Il Dubbio | Pagina 14
Golrokh Ebrahimi Iraee è una scrittrice e attivista politica iraniana condannata a sei anni di carcere per aver scritto un testo, non pubblicato, che critica la pratica della lapidazione in Iran.
Iraee è in sciopero della fame dal 3 febbraio 2018, stiamo dunque parlando di 75 giorni di mancata assunzione di cibo che l’ha portata a perdere 25 chili e, da quanto rivelato da Simin Nouri, la Presidente delle donne iraniane in Francia in una intervista a Radio Radicale, è entrata in coma.
In una lettera degli inizi di febbraio che Iraee ha scritto insieme ad un’altra donna, Atena Daemi, con lei detenuta nel reparto femminile della prigione di Evin ed anche lei in sciopero della fame ora però interrotto, si legge che le donne hanno avviato l’azione nonviolenta perché sono state picchiate e trasferite nella prigione di Gharchak, in violazione sia dell’art 513 del c. p. p. dell’Iran per il quale i detenuti hanno il diritto di scontare la pena in carceri del distretto giudiziario in cui sono state emesse le sentenze, o vicino alla loro città di residenza, sia dell’art 69 del regolamento penitenziario per cui i detenuti politici hanno il diritto a non stare in reparti di non politici.
Ma c’è di più dietro la vicenda di Golrokh Ebrahimi Iraee, arrestata una prima volta il 6 settembre 2014, assieme al marito Arash Sadeghi, anch’egli attivista e più volte detenuto. Le autorità avevano messo a soqquadro la casa della coppia senza un mandato di perquisizione confiscando beni personali come computer, Cd e documenti. Tra questi c’era un taccuino che Iraee usava come diario personale dove aveva annotato una storia di fantasia, quella di una donna che guardando un film del 2008, “La Lapidazione di Soraya M”, su una lapidazione per adulterio realmente avvenuta, in un moto di rabbia, aveva bruciato il Corano.
Iraee è stata interrogata sul contenuto del diario e della storia, in una stanza adiacente a dove era detenuto il marito, da cui sentiva le torture a cui era sottoposto.
LA SCRITTRICE E ATTIVISTA POLITICA È STATA CONDANNATA A SEI ANNI DI CARCERE PER AVER SCRITTO UN TESTO, NON PUBBLICATO, CHE CRITICA LA PRATICA DELLA LAPIDAZIONE
L’hanno poi messa in isolamento per tre giorni, e per venti giorni non ha potuto incontrare né i familiari, né un avvocato, né un giudice.
La Sezione 15 della Corte Rivoluzionaria l’ha accusata di ' insulto all’Islam' e di 'diffusione di propaganda contro il sistema'. Il processo, che si è concluso con una condanna a sei anni e mezzo, è stato segnato da tutta una serie di violazioni procedurali: il processo si concentrava sulle attività del marito, Sadeghi, rispetto alle quali Iraee non aveva modo di difendersi; il primo avvocato di Iraee è stato costretto a ritirarsi, e un secondo avvocato, dopo poco tempo, le è stato revocato. È stata condotta in carcere nell’ottobre 2016 e rilasciata su cauzione il 3 gennaio 2017, grazie anche ad un lungo sciopero della fame – 71 giorni! – del marito, nel frattempo condannato a 15 anni di carcere per “propaganda contro il sistema”. Tuttavia, la libertà è stata di breve durata: Iraee è stata ricondotta in carcere il 22 gennaio 2017 mentre andava a trovare Sadeghi in ospedale.
Dal carcere Iraee ha continuato a cercare di comunicare con l’esterno, scrivendo diverse lettere aperte, anche una in cui ha criticato una visita di facciata condotta da ambasciatori stranieri nel carcere di Evin nel luglio 2017.
Nel gennaio 2018, ad Iraee sono state mosse altre accuse come quella di aver insultato il Leader Supremo Ali Khamenei.
La durezza della lotta di questa donna ci parla della durezza di un regime, quello iraniano, con soprusi ed ingiustizie tali da non lasciare altra opzione che quella scelta da Iraee, da Sadeghi e da Athena. Le condizioni oggi di Iraee sono gravissime e non possono lasciarci indifferenti perché l’Iran continuerà a produrre morte fintantoché durerà il silenzio sul destino riservato al popolo iraniano, alle sue cittadine e cittadini che mai come in questi mesi, con le dimostrazioni di piazza che non accennano a smettere, ci stanno parlando di un bisogno di libertà di diritti civili e politici, e non solo di un malessere economico.
*ELISABETTA ZAMPARUTTI - TESORIERA DI NESSUNO TOCCHI CAINO
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17 gennaio 2018
italialaica news n. 01/2018
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Eventi
Il sito dei laici italiani vi segnala:
Eventi
Roma, sabato 27 gennaio 2018, ore 15.30 presso Casa Internazionale delle Donne, Via della Lungara 19
e molto altro ancora su: italialaica.it sito dei laici italiani
6 novembre 2017
italialaica news n. 13/2017
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Eventi
Il sito dei laici italiani vi segnala:
Il 30 aprile 1599, il re HENRI IV proclamava l’Edit de Nantes che concedeva ai protestanti una certa libertà di culto.
Eventi
e molto altro ancora su: italialaica.it sito dei laici italiani
26 settembre 2017
Dio, Patria, Famiglia e Fondi Pubblici DOSSIER su Coalizione per la Vita e la Famiglia.
PLAYING THE GENDER CARD
Di che cosa parliamo quando parliamo di gender
Dio, Patria, Famiglia e Fondi Pubblici: Forza Nuova chiede finanziamenti europei per un milione di euro
(Far riemergere un mondo sommerso che tale vuole rimanere non è semplice. Pertanto, consiglio di leggere questo articolo facendo riferimento anche ai collegamenti inter-testuali. Per dovere di sintesi, cioè, molte informazioni contenute nei link le ho deliberatamente lasciate alla vostra curiosità e scoperta. Per questo mi scuso.)
… perché, se sapessero e conoscessero le nostre vite di combattenti e di militanti, capirebbero che quelle idee sono pericolose ma questi uomini sono pericolosissimi.Roberto Fiore, 11 febbraio 2017, Genova
Il 17 gennaio 2017, il sito Notizie ProVita è l’unico mezzo di comunicazione italiano a lanciare una notizia abbastanza rilevante: nel settembre del 2016 è stato riconosciuto dal Parlamento Europeo un nuovo partito denominato Coalition pour la Vie et la Famille (CVF). La CVF, si legge, è presieduta dal belga Alain Escada del partito francese (già associazione) Civitas e si prefigge di “contrastare la diffusione di leggi mortifere”, come quelle sull’aborto o sull’eutanasia, e di leggi contrarie alla definizione di matrimonio come unione tra un uomo e una donna. In più, CVF vuole “opporsi alla propaganda dell’ideologia gender”, alla gestazione per altri, alla procreazione medicalmente assistita e al “transumanesimo” (sic). Dunque, che cos’è questo nuovo partito? Chi lo gestisce?
