è lo strumento giuridico necessario per l’attivazione dei divieti previsti dal precedente comma 1 della citata legge, e, come tale, indispensabile per esercitare l’essenziale funzione preventiva e deterrente attribuita a tali divieti.
Pertanto e facendo seguito alla nota circolare prot. DPN/2007/0020884 del 27 luglio 2007, si invitano le SS.LL., nell’ambito delle proprie competenze in ordine alla predisposizione non solo dei Piani AIB, ma anche per opportuna completezza dei Piani dei Parchi e dei Piani pluriennali economico-sociali a richiedere ai Comuni, ricadenti nei Parchi Nazionali, il puntuale adempimento dell’obbligo di istituire e aggiornare annualmente il catasto delle aree percorse dal fuoco, previsto da specifico obbligo di legge, a tal fine attivando anche la necessaria collaborazione con le competenti Prefetture.
Si sottolinea, inoltre, che l’attribuzione di risorse finanziarie da parte degli Enti Parco destinati ad interventi a favore di tali Comuni, ad eccezione delle attività relative alla protezione ambientale in senso stretto, potrà essere subordinata all’ottemperanza da parte dei singoli Comuni del menzionato obbligo di istituire e aggiornare il catasto.
Si ritiene, infatti, indispensabile evitare che risorse finanziarie degli Enti Parco possano essere utilizzate per finanziare interventi da parte dei Comuni, che, in mancanza della corretta applicazione della normativa in materia di catasto, potrebbero, potenzialmente, porsi in contrasto o comunque vanificare il potere deterrente dei divieti previsti dal citato art. 10,comma 1.
Si invitano inoltre le SS.LL. ad assicurare, nell’ambito della predisposizione dei documenti di programmazione delle attività annuali e di bilancio, l’inclusione di adeguate risorse per la predisposizione, aggiornamento e attuazione delle azioni dei Piani AIB quale elemento di
assoluta priorità, nonché di voler garantire ogni opportuna attività di coordinamento con i CTA al fine di fornire ai Comuni interessati il supporto operativo previsto dalla legge 353/2000, in particolare in ordine alla predisposizione ed aggiornamento del catasto di cui all’art. 10, comma 2, legge n. 353/2000.
Si invitano, infine, le SS.LL. ad includere nei documenti di relazione delle attività svolte e di rendicontazione finanziaria, apposita, specifica menzione delle attività e dei fondi attribuiti alle attività AIB.
2. L’applicazione delle norme in materia di danno ambientale (articolo 18, legge 8 luglio 1986, n. 349) è esplicitamente richiamata dalla legge n.353/2000, all’articolo 10, comma 8, con espresso riferimento alle spese sostenute per la lotta attiva e i danni al soprassuolo ed al suolo.
Per garantire, pertanto, l’integrale applicazione di tale norma in relazione agli eventi dolosi e colposi connessi agli incendi boschivi, vorranno le SS.LL. promuovere ogni urgente, idonea azione per garantire l’attivazione da parte dell’Ente Parco o la sua partecipazione in ogni azione per danno ambientale promossa contro i soggetti ritenuti responsabili di tali eventi, anche mediante la costituzione di parte civile da parte dell’Ente Parco stesso, nonché l’approntamento di idonei nuclei tecnici, in collaborazione con i CTA, per la quantificazione dei connessi danni ambientali.
Si invitano altresì le SS.LL. a voler attivare a tal fine ogni idonea collaborazione con le competenti istituzioni, in particolare con le Prefetture e con l’Avvocatura dello Stato.
Le risultanze di tale attività dovranno essere espressamente riportate in apposito capitolo della relazione annualesull’attività svolta da parte di ogni Ente Parco.
