MANIFESTO PER L'EGUAGLIANZA DEI DIRITTI
Appello
Al Presidente della Repubblica, ai Membri del Governo, del Parlamento italiano ed europeo, ai Rappresentanti delle Istituzioni locali, alle Associazioni per la difesa e la promozione dei diritti civili e umani, alle Parti Sociali, ai media, alle cittadine e ai cittadini italiani ed europei
Noi sottoscritti, consapevoli dell'importanza che i valori e i principi fondamentali di uguaglianza e pari dignità sociale sanciti dalla nostra Costituzione hanno per il libero e pieno sviluppo della persona, riteniamo che il provvedimento del Governo in materia di Unioni Civili non esprima una posizione laica e di respiro europeo e soprattutto non sia compatibile con il nostro dettato costituzionale.
I diritti di cui è questione sono evocati e rivendicati come palliativi di situazioni limite, in altre parole come meri rimedi giuridici nell’emergenza o come strumenti di pura gestione patrimoniale (assistenza ai detenuti, ai malati e ai morenti; subentro in affitto di case, eredità), rimedi peraltro in parte già esistenti nel nostro ordinamento: al contrario, il diritto a realizzare un Progetto di Vita comune, matrimoniale o familiare, è elemento fondante ed essenziale per il pieno sviluppo della persona e, in quanto tale, é garantito dagli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana.
Il provvedimento governativo prevede invece il riconoscimento di alcuni limitati diritti alle persone che abbiano deciso di costituire un'unione di fatto, ma non esaurisce la discriminazione in atto nel nostro Paese in ragione del sesso e dell’orientamento sessuale dei componenti la coppia, restando in ogni caso precluso l’accesso all’istituto del matrimonio civile per la coppia omosessuale e disponendo di conseguenza una sostanziale e inammissibile diversità di accesso al diritto legata alla condizione della persona, cosa che costituisce un vulnus inammissibile verso i Principi Fondamentali della nostra Costituzione.
Noi invece siamo profondamente convinti che a tutti i cittadini e a tutte le cittadine deve essere garantita parità e uguaglianza e pertanto anche il diritto di registrare a tutti gli effetti le loro unioni, indipendentemente dal loro sesso e dal loro orientamento sessuale.
Occorre affermare che il matrimonio civile è un istituto giuridico non sostituibile, né vicariabile da altri, e che solo con l’accesso anche delle coppie dello stesso sesso a tale istituto è rispettato e pienamente applicato il principio fondamentale di eguaglianza e pari dignità sociale di tutti i cittadini sancito dalla nostra Costituzione.
Il riconoscimento della coppia di fatto, il diritto al matrimonio civile indipendentemente dal sesso dei coniugi e senza alcuna compressione dei diritti di genitorialità e adozione, può e deve essere garantito da una legislazione analoga a quelle della Spagna, del Belgio, dei Paesi Bassi e del Canada.
La disciplina normativa dovrà riferirsi ai componenti del nucleo familiare con il termine «coniugi», assicurare parità di trattamento a tutte le coppie indipendentemente dal sesso dei coniugi e riformare le leggi laddove esistono esplicite forme discriminatorie (ad esempio la legge 40/2004 sulla fecondazione assistita), così come previsto dalla Proposta di Legge n. 1244 (XV Legislatura: primo firmatario Daniele Capezzone).
Facciamo appello per una affermazione comune di libertà a tutti coloro che condividono aspirazioni inclusive, laiche, fondate sulla parità dei diritti, proprie dell'Europa che vogliamo e che già esiste, di un'Europa in cui il diritto costituisce l'orizzonte di civiltà dei singoli, delle comunità e delle Istituzioni che li rappresentano, contro il pregiudizio, l'esclusione e contro la discriminazione, che l'art. II 81 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea vieta in qualsiasi forma, compresa quella fondata sull'orientamento sessuale.
