Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.
LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

8 giugno 2021

Da OPENPOLIS 7 giugno 2021 : bilancio di genere nelle amministrazioni pubbliche- Elisabetta Belloni al vertice dell'intelligence

 

Poche donne ai vertici amministrativi dei comuni capoluogo
Poche donne ai vertici amministrativi dei comuni capoluogo

Sono quasi un terzo le donne sul totale dei membri di giunte e consigli comunali nei capoluoghi di provincia italiani. Una rappresentanza che tuttavia, analizzando le posizioni ai vertici degli organi amministrativi, risulta drasticamente ridotta.

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le donne che ricoprono il ruolo di sindaco nei comuni capoluoghi italiani.

Nei capoluoghi, i ruoli chiave di consigli e giunte comunali (sindaco, vicesindaco, presidente e vicepresidente del consiglio) sono occupati da uomini nella grande maggioranza dei casi. Inoltre dai dati emerge la tendenza ad affidare alle donne i ruoli di vice piuttosto che quelli primari. Questo si verifica sia nei consigli, dove la quota di donne presidenti è del 9,3% e quella di vicepresidenti è del 28,2%; sia nelle giunte, dove sono donne il 9,2% dei sindaci e il 26,7% dei vicesindaci. Un divario evidente, che segnala ancora una volta le maggiori difficoltà per le donne a raggiungere i vertici del potere politico e amministrativo.

Nelle amministrazioni dei capoluoghi, le key positions sono perlopiù in mano a uomini

Percentuale di donne e uomini che ricoprono posizioni chiave nelle giunte e nei consigli comunali dei capoluoghi di provincia.

Poche donne ai vertici amministrativi dei comuni capoluogo
Disparità di genere

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I programmi scolastici non esistono più, ma certi docenti fanno finta di non saperlo.

  Bianchi: l’ossessione di ogni prof

Da https://www.tecnicadellascuola.it/ Di Alessandro Giuliani - 03/06/2021


Da alcuni lustri i Programmi scolastici sono stati sostituiti dalle Indicazioni nazionali: nella scuola primaria e alle medie, dapprima con il decreto legislativo 59 del 2004, durante la lunga gestione a Viale Trastevere di Letizia Moratti, poi perfezionato con il Dpr 89 del 2009 e ampliato per gli istituti superiori con ulteriori Regolamenti approvati a seguito della riforma Tremonti-Gelmini. Il passaggio non è stato da poco, perché da allora gli insegnanti non devono più imporre temi e argomenti da affrontare in classe, ma modellare i percorsi formativi sulla base delle necessità dell’allievo, anzi del singolo alunno. Molti docenti, soprattutto a fine carriera, continuano però a fare alla “vecchia maniera”. Non vogliono adeguarsi. Questa ostinazione è arrivata anche alle orecchie del ministro dell’Istruzione.

Quel mito ossessivo da abbattere

Patrizio Bianchi ne ha parlato durante l’evento “I Giovani nel cuore dell’Europa“, svolto il 3 giugno. E lo ha fatto cercando di convincere i più scettici ad adeguarsi. Il titolare del dicastero dell’Istruzione ha detto loro che bisogna uscire “dal mito ossessivo del programma, l’ossessione di ognuno di noi. Bisogna andare” oltre a “quei muri dei programmi, cercando gli strumenti per capire quello che è stato e sarà”.

Secondo il responsabile del MI è ora di puntare ad “una scuola basata sulla capacità di progetto”, da realizzare in modo soggettivo e quindi rifiutando modelli didattico-formativi precostituiti. “L’esame di Stato di quest’anno si basa su questo principio”, ha sottolineato Bianchi.

Lo scritto alla maturità in fondo c’è

È una sciocchezza dire che all’esame di maturità quest’anno non c’è lo scritto“, ha quindi ribadito il ministro.

Il ministero ha voluto puntare su una prova più pensata, elaborata, ragionata.

“Abbiamo chiesto alle scuole – spiega – di fare un passo in più per poter sviluppare un pensiero articolato, complesso. Bisogna ricostruire il piacere della scrittura, rifiutando la banalità in cui abbiamo vissuto negli ultimi anni, con parole che sembrano piume al vento; la scuola deve servire ad esplorare la complessità, a comprenderla. La maturità non è un test, è un passaggio per entrare in una giovinezza sempre più matura e adulta”.