La Coalition pour la Vie et la Famille
Teoricamente, la Coalition pour la Vie et la Famille fu presentata il 15 settembre a Bruxelles, in Avenue de la Brabançonne 84 (dove si troverebbe la libreria del presidente di Civitas). Sarebbero stati presenti Alain Escada, in qualità di presidente, e l’italiano Stefano Pistilli, in qualità di segretario generale. Tutto ciò lo sappiamo da un breve, nonché unico, resoconto [qui la versione salvata nel webarchive il 22 dicembre 2016] che ci è stato fornito dal sito Patriot News Agency, piattaforma creata nel luglio del 2016 dall’attivista di estrema destra Jim Dowson insieme, apparentemente, a Nick Griffin, storico alleato e amico del segretario di Forza Nuova Roberto Fiore. In seguito a un articolo del quotidiano New York Times, Patriot News è salito alla ribalta delle cronache nel dicembre del 2016 perché indicato come uno dei principali diffusori della propaganda pro-Trump, con tanto di bufale create ad hoc. Dowson, d’altra parte, non solo faceva parte del British National Party di Nick Griffin (prima di fondare il suo Britain First), ma è egli stesso una vecchia conoscenza di Fiore. Negli ultimi anni, infatti, Griffin, Dowson e Fiore si sono incontrati almeno due volte: nel 2015 a San Pietroburgo per l’ormai tristemente celebre International Russian Conservative Forum e nel 2016 a Budapest. Vista così la situazione, si potrebbe sostenere che – fin dall’inizio – a far da cassa di risonanza per la costituzione della Coalition pour la Vie et la Famille sia il mondo gravitante attorno a un altro partito europeo, ossia l’Alliance for Peace and Freedom (APF) presieduta da Fiore e di cui è membro Nick Griffin. D’altra parte, della APF fa o – forse – ha fatto parte la sezione nord-irlandese di Britain First (fondata sempre da Dowson), almeno secondo quanto dichiarato dal sito medias-presse.info, curato proprio dai tipi di Civitas. L’ipotesi, dunque, non sarebbe azzardata. Solo che noi andiamo con calma e non ci lasciamo distrarre dall’assenza di notizie riguardo alla CVF su altri organi d’informazione. Né, tanto meno, dal fatto che quella presentazione non ebbe mai luogo, al contrario di quanto affermato su Patriot News, visto che il 15 settembre 2016 Alain Escada era a Parigi a presentare Civitas come partito politico, senza la compagnia del segretario di CVF Stefano Pistilli.
Civitas e i neofascisti francesi: Gabriac, Benedetti, Wyssa
Da sempre vicina alla frangia più estremista della Fraternità Sacerdotale di San Pio X (FSSPX) e membro attivo delle manifestazioni anti-gay e anti-gender in Francia, Civitas nacque come associazione nel 1999 ed è divenuta partito nell’aprile del 2016, prima di puntare al Parlamento Europeo con la CVF nel settembre scorso. Il sito antifascista francese La Horde ne ha tracciato un profilo abbastanza completo in un lungo articolo composto da due parti, recuperabili qui e qui. In ogni caso, i rapporti che il presidente di Civitas e di CVF Alain Escada ha tessuto nel corso degli anni sono innumerevoli e spesso intrecciati con gli ambienti neofascisti. Negli ultimi tempi, per esempio, Escada è riuscito ad assoldare Alexandre Gabriac, candidato di Civitas per le legislative del 2017 in Francia ed ex militante neonazista del Front National che, espulso dal partito, fondò le disciolte Jeunesses Nationalistes (JN). Insieme, nel 2012 e nel 2013, Civitas e JN hanno incarnato la corrente orgogliosamente neofascista e violenta delle manifestazioni francesi contro la così detta Loi Taubira sul matrimonio egualitario. Gabriac fu espulso nel 2011 dal Front National insieme a Yvan Benedetti e Olivier Wyssa, rappresentando i tre la corrente interna al partito capeggiata da Bruno Gollnish, eurodeputato fedelissimo di Jean-Marie Le Pen e vecchia conoscenza di Nick Griffin (con cui fondò il partito europeo Alliance of European National Movements – AENM). Allontanato perché antisemita dal Front National, invece, Benedetti era a capo della disciolta Œuvre Française ed è attualmente portavoce del Parti Nationaliste Français (PNF – sic!). Mentre Wyssa – a suo dire – dimissionò dal Front National con l’arrivo alla presidenza di Marine Le Pen, giudicata troppo moderata, al pari di Gianfranco Fini ai tempi del Movimento Sociale Italiano (MSI). Ciliegina sulla torta, per chi non lo sapesse, le JN e Œuvre Française furono disciolte nel 2014 in seguito all’omicidio del militante antifascista Clément Méric, commesso il 5 giugno 2013 a Parigi. Da allora, i loro militanti si ritrovano sul sito Jeune Nation, diretto da Benedetti e ispirato, ovviamente, all’omonimo movimento di Pierre Sidos. Comunque, qui e qui trovate i decreti emessi per la dissoluzione dei due gruppi.
Alliance for Peace and Freedom e i neofascisti francesi: Gabriac, Benedetti, Wyssa
Prima di proseguire, una precisazione: Alliance for Peace and Freedom, il partito europeo presieduto da Fiore, fu tacitamente anticipato a Roma nel marzo del 2014 con il convegno“L’Europa Risorge” ma, nonostante gli sforzi di Fiore e camerati, fu riconosciuto dal Parlamento Europeo solo un anno e mezzo dopo, nel settembre del 2015. La richiesta di finanziamento al partito, infatti, fu negata per l’anno 2015 a causa di errori formali legati ai nominativi dei membri parlamentari nazionali (MP) e regionali (MPR) che lo sostenevano. Come testimoniano i giornalisti Olivier Faye e Baptiste Chastand in un articolo per Le Monde del 25 febbraio 2017, la APF è riuscita a ottenere (in seguito) lo statuto di partito europeo – e, dunque, i finanziamenti dal Parlamento – grazie anche al supporto di Marguerite Lussaud, consigliera regionale del Front National. Interrogata al riguardo, Lussaud ha sostenuto di non saperne niente, facendo ricadere la responsabilità della cosa sulla nipote, Laura, legata ai nazionalisti Yvan Benedetti e Alexandre Gabriac (dunque all’Œuvre Française e alle JN). Attraverso il Parti Nationaliste Français, infatti, Benedetti figura tra gli alleati di Roberto Fiore e dell’Alliance for Peace and Freedom, tanto da intervenire a Genova nel discusso incontro dell’11 febbraio 2017. Gabriac, invece, era presente con Olivier Wyssa all’inaugurazione della sede della APF a Bruxelles il 19 aprile 2016 (sede che è oggetto di contestazione da parte di diversi gruppi) e, lo stesso giorno, a un meeting del partito. Gabriac e Wyssa hanno presenziato anche all’ultimo congresso istituzionale della APF, datato 17 dicembre 2017, come hanno notato bene gli antifascisti di Bruxelles. Non è un caso, dato che Wyssa è il rappresentante ufficiale della APF per la Francia e ne è, addirittura, membro del consiglio direttivo. Il 20 dicembre 2014, infatti, per il primo incontro ufficiale della APF, Wyssa fu relatore a Milano, dove si trovava – senti senti – in compagnia di Benedetti e Gabriac. Ultimo ma non meno importante, il 9 maggio 2015, Gabriac ha presieduto una conferenza parigina tenuta, sì, dai membri della APF, ma non ufficialmente legata al partito. Ora. Tutti questi incontri stabiliscono, senza troppi dubbi, la militanza e l’appartenenza di Alexandre Gabriac, ricordiamo: membro di Civitas, al partito europeo di Fiore. Eppure, alla Marche pour la Vie del 22 gennaio 2017, egli ha manifestato contro l’aborto reggendo lo striscione della Coalition pour la Vie et la Famille. Come mai? A quale partito europeo è affiliato Gabriac?
