Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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17 ottobre 2020

Felice Navratri 2020: Storia e significato dei 9 giorni di celebrazione della più importante festività indù

Navaratri, chiamato anche Sharada Navarati o Navrata, è una importante festività indù che viene celebrata dagli indù in tutto il mondo e in India nell'arco di nove notti dopo i monsoni d'autunno. 

È essenzialmente una celebrazione della vittoria del bene sul male.

 Navratri ha un significato speciale in tutta l'India ed è celebrato nel mese del calendario indù di Ashvin, principalmente intorno a settembre e ottobre. 

Quest'anno Navratri inizia dal 17 ottobre con Shailputri e termina il 26 ottobre con Vijay Dashami e Durga Visarjan (l'immersione dell'idolo). Il Ghatasthapana Muhurta cade su Pratipada Tithi e inizierà alle 6:23 fino alle 10:12 del 17 ottobre. Navratri si traduce in Nav che significa nove e ratri che significa notti e onora la divina Dea Durga che ha sconfitto il re demone Mahishasura in battaglia.

Storia

La leggenda vuole che al re demone Mahishasura sia stata concessa l'immortalità dal Signore Brahma, a condizione che potesse essere sconfitto solo da una donna. Mahishasura attaccò tutte e tre le sfere, il Trilok, che include Terra, Paradiso e Inferno, e nessuno era riuscito a sconfiggerlo. Perciò i Signori Brahma, Vishnu e Shiva unirono i loro poteri per creare la Dea Durga.  Ciò che ne seguì fu una battaglia terribile di 15 giorni tra Mahishasura e la Dea Durga, durante la quale il re demone continuò a cambiare forma per confondere la dea. Quando Mahishasura si trasformò in un bufalo, la dea Durga lo uccise con il suo trishul. Era il giorno di Mahalaya quando Mahishasura fu ucciso. 


 Significato e celebrazione

Nel corso dei nove giorni sono onorate le diverse forme della dea Durga.

 Sono:

 la dea Shailputri (giorno 1.  Ghatasthapana Muhurta),



 la dea Brahmacharini (giorno 2. Pratipada Tithi muhurat)



, la dea Chandraghanta (giorno 3. Come arriverà Maa Durga)



, la dea Kushmanda (giorno 4. Programma Navrtri )



, la dea Skandamata (giorno 5. Dettagli Kanya pujan )



, la Dea Katyayani (Giorno 6), la Dea Kaalratri (Giorno 7), la Dea Mahagauri (Giorno 8) e la Dea Siddhidatri (Giorno 9): 



Ad Ashtami e Navmi, molte famiglie concluderanno il Navratri con "Kanya pujan". Include il lavaggio dei piedi di 9 ragazze di età inferiore ai 13 anni e di un ragazzo che simboleggia Hanuman o Langur. A questi "Kanyas" vengono offerti halwa, chana e poori.

Durante queste festività le famiglie e gli amici si ritrovano assieme per celebrarle secondo le loro varie tradizioni.

 In Gujarat, la dandiya viene suonata durante le feste e per lo più le persone digiunano e trascorrono il loro tempo in preghiera. 

Nell'est dell'India la festa è celebrata come Durga Puja mentre nel nord, Ram Leela, si tiene una rivisitazione visiva del Ramayana e i nove giorni si concludono con Dussehra durante il quale vengono bruciate  le effigi di paglia di Ravana per rappresentare la vittoria del bene su il male.


27 agosto 2020

Gerusalemme e il Corano - Commento di Deborah Fait

Ricordo che molti anni fa, quando vivevo ancora in Italia, durante un viaggio della Federazione Italia Israele a Gerusalemme, siamo andati a visitare l'Orient House, dopo previa richiesta all'OLP che vi aveva la sede. Altri tempi, tempi lontani, comunque la villa, nel 2001, fu requisita e chiusa, tutto il materiale fu sequestrato e i gli arabi cosiddetti palestinesi, sfrattati, rimasero con tanto di naso. La chiusura con la cacciata dei rappresentanti dell'OLP da Gerusalemme fu effettuata dopo la strage compiuta dai terroristi alla pizzeria Sbarro (15 morti e decine di feriti gravi). Nel dicembre del 2008 l'Unione Europea ebbe il coraggio vergognoso di proporre a Israele di riaprirla e ridarla all'OLP. Naturalmente il rifiuto di Israele fu chiaro e conciso, educatamente incazzato. Serviva tutto l'odio europeo per Israele per avere l'ardire di fare una simile proposta.
 Perché racconto queste cose ormai finite nei ricordi lontani delle nostre lotte contro la disinformazione su Israele?
 Perché durante la nostra visita Angelo Pezzana chiese al tizio arabo che ci aveva ricevuti "Lei lo sa che Gerusalemme non è mai nominata nel Corano mentre lo è quasi 700 volte nella Torah?". Panico e qualche risatina del nostro gruppo, il tizio non rispose, balbettò qualcosa, e, dopo un paio di convenevoli, chiamò un suo aiutante, fummo velocemente congedati e accompagnati alla porta da sgherri con il mitra in mano puntato non proprio su di noi… ma puntato. Gli stessi sgherri che ci avevano accolti all'inizio sempre con le armi pronte a sparare come se un gruppo di turisti indifesi potesse costituire un pericolo. 