Il Direttore Generale (dr. Aldo Cosentino)
Armagedon è sempre più vicino: ora sta bruciando La Siberia
LA SIBERIA BRUCIA E AVVELENA IL PIANETA
Quello accaduto in Italia è nulla rispetto a quello che sta accadendo in Siberia dove ad oggi sono andati in fumo oltre un milione di chilometri quadrati di taiga. Anche qui a distruggere le fonti che ci danno l’ossigeno sono i piromani, una razza maledetta da Dio perché minaccia la vita stessa di tutta l’umanità e questo solo per piccoli, volgari interessi personali. Personaggi squallidi, insignificanti, senza cultura e sensibilità che per costruirsi una casa, per ricavare un campo, per vendere pezzi di albero e persino le ceneri o per altri interessi speculativi commissionati da altre persone, stanno attivando quello che potrebbe essere l’inizio di Armaged. Per l’egoismo di pochi rischiamo tutti! Il riscaldamento del suolo causato dagli incendi sta sciogliendo rapidamente il permafrost, ovvero il tappo geologico che teneva bloccato il CH4, il metano, 23 volte più ad effetto serra della CO2. L’immissione di questo gas nell’atmosfera non farà altro che accelerare il riscaldamento globale.
Le colonne di fumo hanno raggiunto la troposfera superando gli 8000 metri d’altezza. Impressionanti sono le foto scattate dai satelliti e preoccupato è tutto il mondo scientifico. I sistemi antincendio russi sono inadeguati e impotenti di fronte ad una così vasto fronte del fuoco. Dobbiamo sperare solo che il fuoco si spenga da sé.
Gli oceani sono i più grandi assorbitori di anidride carbonica, ma il rovescio della medaglia è che gli oceani si acidificano e la vita degli organismi marini viene minacciata.
( by Vincenzo Ferrara )
In una serie di articoli apparsi sul numero odierno di "Science" e di cui qui di seguito si riportano riferimenti ed abstract, viene analizzato il ruolo dell'oceano come assorbitore dell'anidride carbonica atmosferica ed in particolare di quella emessa dalle attività umane che stanno provocando il riscaldamento climatico.
I risultati acquisiti dicono che, allo stato attuale, gli oceani hanno finora assorbito circa la metà di tutte le emissioni di anidride carbonica emesse dalle industrie di tutto il mondo a partire dalla rivoluzione industriale di circa due secoli fa. Tuttavia, questo assorbimento non è stato indolore ma sta via via producendo una acidificazione degli oceani che ora pone rischi per gli esseri viventi marini e per gli equilibri ecosistemici nel mare.
La concentrazione di anidride carbonica atmosferica è aumentata da 280 ppm che era agli inizi del 1800, agli attuali valori di 380 ppm, con un tasso di incremento medio dell' 1.8% per decennio che, però in questi ultimi decenni è diventato più che doppio. Tuttavia questo aumento di concentrazioni è stato inferiore a quanto avrebbe dovuto esserci, perchè nel frattempo sia gli ecosistemi vegetali terrestri, ma soprattutto gli oceani hanno provveduto a sottrarre anidride carbonica dall'atmosfera.
Per valutare quanta anidride carbonica è stata sottratta all'atmosfera dagli oceani un team di scienziati di varie nazionalità, ma soprattutto americani, usando tecniche chimico fisiche e misure chimiche, sono riusciti a quantificare l'assorbimento complessivo degli oceani,dopo dieci anni di intensa attività di ricerca in cui hanno analizzato le acque oceaniche girovagando per tutti gli oceani del mondo,.
Tale assorbimento oceanico, tra il 1800 ed il 1994, ammonta a circa 120 miliardi di tonnellate di carbonio equivalenti a 440 miliardi di tonnellate di anidride carbonica Poiché dal 1880 al 1994 le emissioni totali provenienti dalle industrie ammontano a circa 250 miliardi di tonnellate di carbonio ( cioè 910 miliardi di tonnellate di anidride carbonica), questo vuol dire che l'oceano ha assorbito complessivamente circa il 48% di tutte le emissioni industriali mondiali di anidride carbonica emesse tra il 1800 ed il 1994.
Di questa quantità assorbite, una parte rimane disciolta in acqua ed una parte si trasforma in sostanza organica e poi successivamente, attraverso processi biogeochimici, in sostanza inorganica che viene depositata sui fondali del mare come carbonato di calcio.