Alain Escada e Alliance for Peace and Freedom
Non solo Gabriac, Benedetti e Wyssa. Lo stesso presidente di Civitas e di CVF Escada ha una relazione abbastanza continua con Roberto Fiore e l’Alliance for Peace and Freedom, per esempio attraverso il movimento belga Nation, il cui leader Hervé Van Laethem è tanto storico amico e collaboratore di Escada, quanto storico alleato di Forza Nuova. Addirittura, come Wyssa, Van Laethem è membro del consiglio direttivo di APF. Ma guardiamo agli ultimi anni. Secondo il sito Rue89, nel 2013 Civitas ha registrato il dominio del giornale digitale medias-presse.info. In effetti, medias-presse raccoglie numerosi articoli sulla APF e, non di rado, racconta le avventure di Alain Escada, Civitas e camerati. Il 2 maggio 2016, l’europarlamentare Udo Voigt del partito neonazista tedesco Nationaldemokratische Partei Deutschlands (NPD) – ovviamente affiliato alla APF – organizzò un convegno sulla Siria al Parlamento Europeo. Secondo la testimonianza del blogger neonazista Der Himmelstern, che era lì presente, vi avrebbe partecipato anche Alain Escada. Effettivamente, il suo racconto coincide con il video realizzato per l’occasione da medias-presse.info. A partire dal minuto 18:45, infatti, si distingue chiaramente la voce di Escada che sostiene di rappresentare “uno dei principali media alternativi in Francia”. Parla chiaramente di medias-presse. Escada, a quel punto, domanda all’ambasciatore siriano in Belgio (lì presente) se non sia il caso di creare un organo di comunicazione “alternativo”, veloce ed efficace, così da poter fare controinformazione pro-Assad. Esattamente come già fanno sia medias-presse sia la APF. L’ambasciatore siriano sembrava positivamente colpito.
Medias-presse.info e Alliance for Peace and Freedom
A questo punto, si può ipotizzare che Escada sia di fatto uno dei partner non-ufficiali della comunicazione di Alliance for Peace and Freedom, quanto meno per i suoi rapporti con il governo di Assad. Perché non può essere solamente un caso il continuo ribattere di notizie a riguardo, dalla costituzione del partito alle conferenze sulla Siria, dal viaggio in Siria di Roberto Fiore e camerati alle interviste ai principali membri di APF (come quella all’eurodeputato neonazista di Alba Dorata Georgios Epitideios). Non è un caso se medias-presse arriva persino a raccogliere gli appelli di Udo Voigt contro l’immigrazione e ad attaccarel’italiano Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre. Ancora due esempi. Il primo: sempre per medias-presse, Alain Escada ha intervistato due volte Roberto Fiore a Bruxelles, come potete vedere e sentire qui e qui. Il secondo: nel dicembre del 2015, medias-presse pubblica un video di un incontro abbastanza privato tra i “deputati europei” della APF (per quanto, in verità, tra gli eletti attuali vi sia solo Voigt) e una delegazione siriana. Escada è lì presente, senza che sia chiarito il perché e/o quale ruolo ricopra all’interno della riunione. E, allora, se l’8 maggio 2016 la APF – rappresentata da Nick Griffin e da Gonzalo Martín García (del partito neofascista Democracia Nacional) – partecipa alla manifestazione in omaggio a Giovanna D’Arco organizzata da Civitas, non più c’è molto da stupirsi. Ciò detto, l’apice del connubio tra Civitas e la APF è la realizzazione di una conferenza a Parigi il 19 marzo 2016, dal titolo “De la guerre au Proche-Orient à l’immigration et au terrorisme en Europe” (trad. “Dalla guerra al Vicino Oriente all’immigrazione e al terrorismo in Europa”).
Alain Escada, Jean-Marie Le Pen e Roberto Fiore
Tra gli invitati al convegno parigino di Civitas e APF spicca il nome di Jean-Marie Le Pen, il cui intervento durò quarantaquattro minuti, il doppio di ogni intervento precedente. Invitato d’onore, l’europarlamentare Le Pen è il vero e principale trait d’union tra Fiore ed Escada: egli resta il riferimento principale di tutti i neofascisti europei, soprattutto di coloro che puntano al Parlamento Europeo per formare un’Europa di stati nazionalisti. Infatti, è anche grazie a Le Pen – e, in particolare, al suo defunto progetto EuroNat – che Forza Nuova ha cominciato a stringere, già alla fine degli anni Novanta, solide alleanze con molteplici movimenti di estrema destra europei, fino ad arrivare alla creazione della stessa APF. Attualmente invece, per quanto abbastanza in crisi, Le Pen collabora politicamente con Civitas almeno dal 2015, anno in cui fu affidata proprio a Escada la cura del blog del fondatore del Front National. In quell’occasione, da tramite fece la presentatrice dei video postati in quel blog, cioè l’ex moglie di Fréderic Chatillon (anch’egli legato a Fiore) Marie d’Herbais de Thun, oggi membro di Civitas (partito con il quale si è candidata alle legislative del 2017) e moderatrice del convegno parigino del 19 marzo 2016. Seduta tra Escada e Fiore, che insieme curarono la parte introduttiva dell’evento, d’Herbais diede il via all’incontro dai toni altamente xenofobi, vagamente antisemiti e profondamente nazionalisti. A dare risalto alla conferenza furono ovviamente medias-presse, il sito della APF e gli organi collegati a Forza Nuova (tra cui la rivista Ordine Futuro che pubblicò un articolo a firma del militante milanese Ermanno Durantini). Ma non solo. A Parigi era presente anche la giornalista e storica militante forzanovista Alessandra Benignetti, cui Le Pen concedette straordinariamente un’intervista, pubblicata poi sul quotidiano Il Giornale (per il quale Benignetti lavora).
* Continua… *
Ricapitolando, il presidente di Civitas Alain Escada fonda e presiede un partito europeo anti-abortista e anti-gender denominato Coalition pour la Vie et la Famille. I rapporti che egli ha con diversi neofascisti lo portano a gravitare intorno ad Alliance for Peace and Freedom, partito europeo nazionalista presieduto da Roberto Fiore. Uno dei membri di Civitas, Alexandre Gabriac, sembrerebbe essere affiliato alla APF, nonostante manifesti alla Marcia per la Vita francese reggendo lo striscione della CVF. Inoltre, la corrente del Front National rappresentata da Bruno Gollnish – e, dunque, da Jean-Marie Le Pen – è, di fatto, il fil rouge che collega la CVF alla APF. Infine, a dare informazioni sulla CVF sembrano essere solo i media legati alla APF, da Notizie ProVita a medias-presse.info. Che succede, dunque? Roberto Fiore e la sua APF hanno a che fare con la CVF? E chi è Stefano Pistilli, segretario generale del partito europeo anti-gender e anti-aborto? Con i fondi pubblici, il Parlamento Europeo che cosa sta finanziando? Le risposte a questi interrogativi arriveranno prossimamente su questo blog.
