Da NESSUNO TOCCHI CAINO
4 marzo 2012:
Iran Human Rights (IHR) ha reso pubblico il suo Rapporto annuale sulla pena di morte nel 2011 in Iran.
Il Rapporto è stato presentato in conferenza stampa al Senato Italiano, al Comune di Parigi e all'Università di Oslo la scorsa settimana.
Secondo Iran Human Rights (IHR), ONG con sede in Norvegia che si batte contro la pena di morte nella Repubblica Islamica, nel 2011 in Iran sono state effettuate almeno 676 esecuzioni, un aumento spaventoso rispetto agli anni precedenti e con un drastico aumento delle esecuzioni in pubblico.
Il rapporto di IHR è basato principalmente su fonti iraniane ufficiali e diverse fonti indipendenti: 416 (62%) delle 676 esecuzioni sono state riportate da agenzie di stampa statali o alti funzionari della magistratura iraniana.
IHR sottolinea che il numero effettivo delle esecuzioni in Iran è probabilmente molto superiore ai dati forniti nel suo rapporto annuale.
Nel 2011, IHR ha ricevuto anche notizie di esecuzioni, non riportate da media ufficiali, giunte da oltre 15 prigioni iraniane: alcune sono state confermate da avvocati e familiari dei prigionieri che erano stati preavvisati dell'esecuzione; in altri casi, le esecuzioni vanno classificate come "segrete", dal momento che né gli avvocati né i familiari sono stati informati prima che l'esecuzione venisse effettuata. IHR ha ricevuto segnalazioni di più di 70 altre esecuzioni che non sono state incluse nel suo conteggio.
Limitatamente alle esecuzioni rese note dalle autorità iraniane, i reati che hanno motivato le condanne a morte sono così suddivisi per quanto riguarda la ricorrenza: traffico di droga (71% dei casi); stupro (13%); omicidio (7%); moharebeh (fare guerra a Dio) (4%); rapina a mano armata (1%); sodomia (1%); per il 3% delle esecuzioni annunciate dai media del regime non è stato indicato il tipo di reato.
Le donne impiccate sono state almeno 15, ma solo nel caso di tre di loro c'è stata la conferma ufficiale delle autorità iraniane.
Nel 2011, le esecuzioni pubbliche sono più che triplicate con almeno 65 persone impiccate sulla pubblica piazza. Questo è il più alto numero di esecuzioni pubbliche in più di 10 anni.
L'esecuzione di minorenni è proseguita nel 2011, fatto che pone l'Iran in aperta violazione della Convenzione sui Diritti del Fanciullo che pure ha ratificato. Almeno 4 persone sono state impiccate, dopo essere state condannate per reati commessi quando avevano meno di 18 anni. Due di loro erano ancora sotto i 18 anni nel momento in cui sono state giustiziate. Due altri minorenni sarebbero stati giustiziati nel 2011 secondo fonti non ufficiali.
Per saperne di piu' : http://www.iranhr.net/spip.php?article2440
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8 MARZO: NESSUNO TOCCHI CAINO LO DEDICA ALLE DONNE IRANIANE
8 marzo 2012: Elisabetta Zamparutti, deputata Radicale e tesoriera dell'Associazione Nessuno tocchi Caino, ha partecipato oggi alla conferenza stampa promossa dall'associazione delle donne democratiche iraniane residenti in Italia e ha dedicato a loro l'8 marzo.
Zamparutti ha così motivato la decisione dell'associazione Nessuno tocchi Caino: "Nel 2011 in Iran sono state effettuate almeno 676 esecuzioni, un aumento spaventoso rispetto agli anni precedenti e con un drastico aumento delle esecuzioni sulla pubblica piazza, almeno 65, il più alto numero di esecuzioni pubbliche in più di 10 anni. Le donne im piccate sono state almeno 15, ma solo nel caso di tre di loro c'è stata la conferma ufficiale delle autorità iraniane."