Comitato Promotore
Sergio Rovasio, Segr. Generale Gruppo Parlamentare Rosa nel Pugno - Roma
Aldo Brancacci, Professore ordinario, Università Tor Vergata - Roma
Gigliola Toniollo, Cgil Nuovi Diritti, Direzione di Radicali Italiani - Roma
Stefano Fabeni, Director Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender and Intersex Initiative Global Rights, Washington – Usa
PER SOTTOSCRIVERE L'APPELLO
http://matrimoniodirittogay.it
Prime adesioni-sottoscrizioni:
Giuliano Federico, direttore www.gay.tv
Daniele Scalise, giornalista, scrittore;
Maurizio Turco, Deputato della Rosa nel Pugno; Presidente dell’Associazione Radicale Anticlericale.net;
Bruno Mellano, Deputato della Rosa nel Pugno;
Donatella Poretti, Deputata della Rosa nel Pugno;
Marco Beltrandi, Deputato della Rosa nel Pugno;
Guido Allegrezza, Nuovi Media e Politica - Roma
Ottavio Marzocchi, funzionario gruppo Alde-Commissione libertà pubbliche, membro intergruppo glbt al Parlamento europeo e Consigliere Generale Partito Radicale Nonviolento Transnazionale;
Michael Cashaman, Deputato europeo, UK, gruppo Socialista, Presidente dell'integruppo glbt al Parlamento Europeo, http://lgbt-ep.eu;
Sophie In't Veld, Deputata europea, partito olandese D66, gruppo ALDE; Vice Presidente Intergruppo GLBT al Parlamento Europeo;
Raúl Romeva, Deputato europeo, Spagna, partito dei Verdi-Iniziativa per Catalogna, Vice-Presidente dell'intergruppo GLBT al Parlamento Europeo;
Angelo Pezzana, Fondatore del Fuori, primo movimento gay italiano; Presidente Fondazione Sandro Penna - Torino
Don Franco Barbero, Associazione Viottoli - Comunità cristiana di base – Torino;
Ivan Scalfarotto, Manager, Direttore del Blog www.ivanscalfarotto.info
Andrea Maccarrone, Direttivo Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli – Roma
Helena Velena, scrittrice, musicista, attivista transgender;
Rosa Arcobaleno, Associazione socialista omosessuale onlus;
Etz CaHol, Associazione ebraica glbt;
Enzo Cucco, Portavoce Torino Pride 2006; Direttore Fondazione Sandro Penna, Torino
Sylvano Bussotti, Musicista, Accademico di Santa Cecilia, Commandeur de l'Ordre des Arts et des Lettres de France;
Rocco Quaglia, Regista teatrale;
Mario Cirrito, Responsabile Attualità mensile gay ‘Babilonia’;
Irene Donadio, Advocacy Officer, IPPF European
Felix Cossolo, Direttore di GayClubbing;
Frank Semenzi, Editore di Pride;
Daniele Priori, Vice Presidente GayLib;
Christian Poccia, GayLib Lazio;
Giampaolo Marzi, Direttore del Festival Internazionale del cinema Gaylesbico e Queer culture di Milano;
Andreas Martini, giornalista; curatore del Blog unvotogay.blogspot.com;
Yuri Guaiana, Docente supplente in Storia, Università Bicocca - Milano;
Carlo Donati, Tesoriere Associazione Radicale Adelaide Aglietta – Torino;
Roberto Lucifero, Direttore Artistico Centro Culturale Cappella Orsini, curatore mostra Triangolo Rosa – Roma;
Mario Di Carlo, Critica Liberale;
Viviano Masconni - pittore, ricercatore – Grosseto;
Bruno Tescari, Associazione Arcobaleno – Roma;
Vera Pegna, Ambasciatrice della Federazione umanista europea presso l’OSCE;
Francesco Bilotta, Docente di diritto privato presso l'università di Udine.