Dio, Patria, Famiglia e Fondi Pubblici [2]
Nella precedente parte di questo dossier, abbiamo cominciato a conoscere la Coalition pour la Vie et la Famille (CVF), il nuovo partito europeo presieduto dal belga Alain Escada del partito francese Civitas. Dopo aver rimarcato i legami che Escada ha e ha avuto con neofascisti e neonazisti europei (soprattutto francesi) e dopo aver mostrato come gestisca il sito medias-presse.info, abbiamo notato la strana sovrapposizione tra CVF e Alliance for Peace and Freedom (APF), il partito europeo fondato e presieduto dal segretario di Forza Nuova Roberto Fiore. Prima di procedere, però, con la disamina dei membri di CVF e, soprattutto, dei finanziamenti concessi dal Parlamento Europeo a CVF e APF, vediamo come si siano mossi fino a questo momento Forza Nuova e Civitas sul terreno della militanza (in particolare anti-abortista, anti-gay e anti-gender), con quali punti di contatto e per quali ragioni.
Prima de La Manif Pour Tous: Civitas contro la “cristianofobia”
Oltre alla stretta vicinanza alla Fraternità Sacerdotale di San Pio X (FSSPX) ed, evidentemente, a certe idee politiche, Civitas e Forza Nuova si incontrano sul terreno della militanza. Nella seconda metà dell’ottobre del 2011, Civitas attirò per la prima volta l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media quando organizzò diverse manifestazioni di protesta contro una rappresentazione teatrale di Romeo Castellucci, dal titolo Sul concetto di volto nel figlio di Dio, perché giudicata troppo blasfema. Alla dieci-giorni di disordini davanti al Théâtre de la ville di Parigi, insieme a Civitas e alla FSSPX, partecipò il partito nazionalista Renouveau Français (RF) – già membro del primo gruppo a livello europeo di Roberto Fiore, lo European National Front. Durante una replica, RF arrivò addirittura a interrompere lo spettacolo, srotolando sul palco del teatro uno striscione con su scritto “Christianophobie, ça suffit!” (trad. “Basta cristianofobia!”). Come l’Œuvre Française di Yvan Benedetti e le Jeunesses Nationalistes di Alexandre Gabriac, anche RF aveva sostenuto con forza la corrente del Front National rappresentata da Bruno Gollnish. Difatti, non a caso, a protestare contro la pièce di Castellucci vi si vide Gabriac. Il penultimo giorno di repliche, ossia il 29 ottobre 2011, sempre con il supporto della FSSPX, Civitas organizzò a Parigi una vera e propria manifestazione contro la “cristianofobia” (sic) che da place des Pyramides arrivò a place André Malraux. In questo modo, sfruttando la scia delle proteste contro Castellucci, Escada riuscì a toccare l’apice della visibilità mediatica, nonostante non avesse radunato più di duemila persone.
A Tolosa tre settimane dopo (dunque nel novembre del 2011) e a Parigi due mesi dopo (dunque in dicembre), Civitas chiamò nuovamente alla mobilitazione lo stesso sottobosco di neofascisti e integralisti cattolici contro lo spettacolo teatrale Golgota Picnic di Rodrigo García. Il metodo scelto fu più o meno lo stesso delle azioni ottobrine. A Parigi, per esempio, si organizzarono sit-in di protesta, l’8 dicembre una processione lefebvriana “riparatrice” e l’11 una seconda manifestazione contro la cristianofobia. Lo slogan fu “La Francia è cristiana e deve restarlo!”. Guardando in prospettiva, si trattò dei primi ticchettii della bomba che esploderà tra il 2012 e il 2013 con La Manif Pour Tous (LMPT) francese, cioè con le mobilitazioni in opposizione alla legge Taubira sui matrimoni egualitari e le adozioni per le coppie formate da persone dello stesso sesso. Del resto, tra i principali attori di quelle proteste di fine 2011 vi fu Frigide Barjot, il primo ambiguo volto e la prima organizzatrice – insieme a Escada – di ciò che diventerà, un anno più tardi, LMPT. Una caratteristica peculiare delle manifestazioni contro la loi Taubira, infatti, fu la presenza massiccia di cattolici integralisti. Tanto che, pian piano, a prendere il dominio delle strade furono veri e propri neonazisti, come accadde nel 2014 durante l’antigovernativo Jour de Colère organizzato da Béatrice Bourges, ex membro de LMPT. Ovviamente, Civitas vi partecipò. Nella puntata del programma televisivo Spécial Investigation dedicata a LMPT, lo specialista dell’estrema destra Jean-Yves Camus ha sottolineato come slogan antisemiti così violenti non si fossero sentiti da decine di anni per le strade francesi, neanche durante le manifestazioni della destra radicale.
Prima dei Family Day: Forza Nuova contro la cristianofobia
Allo stesso modo in cui saranno replicate – per modalità, slogan e organizzazione – le mobilitazioni anti-gay e anti-gender francesi, anche le proteste contro lo spettacolo di Castellucci Sul concetto di volto nel figlio di Dioarrivarono in Italia. Difatti, tra il 24 e il 28 gennaio 2012, allorché la pièce fu messa in scena al Parenti di Milano, i neofascisti cattolici organizzarono una serie di azioni dimostrative, anticipate da minacce antisemite all’indirizzo di Andrée Ruth Shammat, direttrice del teatro. Come a Parigi e a Tolosa, anche a Milano erano supportati dalla FSSPX. Forza Nuova, per esempio, tentò di interrompere la pièce mentre andava in scena, così come fece pochi mesi prima Renouveau Français. E anche lo slogan e i metodi delle proteste furono gli stessi. Al grido di “Basta cristianofobia!”, infatti, si celebrarono messe lefebvriane, si recitarono rosari di riparazione, si intonarono canti vandeani. Per mobilitare i cattolici, fu persino preparato un video ad hoc, pubblicato dal Comitato San Carlo Borromeo sulla piattaforma youtube il primo gennaio 2012. Questo video rievocava gli eventi parigini con alcune sequenze filmate (di Civitas e di Renouveau Français) e le seguenti parole:
Il 28 Gennaio 2012 presso il teatro “Parenti” di Milano andrà in scena lo spettacolo “Sul concetto di Volto nel Figlio di Dio” durante il quale vi è un lancio di pietre ed escrementi contro il dipinto di Antonello da Messina raffigurante il volto di Nostro Signore Gesù Cristo. In Francia i cattolici hanno reagito con azioni spontanee per ritardare o interrompere gli spettacoli o manifestando pacificamente in piazza. Anche noi cattolici italiani il 28 Gennaio abbiamo il dovere di… REAGIRE!