La parlamentare Radicale sul recente annuncio dell'abolizione della lapidazione che sarebbe stata decisa con il nuovo codice della Repubblica Islamica, ha dichiarato:
"E' solo un trucco. Anche se il nuovo codice penale non menziona la lapidazione come punizione per adulterio, essa in realtà rimane al suo posto, poiché continua ad essere presente in altre parti del nuovo Codice. La lapidazione rischia anzi di essere praticata in futuro più che in passato, perché il nuovo codice rimanda la decisione sul tipo di pena da applicare per adulterio alle fonti ufficiali islamiche e alle fatwa valide, cioè alla giurisprudenza e ai pareri legali e alle decisioni (fatwa) emessi da giuristi islamici che in passato hanno sempre stabilito la lapidazione come pena adeguata".
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CALIFORNIA (USA): RACCOLTE LE FIRME PER REFERENDUM ABOLIZIONISTA
1 marzo 2012: i promotori del referendum per abolire la pena di morte annunciano di aver ottenuto le firme necessarie: 800.000.
L'iniziativa è denominata SAFE, ossia Savings, Accountability and Full Enforcement California Act, ed aveva bisogno di 504.000 firme popolari.
Le 800.000 firme raccolte sono state mandate alle cancellerie delle 58 contee californiane per essere validate. In caso di conferma di raggiungimento del quorum, nella tornata elettorale del prossimo novembre verrà inserito un referendum per l'abolizione della pena di morte in quanto troppo costosa, la sua sostituzione con l'ergastolo senza condizionale, l'obbligo di lavorare per risarcire le vittime, e utilizzare il denaro risparmiato per rinforzar e la polizia.
Oggi i promotori dell'iniziativa hanno tenuto una serie di conferenze stampa in contemporanea a San Francisco, Los Angeles, Sacramento, e San Diego.
A San Francesco Jeanne Woodford, ex guardiana del braccio della morte di San Quintino e oggi direttrice dell'associazione "Death Penalty Focus" ha riassunto i punti principali della campagna: da quando la pena di morte è stata reintrodotta in California nel 1978, i cittadini, attraverso le tasse, l'hanno pagata oltre 4 miliardi di dollari o, per vederla sotto un'altra forma, i cittadini hanno speso circa 308 milioni di dollari per ognuna delle 13 esecuzioni che ci sono state dal 1978 ad oggi.
Ha concluso dicendo che "Oggi i californiani sono pronti a sostituire la pena di morte con l'ergastolo senza condizionale".
Il risparmio stimato dai promotori è di almeno 184 milioni di dollari l'anno, considerato che il tempo medio perché una condanna giunga all'esecuzione è di 25 anni, e per tutto questo tempo ci sono alte spese di detenzione, ma soprattutto spese legali molto alte dovute al maggior numero di ricorsi che un condannato a morte ha il diritto di fare rispetto ad un detenuto "normale".
Di questa cifra, SAFE propone di utilizzare 100 milioni di dollari in un programma triennale di riapertura dei "cold cases", i casi irrisolti, soprattutto di stupro e di omicidio.
Da quando la pena di morte è stata reintrodotta in California con un voto del Parlamento nel 1977, ci sono state 13 esecuzioni, tutte tra il 1992 e il 2006. Dal 2006 le esecuzioni sono sospese per ordine di giudici federali che rilevano alcune irregolarità nei protocolli di esecuzione. Solo uno stato, l'Oregon, ha abolito la pena di morte a seguito di una legge di iniziativa popolare. Avvenne nel 1964, ma poi l'ha reintrodotta nel 1978. 16 stati inv ece hanno abolito la pena di morte a seguito di normale iter parlamentare.
Per saperne di piu' : http://www.deathpenaltyinfo.org/
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TEXAS (USA): GIUSTIZIATO GEORGE RIVAS
29 febbraio 2012: George Rivas, 41 anni, bianco, è stato giustiziato in Texas.
Era accusato di aver ucciso un poliziotto, Aubrey Hawkins, 29 anni bianco, il 24 dicembre 2000 dopo una famosa evasione dal penitenziario di Connally il 13 dicembre 2000.