La parte depositata in fondo agli oceani corrisponde a circa di 0.5 miliardi di carbonio per anno (1,8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica per anno) sottratti dall'atmosfera, e, stanti gli equilibri tra atmosfera, oceano e sedimentazione oceanica, questo induce a valutare che circa un terzo (ma probabilmente anche più) di tutto quanto è stato assorbito dagli oceani negli ultimi due secoli, ora giace in fondo al mare come carbonato di calcio.
La parte disciolta in acqua (che non si trasforma in sostanza organica e che non viene depositata in fondo agli oceani come sostanza inorganica), a sua volta, si trasforma in acido carbonico il quale, essendo appunto un acido anche se debole, non solo attacca il plankton, i gusci degli animali invertebrati e lo scheletro di quelli vertebrati, ma tende ad acidificare le acqua marine. L'acidificazione delle acque marine rappresenta un grosso rischio non solo per le specie che direttamente possono essere attaccate dai processi di acidificazione, ma per gli gli stessi equilibri ecologici marini. Poiché la concentrazione in acqua della anidride carbonica, e quindi la possibilità che possa trasformarsi in acido carbonico dipende anche dalla temperatura del mare, i processi di acidificazione vanno a colpire proprio lì dove più è intensa l'attività biologica e quindi l'effetto deleterio ne viene amplificato.
I PRIMI NOMI DEI PREMIATI DI UN BOSCO PER KYOTO 2007
Quest’anno la cerimonia di premiazione per Un Bosco per Kyoto 2007 è stata spostata all’11 gennaio 2008.
La manifestazione si terrà a Roma, sempre di pomeriggio, presso la sala Protomoteca del Campidoglio.
Meritevoli del premio internazionale 2007 per la commissione di Un Bosco per Kyoto al momento sono:
Il cancelliere tedesco Angela Merkel; i ministri dell’Ambiente del Costa Rica, della Danimarca, della Finlandia, della Svezia; i sindaci di Heidelberg, di New York, di Siviglia e per l’Italia i sindaci di Siena e di Roma.
Per i riconoscimenti di personalità ed altri sindaci italiani la commissione giudicatrice si riunirà a fine agosto.
Un premio speciale sarà comunque consegnato ai famigliari di Gino Mitrani, uno dei padri di Un bosco per Kyoto.
ICRAM, BALENE VIA DA MAR LIGURE PER TROPPO RUMORE(ANSA) -
ROMA, 11 AGO 2007
Le balene soffrono se c'e' troppo rumore in mare.
Come e' avvenuto nell'estate del 2002, quando sono letteralmente sparite dal Mar Ligure mentre i 'lavori in corso' erano addirittura a oltre 200 km di distanza, vicino Saint Tropez.
La dimostrazione ''inequivocabile'' del nesso tra inquinamento acustico e 'fuga' dei cetacei arriva da uno studio dell'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (Icram).
''Per la prima volta'' questo fenomeno e' stato evidenziato ''in un'area di bacino cosi' ampia'', spiega Fabrizio Borsani, ricercatore dell'Icram e coautore dello studio che verra' presentato alla prima conferenza internazionale sugli 'Effetti del rumore subacqueo sugli organismi marini', al via a Nyborg, in Danimarca, fino al 17 agosto.
Dunque un'altra minaccia alla sopravvivenza dei giganti del nostro mare si aggiunge alle altre: dopo le collisioni con le navi, le catture accidentali e l'inquinamento chimico, bisogna considerare anche l'inquinamento acustico. (ANSA).
PER LEGGERE TUTTE LE NEWS : http://notiziedaiparchi.spaces.live.com/
ANCORA LE "FURBATE" TUTTE ITALIANE SULL’EOLICO
DA PARCHI EOLICI IN CALABRIA:QUALE IL RUOLO DEI VERDI?(http://Notiziedaiparchi.spaces.live.com/Blog/cns!F74CCB810176327C!1021.entry)
Non molto tempo Fare Verde Cosenza sollevò molti dubbi sulle procedure di individuazione dei siti idonei alla produzione di energia eolica e sulle procedure per la concessione delle autorizzazioni all´installazione degli stessi.