Questo testo fu ripreso, quasi alla lettera, in un volantino redatto e distribuito dal su citato comitato. Per la precisione, nel volantino si omise il riferimento al dipinto di Antonello da Messina e, in modo più incisivo ma sottilmente falso, si fece riferimento a un lancio di pietre ed escrementi contro “l’immagine di Nostro Signore Gesù Cristo”, eliminando così il discorso iconico-simbolico della pièce sullo statuto dell’immagine (oltre che, a lato, del rapporto padre-figlio) e rimpiazzandolo, invece, con un’offesa aperta alla religione. Parte di una mobilitazione più vasta e non di certo spontanea, ma anzi pensata e architettata, il Comitato San Carlo Borromeo fu con tutta evidenza costituito per contrastare lo spettacolo di Castellucci e replicarela mobilitazione francese di Civitas. A tal proposito, basta dare un’occhiata alla foto inserita nel banner del blog Basta Cristianofobia (del Comitato San Carlo Borromeo) e scattata durante la manifestazione parigina del 29 ottobre 2011:
Il 29 (sic) dicembre 2011, infatti, vide la luce il primo post del blog del comitato, di cui – guarda caso – non si ha alcuna traccia precedente sul motore di ricerca Google. In quel post, si chiedeva ai cattolici di prendere esempio dai francesi (dunque da Civitas e neofascisti) e protestare contro la pièce di Castellucci. Assai diversamente da quanto comunicato alla e dalla stampa, fu a distanza di dieci giorni dal primo post che, sempre attraverso il blog Basta Cristianofobia, si annunciò un “pubblico rosario riparatore” per il 28 gennaio, coincidente con la data di chiusura dello spettacolo, in pieno stile Civitas e FSSPX. Si seguì, difatti, lo stesso ritmo temporale delle proteste di Parigi: sit-in e disordini nei giorni dello spettacolo, finale manifestazione durante l’ultima replica. In più, attraverso la sua pagina Facebook, il Comitato San Carlo Borromeo organizzò e rese pubblico l’evento. Leggere la lista degli invitati e dei partecipanti è rischiarante, poiché vi si trovano quasi esclusivamente nomi di militanti forzanovisti. Tra questi, per esempio, c’è chi comunicò la propria assenza in modo molto familiare, chiudendo il messaggio con un nazista SH (cioè Sieg Heil). Per puro caso, a capeggiare la recita del rosario vi furono preti lefebvriani (in particolare l’ormai ex superiore del distretto italiano della FSSPX, Pierpaolo Petrucci) e il figlio del segretario di Forza Nuova nonché attuale portavoce di Notizie ProVita, Alessandro Fiore.
Cattolici neofascisti: Civitas e Forza Nuova
A partire da un’astratta lotta contro la “cristianofobia”, il Comitato San Carlo Borromeo arriverà ad aderire alla anti-abortista Marcia Nazionale per la Vita. Per chi avesse letto il dossier Di chi parliamo quando parlano di gender, non risulterà strano leggere gli stessi nomi di aderenti e organizzatori tanto per le proteste del 2012, quanto per le marce anti-abortiste, le mobilitazioni anti-gender e le manifestazioni contro i disegni di legge sull’omofobia e sulle unioni civili. Allo stesso modo, come abbiamo visto, le proteste organizzate da Civitas durante gli ultimi mesi del 2011 sembrano essere un preludio a ciò che avverrà tra il 2012 e il 2013 in Francia, con le mobilitazioni de La Manif Pour Tous contro la loi Taubira. Il 5 settembre 2012, infatti, la futura portavoce de LMPT Frigide Barjot radunò un gran numero di associazioni, per lo più cattoliche, con l’obiettivo di orchestrare una campagna omogenea in opposizione al matrimonio egualitario e alle adozioni per le coppie formate da persone dello stesso sesso. Tra queste, Civitas. Il giorno seguente (dunque il 6 settembre), però, memore dei successi della proteste della fine del 2011 e recalcitrante alle mediazioni formali di Barjot (la quale voleva estendere l’organizzazione de LMPT ad associazioni di omosessuali e a quelle di sinistra), Escada decise autonomamente di indire la prima manifestazione di piazza e ne fissò la data al 18 novembre. L’iniziativa lasciò perplessi gli altri membri di ciò che diventerà da quel momento LMPT poiché, da un lato, non furono consultati e, dall’altro, temevano di essere oscurati mediaticamente. Organizzando la prima manifestazione contro la loi Taubira, cioè, i cattolici integralisti avrebbero potuto prendere il possesso delle strade e sarebbero potuti divenire i capofila delle proteste. A quel punto, Barjot e gli altri componenti de LMPT decisero di scendere in piazza il 17 novembre, anticipando così di un giorno Escada. Fu durante la manifestazione del 18 novembre che si ebbero i primi disordini e i primi scontri tra oppositori e sostenitori della legge. Al fianco di Escada, d’altronde, protestarono i lefebvriani e tutte le frange neofasciste, tra cui i militanti di Renouveau Français. In particolare, lo striscione di questi ultimi recitava: “La France a besoin d’enfants, pas d’homosexuels” (trad. “La Francia ha bisogno di figli, non di omosessuali”), slogan mutuato da quello che Forza Nuova utilizza, almeno dal 2000, come cavallo di battaglia per contrastare i Pride. Quel 18 novembre, poi, anche un’altra parola risuonò per le vie di Parigi, ossia “homofolie”, termine che ricorda tanto omofobiaquanto omofilia. Al contrario dello slogan su citato, “omofollia” è stato invece importato in Italia, ovviamente dal partito di Roberto Fiore, e utilizzato per pubblicazioni, campagne e manifestazioni anti-gay nel corso degli ultimi anni. Consultando il motore di ricerca Google, prima del 2013 non vi è traccia della parola “omofollia” in italiano, se non in riferimento alla manifestazione del 18 novembre organizzata da Civitas.
Dopo La Manif Pour Tous: Coalition pour la Vie et la Famille
Queste continue traduzioni propagandistiche dell’estrema destra non sono dovute solo all’appartenenza alla stessa area politica, né alle alleanze che i vari gruppi stringono. Ciò che accomuna le componenti cattolico-identitarie di Civitas e Forza Nuova, lo abbiamo detto, è anche la vicinanza alla Fraternità Sacerdotale di San Pio X. Casualmente, proprio nel settembre del 2011, si tennero gli ultimi colloqui tra il Vaticano e la FSSPX per superare la frattura tra la Chiesa cattolica e i lefebvriani. Detto superamento non è auspicato dai neofascisti, poiché rappresenterebbe un tradimento rispetto alla storia della Fraternità e un oltraggio politico alla visione religiosa di Marcel Lefebvre e dei suoi seguaci. In sostanza, ne andrebbe del carattere identitario su cui si poggia l’interpretazione neofascista del mondo. Almeno agli occhi dei militanti di Civitas e di Forza Nuova, le proteste del 2011 e le successive mobilitazioni anti-abortiste, anti-gay e anti-gender dovrebbero aver dimostrato come sia possibile radunare centinaia di persone, quando non migliaia, senza alcun appoggio istituzionale “dall’alto”, sia esso di natura politica o religiosa. Questi movimenti “dal basso” e supposti spontanei, infatti, sebbene celando con cautela le loro radici politiche, dovrebbero raccontare ai governi, alla Chiesa, alla FSSPX ciò che “il popolo” vuole, ciò che “i fedeli” vogliono, ciò che “i lefebvriani” vogliono: dio, patria, famiglia senza arretramenti. Dunque, si oppongono al Vaticano e si oppongono ai partiti di sinistra e di destra, ovviamente si oppongono all’estrema sinistra, ma anche ai movimenti populisti dell’estrema destra (su tutti, il Front National di Marine Le Pen e la Lega Nord di Matteo Salvini). Si oppongono, altresì, alle mediazioni ipocrite e bon-ton de La Manif Pour Tous e di Frigide Barjot. Per questo, il 5 settembre 2016 – nello stesso giorno in cui, quattro anni prima, fu creata LMPT – Forza Nuova e Civitas decisero di fondare ufficialmente un partito europeo, la Coalition pour la Vie et la Famille, trasposizione spiccatamente lefebvriano-oltranzista, oltre che all’apparenza meno neofascista, della Alliance for Peace and Freedom presieduta da Roberto Fiore. Per mostrare i muscoli.
