IL "DAY AFTER" DELLA ROSA NEL PUGNO E DELL'UNIONE
Condividiamo il caloroso ringraziamento espresso da Enrico Boselli alle elettrici e agli elettori che hanno dato alla Rosa nel Pugno il necessario consenso per l'ingresso nel nuovo Parlamento , ma dobbiamo comunque ammettere che le attese della Rosa nel Pugno erano ben più consistenti rispetto ai risultati ottenuti. Le stesse considerazioni si applicano invero ai DS ed alla Margherita contrariamente a quanto avvenuto all'Ulivo soprattutto per il Nord Italia ( anche grazie al sangue donato alla Camera da liste laico-socialiste come lo PSDI , i Socialisti di Craxi, e le stesse liste civiche impropriamente escluse dall'Unione ), per cui non si vede come taluni possano definire marginale il peso delle culture laico-socialiste nell'Unione e nel progetto di un grande partito democratico messo ora in agenda entro l'anno da Romano Prodi.Non si capisce questo superficiale giudizio ( apparso ieri sul Riformista) anche alla luce della natura liberalsocialista della Rosa nel Pugno, forse non espressa nella sua completezza e rigore nel corso della campagna elettorale, ma comunque l'unico collante ideologico di un futuro grande partito democratico-riformista ( inevitabimente laico che non significa anticlericale). Il fatto sottostimato da tutti è il forte persistere nel Nord della Casa delle Libertà dovuto non solo al persistere di piccoli egoismi di piccoli imprenditori. La gente del Nord che ben conosco essendovi nato e vissuto è ben altra cosa.Temo che l'Ulivo e la Rosa nel Pugno ( e quindi neppure un futuro partito democratico) senza mettere in campo competenze solide e qualificate e senza introdurre e far rispettare regole trasparenti e meritocratiche mai riusciranno a recuperare tale consenso come fecero invece bene e per molti anni la vecchia DC ed il vecchio PSI.Non paga più mettere in campo clienti e quaqquaraquà spesso brava gente ma senza arte né parte. Prodi deve fare estrema attenzione a come sceglierà i suoi ministri, vice-ministri e sottosegretari ed a come farà rispettare le incompatibilità di politici che amano giocare tutti i ruoli e tutte le parti ( governo, partito e parlamento) , cosa NON più accettabile in un paese moderno e mortale pericolo per l'Unione specie in questa situazione di quasi parità dove il maggior numero di persone debbono essere coinvolte per presidiare i vari aspetti con dedizione totale.Prodi deve governare senza pateracchi ma con un alto profilo anche per il bene di un Paese che si trova vicino al baratro nella Ricerca Scientifica, nell'Università , nella Sanità e nell'Industria anche se molti italiani non sembrano essersene accorti ed il governo Berlusconi ha sottovalutato , ad esempio mettendo a capo di grossi Enti di Ricerca delle nullità sul piano scientifico e tecnologico.La Rosa nel Pugno è stata essenziale per l'affermazione dell'Unione come invero tutti , incluse le piccole liste laico-socialiste rimaste miseramente al palo (per un infelice calcolo autolesionista dei loro dirigenti oltre che per alcune improvvide chiusure della Rosa nel Pugno nella formazione delle proprie liste spesso tese a proteggere proprie truppe "cammellate") , ma continua ad avere un futuro se e solo se impara la lezione e coglie l'opportunità offerta dal risultato elettorale che ha comunque per quanto risicchiato portato Romano Prodi e l'Unione al Governo dell'Italia.Il contributo che abbiamo dato all'Unione come Rosa nel Pugno è stato essenziale per conseguire, anche se solo per un soffio, la maggioranza parlamentare ed è in questo contesto che la Rosa nel Pugno ora approdata in Parlamento come forza autonoma e con propri voti si deve porre il problema di un confronto sui risultati e sul futuro suo e dell'Unione, ivi inclusa la necessità di dare contestualmente sia un governo stabile e capace all'Italia ora e per i prossimi cinque anni sia una risposta alla sua prospettiva politica a partire dal disegno del partito democratico messo sul tavolo da Prodi.Meno di 6 mesi fa abbiamo preferito intraprendere un percorso con i Radicali rispetto alla possibilità di agevolare l'unità di tutti socialisti, ritenendo giustamente questa prospettiva ormai superata come di fatto il risultato elettorale sembrerebbe confermare. Si è quindi condotta una agguerrita campagna elettorale cui molti compagni hanno partecipato con dedizione nonostante alcuni dubbi e perplessità , troppo spesso a sostegno di poche tematiche quali quella contro le gerarchie ecclesiastiche legittimamente fatte in nome di uno Stato di diritto, tralasciando gli aspetti più qualificanti della rivoluzione liberalsocialista che da sempre trova motivazione e vitalità : nel sociale, nel mondo del lavoro ,della cultura e dello sviluppo economico ed occupazionale.Pur nei suoi limiti il risultato elettorale non rappresenta la fine ma l'inizio del risveglio socialista in cui riassorbire le giuste battaglie radicali secondo la vittoriosa esperienza di Mitterand molti anni fa in Francia collo stesso simbolo e stesso accordo radical-socialista anche se con priorità programmatiche diverse.A fronte delle energie profuse con tutti i compagni socialisti liberal il risultato elettorale deve essere considerato un punto di partenza utile e significativo e deve rappresentare un momento di riflessione per l'intera classe dirigente dello SDI per fare delle scelte razionali e decisive in rapporto non solo alle due delegazioni Rosa nel Pugno, quella in Parlamento e quella nel Governo che devono essere mantenute distinte in ottemperanza alle indicazioni che mi sembra di aver colto in Romano Prodi ma anche rispetto alla vita organizzativa della futura Rosa nel Pugno sia essa una Federazione SDI-Radicali che si muova in proprio e lanci la sfida liberalsocialista , una riedizione di Unità Socialista che si apra a PSDI-Socialisti e DS per un PSE italiano, oppure la Terza componente del Partito Democratico-Riformista che prima si federi con le altre forze socialiste e civiche e poi affianchi DS e Margherita.La Rosa nel Pugno deve rompere con gli ultimi difficili lustri seguiti alla scomparsa del grande PSI , anni molto difficili per tutte le anime della diaspora, ovunque collocate e che hanno pagato un ulteriore mortale prezzo per i loro tatticismi , opportunismi e egoismi pur a fronte del lavoro, della credibilità e del consenso di migliaia e migliaia di compagni di base sul territorio e nella società .La futura classe dirigente della Rosa nel Pugno, di tutti socialisti e dello stesso futuro Partito Democratico deve emergere da un disincantata riflessione meritocratica che cerchi di far quadrato intorno ai compagni migliori ivi inclusi quelli alienati dalle ultime vicende , per contribuire al rilancio del nostro Paese più che mai bisognoso di una guida sicura e competente ma anche di nuove certezze ideali a fronte di una destra più che mai aggressiva e determinata nel mantenere il controllo dei media e della società . Stringiamo le fila ma apriamo subito un dibattito convocando immediatamente gli Organi Nazionali dello SDI prima e della RnP dopo per prendere una decisone strategica e rilanciare.
Claudio Nicolini Esecutivo Nazionale SDI - Rosa nel Pugno
Nessun commento:
Posta un commento