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Pannella: il Presidente della Repubblica è tornato a parlare. Ascoltiamolo:
il Parlamento non può ULTERIORMENTE SOTTRARSI a adempimenti di OBBLIGHI costituzionali. È INDISPENSABILE che prevalga l' INDEROGABILE dovere costituzionale da adempiere.
Il Presidente della Repubblica tiene anche a far sapere, laicamente, pubblicamente (lo ringraziamo anche per questo) che:
i Presidenti del Senato e della Camera dei Deputati SANNO BENE la PREOCCUPAZIONE e l'IMPEGNO con cui egli DA TEMPO segue queste vicende.
In teoria, in dottrina, nessuno mette in dubbio che un Presidente della Repubblica potrebbe/dovrebbe sciogliere le Camere se dovesse constatare una loro persistente inerzia nell'adempimento delle funzioni costituzionali loro affidate. È bene ricordarlo, onde evitare che per silenzio protratto si giunga a pretendere, poi, che anche questo alto Potere Presidenziale venga proclamato superato per "prassi"; come accadde a proposito del potere presidenziale di grazia, ai danni di una volontà, proclamata e ribadita pubblicamente dall'allora Presidente Ciampi, di usarlo. In quella occasione la congiura politica contro il Presidente della Repubblica e contro la Costituzione perseguì il risultato politico immediato che si prefiggeva. Ma, in extremis, la Corte Costituzionale dovette riconoscere le nostre ragioni e, oggi, così quel Potere è tornato ad essere quello prescritto dalla Costituzione e non quello che il regime partitocratico aveva ritenuto di potersi attribuire.
Il Presidente della Repubblica ha parlato parola, non chiacchiere perniciose che l'hanno preceduta e stanno, per ora, facendole eco.
Come da oltre un lustro affermiamo v'è una soluzione assolutamente pertinente, adeguata: il Parlamento sia convocato per compiere , e compire, l' obbligo prescrittogli dalla Costituzione, che non è quello di un votificio, di "votare" ma di "eleggere", nominare….
Infine. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mi ha onorato con il riconoscimento che mi commuove profondamente.
Gli sono ri-conoscente per aver saputo e voluto accogliere la volontà espressa e ribadita dai miei compagni Radicali e da me personalmente, di tentare con umiltà e con determinazione, di aiutarlo da cittadini nel suo difficilissimo compito di massimo Garante della Legge, del Libro, in questo nostro Paese che, come è noto non riteniamo più essere democratico e Stato di Diritto, e in cui i diritti civili e politici ci sono radicalmente negati, come a gran parte del popolo italiano. A maggior ragione, occorre mobilitarci armati di nonviolenza, inermi ma non inerti, con fame e sete di virtù repubblicana, perché il Presidente della Repubblica possa contare anche sui cittadini consapevoli e liberi della galassia Radicale, Transnazionale e Transpartito.
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