Dio, Patria, Famiglia e Fondi Pubblici [3.1]
Coalition pour la Vie et la Famille: Lo statuto
Il 5 settembre 2016 a Bruxelles, Alain Escada, Stefano Pistilli e François-Xavier Peron costituirono un’associazione a scopo non lucrativo denominata Coalition pour la Vie et la Famille (CVF). Nell’articolo 1 dello statuto, consultabile pubblicamente anche attraverso la gazzetta ufficiale belga Moniteur belge, si specifica che CVF è un partito politico e che, dunque, obbedisce ai regolamenti europei sui partiti e alle leggi belghe sulle associazioni. Curiosamente, lo statuto sembra essere formalmente ricalcato su quello della Alliance for Peace and Freedom (APF), il partito europeo presieduto da Roberto Fiore. A sua volta, lo statuto di APF è – casualmente – molto simile a quello del Partito Popolare Europeo (European People’s Party – EPP). La spiegazione di queste somiglianze può essere rintracciata nelle parole di Valerio Cignetti, segretario generale del partito europeo Alliance of European National Movements(AENM) ed ex membro dell’italiano Movimento Sociale-Fiamma Tricolore (MS-FT). Chiamato in causa dai giornalisti del quotidiano francese Le Monde Jean-Baptiste Chastand e Olivier Faye in un articolo sui finanziamenti ai partiti europei di estrema destra, Cignetti ha ammesso con innocenza: “Ho semplicemente copiato gli statuti dello EPP, tutti hanno probabilmente fatto la stessa cosa in seguito”. Che cosa sia successo ai soldi dati alla AENM e alla fondazione affiliata (Identités et Traditions Européennes) è al momento un piccolo mistero, soprattutto se si considerano le accuse lanciate dai membri di MS-FT attraverso la loro pagina Facebook. Giusto per chiudere il cerchio, ricordo che la AENM fu fondata nel 2009 da Bruno Gollnish, Jean-Marie Le Pen e Nick Griffin, i quali sono oggi strettamente legati alla CVF e alla APF. Comunque sia, nell’assemblea del 5 settembre 2016, durante la quale si firmò lo statuto della Coalition pour la Vie et la Famille, Alain Escada venne nominato presidente, Stefano Pistilli segretario generale e François-Xavier Peron tesoriere. Escada e Peron sono membri del partito francese Civitas. Invece, chi è Pistilli, italiano residente a Londra?
Stefano Pistilli e UK Privilege LTD
Classe 1983, Pistilli si è formato come designer a Roma. Nel 2012, registrò ufficialmente due aziende inglesi, la Geo Discovery LTD e la UK Privilege LTD. Quest’ultima, in particolare, offriva a giovani italiani la possibilità di soggiornare per più o meno brevi periodi a Londra, vendendo corsi d’inglese e posti alloggio in famiglia o in appartamento, aiutando nella ricerca di un lavoro nel settore turistico (ma non solo), organizzando tour della città e fornendo una serie di altri servizi, come il trasporto da e per l’aeroporto. Per la precisione, UK Privilege operava già da due anni, come testimonierebbe anche un videopromozionale pubblicato sulla piattaforma youtube il 26 settembre 2010. Fin dagli inizi, l’elemento di attrattiva sul quale la società puntava era la “gratuità” dei servizi di intermediazione offerti: nessun costo aggiuntivo di agenzia sarebbe stato addebitato al cliente nel totale di spesa da sostenere per l’esperienza all’estero. In un post pubblicato sulla pagina Facebook il 10 marzo 2013, UK Privilege precisò come tutto ciò fosse possibile grazie ai supporti economici versati da “enti, scuole e investitori immobiliari”. Quali fossero non è dato sapere. D’altra parte, a partire dal 2014, la società di Pistilli strinse un accordo di partenariato con la International Student Identity Card (ISIC). Per puro caso, tra i distributori della ISIC vi è il presidente della ProVita ONLUS Toni Brandi, il quale è membro del direttivo di due associazioni collegate alla carta internazionale, cioè l’omonima ISIC e la International Student Travel Confederation. Nonostante tutto ciò, nel marzo del 2014, Pistilli cedette il ruolo di amministratore unico di UK Privilege a Matteo Stella e, nell’agosto dello stesso anno, gli cedette anche l’intera sua quota societaria. Ed è qui che le cose diventano più complicate.
Reti aziendali in Italia
Matteo Stella, lo abbiamo visto nell’ottava parte del dossier Di chi parliamo quando parlano di gender, è un militante di Forza Nuova che contribuì alla creazione di Notizie ProVita, il giornale della ONLUS ProVita (di cui è portavoce il figlio di Roberto Fiore, Alessandro). Già indagato per alcuni pestaggi, nel suo curriculum Stella vanta anche diversi ruoli politici all’interno del partito di Fiore: è stato dirigente di Lotta Studentesca; presidente della ONLUS Evita Peron e membro della ONLUS Solidarietà Nazionale; candidato nel 2013 come consigliere comunale di Roma (insieme alla giornalista Alessandra Benignetti) e nel 2015 come sindaco di Albano (RM). Inoltre, egli lavorò nel 2012 per la Rapida Vis SRL, azienda attualmente inattiva e il cui indirizzo della sede legale (Via Cadlolo 90 a Roma) corrisponde alla sede nazionale di Forza Nuova. Brevemente, la Rapida Vis si occupava di servizi postali e della distribuzione di Notizie ProVita. Dal 2010 al 2013, socio fondatore e amministratore della Rapida Vis fu Beniamino Iannace, ex militante forzanovista ed ex co-fondatore e direttore amministrativo di Notizie ProVita. Dal 2013 a oggi, le quote societarie della Rapida Vis sono divise tra due figlie di Roberto Fiore, Carmen e Beatriz. Nel 2010, insieme a Patrizio Nicoletti (fedelissimo di Fiore dai tempi di Terza Posizione) Iannace aprì un’associazione culturale a Benevento per aiutare giovani italiani a trovare posti alloggio, corsi d’inglese e lavoro a Londra. Si chiamava New London e si appoggiava apertamente all’associazione culturale Easy London – che, com’è ormai ovvio, organizzava soggiorni a Londra. Fondata nel 1989 a Roma e più recentemente ribattezzata Londra Facile, Easy London è presieduta da sempre da Maurizio Catena, già leader degli Irriducibili (cioè gli ultras di estrema destra della Lazio). Inoltre, un figlio di Catena, Fulvio, è stato socio fondatore e amministratore dell’inglese Easy London (UK) Limited, dalla sua creazione nel 2013 fino alla estinzione nel 2016. Tanto New London di Iannace e Nicoletti, quanto Londra Facile di Catena padre e Easy London UK di Catena figlio – insieme a tanti altri siti e agenzie a essi collegati, in modo più o meno esplicito – offrono e vendono gli stessi servizi in associazione a – e per conto di – due altre società: la Londoners LTD e la gemella (non operativa) Empire Schools LTD. Socio e presidente del consiglio di amministrazione di entrambe è Davide Olla, che – come è stato sottolineato nel blog francese Droite(s) Extrême(s) – ha le chiavi del piccolo impero economico del segretario di Forza Nuova Roberto Fiore.