Ad evadere furono in 7, ben presto chiamati dai media "The Texas 7". Vennero presi dalla polizia in Colorado tra il 21 e il 23 gennaio 2001 dopo le segnalazioni scaturite dalla trasmissione televisiva "America's Most Wanted".
Uno degli evasi si suicidò, gli altri 6 sono stati tutti condannati a morte. Uno, Micha el Rodriguez, che aveva rinunciato agli appelli, venne giustiziato il 14 agosto 2008. Gli altri 4 (Randy Halprin, Donald Newbury, Joseph Garcia e Patrick Murphy) sono stati condannati a morte, ma hanno ancora appelli in corso.
Al momento dell'evasione Rivas stava scontando 18 condanne all'ergastolo per furto, rapina e rapimento. Durante l'esecuzione, circa 2 dozzine di poliziotti hanno sostato all'esterno del penitenziario di Huntsville, e si sono schierati dietro al portavoce dell'amministrazione penitenziaria quando è uscito per annunciare ufficialmente ai media la morte di Rivas.
Rivas diventa il 2° giustiziato di quest'anno in Texas, il 479° da quando il Texas ha ripreso le esecuzioni nel 1982, il 6° dell'anno negli USA, e il giustiziato n° 1283 da quando, il 17 gennaio 1977, gli Stati Uniti hanno ripreso le esecuzioni.
Per saperne di piu' : http://www.chron.com/news/article/Leader-of-Texas-7-prison-break-gang-put-to-death-3370673.php
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MALESIA: MINISTRO PER L'ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE
1° marzo 2012: il Ministro Seri Nazri Abdul Aziz del Dipartimento del Primo Ministro malese si è autodefinito un "cavaliere in armi" che è tutto per l'abolizione della pena di morte. Ma ha detto che aveva bisogno del sostegno di tutti gli altri cavalieri (parlamentari) nella spinta verso l'abolizione.
"Come individuo, io sono per l'abolizione della pena di morte. Noi incriminiamo una persona di omicidio quando si arroga il diritto di prendersi un'altra vita", ha detto. "Se non siamo d'accordo che lo faccia un individuo, quale diritto ha il governo di togliere la vita a una persona?"
Nazri, che è anche parlamentare di Padang Rengas, è interve nuto in un dibattito sull'abolizione della pena di morte in Malesia, organizzato dall'Unione Europea, dal Consiglio degli Avvocati e dalla Human Rights Commission of Malaysia (Suhakam).
Egli ha anche esortato il pubblico a mobilitarsi per una moratoria sulla pena di morte e a convincere i rispettivi parlamentari a chiedere l'abolizione della pena di morte. "Non posso improvvisamente andare a dire che abbiamo bisogno di una moratoria. Io sono il vostro cavaliere in armi, ma ho bisogno del supporto anche di altri cavalieri in armi (parlamentari)", ha detto.
"Spero che un giorno il governo abolisca la pena di morte e spero che sia presto", ha affermato Nazri, il quale ha aggiunto che sarebbe più facile togliere la pena capitale, abolendola nei casi di droga e possesso di armi nei quali è obbligatoria. Il Governo – secondo Nazri Aziz – ha dimostrato la sua determinazione a riformare il sistema capitale abolendo negli ultimi due anni alcune leggi cons iderate draconiane. Il governo è aperto al nostro punto di vista sulla pena di morte ma, ha detto, "ci deve essere una mobilitazione di massa e una forte opposizione da parte delle persone per giungere all'abolizione della pena di morte. In caso contrario, non cambierà nulla".
Nazri ha aggiunto che i sostenitori della pena di morte dovrebbero convincere i musulmani a praticare il concetto di "prezzo del sangue" secondo la Sharia con la famiglia della vittima che concederebbe il perdono in cambio di un risarcimento. "In questo modo possono spostarsi verso l'abolizione [della pena di morte], senza violare l'Islam." Questo diritto a perdonare dovrebbe poi essere trasferito al governo sicché i condannati a morte possano avere la loro pena commutata in ergastolo.