La maturità del futuro

E se questa sarà la nuova maturità anche per gli anni a venire, si vedrà. “Valuteremo poi come va quest’anno”, ha sottolineato Bianchi.

“Ieri – ha raccontato – ho incontrato 150 ragazzi al Quirinale e mi hanno parlato degli elaborati che faranno, con temi da far tremare i polsi: una ragazza si occuperà della scoperta del quantum, un geometra mi ha detto di aver disegnato un asilo nido ecosostenibile e mentre parlava gli occhi gli brillavano”.

Secondo il ministro gli insegnanti devono imparare a “guardare negli occhi i ragazzi, far fare loro una riflessione su tutto il percorso fatto in questi cinque anni; la maturità è un rito di passaggio ed è fondamentale che venga vissuta come momento per riflettere, per trarre insegnamenti. La fase successiva sarà piena di paure ma fa parte della vita. L’esame di maturità accompagna in un’altra parte della vita”.

L’anno della DaD

Bianchi ha anche parlato del “bilancio di questo anno scolastico” che ha giudicato “positivo: ci sono stati tanti problemi ma – ha detto – siamo stati in grado di affrontarli, abbiamo riscoperto la scuola, che prima era considerata ‘data’”.

“È stato un anno difficile, in cui ci siamo misurati con le nostre paure. Sono comparsi vecchi spettri, quelli della solitudine. Dobbiamo uscire da questo anno con una capacità più profonda di esplorare noi stessi per costruire poi anche una community di 4.500 amici“.

E ancora: “La scuola non è mai stata chiusa, un filo ha legato i docenti agli studenti, certo, con molte difficoltà. La scuola riflette quello che siamo: paure, speranze, fragilità. Io vorrei più speranza, non ne vedo abbastanza. Dobbiamo essere orgogliosi: l’Italia ha riaperto subito le scuole per i più piccoli; abbiamo dato il via ad una campagna vaccinale incredibile, il paese è ripartito quando sembrava impossibile”.

La scuola vero luogo identitario

Il numero uno del Palazzo bianco di Viale Trastevere ha quindi concluso gli interventi sostenendo che “la scuola è il luogo identitario, non ce ne sono altri, la Chiesa non lo è più non lo è sicuramente il Comune”.

“Dobbiamo fare della scuola il battito della comunità, non possiamo accontentarci di tornare alla normalità, il tasso di dispersione è ancora troppo alto, dobbiamo andare avanti e costruire nuove normalità”, ha detto ancora Bianchi.


5 maggio 2021

Da OPENPOLIS: Il Pnrr del governo non è consultabile sul sito della commissione europea

 


Governo e parlamento - Ogni martedì e mercoledì.

Covid, leggi, attuazioni, voti rilevanti, cambi di gruppo, assenze e presenze.

Il Pnrr del governo non è consultabile sul sito della commissione europea
Il Pnrr del governo non è consultabile sul sito della commissione europea

La scorsa settimana il parlamento è stato chiamato ad esprimersi sul piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Entrambi i rami del parlamento hanno promosso a larga maggioranza il progetto per l'utilizzo dei fondi europei presentato dal presidente del consiglio Mario Draghi. Ma nonostante l’ampio consenso, rimangono alcuni aspetti critici che sarebbe opportuno chiarire. 

235 mld €

gli investimenti complessivi nell'ambito del Pnrr stimati dal governo (in base all'ultima versione del piano disponibile).

L’opposizione infatti, in particolare Fratelli d’Italia, ha denunciato che il piano presentato sarebbe stato modificato in corso d’opera dal governo, impedendo di fatto ai parlamentari di visionare il testo definitivo prima del voto. Inoltre, nei giorni successivi, il consiglio dei ministri è tornato sul tema. Sorge quindi il dubbio che il testo su cui si è discusso in parlamento possa differire da quello definitivo. Nella giornata di oggi (5 maggio) il governo ha pubblicato un comunicato stampa in cui viene divulgata la versione ufficiale del Pnrr che è stata inviata a Bruxelles, che coincide con l’ultima versione inviata al parlamento. Tuttavia sul sito della commissione europea non è tuttora possibile consultare la documentazione inviata dal governo italiano nonostante l'abbia ricevuta il 30 aprile scorso.

Le voci di spesa previste nel Pnrr 

La mappa con tutti i settori che riceveranno investimenti nell'ambito dei fondi Next generation Eu.

Le voci di spesa previste nel Pnrr