Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

25 aprile 2006

Una sfida epocale

Il mio cuore è sconvolto da quanto è accaduto del piccolo Tommaso, che è diventato, grazie ai media, il piccolo Tommy di tutti.
Il mio cuore è sconvolto ogni giorno per tutto ciò che accade a tutti i piccoli Tommy di cui non so e non sappiamo nulla, ma che pure ci sono, in ogni parte del pianeta.
Il mio cuore è sconvolto sempre per tutti i Tommy più grandi a cui succede la stessa cosa, cioè di essere ammazzati, solo perchè piangono, protestano, deboli e inermi si ribellano alla violenza di qualche essere ( umano?) su di loro.

Non capisco che cosa vuol dire che dovrei perdonare chi uccide.

Io ho scelto di non uccidere e questo fa parte della mia identità, senza se o ma.
Il perdono è una perdita di identità e io alla mia ci tengo, è l'unica cosa che davvero mi appartiene.

Perciò nessun crimine commesso da qualcuno in prima persona, per quanto efferato, potrà mai convincermi che sia cosa buona e giusta impedire a chi lo ha fatto di vivere fino alla sua morte naturale, finchè ne abbia possibilità e volontà.

Lo so, l'impulso è quello di pensare che chi coi suoi atti ha mostrato di infischiarsene della vita di Tommy togliendogliela con violenza per un motivo qualunque, sia " giusto e saggio " che venga ripagato con lo stesso trattamento.

Ma siccome siamo animali ragionevoli (homo sapiens, ricordate?) sappiamo benissimo, se solo ci pensiamo un attimo seriamente, che ammazzandolo o facendolo ammazzare ( sia pure col beneplacito di tutti i tribunali del pianeta e di tutte le religioni e teologie) diventeremmo assassini, anche noi.

E se non cercassimo di impedire che venga "giustiziato" saremmo quantomeno "complici in omicidio", ancorché legale.

Dare la morte è molto facile: abbiamo passato tutta la nostra Storia ad inventarci e trovare tutti i modi possibili per farlo: con indolore rapidità o con lunga sofferenza, con la minore fatica e disgusto possibile, o col più grande libidinoso piacere.
Da sempre è l'attività prevalente degli esseri (cosiddetti) umani sotto ogni cielo...

Siamo stati tutti allevati e condizionati a pensare nei termini di "mors tua, vita mea", a tutti i livelli, sociali, intellettuali, religiosi, politici, filosofici, addirittura estetici.

Oh sì, dare la morte al proprio simile è molto, troppo facile.
Oh sì, dare la morte a chi si considera comunque con qualche diritto in meno di noi stessi a vivere, per colore, per sesso, per capacità, per censo, per "non essere come deve" è una pratica quotidiana, facile oltre l'immaginabile.
E si dà la morte in molti casi senza neanche togliere il respiro, senza uccidere il corpo...

Molto più difficile è imparare ciascuno a vivere la vita che ciascuno di noi ha, rispettandone la peculiare diversità da tutte le altre, passate, presenti e future.

Molto più difficile vivere assieme tra tante diversità, alcune davvero (apparentemente)incompatibili...

Ancora di più è difficile convincere gli altri, i violenti, a imparare che qualunque vita umana è preziosa, come (e forse più) della loro, perchè è unica e irripetibile. Perchè non ci sarà nessun' altro uguale identico.

Chi chiede la pena di morte per l'uomo che ha ammazzato Tommy non si rende neanche conto che farlo significa essere, come lui, uno stupido, primitivo assassino, non certo un uomo, degno della scintilla più meravigliosa, che non ha nome ancora, ma solo luce nei suoi atti.

L'omicidio, l'assassinio non ha scusanti, mai.

Ma chi può stabilire che un grumo di materia, ancora incapace di continuare a vivere senza aiuti esterni, è vivo, si rifiuta ipocritamente di pensare che è il pensiero autonomo e il movimento e la conoscenza che rende vitali e vivi gli esseri.
Tra un bambino e un embrione c'è differenza: il bambino è già l'uomo che vorrà essere, l'embrione è solo un progetto.

Una sfida epocale, quella di impare a distinguere gli assassini, fatta per chi non si accontenta delle cose facili. Altro che perdono.

Alba

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