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COREA DEL SUD: CINA CESSI RIMPATRIO DI TRANSFUGHI NORDCOREANI
24 febbraio 2012: una commissione parlamentare sudcoreana ha approvato una risoluzione che chiede alla Cina di cessare il rimpatrio di transfughi nordcoreani.
La risoluzione è stata presentata dopo la notizia che un gruppo di disertori catturati in Cina erano a rischio di essere deportati nella Corea del Nord, dove rischiano una dura persecuzione e persino l'esecuzione.
La risoluzione, presentata dalla parlamentare Park Sun-young del Liberty Forward Party e firmata da 29 deputati, è stata approvata dalla Commissione per gli affari esteri e l'unificazione dell'Assemblea Nazionale in una sessione alla quale ha partecipato anche il ministro degli Esteri Kim Sung-hwan.
La risoluzione condanna la deportazione forzata di disertori e invita la Cina a rispettare il diritto internazionale sui rifugiati quando decidono di rimpatriare cittadini nordcoreani fuggiti dal Paese.
Non è chiaro quanti disertori stiano rischiando la deportazione. L'agenzia di stampa Yonhap ha detto che più di 30 nordcoreani sono stati catturati dall e autorità cinesi nel mese di febbraio ed erano in attesa di rimpatrio in Corea del Nord.
Il giornale Chosun Ilbo pone la cifra a 200 e cita il gruppo North Korea Intellectuals Solidarity, secondo il quale i rifugiati possono essere uccisi una volta giunti di nuovo in Corea del Nord.
"Le forze di sicurezza e alti funzionari del partito stanno intimidendo e minacciando le loro famiglie. Si stanno diffondendo voci che saranno giustiziati per dare l'esempio", ha dichiarato il gruppo.
Nove di loro sarebbero già stati rimpatriati durante il fine settimana 17-19 febbraio.
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ARABIA SAUDITA: GRAZIATO UN ATTIMO PRIMA DELLA DECAPITAZIONE
28 febbraio 2012: un cittadino saudita condannato a morte per omicidio è stato graziato dal padre della vittima momenti prima della sua decapitazione.
Il condannato, Saif Salem Al-Khater, è stato scortato in una grande piazza dove centinaia di persone si erano radunate per assistere all'esecuzione. Proprio mentre il boia stava per abbassare la sua spada sul collo dell'uomo bendato, la decapitazione è stata bruscamente interrotta tra canti religiosi della folla.
L'evento ha avuto luogo di mattina sulla piazza delle esecuzioni nella città di Abha.
L'uomo con la spada, in piedi sopra il condannato in ginocchio e legato, è rimasto immobile dopo aver sentito un uomo dalla folla urlare il suo perdono. Era il padre della vittima.
"L'arresto dell'esecuzione ha causato un grande scompiglio tra la folla, che ha iniziato a salmodiare 'Dio è grande'," ha scritto il quotidiano in lingua araba Sabq.
Il perdono di Saad bin Ayed Al Kadam, padre della vittima, è stato una grande sorpresa sia per la folla sia per i funzionari incaricati della esecuzione della sentenza del tribunale.
Per quasi sei anni, Kadam ha respinto tutti i tentativi di mediazione per ottene re il perdono fatti da parenti, dignitari e molti principi sauditi. Aveva insistito sulla morte dell'assassino di suo figlio. Kadam ha urlato di voler perdonare l'assassino appena dopo la lettura della sentenza del tribunale e di alcuni versetti del Corano, quando il boia era già sul luogo dell'esecuzione pronto a decapitarlo.
Kadam non ha chiesto solo di perdonare l'assassino, ha anche chiesto al tribunale di liberarlo dal carcere immediatamente. Ha poi dichiarato di avere deciso di perdonarlo per accogliere il desiderio di Re Abdullah che gli era stato comunicato dal principe Faisal bin Khaled della provincia meridionale di Asir.
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Grazie per aver firmato per la moratoria all'ONU delle esecuzioni
capitali nel mondo.
Per saperne di piu' : http://www.nessunotocchicaino.it/
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