Circolo glbt Maurice - Torino
Elio Bresso, Presidente Associazione "Philadelphia" - Torino
Federico Assenza, Ideatore e promotore GayVillage - Roma
Mauro Pasqualino, Quimanji Discodinner, Lucignolo – Torino
Ignazio Marcozzo Rozzi, Presidente Agenzia Tossicodipendenze Comune di Roma;
Francesco Mosca, Segretario Nazionale Federazione Giovani Socialisti;
Gianluca Quadrana, Consigliere Comunale Rosa nel Pugno Comune di Roma;
Fidel Romano, Esecutivo Fgs, Direttivo Sdi - Roma
Gennaro Cosmo Parlato, artista – Milano;
Costantino Della Gherardesca, artista;
Giulio C. Vallocchia, Direttore www.nogod.it;
Massimiliano Iervolino, Segretario Radicali Roma;
Diego Sabatinelli, membro Giunta Radicali Italiani;
Mark, autore del primo blog gay italiano www.tom-online.it – Milano;
Antonio Garullo e Mario Ottocento, prima coppia gay italiana unita in matrimonio in Olanda, impegnata in una battaglia legale per il riconoscimento in Italia della loro unione;
Sciltian Gastaldi, giornalista, scrittore, Professore Universitario Department of Italian Studies University of Toronto;
Stefano Beretta, autore del Blog, www.cadavrexquis.typepad.com ;
Vineria "Zi Barba" – Torino;
Poppea, drag queen – Roma;
La Pepa, drag queen – Roma;
Natalia Pèstrada, drag queen – Torino;
La Versace-Serenamai, drag queen – Roma;
Matteo Pegoraro, Segretario e responsabile attività giovanili e culturali di Arcigay Firenze “Il Giglio Rosa”;
Roberto Malini, co-autore di ‘Grune Rose’ sullo sterminio gay nei lager;
Dario Picciau, regista, co-autore di ‘Grune Rose’ sullo sterminio gay nei lager;
Gruppo Pesce Roma-Team AquaRomae 2007;
Fortunato Speziale, Presidente Gruppo Pesce Italia;
Eduardo Tripodi, Gruppo Pesce Roma;
Paolo Sordini, Presidente Gruppo Pesce Roma;
Giulio Anzuinel, Vice Presidente G.P.Roma;
Angelo Albanesi, Tesoriere G.P.R.;
Pier Giorgio De Simone, Consigliere G.P.Roma.;
Marcofabio Carosi, G.P.Roma.;
Fabio Proia, Segretario G.P.Roma.;
Giuseppe Burighel, G.P.Roma.;
Lorenzo Bigini, G.P.Roma.;
Massimo Consoli, Leader storico movimento glbt;
Gianni Rossi Barilli, giornalista;
Fabrizio Marrazzo, Presidente Arcigay – Roma;
Imma Battaglia, Presidente di Digayproject - Roma
LISTA COMPLETA FIRMATARI >>>
per informazioni: info@matrimoniodirittogay.it
Italia
Proposta di legge: modifiche al codice civile e altre disposizioni in materia di diritto a contrarre matrimonio e di uguaglianza giuridica tra i coniugi.
Firmatari: Daniele Capezzone, Marco Beltrandi, Sergio D'Elia, Bruno Mellano, Donatella Poretti, Maurizio Turco
LE FAMIGLIE NELLA COSTITUZIONE
Nel mondo
Legislazioni che hanno aperto o esteso il MATRIMONIO anche alle coppie gay
Interventi
"DICO! - Appello e riflessioni di un giovane gay convivente "...
Pillole
«Si tratta di dare eventuali, maggiori garanzie? Se ne può discutere, rimanendo chiaro un punto: se al dunque si fosse richiesti di un voto esplicito che preveda di fatto il matrimonio per gli omosessuali , allora, senza bisogno di disturbare la dottrina della chiesa cattolica, è chiaro che un voto a favore non si può dare perché in contrasto con una realtà di storia dell´umanità , che prevede per il matrimonio un maschio e una femmina».
Oscar Luigi Scalfaro , Repubblica giovedì 15 febbraio 2007; pag. 13
Il matrimonio agli inizi dell'era cristiana era considerato impuro; per Ambrogio è un crimine contro Dio perché muta lo stato di verginità che Dio ha dato alla nascita; per Tertulliano è sporcizia, per Taziano corruzione. Per Agostino la sessualità è animalesca, non umana, e persino all'interno del matrimonio rimane un peccato, anche se veniale.
Il matrimonio cristiano è consistito per lunghi secoli in una benedizione davanti alla chiesa, a porte chiuse perché non fosse contaminata, il suo status attuale di sacramento lo ha ricevuto solo nella bolla di unione con gli Armeni del Concilio di Firenze del 1439, ed è una decisione che i protestanti hanno rigettato perché nei Vangeli non si ritrova né l'istituzione, né la sanzione da parte di Gesù Cristo dell'atto dello sposalizio (...) E dai romani i cristiani assunsero anche i simboli dell'unione tra gli sposi: il bacio e l'anello scambiati durante la cerimonia sono gesti antichi, menzionati nella legislazione del tardo impero.