 Che Gerusalemme non sia mai nominata nel Corano è storia vecchia, io e molti altri ne abbiamo parlato e scritto decine di volte ma sembra che nessuno se ne renda conto, nessuno cui interessi approfondire. 
Sono due mesi che si parla della storiaccia accaduta all'Eredità e della magistrata che si è arrogata il diritto di pretendere l'abiura ufficiale di Flavio Insinna, conduttore, che aveva dato la risposta giusta "Gerusalemme è la capitale di Israele" correggendo un partecipante al quiz che aveva nominato Tel Aviv. Uno scandalo enorme ma, per fortuna, c'è stata una reazione altrettanto grande. Mi piacerebbe molto mandare a tale magistrata qualche articolo mio o di altri su Gerusalemme ma, neanche a farlo apposta, ho trovato su Facebook, postato da un amico, una specie di specchietto scarno ma proprio per questo, chiarissimo. Ecco alcuni passi:

"Gerusalemme, la terza città santa dell’Islam, da dove, secondo il Corano, il profeta Maometto è salito in cielo" Questa frase, ripetuta da tutti, non contiene alcuna verità, e viene usata dalla propaganda Araba solamente per giustificare le loro pretese sulla città, senza avere nessuna base, né storica, né religiosa. I fatti sono i seguenti:

1. Gerusalemme non è menzionata neppure una volta nel Corano.
2. Maometto è morto in Arabia e non è mai stato a Gerusalemme secondo quanto dicono tutti i testi di storia, anche Arabi, conosciuti.
3. Le città sacre all'Islam sono Mecca e Medina; infatti, quando un Musulmano prega si rivolge verso Mecca e dà le spalle a Gerusalemme…"

Quando Maometto è morto, nel 632, non esisteva nessuna Moschea fuori della penisola araba, e non poteva comunque essere in Gerusalemme, ancora sotto l'impero bizantino. Gerusalemme fu conquistata dal Califfo Omar nel 638, sei anni dopo la morte del profeta. 
Cose scritte riscritte dette e ridette ma che cadono sempre nel vuoto e c'è da chiedersi per quale motivo giri ancora la favoletta che Gerusalemme sia sacra a tre religioni. E anche ci credono! I cristiani e persino alcuni ebrei ci credono!
 Sarebbe sacra all'islam perché durante l'occupazione gli arabi hanno costruito moschee sopra il Tempio ebraico e sopra tante chiese bizantine? Se è per questo gli arabi hanno riempito anche la Spagna di moschee, alcune bellissime come l'Alhambra di Granada o la moschea di Cordova. Allora facciamo che anche la Spagna sia islamica? In effetti i musulmani la vorrebbero grazie al famoso detto "dove un musulmano posa il suo piede quella è terra islamica".
Sulle menzogne arabe si potrebbe scrivere un'enciclopedia ma pur ripetendolo centinaia, migliaia di volte non se ne esce. I media, i governi, la Chiesa cattolica sono completamente succubi dei musulmani. 
Erdogan ha trasformato in moschea Santa Sofia, qualcuno ha debolmente protestato, il Papa si è detto triste e tutto è finito là. 
Cosa succederebbe se Israele pensasse di ricostruire il suo antico Tempio nel luogo che gli compete cioè al posto delle moschee di Omar e Al Aqsa?
 Non ci voglio nemmeno pensare, qualche giornalista ogni tanto lo scrive come di un "pericolo imminente". Probabilmente gli stessi giornalisti che si sono limitati a dare del birichino al dittatore turco, quando parlano del nostro Tempio, sono pronti a darci dei fascisti guerrafondai se solo pretendiamo di poter salire a pregare su quel Monte per noi sacro. Nessuno ha mai scritto una parola sugli sputi e sulla violenza araba che accoglie ogni ebreo che riesce ad avere il permesso di salire. Giorni fa hanno cosparso di cocci di vetro il selciato che un gruppo di ebrei, bambini compresi, doveva attraversare, così se un bambino fosse inciampato e caduto si sarebbe ferito. Dovrebbe essere suolo sacro anche per loro ma non lo è, dimostrazione che non esiste nessun legame tra arabi e Monte del Tempio, se non per pretendere ciò che non è mai stato loro. La parte comica, esempio di quanto siano ottusi, è il divieto di andare a pregare a Al Aqsa per gli arabi degli Emirati, traditori della causa arabapalestinista che vuole Israele eliminato dalla cartina geografica. 