Tra l´altro leggendo il DGR 55/2006 "L´Eolico in Calabria - Linee guida per l´inserimento degli impianti eolici sul territorio regionale" Fare Verde evidenziava le molteplici contraddizioni di motivazioni poste in essere al fine di autorizzare in ogni modo il sorgere di tali impianti. In particolare nel DGR si legge che:" tali impianti non possono sorgere nei Parchi Nazionali o nelle zone SIC o di particolare interesse paesaggistico o perchè adibite a particolari colture o lungo le coste o dove vi siano delle biodiversità protette a livello extranazionale". Viene esplicitamente preso in considerazione, come ulteriore elemento di esclusione per l’istallazione di impianti eolici, la naturale vocazione del territorio sia che si tratti di vocazione agricola piuttosto che turistica. Ma alle parole non seguono i fatti. Infatti la Regione Calabria ha concesso autorizzazioni per l’istallazione di impianti eolici in comuni ricadenti financo nelle aree di esclusione.Fare Verde si chiedeva quali potessero essere le motivazioni per tale assurda situazione e come mai, da quanto riportato sul sito internet della Regione Calabria, dove sono pubblicate tutte le autorizzazioni a tali impianti, emergesse come la quasi totalità delle autorizzazioni concesse facessero riferimento sempre ad una stessa società spagnola: Gamesa Energia Italia.La possibile risposta in un articolo pubblicato sul quotidiano genovese "secolo XIX" sabato 4 agosto u.s. in cui si racconta di un presunto accordo esistente tra i Verdi e la società spagnola Gamesa, accordo che sarebbe stato sottoscritto a Roma il 26 luglio 2006 a cui avrebbe partecipato, oltre a Fabio Roggiolani in qualità di "Responsabile nazionale energia ed innovazione del partito dei Verdi", Diego Tommasi in qualità di "Coordinatore nazionale dell’ufficio di Presidenza dei Verdi" è Assessore all’Ambiente della Regione Calabria. L’accordo, secondo quanto riportato dal quotidiano "secolo XIX", prevedeva il pieno e totale appoggio alla realizzazione degli impianti eolici Gamesa da parte dei Verdi nello specifico si legge: "sostenere nelle sedi appropriate i progetti, a livello nazionale, che rispondono ai requisiti di cui sopra»? «coadiuvare le azioni di "lobbying positivo" per lo sviluppo delle energie rinnovabili a tutti i livelli. Notizia avallata il 30 luglio in un articolo apparso sulle pagine del quotidiano DS "l´Unità" in cui si affermava che:"...un vero e proprio protocollo d’intesa era stato stipulato tra un partito politico ed una società per la produzione di energia eolica".
Pertanto Fare Verde si chiede se sia frutto solo di una pessima coincidenza il fatto che in Calabria la Regione, di cui il verde Tommasi è Assessore all´Ambiente, abbia autorizzato una moltitudine di impianti eolici Gamesa? E´ sempre solo un caso che la Calabria sia stata e stia per essere ricoperta da detti impianti eolici anche in zone sulla carta, e solo sulla carta, tutelate dalle vigenti Normative? E, infine, Fare Verde si chiede se sia sempre frutto di una coincidenza il fatto che negli iter autorizzativi di detti impianti eolici la Regione Calabria abbia omesso ogni applicazione delle linee guida applicative del Codice dei Beni culturali che ne ostacolerebbero la realizzazione.
Domande queste che Fare Verde si riserva di rivolgere alle competenti autorità giudiziarie per verificare la reale situazione degli impianti eolici in Calabria.
Il Presidente Provinciale Fare Verde f.to Francesco PACIENZA
Data pubblicazione: lunedì 06 agosto 2007 -
GMTParchi
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