Tratto da 'Matrimonio Omosessuale' di Daniela Damma; Ed. Erre emme; 1997.
(…) Il rutelliano Roberto Giachetti (deputato della Margherita), di suo ben più disponibile del Rutelli stesso, quando sente quelli che nel centrosinistra si lamentano del pallido Pacs in discussione, la mette così: "Appunta bene: sono sicuro che nel paese c'è un'ampia maggioranza favorevole a un provvedimento più avanzato, ma noi siamo un paese democratico, e in un paese democratico le leggi le fa il Parlamento. E in Parlamento non esiste una maggioranza per fare una legge più avanzata. Questo è il punto che si cerca di sfuggire. Inutile prenderci per il culo, è materia da maneggiare con cura. Tutti a dire: dobbiamo! Dobbiamo! Dobbiamo! Dobbiamo che? Buttiamo giù il Parlamento e facciamo votare la legge all'assemblea del popolo?" (…).
Il Foglio – 3 febbraio 2007 – 'La dolce vita dei Pacs' di Stefano Di Michele
"La figlia lesbica (e incinta) di Dick Cheney ha partecipato a un evento newyorkese organizzato dalla rivista Glamour e ha difeso la decisione di avere un figlio spiegando che le coppie dello stesso sesso sono capaci di far crescere i bambini come gli eterosessuali. Mary Cheney sapeva che la sua scelta non sarebbe stata "la piu' popolare delle decisioni", ma ha ribadito che la sua gravidanza non è un 'manifesto politico', è un 'bambino, il dono di Dio, non può essere argomento di dibattito trai partiti, è mio figlio".
Il Foglio – 3 febbraio 2007 - prima pagina
"…La realtà è che usando tutti i canali possibili Cei e Vaticano stanno facendo un pressing totale sulle forze del governo Prodi perché non passi il riconoscimento delle coppie di fatto. La gerarchia ha indicato in modo preciso che di una "certificazione anagrafica" non si deve parlare. La linea l'ha sancita Ratzinger: veto totale ai Pacs. I suoi contatti preferenziali li ha stabiliti appena eletto, incontrando subito Casini, Mastella e Rutelli. Il resto sono segnali e pressioni che arrivano in mille modi (…).Intanto l'Osservatore Romano va giù duro contro relativismo e 'positivismo giuridico', che attentano alla "verità del matrimonio". E l'agenzia dei vescovi, Sir, denuncia "il pensiero unico, quello libertario e radicale" su tv e giornali. Brucia che l'ordine dei medici di Cremona sul caso Welby abbia letto le riflessioni del Cardinal Martini invece di ubbidire ai pronunciamenti della Cei".
Repubblica – 3 febbraio 2007 – pag. 12 Articolo di Marco Politi
Legislazioni che hanno aperto o stanno esteso il MATRIMONIO anche alle coppie gay:
SPAGNALegge, 2005
MASSACHUSETTSSentenza della Corte Suprema del Massachusetts, 2003Suprema Massachusetts rigetta unioni a sè al posto dell'apertura del Matrimonio, 2004
CANADASentenza federale definitiva Corte d'Appello dell'Ontario, 2003Sentenza federale definitiva Corte d'Appello del British Columbia, 2003Revisione al remedy della sentenza federale definitiva del British Columbia, 2003Sentenza federale definitiva della Corte d'Appello del Quebec, 2004Legge federale, 2005Certificato del primo matrimonio della Storia tra due persone dello stesso sesso, 2001-2003S
UD AFRICASentenza Corte Costituzionale del Sud Africa, 2005Memorandum Associazioni Gay al parlamento sudafricano contro unioni a sè al posto dell'apertura del Matrimonio, 2006Legge sudafricana, 2006 - ora in via di fusione con il Marriage Act
BELGIOLegge del 2003OLANDALegge del 2000
1 commento:
A proposito di MATRIMONIO...
leggete qui:
Una telefonata dall'Italistan
di Fausto Carioti
(c) Libero. Pubblicato il 21 febbraio 2007.