Intanto al sud di Israele i missili lanciati dai terroristi di Gaza continuano a cadere, ieri una casa di Sderot è stata divisa in due da un razzo caduto sul tetto e entrato all'interno. I miracoli di cui Israele è l'esempio fanno sì che non ci siano morti. Decine di razzi ogni giorno, non la smettono più, sono pieni di covid19 ma pensano solo a colpire Israele. Anche in Israele il virus imperversa quindi, dei due problemi, uno va eliminato. Non lo si può fare con il coronavirus perché invisibile e ancora incurabile, allora eliminiamo i missili e i palloncini incendiari che procurano danni indicibili.
Per farlo dobbiamo però eliminare i terroristi che li lanciano, tutti, dal primo all'ultimo.


22.08.2020 Gerusalemme e il Corano

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=79185

15 novembre 2019

SAVONA: Non hanno minimamente intenzione di risarcire, nessun accordo tra la diocesi e le cinque vittime di don Giraudo

Persino un orologio fermo segna l’ora esatta due volte al giorno, a meno che non sia quello del duomo di Savona, che malgrado i proclami di papa Francesco, sembra incapace di restituire dignità a questa diocesi e alle vittime dei suoi preti pedofili e dei vescovi che li hanno favoriti.
Di Francesco Zanardi
Nel giugno scorso, dopo un tentativo di conciliazione avanzato da cinque vittime di pedofilia e concluso con una proposta indecente del vescovo di Savona Caloggero Marino, che avrebbe voluto indennizzarle per le violenze subite, con l’istituzione di un numero verde gestito dalla diocesi, che non avrebbe neppure dato l’opportunità alle vittime di avere un’occupazione, gli avvocati della Rete L’ABUSO Elena Peruzzini e Francesca Rosso, hanno citato in giudizio la diocesi savonese.
La citazione si riferisce al caso del sacerdote Nello Giraudo e agli abusi da lui commessi con il favoreggiamento dei vescovi, dal 1980 al 2000 circa, anche se l’ultimo abuso commesso da Giraudo risale al 2005, ma in questo caso la vittima sarebbe già stata risarcita nel 2012, dopo che Giraudo patteggiò una condanna a un anno e sei mesi, per le molestie inflitte al giovane scout, all’epoca dei fatti quindicenne.
Dall’indagine della procura di Savona condotta dal pubblico ministero Giovanni Battista Ferro, emerse che le coperture della chiesa a tutela del sacerdote iniziavano nel 1980, lo stesso anno in cui don Giraudo prende i voti e quando una mamma di Valleggia, denuncia all’allora vescovo di Savona Giulio Sanguineti, molestie sessuali sul proprio figlio.
In un batter d’occhio Giraudo viene spostato, a soli 15 km da Valleggia a Spotorno, in una parrocchia ancor più gremita di minori, dove produrrà altre vittime.
Negli anni novanta, oltre che in diocesi, anche a Spotorno, le tendenze pedofile del Giraudo erano diventate di dominio pubblico, al punto tale che la stessa parrocchia e il nuovo vescovo, Dante Lafranconi, visti i precedenti del prete, ben catalogati negli archivi diocesani, ritenne di doverlo trasferire in un’altra parrocchia. Lo nominò parroco di un piccolo paesino sulle alture di Finale Ligure (SV), Orco Feglino, lontano da occhi indiscreti, dove con la benedizione dello stesso vescovo che lo aveva trasferito, aprì una comunità per minorenni in difficoltà nella quale per circa un decennio proseguì indisturbato la sua missione pastorale in alternanza con le sue perversioni.
L’atteggiamento criminale dell’allora vescovo di Savona, Dante Lafranconi, non passò in’osservato agli inquirenti, che nel 2012 ne chiesero il rinvio a giudizio dal quale però, il Lafranconi si salvò grazie alla prescrizione, alla quale, per suo diritto e soprattutto volendo chiarire la propria posizione, avrebbe potuto rinunciare. Ma non lo fece.