Network aziendali nel Regno Unito
Londoners LTD è la società che gestisce le Empire Schools – ossia il Mapesbury College di 150-154 Walm Lane a Londra – e l’agenzia di soggiorni a Londra London Orange. A fondarla furono, nel luglio del 2005, tali Stefano Fidenzi, italiano, e Cédric Martin, francese, con Davide Olla a fare da testimone. Il mese successivo, Fidenzi dimissionò e cedette la sua quota societaria a Olla, il quale, sempre in agosto, divenne presidente del consiglio di amministrazione al posto di Martin. Olla, però, era contemporaneamente segretario del consiglio di amministrazione di un’altra società, la Euro Agency UK LTD. Estinta nel 2014, quest’ultima era legata a un’altra azienda ancora, cioè la Meeting Point Accommodations Limited, e ne condivideva sia la sede legale, sia le proprietà gestite, sia i soci, sia i dirigenti. Per farla breve, a capo della Euro Agency UK e della Meeting Point vi erano Roberto Fiore e Claudia Sessa, ultima moglie del defunto Massimo Morsello (fondatore di Forza Nuova con Fiore). Inoltre, il ruolo di garanti per la Empire Schools LTD di Olla, oltre che per la Euro Agency UK LTD e la Meeting Point Accomodations Limited di Fiore e Sessa, è stato ricoperto da Edgar e Jean Griffin, i genitori di Nick Griffin, ex leader del British National Party e vicepresidente della Alliance for Peace and Freedom (il partito europeo presieduto da Fiore). Come se non bastasse, Edgar e Jean Griffin furono anche garanti e contabili di un’ennesima società di Fiore e Sessa, cioè la CL English Language School LTD (che, a sua volta, gestiva l’omonima scuola di inglese fino allo scioglimento dell’impresa nel 2011). La Euro Agency UK LTD, invece, operava con il nome di Force 1 Agency. A cercare ciò che rimane della Force 1 in giro per il web si risale a militanti forzanovisti, tra cui, in particolare, Patrizio Nicoletti. Già militante di Terza Posizione e più volte candidato in diverse tornate elettorali nelle liste di Forza Nuova, il romano Nicoletti era a capo di un’associazione di Benevento, la New London, insieme a Beniamino Iannace. A questo punto torniamo indietro.
Pistilli di un fiore
Riassumendo al volo: nel 2012, il segretario di Coalition pour la Vie et la Famille, Stefano Pistilli, registrò una società nel Regno Unito, la UK Privilege LTD. Questa passò di mano, nel 2014, al militante di Forza Nuova Matteo Stella. A sua volta, Stella partecipò ai lavori preparatori di Notizie ProVita, raccogliendo informazioni da pubblicare sulla futura rivista dell’attuale ONLUS ProVita, di cui è portavoce Alessandro Fiore, figlio di Roberto. Stella, poi, fu impiegato per la Rapida Vis SRL, società di servizi postali (con ufficio a Benevento e con sede legale nei locali di Forza Nuova) che distribuiva Notizie ProVita. La Rapida Vis, attualmente in mano a due figlie di Roberto Fiore (Beatriz e Carmen), era stata costituita e amministrata, fino all’aprile del 2013, dall’imprenditore Beniamino Iannace. Abbandonata la dirigenza dei servizi postali della Rapida Vis SRL, dal maggio del 2013 e fino alla costituzione della ONLUS ProVita nell’aprile del 2014, Iannace divenne presidente del consiglio di amministrazione della M.P., la cooperativa giornalistica da cui nacque originariamente Notizie ProVita. Se si guardano i collegamenti un po’ più dall’alto, inoltre, la New London – associazione gestita da Iannace e Patrizio Nicoletti – porta a ricomporre una rete aziendale creata e amministrata da Roberto Fiore a partire dagli anni Ottanta. Tout se tient, direbbero i francesi, tutto si tiene. Ora, però, mi si permettano due domande. Uno, chi e quali sono gli “enti”, le “scuole” e gli “investitori immobiliari” che permettevano a UK Privilege LTD di non addebitare spese di agenzia? Due, Pistilli ha continuato a lavorare per UK Privilege? Alla prima domanda non si hanno risposte certe, alla seconda, be’, forse un post sulla pagina Facebookdell’azienda aiuta a capire meglio. Il 1 febbraio 2015, un tale chiamato Marcello Carrisi invita volenterosi operai e manovali a contattare tale Matteo (Stella?) per lavorare a Londra. Stranamente, sul social network, Carrisi ha un solo amico: Stefano Pistilli.
Dio, Patria, Famiglia e Fondi Pubblici [3.2]
Il 5 settembre 2016 a Bruxelles, Alain Escada, Stefano Pistilli e François-Xavier Peron costituirono un partito europeo denominato Coalition pour la Vie et la Famille (CVF). Escada venne nominato presidente, Pistilli segretario generale e Peron tesoriere. Dopo aver già mostrato i legami tra Escada, i nazionalisti francesi e Alliance for Peace and Freedom (il partito europeo presieduto da Roberto Fiore) e dopo aver analizzato le connessioni tra Civitas (il partito francese, già associazione, di Escada e Peron) e Forza Nuova (il partito italiano di Fiore), adesso riprendiamo il filo, occupandoci ancora delle attività economiche e politiche di Pistilli – e non solo.
Reti postali
Era l’ottobre del 2013. All’epoca amministratore unico della cooperativa giornalistica M.P. (che pubblicava il giornale Notizie ProVita), Beniamino Iannace si riunì a Benevento con il figlio di Roberto Fiore (nonché portavoce di ProVita ONLUS), Alessandro, e il militante forzanovista ed ex candidato massese alla Camera dei Deputati Fabio Infante. Insieme, Iannace, Fiore A. e Infante costituirono una nuova società a responsabilità limitata semplificata (SRLS) battezzata Gruppo Italiana Servizi Postali. Stando ai documenti della società, si tratta di una rete postale ufficialmente attiva sul territorio nazionale dal gennaio del 2014. Negli anni, la Italiana Servizi Postali si è espansa, aprendo molteplici uffici e inglobando fin da subito alcune filiali del network Llaposte di Massa. Per inciso, del network Llaposte faceva parte Rapida Vis, la SRL di Iannace e delle figlie di Fiore (Beatriz e Carmen) che, tra le altre cose, distribuiva Notizie ProVita. Una delle prime filiali di Italiana Servizi Postali fu Torino Poste, sulla cui pagina Facebook non mancano riferimenti all’iniziativaforzanovista “Compra Italiano” o a immagini spiccatamente razziste pubblicate da Forza Nuova. Un’altra prima filiale fu la barese AKS di Giuseppe Massimo Lananna, militante forzanovista già indagato e poi condannato per una serie di intimidazioni e minacce squadriste (contro omosessuali; contro donne ricoverate e personale medico in una clinica specializzata in ostetricia, ginecologia e pianificazione familiare), oltre che per pestaggi compiuti con mazze, bastoni, bottiglie, catene e crick ai danni di attivisti di sinistra.