Benvenuti in Italistan. Qui le leggi dei Paesi islamici non si
discutono: si applicano. Come ha appena fatto la sezione Immigrazione
del tribunale di Milano. Siccome in Pakistan è permesso sposarsi per
telefono, e siccome l'Italistan riconosce il diritto al
ricongiungimento familiare degli immigrati, si è scoperto che basta
che un pakistano col permesso di soggiorno entri in un phone center di
Lorenteggio assieme a un paio di testimoni, acquisti una scheda
telefonica da dieci euro e telefoni alla sua "fidanzata" a Islamabad:
pronunciate le formule di rito, il matrimonio è fatto. A questo punto
lei può salire sull'aereo, destinazione Malpensa, e stabilirsi in
Italistan. Proprio come successo alla giovane coppia pakistana
"ricongiunta" dal tribunale milanese.
Anche se poi «ricongiungimento» rischia di essere una parola grossa.
Nella grande maggioranza dei casi simili matrimoni sono combinati
dalle famiglie, come è prassi in quasi tutti i Paesi islamici. Niente
di strano, insomma, se i due si guardano in faccia per la prima volta
solo dopo essersi sposati. Tanto, se a lui la sposa non piace, può
sempre divorziare. Per un marito pakistano non è cosa difficile, visto
che la religione sunnita gli consente di lasciare la moglie ripetendo
tre volte la parola «talaq» (divorzio). A quel punto, se si sente solo
non ha che da tornare nel phone center e importare una nuova sposa.
Nei Paesi del Nord Europa il ricongiungimento si è già rivelato il
migliore alleato dell'islamizzazione. Un sociologo danese, Eyvind
Vesselbo, ha seguito le vicende di un gruppo di 145 operai turchi
stabilitosi in Danimarca tra il 1969 e il 1970. Come racconta il
giornalista americano Bruce Bawer, «nell'anno 2000, quando lo studio
di Vesselbo terminò, il ricongiungimento degli sposi e di altri membri
della famiglia, combinato con un alto tasso di fertilità, aveva
trasformato questo gruppo di 145 in una comunità di 2.813. Tutti
coloro che si erano sposati lo avevano fatto con donne turche che
avevano portato in Danimarca». Niente di strano se i danesi si avviano
ad essere minoranza nel loro stesso Paese entro sessant'anni.
Che il ricongiungimento sia un pretesto per entrare in Europa è cosa
evidente. La consuetudine, nei Paesi musulmani, è che la moglie si
trasferisca dal marito, ovunque egli si trovi. Ma tra gli islamici
europei questa usanza è stata rimpiazzata: è sempre il coniuge che
vive nel Paese d'origine, marito o moglie che sia, a ricongiungersi
con quello che si trova in Europa. La pratica ha anche effetti
negativi sulla "qualità" dell'immigrazione: molto spesso gli immigrati
maschi vogliono sposare una ragazza del loro Paese d'origine, educata
nel modo più tradizionale, per evitare il matrimonio con una
connazionale che vive in Europa ed è già stata "corrotta"
dall'Occidente.
In Italia nel 2005, grazie ai ricongiungimenti, sono entrati 89.931
immigrati: più di quanti se ne siano presentati per lavorare (79.764).
Se a questi ingressi si combina l'effetto del trend demografico, si
capisce che Eurabia non è poi così lontana. Ogni italiana mette al
mondo, in media, 1,28 figli. Le donne immigrate ne fanno oltre il
doppio: 2,61 figli a testa. Un immigrato su tre è musulmano, e gli
islamici sono maggioranza assoluta tra gli immigrati in Valle d'Aosta
e superano il 40% in Emilia Romagna, Puglia e Sicilia. E mentre nei
Paesi islamici il tasso di fertilità è alto (ogni pakistana fa quattro
figli), nell'Europa orientale, da cui proviene una parte importante
della popolazione immigrata, le culle sono vuote come in Italia. Le
nuove imposte introdotte con la Finanziaria dal governo Prodi, che
penalizzano i genitori con più figli (grazie, ministro per la Famiglia
Rosy Bindi) di certo non migliorano la situazione. Torna alla mente la
profezia del leader libico Muhammar Gheddafi: «Vi sono segni che
preannunciano la vittoria di Allah sull'Europa senza il ricorso a
spade e fucili. Abbiamo cinquanta milioni di musulmani in Europa e la
trasformeremo in un continente musulmano in pochi decenni».
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