Il Giudice del tribunale di Savona Fiorenza Giorgi, sulla base della documentazione emersa dalle indagini della procura, se pur costretta ad archiviare in quanto il reato era estinto, lo fece con parole durissime nei confronti dell’allora vescovo;  “la disposta archiviazione nulla toglie alla pesantezza della situazione palesata dalle espletate indagini dalle quali è emerso come la estrema gravità delle condotte criminose del Giraudo non fosse stata per nulla considerata; dai documenti, perfettamente in linea con l’atteggiamento omissivo del Lafranconi, risulta - è triste dirlo - come la sola preoccupazione dei vertici della Curia fosse quella di salvaguardare l’immagine della diocesi piuttosto che la salute fisica e psichica dei minori che erano affidati ai sacerdoti della medesima e come principalmente (per non dire unicamente) per tale ragione l’allora vescovo di Savona non aveva esercitato il suo potere-dovere  di controllo sui sacerdoti e di protezione dei fedeli. Altrettanto triste è osservare come, a fronte della preoccupazione per la “fragilità” e la “solitudine” del Giraudo e il sollievo per il fatto che “nulla è trapelato sui giornali”, nessuna espressione di rammarico risulta dai documenti agli atti a favore degli innocenti fanciulli affidati alle cure del sacerdote e rimasti vittime delle sue “attenzioni”.
Dopo la citazione in giudizio depositata dai legali della Rete L’ABUSO, passati i tempi tecnici durante i quali, soprattutto sulla base dei proclami del pontefice, ci si aspettava una concreta ed onesta presa di posizione delle diocesi, proprio a consolidamento dei proclami, arriva la conferma che almeno a Savona, la linea resta quella negazionista ed irresponsabile, già consolidata dai predecessori del vescovo Caloggero Marino.
Per quanto riguarda il difensore del sacerdote Nello Giraudo (l’avvocato Marco Russo) verrebbero messi in dubbio gli abusi perpetrati dal suo assistito e ma sosterrebbe che quanto affermato dal gip Fiorenza Giorgi nel decreto di archiviazione per il favoreggiamento alla pedofilia dell’ex vescovo Lafranconi,  nello specifico caso non siano supportate da alcun elemento di prova.
Ancor più incredibile la posizione della diocesi, che non solo non ha alcuna intenzione di risarcire il dovuto alle cinque vittime, ma il vescovo Caloggero Marino, quasi non rendendosi conto, o forse facendo finta, lamenta di non essere stato lui vescovo all’epoca, ignorando di essere nominato in quella citazione non come responsabile dell’accaduto, ma semplicemente in quanto Ordinario in carica, della diocesi savonese.
Ad irritare ulteriormente è la farsa, il colpo gobbo che la diocesi ha messo in atto per manipolare i fedeli, nel tentativo di voltare questa lunga e tanto vergognosa pagina di chiesa savonese. Apprendiamo infatti (vedi volantino) che il 19 prossimo, naturalmente a Savona, la diocesi ha organizzato un incontro nel quale, nel tentativo di rassicurare chi ancora manda i propri figli incoscientemente in parrocchia, sul fatto che la CEI abbia messo in atto delle linee guida a tutela dei minori e delle persone vulnerabili.
Linee guida con le quali la chiesa da a intendere che PREVEDE una tutela per i minori, che poi in realtà non è volta a loro, ma semplicemente ad auto tutelarsi da eventuali "incidenti", a fronte dei quali però, come nel caso savonese e non solo, non PROVVEDE ad assumersi alcuna responsabilità o sostegno per le eventuali vittime, rinnegandole come in questo caso.
La linea criminale ed omissiva della chiesa cattolica emerge già dal pesantissimo report delle Nazioni Unite del 31 gennaio 2014, report al quale il Vaticano avrebbe dovuto rispondere entro il 1 settembre 2017, ma non lo ha ancora fatto oggi.
Lo stesso Motu proprio VOS ESTIS LUX MUNDI, recentemente emanato dal pontefice, come si può notare leggendolo, non prevede più alcuna indicazione o facoltà per i vescovi, di denunciare i crimini all’autorità giudiziaria, rendendo così ufficialmente la linea della chiesa, totalmente omissiva delle leggi civili.
Zanardi
Redazione Web | 7 novembre 2019 alle 10:02 | URL: https://wp.me/p8ayDC-mYw

25 marzo 2019

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