Nel febbraio del 2014, si aggiunse al franchisingdella Italiana Servizi Postali anche la Futura Vis SRLS, con sede legale in Piazza Clodio 12 (dove aveva lo studio il fratello di Roberto Fiore, l’avvocato Stefano) e ufficio in Via Cadlolo 90 (dov’è situata la sede nazionale di Forza Nuova e dove aveva sede legale la Rapida Vis SRL). A costituire la società furono la giovane studentessa Giulia Lipari, amministratrice unica, e il segretario generale di Coalition pour la Vie et la Famille Stefano Pistilli. Attualmente attiva ma non operativa, la Futura Vis gestiva almeno due filiali della Italiana Servizi Postali, ossia quella di Roma e quella di Montesilvano (PE). In aggiunta agli uffici postali, l’azienda offriva servizi di marketing, tra cui la creazione di numeri verdi e la stampa di materiale promozionale. Così, giusto per rinfrescare la notizia, ricordo che nel 2014 Forza Nuova creò il primo numero verde anti-gender, pubblicizzato anche da Notizie ProVita. Comunque, il 30 giugno 2016, Pistilli cedette la sua quota societaria della Futura Vis SRLS (pari al 50%) a Carmen Fiore, figlia del segretario di Forza Nuova. In questo modo, due figli di Roberto Fiore – Alessandro e Carmen – sono soci della stessa rete postale, di cui una filiale opera (o operava?) allo stesso indirizzo della sede nazionale di Forza Nuova. A questo quadro, infine, va aggiunta l’attualmente inattiva SRL Rapida Vis di Beatriz e Carmen Fiore, fondata sempre da Beniamino Iannace e con sede legale in Via Cadlolo 90, cioè dove ha la sede nazionale Forza Nuova.
Economia Politica
Inoltre, il 29 giugno 2016, il giorno prima di abbandonare la Futura Vis SRLS, Pistilli cedette la quota societaria e il ruolo di amministratore unico di un’altra società inglese (non operativa) da lui costituita nel dicembre del 2015, la Lions Marketing LTD. Al suo posto divenne socio amministratore Mario Zurlo, imprenditore romano, ex compagno di scuola di Fiore, amico di Luigi Ciavardini (condannato per la strage di Bologna) e di Riccardo Brugia (braccio destro di Massimo Carminati). In altri termini, come ormai può essere supposto, le attività imprenditoriali di Pistilli conducono verso la stessa direzione politica, si orientano sulla base dello stesso passato e organicamente si inseriscono in una rete più ampia. D’altra parte, nel corso degli anni, Pistilli ha aperto diversi siti web riconducibili alla rete economica che, in modo del tutto casuale, finisce dalle parti di Forza Nuova e del suo fondatore Roberto Fiore: dal 2009 al 2014 progettolondra.it; dal 2012 al 2015 partireperlondra.it e wikilondra.it; dal 2013 al 2015 ukprivilege.it; dal 2013 al 2016 italianaservizipostali.roma.it; dal 2016 al 2017 l’oscuro perfectstyleoflife.com. Accanto a questi, poi, egli registrò anche siti più politici, come thisiseurope.net. Nato nel febbraio del 2016, ThisIsEurope sembra dovesse fare da cassa di risonanza per il sito governativo russo Sputnik News. In maniera inquietante ma non sorprendente, il nome e il dominio scelti da Pistilli sono un calco del sito suprematista bianco – e, dunque, razzista – thisiseuropa.net, il cui motto “anti-racist is a code word for anti-white” (lett. “anti-razzista è una parola in codice per dire anti-bianco”) è particolarmente apprezzato dalla Alliance for Peace and Freedom (APF), oltre che dalle tantissime pagine Facebook nazionaliste o regionaliste che utilizzano il brand “This is […]” o la variante religiosa “This is Christian […]” (come, per esempio, la pagina nazifascista “This is Christian Europe“).
Stefano Pistilli e Alliance for Peace and Freedom
Sempre nel febbraio del 2016, il partito europeo presieduto da Roberto Fiore, Alliance for Peace and Freedom, abbandonò definitivamente il blog su piattaforma WordPress, così come l’indirizzo alliance-for-peace-and-freedom.com, per registrare quello che è oggi il suo sito ufficiale, ossia apfeurope.com. Nello stesso mese, furono altresì acquistate le varianti allianceforpeaceandfreedom.com e alliancepeaceandfreedom.com. Il titolare dei tre domini risulterebbe essere tale Mario Tancredi, il cui domicilio a Londra combacia – guarda caso – con quello di Stefano Pistilli, almeno secondo i documenti di alcune sue attività economiche e di una parte dei siti web a lui intestati. D’altra parte, Pistilli – lo abbiamo visto – è (stato?) in affari con diverse reti imprenditoriali riconducibili alla famiglia Fiore o a Forza Nuova, dalle società che organizzano soggiorni a Londra fino a un gruppo di poste private italiane. Dunque non v’è da stupirsi troppo. Come già fu per Beniamino Iannace e altri militanti forzanovisti, infatti, il ruolo di Pistilli non è limitato al solo campo economico, bensì trova il suo centro in quello spiccatamente politico, lì dove i confini sono sempre stati labili. In un post pubblicato sulla pagina Facebook di Alliance for Peace and Freedom nel 2015, per esempio, l’attuale segretario generale di Coalition pour la Vie et la Famille veniva indicato come membro di Forza Nuova. La sua militanza gli permise, così, di essere uno dei tre protagonisti, insieme a Roberto Fiore e Nick Griffin, della campagna di raccolta fondi in supporto del partito neofascista cipriota Ethnikó Laikó Métopo (ELAM). La campagna fu lanciata proprio da APF in vista delle elezioni governative del maggio 2016. Membro di Forza Nuova un po’ speciale Pistilli, si direbbe. Negli anni, infatti, al pari solo della giornalista de Il Giornale Alessandra Benignetti, egli ha preso parte a molteplici meeting, convegni e conferenze stampa del partito europeo presieduto da Fiore, spostandosi da Londra per raggiungere Bruxelles o Milano. Un militante attivo di Alliance for Peace and Freedom, si direbbe.
#nazionalsocialismo, the best is yet to come
Sui social network, Stefano Pistilli non nega le sue idee politiche. Richiama il nazismo come ideale, in contrapposizione agli interessi personali; sostiene i neonazisti greci di Alba Dorata; ricorda l’antica Roma e, insieme a Gareth Hurley (storico amico di Roberto Fiore), si lascia andare, coerentemente, allo slogan fascista “A noi!”; elenca quelli che avverte come mali della società contemporanea, tra cui la libertà di culto e gli omosessuali; attacca e offende i giornalisti che si occupano dei finanziamenti del Parlamento Europeo alla Alliance for Peace and Freedom; commemora la nascita di Benito Mussolini pubblicando una foto della sua casa natale a Dovia; ricorda la marcia su Roma con un saluto romano e, al collega che gli dice: “Ce ne vorrebbe una adesso!”, risponde: “Il meglio deve ancora venire”. Non esattamente il profilo di un moderato, per così dire. Ancora, commentando l’attentato ad Ansbach del 24 luglio 2016 sul suo profilo Facebook, Pistilli scriveva pubblicamente che, secondo lui, le uniche forze politiche in grado di poter difendere “noi” (gli occidentali) dagli attacchi terroristici sarebbero Forza Nuova in Italia e Alliance for Peace and Freedom in Europa. Considerando il suo percorso, dunque, tale commento non si qualificherebbe di certo come bizzarro. Se non fosse che, a distanza di solo un mese e due settimane da quel post, Pistilli fondò poi la Coalition pour la Vie et la Famille con Alain Escada – e ne divenne segretario generale. Allora, che cosa è successo in quei quarantuno giorni? Chi ha lanciato l’idea del partito? Se – ed è un’ipotesi – l’idea nacque in seno a Civitas, perché Pistilli scelse di abbandonare politicamente Fiore per Escada, almeno a livello europeo? Se – ed è un’altra ipotesi – è stato invece Pistilli ad aver voluto costituire il partito, perché farlo? O forse, piuttosto…
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